Libri di Anacleto Verrecchia
Giuseppe Prezzolini. L'eretico dello spirito italiano
Anacleto Verrecchia
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2024
pagine: 160
Questo libro nasce dall’amicizia profonda tra l’autore, Anacleto Verrecchia, e Giuseppe Prezzolini, due uomini, come si diceva un tempo, “tutti d’un pezzo”, intransigenti, onesti fino alla crudeltà e al tempo stesso generosi. Le pagine che Verrecchia ci riporta nascono dai frequenti incontri con Prezzolini, gli scambi di pensieri e opinioni, lettere... Qui scopriamo l’uomo di genio che ha attraversato il Novecento della cultura, conosciuto tutti, mantenendo quel rigore morale e la capacità di essere al centro del dibattito senza strillare o spintonare, con l’eleganza sia formale sia di “penna” che gli era propria. Un uomo di genio conserva sempre, in sé qualche cosa di fanciullesco che ne accresce il fascino. Ciò dipende dal fatto che le grandi intelligenze conservano fino all’ultimo la facoltà di meravigliarsi dinanzi alle cose, ossia dinanzi ai fenomeni, grandi o piccoli che siano. E proprio questo, che è alla base della vera disposizione alla filosofia, si notava di primo acchito in Prezzolini, dalla cui penna era uscita una sentenza bella e profonda nello stesso tempo: «Quando la curiosità dello spirito cessa, la cultura è morta». Egli sapeva trasformare in problema filosofico anche la quotidianità o meglio la generalità dei fenomeni. Insaziabile di conoscenza e spronato dal demone che gli urgeva dentro, viaggiò molto per terra e per mare, respirando aria nuova e spiegando appieno la propria individualità. Questo gli permise di acquistare uno stile di vita internazionale, che lo distingueva immediatamente. Non aveva nulla della figura tipica del dotto italiano, che di solito è piuttosto provinciale, sedentario, spocchioso, maldestro nel muoversi sulla scena del mondo e spesso incapace di spiccicare una parola straniera. Prezzolini, invece, si muoveva con disinvoltura, aveva molta eleganza nei modi e parlava più lingue. Nei dotti, di solito, si trova più scienza che sapienza. Non così in Prezzolini, la cui sapienza affiorava anche nei discorsi occasionali. Quella sua testa, che non si era mai piegata dinanzi a nessuno e che continuò a rimanere sempre diritta, era un esempio vivente di fierezza e di dignità. La sua conversazione infondeva energia, ma toglieva anche le illusioni: era la voce di un saggio che conosceva a fondo gli uomini e il mondo. Parlava per esperienza diretta, perché nel corso della sua lunghissima vita aveva avuto modo di conoscere tutta la fauna politica e letteraria del secolo. Era, insomma, un testimone oculare, i cui giudizi stridevano incredibilmente con la storiografia o meglio con la tromboneria ufficiale. Prezzolini diceva che la vera cultura è un fatto personale e non scolastico: «Non si diventa colti, ma lo si desidera, o si è spinti a diventarlo per una forza interiore. L’altra cultura, appiccicata o forzata, sia per programma, sia per obbligo, sia per guadagno non dà mai buoni frutti. Se nasce dal vostro essere, bisogna che si conservi sempre in unione con quello, e continui a trarne l’inspirazione. Non può essere imitazione, o interesse, o obbedienza. L’idea di cultura è un’idea attiva, non passiva».
Incontri viennesi. Konrad Lorenza, Karl Popper, Peter Handke, Hans Georg Gadamer...
