Libri di Ruggiero Lattanzio

In una società sempre più individualistica, nella quale la comunicazione digitale a distanza va soppiantando quella reale “in presenza", è più che mai urgente una rieducazione alle relazioni umane autentiche che passi attraverso la riscoperta dell’empatia come mezzo per fuoriuscire dal proprio isolamento e calarsi nei panni altrui. Il cristianesimo si concentra sulla fede in un Dio empatico che si cala nei nostri panni, assumendo la nostra condizione umana nella persona di Gesù Cristo e facendosi carico dei nostri pesi fino alla morte, per rigenerare le nostre vite e renderci a nostra volta creature empatiche. L’esercizio dell’empatia cristiana richiede la capacità di immedesimarsi nella realtà altrui tramite un ascolto attivo, e la sospensione di giudizi affrettati è un atto di fede che richiede il coraggio d’intraprendere un pellegrinaggio esistenziale verso l’altro. Per mezzo di Gesù Cristo, Dio ci guida nel duplice cammino di fuoriuscita da noi stessi per entrare nella realtà altrui, e di ritorno a noi stessi per accogliere i bisogni esistenziali dell’altro come se fossero i nostri.

La Quaresima è il simbolo della vita di ogni persona che, soprattutto nella prova, ha bisogno di essere consolata e orientata dalla Scrittura. Qualsiasi sia la prova, essa può sempre diventare il tempo privilegiato per ascoltare l’invito del Signore che conduce alla pienezza. Non siamo nati per soffrire. E nessuna sofferenza deve restare sterile. L’arrivo della Pasqua, intesa come vittoria del bene sul male, della vita sulla morte, si applica sempre e a tutto. Se hai chiaro l’orizzonte, tutta la fatica diventerà più leggera. Queste brevi meditazioni, nate dal cuore di un parroco a sostegno della sua comunità, sono uno strumento semplice per nutrire la fede e la speranza per chi sta affrontando un tempo di sofferenza.

Il cristianesimo, prima ancora di essere una religione basata sull'osservanza di riti e precetti, e il lieto annuncio dell'auto-rivelazione di Dio nella persona di Gesù Cristo, il quale prende l'iniziativa di raggiungerci nella nostra condizione umana al fine di stabilire una relazione d'amore con noi. Il nostro personale incontro con Dio, per mezzo di Cristo, e poi alla base di un incontro rinnovato con noi stessi e con il nostro prossimo. In un tempo in cui le relazioni umane sono in crisi e ci si rivolge alle guide più disparate per relazionarsi con se stessi o ai social network per relazionarsi con gli altri, il messaggio cristiano, attestato dal Nuovo Testamento, e ancora in grado di indicarci una via sicura per recuperare delle relazioni autentiche con Dio, con noi stessi e con gli altri. Questa via e data dalla persona di Gesù Cristo, il quale e venuto non solo a riconciliarci con Dio, ma anche con noi stessi e con il nostro prossimo.

La prima lettera di Giovanni e la lettera dell'amore per eccellenza. È in questa lettera che incontriamo la definizione biblica di Dio più sublime: "Dio e amore". Questa lettera neotestamentaria conserva la sua attualità per ognuno di noi oggi, invitandoci a meditare attorno al fondamento che da sostanza alla vita cristiana: l'esperienza meravigliosa dell'incontro con Dio Padre che ci comunica il suo infinito amore per mezzo di Gesù Cristo, suo Figlio: un amore che non potremo mai meritare, ma che possiamo accogliere con gratitudine e sperimentare personalmente nelle nostre vite tramite l'ascolto della Parola di Dio in Cristo e l'azione del suo Spirito. L'obiettivo del presente commento alla prima lettera di Giovanni e quello di meditare su questo amore sconfinato, affinché esso divenga il principio ispiratore della nostra esistenza e del nostro agire nelle nostre famiglie, nella chiesa e nel mondo.

L'autore affronta il tema dell'introspezione attraverso due itinerari: il primo itinerario aspira a portare l'essere umano a ritrovare se stesso, accompagnandolo da una condizione esistenziale di smarrimento interiore ad una condizione di rappacificazione col proprio io; il secondo itinerario presenta una nuova via da percorrere verso la conquista della felicità. Una felicità che non è data dal possesso di beni materiali, che pur servono in questa nostra società, ma dalla gioia di vivere una vita pienamente vissuta. Una felicità che può trovarsi solo attraverso l'amore per se stessi e per il prossimo. L'autore, utilizzando un linguaggio delicato, prova a farci vedere le cose in maniera diversa e a fornirci nuovi input. Attraverso la sua personale esperienza e con l'ausilio di citazioni importanti, ci espone così la sua tesi fondamentale: l'amore è l'unica via che ci consente di stabilire una relazione autentica con noi stessi e con gli altri. Ed è soltanto nell'incontro con noi stessi e con gli altri che la nostra vita ritrova il suo senso più autentico e la sua vera ricchezza.