Libri di Antonio Borrelli
Nei gesti e nelle mancanze. Racconti e testimonianze sulla periferia est di Napoli
Libro: Libro in brossura
editore: Colonnese
anno edizione: 2024
pagine: 120
Gli autori di questo volume, nati quasi tutti negli anni Cinquanta, hanno utilizzato la cifra autobiografica per raccontare il territorio in cui hanno vissuto la loro giovinezza, che ha coinciso con un periodo di grandi innovazioni culturali e politiche. Il territorio è l’antico borgo di Porchiano, un pezzo di Ponticelli, quartiere periferico di Napoli, a lungo abitato soprattutto da contadini e operai. In questo territorio di campagna atterrarono, tra fine anni Cinquanta e fine anni Sessanta, due «astronavi», per tanti versi opposte: il Rione Fiat, abitato da contadini espropriati dei terreni sui quali fu costruito lo stabilimento Fiat di Poggioreale, e il Rione Incis, abitato invece da impiegati statali provenienti da altri quartieri e dalla provincia. All’inizio, in quella realtà mal collegata con il centro, la convivenza fra i diversi nuclei abitativi risultò problematica, ma poi, soprattutto fra i giovani, si creò una forte integrazione, che diede vita a «una specie di laboratorio sociologico in cui si sperimentavano l’amicizia, gli amori, il sesso, la politica, il divertimento, lo sport, la musica, gli studi».
Michele Troja. Scienziato illuminista e «urologo ante litteram»
Renato Jungano
Libro: Libro in brossura
editore: Liguori
anno edizione: 2024
pagine: 204
Mancava finora una monografia organica e sistematica su Michele Troja, a cui è capitata la stessa sorte di molti altri scienziati di valore del Sud d’Italia, la cui memoria non è adeguata al ruolo che essi ebbero nel progresso della scienza. Michele Troja fu uno dei più apprezzati medici e ricercatori della seconda metà del Settecento e del primo trentennio dell’Ottocento. Ricordato spesso con ammirazione dai colleghi a lui contemporanei e da quelli successivi, gli furono dedicati, l’anno dopo la morte, un ricordo biografico in tedesco scritto dal medico danese Albrecht von Schönberg e, tre decenni dopo, un “elogio storico” composto da Domenico Minichini, docente di Patologia e rettore del Collegio medico-cerusico di Napoli tra il 1848 e il 1849. La vita e le opere di Troja furono oggetto di uno studio più approfondito solo alla fine dell’Ottocento e all’inizio del Novecento, con l’avvio a Napoli di un forte interesse per la storia della scienza e della medicina, in particolare per quella di area meridionale. Tra il 1898 e il 1905, Modestino del Gaizo, che tenne un corso privato di storia della medicina nell’Università di Napoli, gli dedicò tre memorie, ancora oggi fondamentali per la qualità delle analisi e per le fonti documentarie riportate” (dalla prefazione di Antonio Borrelli). La ricostruzione, realizzata in questo testo attraverso un’ampia documentazione bibliografica e iconografica della vita e delle opere di Michele Troja, evidenzia il valore di questo scienziato che mostrò al mondo, dall’Accademia e dagli ospedali napoletani, i risultati dello studio, della ricerca, della applicazione delle moderne conoscenze chirurgiche e della didattica, ispirati dai concetti illuministici e dalla scuola neo ippocratica di Domenico Cotugno, suo mentore e maestro.In particolare, in questa monografia viene data una accurata rilevanza alla dedizione di Troja allo studio, alla ricerca, alla chirurgia e alla didattica relativi all’apparato uro-genitale, al punto di essere definito “urologo ante litteram”. Presentazione di Francesco Tonelli. Prefazione di Antonio Borrelli.