Anacleto Verrecchia
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2024
pagine: 208
Scrive Verrecchia nella sua introduzione: «È un fatto che tra la fine del secolo scorso e l’inizio del Novecento le Muse si acquartierarono a Vienna e vi fecero alcuni parti geniali. Alcuni, come Konrad Lorenz e Karl Popper, sono diventati dei miti. Ho avuto la fortuna di conoscerli tutti e due. Su altri grandi personaggi della cultura viennese, quali Wittgenstein, Musil, Joseph Roth e Freud, scomparsi da tempo, ho raccolto la testimonianza di chi li ha conosciuti personalmente. Nell’uno come nell’altro caso si tratta di voci dirette che danno, molto più di qualsiasi saggio, un’idea immediata delle cose di cui si parla. Ho ritenuto utile raccogliere in volume questi colloqui, perché si tratta di personaggi che hanno contato, e in particolare mi riferisco a Konrad Lorenz, perché sono stato forse l’ultimo a colloquiare con il padre dell’etologia e che quindi le sue parole, qui fedelmente riportate, possono in qualche misura valere come suo testamento spirituale». Questi Incontri viennesi di Anacleto Verrecchia sono di una rara immediatezza e ci riportano personaggi oggi entrati nella storia del pensiero dell’uomo, in modo schietto, sincero, pulito, lontano dalle visioni agiografiche che troppo spesso sono state l’unico retaggio per conoscerli da vicino. Verrecchia è lontanissimo dal concetto di Mitteleuropa (è mai esistita? si chiede l’autore, seguendo quanto dice Milan Kundera che è una questione di confini e ogni volta ognuno ne traccia di nuovi) tanto caro a quell’editore che «per fare più colpo vuole a tutti i costi cantare in tedesco il suo peana mitteleuropeo senza rendersi conto che quei pochi che stanno a sentirlo sono quasi tutti italiani e che non riesce a farsi capire né dai connazionali né dai quattro o cinque viennesi». Quella di Verrecchia è una Vienna vissuta nel profondo, così a lungo e nelle pieghe della storia e della cultura che è riuscito a “tirare fuori dal suo cilindro magico” uno degli scorci più suggestivi e intriganti che possiamo immaginare dedicato a dei “miti” che vengono conosciuti e presentati nella loro quotidianità di geni assoluti.
Cieli d'Italia
Anacleto Verrecchia
Libro: Libro in brossura
editore: Spirali (Milano)
anno edizione: 1997
pagine: 174
Rapsodia viennese
Anacleto Verrecchia
Libro: Copertina rigida
editore: Donzelli
anno edizione: 2003
pagine: 300
Schopenhauer e la Vispa Teresa. L'Italia, le donne, le avventure
Anacleto Verrecchia
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2006
pagine: 212
Questo libro prende in esame il periodo che Schopenhauer passò in Italia e descrive le avventure amorose del filosofo. Uno dei suoi amori italiani sarebbe stato una veneziana di nome Teresa Fuga, ma sembra che egli abbia avuto come amanti anche altre donne italiane e tedesche. Ne emerge un ritratto nuovo del filosofo, non più dunque "il salice piangente della filosofia" ma una "natura demoniaca o dionisiaca a seconda delle circostanze".
Il cantore filosofo. Scritti su Wagner
Anacleto Verrecchia
Libro: Libro in brossura
editore: Clinamen
anno edizione: 2016
pagine: 80
"Il più grande epigono di Schopenhauer è stato indubbiamente Wagner, anche in campo strettamente filosofico". Con gesto inconfondibile, Verrecchia sgombra l'orizzonte da annosi errori e luoghi comuni, costringendo Nietzsche - finora l'unico erede "riconosciuto" di Schopenhauer - in "un cantuccio piagnucoloso". L'ammirazione per Wagner traspare bene da tutti gli scritti di Verrecchia, ma egli aveva dedicato un intero saggio al musicista filosofo, innovativo interprete di Buddha e Schopenhauer. Quel saggio - pimpante e dottissimo - è rimasto rocambolescamente inedito e secretato fra le carte della sua biblioteca. Nel darlo oggi a nuova luce sono stati aggiunti, a mo' di medaglione wagneriano, alcuni elzeviri apparsi su "La Stampa" affini per tema e sfolgorio stilistico. Così - dopo Bruno, Schopenhauer e Nietzsche Verrecchia chiude con piglio magistrale il giro delle proprie passioni di studio: culmine di pessimismo e libero pensiero.
Il mastino del Parnaso. Elzeviri e polemiche
Anacleto Verrecchia
Libro: Libro in brossura
editore: Clinamen
anno edizione: 2017
pagine: 194
Oggi che la critica tende a morire dissolta nei blog o negli improvvisati commenti di acquirenti e follower, quale migliore "contravveleno" degli elzeviri di Verrecchia? Apparsi su "La Stampa" e ormai introvabili, contengono in nuce l'idea dei suoi libri più belli e di libri a venire che egli non volle o non poté mai realizzare; sono dunque una miniera di notizie, citazioni, modi stilistici smaltati oppure polemici. A Bruno, Schopenhauer, Nietzsche, Prezzolini, seguono filosofi, scrittori, artisti d'ogni tempo e paese. Di tutti Verrecchia dà giudizi nuovi, spesso spiazzanti. Tale raccolta chiude anche la lunga stagione dei critici-scrittori; Verrecchia stesso ne era consapevole, tanto che immaginava questo suo giudizio universale come l'ultima opera: perfetto coronamento d'una vita consacrata alle lettere e alla filosofia.
