Libri di Annastella Carrino
La dignità del male. La violenza delle donne fra passato e presente
Libro: Libro in brossura
editore: Viella
anno edizione: 2025
pagine: 496
La matrice patriarcale che è all’origine della violenza contro le donne è alla base anche del silenzio sulle forme di violenza agìta dalle donne, sulla loro capacità di pensare e generare violenza, sapendosene assumere il carico. Violenza sottaciuta sulla base di un mero dato statistico, che registra la minore incidenza del crimine femminile nel panorama giudiziario dei reati violenti, ma anche a causa di un persistente condizionamento culturale. Il tema è stato affrontato in modo erratico dalla ricerca storica, dagli studi criminologici, giuridici e sociologici, producendo una comprensione superficiale del fenomeno tanto nel passato che nel presente. Questo volume vuole sollecitare una riflessione organica e interdisciplinare sull’argomento, muovendo dal presupposto che la difficoltà di pensare – e affrontare – la violenza delle donne muove dal medesimo quadro culturale che continua a permettere le tante forme di violenza contro le donne, e finisce per riaffermare ruoli disomogenei e gerarchicamente disposti. Prefazione Nichi Vendola.
Francisco Hombrados Malo (secolo XVIII). Un uomo per tutte le stagioni
Annastella Carrino
Libro
editore: Sette città
anno edizione: 2021
pagine: 374
Lo sfondo di questa storia è il Mediterraneo, e una corona di territori che vi si affacciano, nell'ultimo scorcio dell'Ancien Régime. A segnarlo è una palpabile tensione fra statualità protese nello sforzo di irrobustire i propri spazi, consapevoli al tempo stesso di non controllare appieno le conseguenze delle loro politiche di potenza; affollate di istituti vecchi e nuovi, collocati fra le pieghe di una complessità normativa opaca, ipertrofica e perciò stesso ambigua, porosa ed elastica. In questo contesto si collocano figure equivoche, financo imbarazzanti, e che finiscono per perseguire una politica di promozione del commercio attivo in forme avventurose e palesemente illegali. Don Francisco Hombrados Malo è sicuramente una di queste. Personaggio stravagante, apparentemente estraneo alle grammatiche istituzionali e sovente in marcata opposizione al dettato della norma, ma al tempo stesso organico a una fase in cui le monarchie - le monarchie borboniche - provano a ritagliarsi spazi esclusivi e gerarchicamente disposti, pur senza riuscire a giocare fino in fondo ognuna la propria partita, né vincere la propria scommessa. Inserito nei ranghi militari prima in Spagna e poi a Napoli; ripetutamente accusato di reati commessi come ufficiale dell'esercito; nominato console della «nazione» napoletana a Marsiglia; coinvolto nel traffico delle false patenti napoletane vendute ai Genovesi per assicurare i collegamenti fra la Francia e il Levante; principale protagonista - e antagonista - dell'affaire des bleds. Spregiudicato e ardito: in grado, al tempo stesso, di fronteggiare accuse e affrontare scandali con il piglio di chi rivendica diritti, e poco o nulla ha di cui scusarsi o pentirsi. In grado di beneficiare di privilegi e sorprendenti trattamenti di favore, e di volgere a suo vantaggio ogni criticità. Un uomo tanto abile e agile da passare dall'esercito alla diplomazia, alle aule dei tribunali, alla «repubblica delle lettere»; e di muoversi con altrettanta fluidità fra le varie sponde del lago borbonico.
Passioni e interessi di una famiglia-impresa. I Rocca di Marsiglia nel Mediterraneo dell'Ottocento
Annastella Carrino
Libro
editore: Viella
anno edizione: 2018
pagine: 222
La famiglia Rocca costituisce un esempio classico di family business: un modello i cui vantaggi e svantaggi vengono solitamente analizzati separando la sfera dell'imprenditoria da quella dei rapporti familiari. Questo libro compie il percorso inverso, rimescolando le carte e ricomponendole sulla base di un presupposto: in casi simili, le decisioni d'impresa sono incomprensibili se sganciate dalla dimensione privata. D'altronde, il nesso inestricabile fra passioni e interessi permette ai soci-parenti di attraversare il fallimento dell'azienda familiare continuando a vivere vite reciprocamente legate e calate nel mondo del negozio. Da questo punto di vista, le donne, che la documentazione sembra escludere dal mondo degli affari, riemergono prepotentemente forzando i vincoli di ruoli codificati: mogli, figlie e zie si collocano sul proscenio non solo della vicenda familiare ma anche di quella imprenditoriale.
