Libri di A. Cavalletti
Che cos'è una società?
Gabriel Tarde
Libro: Libro in brossura
editore: Cronopio
anno edizione: 2010
pagine: 77
In questo saggio breve e brillante pulsa il cuore dell'intera opera di Gabriel Tarde, il grande rivale di Durkheim, il filosofo amato da Bergson, l'ispiratore del Canetti di "Massa e potere" e poi di Gilles Deleuze e di Felix Guattari. Che cos'è una società? La risposta suona ancora sorprendente quanto rivelatrice: non un tessuto di relazioni economiche né un insieme di legami giuridici, ma "una forma di sogno, un sogno su comando e un sogno in azione. Non avere che idee suggerite e crederle spontanee: tale è l'illusione del sonnambulo come dell'uomo sociale".
Materiali mitologici. Mito e antropologia nella cultura mitteleuropea
Furio Jesi
Libro
editore: Einaudi
anno edizione: 2001
pagine: 385
"Alla domanda: non le viene voglia di scrivere un romanzo? L'autore di questo libro può solo rispondere: non smetto mai di scriverlo". E' con la forma aperta del grande romanzo tardoantico che Jesi compone i saggi scritti lungo tutto l'arco degli anni Settanta. Egli non solo ripercorre la genesi del proprio metodo, ma lo mette alla prova indagando alcuni esemplari scritture "mitologiche" dell'Europa moderna: unisce all'interpretazione del "Buon soldato Sveik" una triade di notevoli letture di Thomas Mann; si avvicina al Wittgenstein critico di Frazer; scopre un'antropologia allegorica nelle pagine di Elias Canetti; elabora un modello cognitivo, tanto più efficace in quanto capace di rovesciarsi a sua volta in oggetto di conoscenza.
Kierkegaard
Furio Jesi
Libro
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2001
pagine: 227
L'esperienza di Soren Kierkegaard cosituisce uno dei punti problematici del pensiero e della religiosità moderni. Kierkegaard denunciò in termini di eccezionale rigore la crisi dell'uomo occidentale, del cristiano in particolare, dinanzi alla filosofia e alla religione, e della stessa denuncia fece uno strumento didattico destinato a giungere in profondità per la sua durezza. In questo libro l'autore ha inquadrato storicamente il lungo prcesso in cui è radicata la posizione di Kierkaard dinanzi all'Illuminismo e al Romanticismo.
Halachah e Aggadah. Sulla legge ebraica
Chaim Nachman Bialik
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2006
pagine: 77
Nel 1915 il poeta e scrittore ebreo Bialik lesse per la prima volta a Mosca la sua conferenza "Halachah e Aggadah", dedicata alle due categorie fondamentali del Talmud. La Norma, carica di autorità, e la Leggenda, che ne è invece priva. Il lato della certezza giuridica e quello epico, affine al sogno, non sono per Bialik separabili, ma si richiamano continuamente e si ricongiungono nell'unità dell'azione e dell'interpretazione, della vita e della scrittura ebraica. Letto e ammirato da Martin Buber, tradotto in tedesco da Gershom Scholem, Halachah e Aggadah giunse poi nella mani di Walter Benjamin che ne ricevette una forte impressione il cui influsso è rintracciabile in alcune delle sue opere. Chaim Nachman Bialik (1873-1934) è considerato il padre della moderna letteratura ebraica. Formatosi ad Odessa si trasferì poi in Palestina. Oltre ad una vasta opera poetica fu traduttore di Shakespeare, Schiller, Heine, Cervantes.
Venezia. Nascita di una città
Sergio Bettini
Libro: Libro rilegato
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2006
pagine: 316
Che cosa fa di Venezia Venezia? Qual è l'intenzione artistica, la forma che concede a Domenico Theotocopuli di Candia o ad Antonio Vassilachis di Milo, Giorgione di Castelfranco, Tiziano di Pieve di Cadore di sentirsi perfettamente veneziani e di parlare artisticamente in veneziano? Ritenuto il capolavoro di Sergio Bettini, "Venezia. Nascita di una città" costituisce certamente un unicum nella cultura italiana, oltre che il compendio dell'opera di uno studioso che appare oggi, nel centenario della nascita, come uno dei più originali pensatori del nostro Novecento. Mostrando come Venezia obbedisca attraverso i secoli a un suo Kunstwollen, a una sua propria intenzione artistica, Bettini illumina la città come una sola, coerente opera d'arte.
Bachofen
Furio Jesi
Libro: Copertina morbida
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2005
pagine: 127
Giudicato un avventurista dagli antichisti, ascritto alla «storiografia afilologica» da Croce, a lungo bandito dagli studiosi accademici, Johann Jakob Bachofen era destinato a trovare accoglienza soprattutto presso filosofi e mitologi, da Nietzsche a Benjamin, da Kerényi a Dumézil. Del coltissimo giurista di Basilea che trattava l'antico en amateur, rivolgendogli uno sguardo sovrano, Furio Jesi iniziò a tradurre l'opera più discussa, II matriarcale, che gli parve accamparsi nella cultura europea con una centralità paragonabile alla nietzschiana Nascita della tragedia. Questo saggio, risalente al 1973 e pubblicato ora per la prima volta da Andrea Cavalietti insieme con altri materiali esegetici, doveva costituirne l'introduzione. Mentre indaga le diverse ragioni della rinascita di interesse per Bachofen in Benjamin da un lato e nel pensiero reazionario di Klages o Dacqué dall'altro, e sulla scorta di entrambe le letture affronta la scienza bachofeniana del simbolo e del mito, Jesi mette a punto la propria officina teorica e convoca implicitamente i propri maggiori, individuati tra coloro che sanno accedere alla religiosità delle origini senza boria storicistica.