La filosofia delle università. Testo tedesco a fronte
Arthur Schopenhauer
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2017
pagine: 211
“Il micidiale libello “Über die Universitäts-Philosophie”, ossia la filippica contro la filosofia da università, è una delle parti più celebri dei ‘Parerga und Paralipomena’, pubblicati dal libraio-editore A.W. Hayn di Berlino nel novembre del 1851. Non fa onore alla cultura tedesca e all'intelligenza degli editori il fatto che uno dei più grandi spiriti dell'umanità abbia dovuto limosinare per veder pubblicata un'opera del genere. E uno dei pochi libri di tutta la letteratura che non ci si stanca mai di leggere e che bisognerebbe avere sempre a portata di mano come vademecum di consolazione. (dall'introduzione di Anacleto Verrecchia)
La catastrofe di Nietzsche a Torino
Anacleto Verrecchia
Libro: Copertina morbida
editore: Clinamen
anno edizione: 2022
pagine: 364
Classico della storiografia filosofica. Testo imprescindibile sull'ultimo periodo di Nietzsche, ovvero quello pruriginoso e assai mitizzato della follia. Capolavoro di satira e stile. Ecco in breve che cos'è La catastrofe di Nietzsche a Torino. Verrecchia non solo vi raccoglie una documentazione definitiva sull'argomento ma la presenta in una forma letteraria unica, tanto che il libro appare nelle bibliografie di qualunque studio nietzscheano serio, sia italiano che estero. Per oltre quarant'anni la Catastrofe ha trovato frotte di lettori entusiasti come per esempio Giuseppe Prezzolini o - attraverso la versione tedesca - Karl Popper, il quale confessava d'averla letta due volte. È dunque l'opera migliore per rileggere Anacleto Verrecchia a dieci anni dalla sua scomparsa. Rispetto alle precedenti, questa edizione commemorativa incorpora la Catastrofetta dei nicciani in Italia di Marco Lanterna, che è una storia della Catastrofe scritta nei modi antiaccademici e briosi cari al Verrecchia.
Giordano Bruno. La falena dello spirito
Anacleto Verrecchia
Libro
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2023
pagine: 352
Giordano Bruno (Nola 1548 – Roma 1600) è stato sicuramente la vittima più illustre dell’Inquisizione, seppur non l’unica: l’autore del presente volume ricorda come egli si rivolse ai cardinali inquisitori che lo condannavano a morte: «Forse tremate più voi nell’infliggermi questa sentenza che io nell’accoglierla». Bruno non fu soltanto una delle menti filosofiche più lucide e ispirate del suo tempo; fu anche un uomo che seppe portare avanti fino alle estreme conseguenze le sue idee. Verrecchia inizia così il suo scritto: «Questo è un libro di passione, un ritratto dell’uomo Giordano Bruno: meno accademia e più partecipazione umana al suo tragico destino, meno filologia e più vita. Ho cercato di seguire il filosofo nella sua tempestosa peregrinazione attraverso l’Europa e di riviverne gli stati d’animo». Come si spiega l’accanimento della Chiesa contro il frate di Nola? La risposta va cercata e la si trova nella sua stessa filosofia, la quale teorizza non solo che l’universo è infinito, ma che è eterno, quindi che è sempre esistito e sempre esisterà: tutto questo, di fatto, rende superfluo un dio creatore e, a cascata, i chierici suoi ministri dando spunto all’autore di sferzare con estremo vigore il fanatismo religioso che per secoli ha insanguinato l’Europa e che fece più vittime delle pestilenze. Emerge un ritratto di Giordano Bruno inconsueto che si discosta dalla biografia classica o dal saggio critico, facendo risaltare il personaggio, perché la sua vita è così tragicamente bella che commuove chiunque. Scrive ancora Verrecchia: «Egli visse ciò che pensò e pensò ciò che visse: la sua vita rispecchia la sua filosofia e viceversa».