Libri di Titus Burckhardt
La maschera sacra
Titus Burckhardt
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2025
pagine: 88
Ormai da lungo tempo Titus Burckhardt viene considerato, insieme a Eliade e a Guénon, uno dei maestri indiscussi della tradizione spiritualista. Dopo La chiave spirituale dell’astrologia musulmana, apparso in questa stessa collana, si propone ora ai lettori la raccolta di saggi de La maschera sacra, dove, tra la varietà e la singolarità degli argomenti trattati, è individuabile un grande tema centrale dell’opera di Burckhardt, ben riassunto da un brano dell’ultimo saggio: «Chiedete alla scienza tradizionale: che cosa è l’uomo? Essa vi risponderà con metafore – le narrazioni bibliche e coraniche della creazione di Adamo – che si sarebbe tentati di respingere come mitologia desueta, se non si intuisse che tali storie implicano una profonda visione dell’uomo, troppo profonda per essere racchiusa in definizioni razionali. E il primo dato che ne ricaviamo è che l’uomo ha una causa unica, la quale si situa al di là di tutte le contingenze, e che la sua esistenza sulla terra ha un senso. Questo senso – o questa visione dell’uomo – non ha nulla a che fare con una scienza empirica: non lo si potrebbe ricostruire partendo dall’esperienza e dal ragionamento, poiché esso concerne l’uomo non sotto il rapporto della sua esistenza spaziale e temporale, ma “sotto il rapporto dell’eternità”».
Science moderne et sagesse traditionelle
Titus Burckhardt
Libro
editore: Arché
anno edizione: 1986
pagine: 160
Introduzione alle dottrine esoteriche dell'Islam
Titus Burckhardt
Libro
editore: Edizioni Mediterranee
anno edizione: 1983
pagine: 128
In questa opera, che è una introduzione allo studio della dottrina sufica, l'Autore affronta l'argomento dall'interno, cioè comprendendo ed assimilando le verità permanenti ed universali di cui ogni dottrina sacra è un modo di espressione, e non dall'esterno, come è d'uso nella erudizione accademica che considera tali argomenti secondo una visuale scientifica limitata soltanto all'aspetto storico e contingente. Oltre a lumeggiare la prospettiva intellettuale del sufismo, ponendo soprattutto l'accento sull'opera di Muhyi-d-din ibn'Arabi, il "Grandissimo Maestro", la trattazione mostra le analogie intercorrenti tra taluni insegnamenti sufici e quelli di altre dottrine metafisiche, affermando il principio secondo il quale tutte le forme tradizionali possono considerarsi come i raggi di una ruota convergenti verso il mozzo comune: la Verità una, ovvero come espressioni parziali, ma pienamente legittime, di Essa. Il libro si conclude con un approfondito esame della realizzazione spirituale della via dei sufi.
L'uomo universale
Titus Burckhardt
Libro
editore: Edizioni Mediterranee
anno edizione: 1983
pagine: 114
Là dove la Conoscenza s'unisce al proprio essere, e dove l'Essere conosce sé nella sua immutabile attualità, non si ragiona più dell'uomo. Lo spirito in proporzione al suo profondarsi in tale condizione, si fa identico, non all'uomo individuale, ma all'Uomo universale (al-insan al-kamil), che costituisce l'unità intrinseca d'ogni creatura. L'Uomo universale è il tutto; per trasponimento dall'individuale all'universale lo si denomina "uomo"; essenzialmente, è il prototipo eterno, illimitato e divino di tutti gli esseri. L'Uomo universale non è realmente separato da Dio, è come il Suo Volto nelle creature. Per il tramite dell'unione con lui, lo spirito s'unisce a Dio. L'Uomo universale è egli stesso il simbolo completo di Dio.
