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Libri di Silvia Tomasi

I figli di Aracne. Tessiture fra arte e natura

I figli di Aracne. Tessiture fra arte e natura

Silvia Tomasi

Libro: Libro in brossura

editore: Fuoriasse Edizioni

anno edizione: 2025

pagine: 245

L’era della Grande Rete globale ha dato nuova linfa al mito di Aracne, la tessitrice mirabile che osò sfidare Atena e per punizione fu trasformata in ragno. Ma il legame fra la sua tela prodigiosa e le trame degli artisti si è propagato nel tempo fino a noi. In questi saggi Silvia Tomasi ne bracca le metamorfosi con intuizioni originali e singolare arguzia interpretativa, facendo la spola tra le arti, tirando fili e dipanando intrecci, in una rete di rimandi che vanno da Paolo Veronese a Damien Hirst, dalle “vie dei ricami” di Maria Lai alla musica per macchine da cucire, dalla bambola di Kokoschka al “salto nel vuoto” di Yves Klein e oltre. Storie di ragni e d’artisti si mescolano all’iconologia della corda o dell’albero secco; l’importanza della mosca nella storia della pittura gareggia con il ruolo riservato ai pettini, ai capelli, agli asparagi, perfino al vento e alla polvere. Dietro l’attenzione lenticolare verso ciò che è minimo e fugace, nei Figli di Aracne s’intravede la diffidenza verso i massimi sistemi da parte di una fine tessitrice che sa muoversi agilmente “da un rigagnolo alla Via Lattea”.
19,50

Gli ebrei del Veneto orientale. Conegliano, Ceneda e insediamenti minori

Giovanni Tomasi, Silvia Tomasi

Libro: Libro in brossura

editore: Giuntina

anno edizione: 2012

pagine: 288

Il saggio offre la storia documentata dei piccoli insediamenti ebraici del Veneto orientale, dal tardo Trecento al Novecento, dispersi nella parte orientale delle odierne Province di Belluno, Treviso e Venezia. Per prime sono studiate le due comunità maggiori, cioè quella di Conegliano e di Ceneda di Vittorio Veneto e poi i nuclei di banchieri, artigiani o mercanti sparsi in tutto il territorio. Si tratta degli attuali comuni di Belluno, che nel 1386 ebbe il primo banco di prestito ebraico in questa zona e la cui condotta risulta sinora la più antica ancora conservata nel Veneto, poi di Cison di Valmarino, Cordignano, Lentiai, Meduna, Motta di Livenza, Oderzo, Portobuffolè, Portogruaro, S. Lucia di Piave, S. Polo di Piave, Serravalle di Vittorio Veneto, Susegana, e infine anche Caneva e Sacile in Friuli. Si viene così a colmare un vuoto bibliografico, alcuni di questi insediamenti erano infatti già stati oggetto di brevi monografie specialistiche, ma di altri si trovavano solo casuali tracce nella pubblicistica e la metà erano totalmente ignoti, non si sapeva neppure che fossero mai esistiti. Di questi insediamenti ebraici vengono studiati i rapporti con le autorità locali e la maggioranza cristiana, le attività economiche e infine la loro vita, privata e sociale, con le strutture comunitarie e i complessi legami, famigliari e di lavoro, che li unirono ai confratelli dispersi nel Veneto, in Friuli ed in Istria, terre che per secoli furono sotto il dominio della Serenissima.
20,00 19,00

Arturo Loria, storia di un ebreo narrante

Silvia Tomasi

Libro: Libro in brossura

editore: Monte Università Parma

anno edizione: 2008

pagine: 200

Viene pubblicata la biografia di uno dei più importanti scrittori italiani di racconti del Novecento. Nato a Carpi (MO) da famiglia ebraica, claudicante perché colpito da poliomelite durante l'infanzia, parteciperà alla grande stagione del caffè "Giubbe Rosse" e di "Solaria" negli anni Trenta con Montale, Delfini e il gruppo della rivista. Una biografia critica che rilegge a tutto tondo la figura e la scrittura dell'autore di "Il cieco e la bellona", "La scuola di ballo" e "Fannias Ventosa", un testo per conoscere e riscoprire uno dei grandi maestri del racconto italiano, punto di riferimento degli scrittori di oggi. Arturo Loria popola i suoi racconti di vecchie baldracche che ballano e che accompagnano ciechi, di ipnotizzatori, zoppi, girovaghi e ladri. Un mondo padano di reietti e marginali, oppressi da un senso di colpa che non offre orizzonti di speranza e redenzione. I personaggi dei racconti di Loria, vittime di un destino tragico e senza riso, sono narrati con un linguaggio che devitalizza il mondo e lo impaglia come il falco del racconto omonimo. Quella che emerge è una realtà chiusa, claustrofobica, incentrata sul dramma del momento, senza passato e senza futuro, in cui si vaga nel mondo come randagi senza una meta, dove l'incanto malato conduce verso l'ossessione, il sogno e la follia.
16,00 15,20

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