Ai «margini» del mediterraneo. Mercanti liguri nella tarda età moderna
Annastella Carrino
Libro: Copertina morbida
editore: Edipuglia
anno edizione: 2018
Quasi sint civitates. Società, poteri e rappresentazioni nella Puglia di età moderna
Annastella Carrino
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2017
pagine: 388
Quasi sint civitates: l'espressione evidenzia l'imbarazzo dei protagonisti delle vicende qui narrate di fronte a forme dell'insediamento che sfuggono alle classificazioni politiche e giuridiche prevalenti; un imbarazzo che è ampiamente presente ancora nella storiografia odierna. Nel volume l'ossessione classificatoria sulle città contadine pugliesi di età moderna è aggirata attraverso un'analisi puntuale delle forme sociali, delle dinamiche dei poteri e delle rappresentazioni del fenomeno "urbano". L'opposizione fra l'Italia delle città, impiantata sull'esaltante esperienza comunale, e l'Italia delle agrotowns, che sorgono all'improvviso nelle nude terre feudali, appare del tutto inadeguata a dar conto della straordinaria densità e ricchezza dei fenomeni insediativi ben presenti in vaste aree dell'Europa mediterranea.
La città aristocratica. Linguaggi e pratiche della politica a Monopoli fra Cinque e Seicento
Annastella Carrino
Libro
editore: Edipuglia
anno edizione: 2000
pagine: 328
Parentela, mestiere, potere. Gruppi sociali in un borgo meridionale di antico regime (Mesagne: secc. XVI-XVII)
Annastella Carrino
Libro
editore: Edipuglia
anno edizione: 1995
pagine: 229
Ricerche storiche. Volume Vol. 1
Libro: Libro in brossura
editore: Pacini Editore
anno edizione: 2023
pagine: 160
«Nel suo Journal de voyage, Michel de Montaigne annotava la pervasività nel territorio italiano della criminalità in bande, di cui egli stesso era stato vittima sulle strade emiliane. Nell’attraversare i territori di Ghino di Tacco, bandito toscano nonché personaggio boccaccesco, e del “pubblico ladro” Marco Sciarra, che con la sua banda infestava le cam- pagne romane e le province limitrofe, Michel Eyquem non mancava di osservare tanto la varietà del fenomeno, al punto da distinguere diverse categorie banditesche, quanto la viva partecipazione delle popolazioni nel contrastarle e, come in una storia a lieto fine, nel gioire sollevate alla cattura e al supplizio dei temibili “scorritori di campagna”. Chiunque attraversasse, per diletto o necessità, le strade carrozzabili e spesso ma- lagevoli della Penisola, doveva mettere in conto il rischio di assalto da parte di bande di malviventi; un pericolo ancor più concreto per quei viandanti che percorrevano le strade del Mezzogiorno e in particolare delle sue zone più impervie, tanto che ai viaggiatori del Grand Tour veniva esplicitamente sconsigliato di avventurarsi oltre Napoli. Il banditismo, insomma, rappresenta una costante di lungo periodo, un fenomeno endemico, come spesso è stato definito, che attraversa le epoche e i territori, e rimbalza dalla letteratura dotta a quella popolare. In campo storico, com’è noto, il tema ha sollecitato numerose voci autorevoli e, proprio per questo, ingombranti nel loro ruolo performativo: dalla immagine braudeliana del banditismo figlio della miseria, della crisi, della debolezza dello Stato, fenomeno delle montagne e delle zone di frontiera, al bandito sociale hobsbawmiano, figura prepolitica, in qualche modo primitiva, fragile, effimera, ma al tempo stesso eroica, leggendaria, incarnazione dei valori di una comunità rurale idealizzata, che nutre ballate, poesie, fonti letterarie e iconografiche di matrice popolare…»