Antonio Russo
Antonio Borrelli
Libro: Libro in brossura
editore: Reality Book
anno edizione: 2023
pagine: 164
Antonio Russo è un giornalista freelance, inviato di Radio Radicale. Viene ritrovato cadavere all’alba del 16 ottobre del 2000 in Georgia, a decine di chilometri da Tblisi, nei pressi di una base militare russa, verso le montagne caucasiche. Ha voluto lui, ha voluto fortemente seguire sul posto le atrocità commesse in Cecenia dai russi, che esprimono con brutalità, annegandole del sangue, le istanza di indipendenza del popolo ceceno. Antonio muore torturato per aver scoperto troppo di quelle atrocità, e dell’uso di armi illegali da parte dei russi. The Observer il 12 novembre del 2000 dedica tutta una pagina al caso, titolando "Was reporter killed by Putin’s secret service?", concludendo così il lungo articolo: "I don’t think we’ll never know the truth. It’s all so murky" (Non credo che sapremo mai la verità. E’ tutto così torbido). L'articolo tratta anche del voto al Consiglio Economico e Sociale dell’ONU e di come, grazie al sacrificio di Antonio, due giorni dopo la morte, il 18 ottobre 2000 viene ribaltato il voto che vedeva la maggioranza degli stati membri favorevole alla richiesta di espulsione/sospensione per indegnità del Partito Radicale Transnazionale dallo Status Consultivo presso l’ECOSOC da parte della Federazione Russa, che adduce motivazioni surreali: i Radicali sostengono i terroristi ceceni, i Radicali ricevono finanziamenti dalle narcomafie internazionali, i Radicali promuovono campagne in favore della pedofilia. Antonio Russo in quel punto del mondo è diventato un impiccio: i russi non ne tollerano più la presenza, che è un problema per la diplomazia internazionale. Nel merito interviene anche il vicepresidente ONU, tanto sono forti le pressioni russe. L’uccisione di Antonio Russo è un caso eclatante, almeno quanto quello di Ilaria Alpi, la giornalista della Rai uccisa in Somalia. Ma del caso Russo non si parla. Di Antonio Russo, torturato e ucciso sotto una pressa che gli ha spaccato il torace, non si deve parlare. Questo libro ha due scopi. Per un verso ricordare la figura del giovane, coraggioso giornalista freelance assassinato. Per altro verso proporre la sceneggiatura originale del film “Cecenia”, in cui Russo verrà magistralmente interpretato da Gianmarco Tognazzi. Una sceneggiatura di facile leggibilità, godibile, appassionante nello sviluppo, nata da una idea e da un soggetto suggeriti dallo stesso Russo. Probabilmente consapevole, nella sostanziale incoscienza che lo guidava, di avere il destino segnato. Ad Antonio Russo sono stati assegnati molti premi giornalistici: il Premio Andrea Barbato, il Premio Città di Trento, il Premio Sarteano, il Premio Ischia, il Premio Pietro Aretino, il Premio Saint Vincent, il Premio Val di Sole-Dimaro, il Premio Italia “Diritti Umani”, il Premio Testimoni di Pace. Al suo lavoro di reporter.
I cinema di Ponticelli
Antonio Borrelli
Libro: Libro in brossura
editore: Dante & Descartes
anno edizione: 2016
pagine: 30
Istituzioni scientifiche, medicina e società. Biografia di Domenico Cotugno (1736-1822)
Antonio Borrelli
Libro
editore: Olschki
anno edizione: 2015
pagine: XII-272
Bellatrix
Antonio Borrelli
Libro: Libro in brossura
editore: Clinamen
anno edizione: 2013
pagine: 90
Vittima d'un destino oscuro e insondabile, David Akimev, il protagonista di questo romanzo di Antonio Borrelli, è testimone di vicende e situazioni in cui umana follia, disorientamento sociale, crollo di valori, superficialità di sentimenti, ottundimento di emozioni dominano in contrastati. Nel vuoto esistenziale che connota la sua vita e quella di coloro che lo circondano, David si trova coinvolto in eventi inspiegabili che lo inducono ad intraprendere un percorso che lo mette in contatto con miti del passato, antiche profezie, ritualità ermetiche ed iniziatiche, sino a rendersi evidente ai suoi occhi il futuro che lo attende e che, insieme a lui, attende l'intero genere umano. Lo accompagnano, in questo cammino, differenti figure femminili, ognuna con peculiarità inconfondibili, che gli fanno vivere le esperienze dell'eros più intenso e della spiritualità più elevata.
I roghi di Ponticelli. La «questione rom» in un quartiere di Napoli
Antonio Borrelli
Libro: Libro in brossura
editore: Liguori
anno edizione: 2013
pagine: VIII-125
L'espulsione dei rom da Ponticelli nel maggio del 2008 balzò subito alla ribalta mediatica nazionale e internazionale per la sua brutalità. Destò scalpore soprattutto il modo con cui i rom furono espulsi. Vennero date alle fiamme con bombe incendiarie le misere baracche dei loro "campi". Non ci fu pietà nemmeno per i vecchi e i bambini. I rom dovettero fuggire scortati dalla polizia, tra gli insulti di uomini e donne inferociti. Fu la "rivolta" di circa duecento persone, sostenute dalla malavita organizzata e dall'indifferenza dei più. Ponticelli sembrò smarrire improvvisamente ogni memoria dei valori e delle pratiche di vita operaia che ne avevano fatto il "quartiere rosso" di Napoli. L'autore, che è nato e vive a Ponticelli, racconta qui la "brutta storia" del suo quartiere: la crescente ostilità di una parte della popolazione contro i nomadi, l'inerzia delle forze politiche di fronte alla moltiplicazione dei campi abusivi, il presunto tentativo di rapimento di una neonata da parte di una ragazza rom, la paura nei confronti di stranieri e migranti.