La sapienza dei profeti
Muhyî-d-Dîn Ibn Arabî
Libro
editore: Edizioni Mediterranee
anno edizione: 1987
pagine: 176
Aperçus sur la connaissance sacrée
Titus Burckhardt
Libro
editore: Arché
anno edizione: 1987
pagine: 94
Alchimia. Significato e visione del mondo
Titus Burckhardt
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2024
pagine: 176
«Dall’“Illuminismo” ai giorni nostri era uso considerare l’alchimia come la forma primitiva della chimica moderna. Per questo la maggior parte degli studiosi che si sono interessati ai suoi testi non vi ha visto altro che le primissime tappe delle scoperte chimiche successive. È vero che tale letteratura trasmette, a margine, alcune esperienze artigianali riguardanti la preparazione dei metalli, dei colori e del vetro, esperienze che si possono talvolta ricostruire con l’aiuto della tecnologia moderna; l’alchimia propriamente detta, tuttavia, la “Grande Opera” descritta dagli autori ermetici, si colloca su tutt’altro piano; nonostante le espressioni metallurgiche di cui questi autori si servono, la natura delle operazioni in questione non è identificabile con quella della chimica. Dal punto di vista della scienza moderna, tali operazioni o procedimenti non sono solo aberranti, ma decisamente assurdi. Se ne è voluto concludere che un insaziabile desiderio di fabbricare l’oro abbia immerso quegli stessi alchimisti, che erano peraltro orefici, vetrai o tintori esperti, in una ricerca assolutamente chimerica, dove le fantasie si mescolavano inestricabilmente con un empirismo fin troppo ingenuo. Ora, se così fosse, l’opera alchemica tradirebbe a ogni passo l’arbitrarietà e sarebbe interamente frutto d’improvvisazione. Ma non è così; il magistero degli alchimisti comporta in modo manifesto un principio unitario; lungi dal presentarsi come una vaga avventura, esso possiede tutte le caratteristiche di un’“arte”, vale a dire di una dottrina e di un metodo tramandati da maestro a discepolo, i cui aspetti generali, a quanto si può giudicare dalle sue descrizioni simboliche, sono sostanzialmente gli stessi dall’antichità ai tempi moderni e dall’Occidente all’estremo Oriente».
Siena città della Vergine
Titus Burckhardt
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2010
pagine: 159
"Il rapido sviluppo delle città attuali, dovuto alla tecnica moderna, ci ha fatto quasi dimenticare cosa sia una civitas nell'autentico senso della parola, cioè una città edificata a misura umana e ordinata secondo le esigenze spirituali della comunità. Siena ha mantenuto fino ad oggi un tale aspetto e un tale ordine. Non si tratta dell'ordine razionale proprio di certe città barocche; l'universo di Siena è multiforme, è corpo, anima, intelletto, come l'uomo. La bellezza di Siena non è il risultato di uno sviluppo casuale, "naturale"; la città è stata costruita con piena consapevolezza dai suoi abitanti che volevano l'unità, ma che nel contempo, da veri aristocratici, conservavano quel rispetto per la vita privata delle famiglie e delle classi sociali tipico del Medioevo. È stato giustamente detto che nell'Italia del Medioevo il grande capolavoro della comunità è la città, mentre nell'Europa del Nord, in Francia e in Germania, il gioiello da essa creato è la cattedrale gotica. Siena, fra tutte le città italiane, ha conservato più intatta la sua unità gotica; in nessun'altra città esiste una piazza come il Campo, con la sua incomparabile armonia di misure; nessun'altra città testimonia in modo così unitario lo stile aspro e insieme nobile di quell'epoca. La storia di Siena si svolge limpida come una storia sacra: dapprima la vittoria nel segno della fede, poi la sfrenata ebbrezza del potere, le discordie interne, la decadenza, e l'umiliazione estrema, preceduta da innumerevoli moniti."
