Libri di Odo Marquard
Il manifesto pluralista?
Odo Marquard
Libro: Copertina morbida
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 2016
pagine: 173
Questo è un libro di Odo Marquard: il filosofo tedesco della Sképsis. Il significato del libro è racchiuso nel suo titolo: II manifesto pluralista? dove la domanda sul Pluralismus rinvia ermeneuticamente a una molteplicità di opposizioni. Curato da Giancarla Sola, il testo si articola infatti su dieci concetti opposti all'idea stessa di "pluralismo". Così prende corpo il pensiero di altrettanti autori che, a muovere dal testo di Marquard, scandagliano i fondali filosofici e politici, sociali e storici, etici e pedagogici di quei concetti: Occidentalismo (M. Gennari), Individualismo (G. Sola), Fondamentalismo (P. Levrero), Totalitarismo (E.V. Tizzi), Fanatismo (L. Michielon), Dogmatismo (S. Trifilio), Terrorismo (F. Cambi), Razzismo (E. Madrussan), intolleranza (F. Camera), Xenofobia (A. Kaiser). Il libro si rivolge al lettore, che nella copertina ha già còlto visivamente il senso antinómico di quel versus: un termine con cui rendere esplicite le posizioni di contrasto, di confronto e dibattito tra chi sostiene il diritto alla pluralità (delle idee, dei linguaggi, degli stili, dei modi d'essere e di vivere) e chi lo nega in nome dei suoi contrari. E lecito pensare che a Odo Marquard questi sviluppi della sua idea di pluralismo non sarebbero dispiaciuti.
La storia che giudica, la storia che assolve
Odo Marquard, Alberto Melloni
Libro: Libro in brossura
editore: Laterza
anno edizione: 2008
pagine: 162
Odo Marquard è tra gli studiosi del Novecento che hanno riflettuto sulla tribunalizzazione della storia, svelandone i meccanismi. Le sentenze del "tribunale della storia" non possono che essere assolutorie per l'umanità nel suo insieme e in realtà svolgono la funzione di liberare gli uomini dal fardello della colpa, esonerandoli da ogni altra riflessione. Con l'Illuminismo l'uomo ha preso il posto di Dio: questo comporta che anziché accusare Dio del male del mondo e mostrarne le compensazioni, l'uomo si accusa e si assolve di un male ormai suo, trovando le vie di fuga. L'estetica, l'antropologia filosofica e la filosofia della storia diventano cosi strumenti per questo irrinunciabile esonero dell'uomo dal ruolo di accusato per definizione. Il secondo Novecento vede le ricadute e le ombre di questo processo nel concreto lavoro storico, all'ombra del grande spartiacque della Shoah e a valle dei processi di Norimberga. Nell'altro saggio che compone il volume, Alberto Melloni racconta come questa dimensione del tribunale della storia sia entrata sempre più profondamente nella pratica storico-critica della seconda metà del secolo scorso. Insidiata dalla memoria e in lotta con essa, la storia è diventata oggetto di leggi non sue: le leggi penali che sono intervenute laddove la fragilità dell'operazione conoscitiva sembrava debole rispetto al male compiuto. Ma anche le leggi della comunicazione mediatica, che hanno reso l'opinione pubblica presenza ingombrante e ineludibile.