L'arte dell'Islam
Titus Burckhardt
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2023
pagine: 208
Titus Burckhardt (1908-1984) è, con René Guénon e Ananda K. Coomaraswamy, uno dei maestri indiscussi della tradizione spiritualista. Centrale nella sua opera è la riflessione sull'arte in rapporto ai princìpi della tradizione. L'arte dell'Islam è una sintesi magistrale della civiltà dell'Islam, che in questi ultimi anni è tornata drammaticamente al centro dell'attenzione mondiale, anche se il più delle volte in modo parziale e distorto. Una civiltà splendida analizzata qui in tutti i suoi aspetti, partendo dalla dimensione artistica. «Se alla domanda "cos'è l'Islam" si rispondesse descrivendo semplicemente uno dei suoi capolavori artistici,» scrive Burckhardt «come ad esempio una delle sue mirabili miniature calligrafiche del Corano, o la moschea di Cordoba o il Taj Mahal, questa risposta sarebbe legittima, perché l'arte islamica esprime senza equivoci la civiltà che l'ha prodotta». Affermazione, che oggi pochi in Occidente sarebbero disposti a condividere poiché la parola Islam ha ormai per i più un suono sinistro, dopo gli attacchi terroristici degli scorsi anni. Le meravigliose opere riprodotte in questo libro, spiranti bellezza, serenità, spiritualità, forse potranno portare un modesto contributo al superamento di questa identificazione erronea e pericolosa.
Lettere di un maestro sufi
Al Arabi ad-Derqawi
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2021
pagine: 115
«La prima cosa che appresi dal mio maestro – Iddio sia soddisfatto di lui – fu questa: mi caricò di due ceste colme di prugne. Io le presi in mano anziché pormele sulla nuca, come m’aveva indicato, ma nondimeno la cosa mi affliggeva grandemente e mi era così penosa che la mia anima si contrasse; essa s’agitava, si umiliava e si turbava oltre misura, a tal segno che quasi ne piangevo – e, nel nome di Dio, avrei davvero pianto per tutte le umiliazioni, il disprezzo e il dispetto che avrei dovuto subire in quella prova –, giacché la mia anima non aveva mai accettato una cosa simile né piegato la testa, e fino a quel momento ero stato inconsapevole del suo orgoglio, della sua rivolta e della sua corruzione; ignoravo se fosse orgogliosa o meno, e nessuno tra i teologi di cui avevo seguito le lezioni – ed erano numerosi – m’aveva ragguagliato al proposito. Mentre mi dibattevo in questa perplessità e in questa pena, ecco che il maestro, con la sua profonda intuizione, venne verso di me, mi prese le due ceste dalle mani e me le posò sulla nuca dicendo: “Fa’ in tal modo la prova del bene per scacciare un po’ d’orgoglio!”. Con queste parole mi aperse la porta della rettitudine, poiché così appresi a distinguere gli orgogliosi dagli umili, i seri dai frivoli, i sapienti dagli ignoranti, gli uomini di tradizione dagli innovatori e quelli che possiedono la scienza e l’applicano da quelli che si limitano a possederla senza metterla in pratica. […] Infatti il maestro – sia Dio soddisfatto di lui – m’aveva insegnato a distinguere la verità dalla vanità e ciò che è serio dalla farsa; Dio lo ricompensi di ciò e lo protegga da ogni male!».
La chiave spirituale dell'astrologia musulmana secondo Mohyiddîn Ibn 'Arabî
Titus Burckhardt
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2020
pagine: 80
Titus Burckhardt è considerato da lungo tempo, con Eliade e Guénon, uno dei maestri indiscussi della tradizione spiritualista. Con “La chiave spirituale dell’astrologia musulmana” (1950) ci offre l’occasione di approfondire la storia e i capisaldi di una scienza antichissima, affrancandola così dalle semplificazioni e dagli abusi compiuti dalla cultura occidentale. Scrive Burckhardt nell’esordio del libro: «L’opera scritta del “più grande Maestro” sufi, Mohyiddîn Ibn ’Arabî, comporta alcune considerazioni sull’astrologia che permettono d’intravedere come questa scienza, giunta all’occidente moderno in modo frammentario e ridotto a certe sue applicazioni contingenti, potesse riallacciarsi a principi metafisici, dipendendo, dunque, da una conoscenza a sé stante. L’astrologia quale fu nelle civiltà cristiana e islamica, e come ancora sussiste in certi paesi arabi, deve la sua forma all’ermetismo alessandrino. Essenzialmente non è dunque né cristiana né islamica, e non potrebbe d’altra parte trovar posto nella prospettiva religiosa delle tradizioni monoteiste, dato che questa prospettiva insiste sulla responsabilità dell’individuo davanti al suo creatore».

