Olschki
The legacy of the enlightenment. Rights, constitutions, equality
Libro: Libro in brossura
editore: Olschki
anno edizione: 2025
pagine: 270
Spesso la storiografia contemporanea dipinge l’Età dei Lumi come la sorgente intellettuale di molti dei mali moderni e proietta gli odierni pregiudizi sui pensatori dell’epoca. Le discussioni sull’eredità dell’Illuminismo sono state incorporate nello studio e nell’esplorazione dell’imperialismo occidentale, della dominazione coloniale, del capitalismo, delle disuguaglianze e del razzismo. Questo volume offre una prospettiva alternativa che definisce in maniera diversa l’eredità dell’Illuminismo, facendo luce su un linguaggio dei diritti, del costituzionalismo e dell’uguaglianza rinnovato e plasmato dai Lumi esplorandone i lasciti, le trasformazioni e le reinterpretazioni nel XIX secolo.
Un ricettario meridionale del primo Cinquecento. Edizione e glossario di Apparecchi diversi da mangiare
Carolina Stromboli
Libro: Libro in brossura
editore: Olschki
anno edizione: 2025
pagine: 110
In un manoscritto conservato alla Biblioteca Nazionale di Napoli è presente un curioso ricettario meridionale, "Apparecchi diversi da mangiare", redatto nel 1524 e costituito da 86 ricette. Il volume presenta una nuova edizione critica del testo, accompagnata da un’introduzione che offre informazioni su localizzazione, lingua e rapporti con i ricettari, coevi o di poco precedenti, riconducibili alla Napoli aragonese di fine Quattrocento e all’area catalana. L’interesse di Apparecchi diversi risiede soprattutto nel lessico legato al cibo, documentato nel glossario selettivo che chiude il volume. Nel testo sono presenti molti gastronimi della cucina meridionale, in particolare napoletana o campana, come picza, ceppola (‘zeppola’), provola, susamelli, casocavallo, strangolaprievete e così via, molti dei quali registrano una delle prime occorrenze proprio in questo ricettario; inoltre, come negli altri ricettari del tempo, anche in Apparecchi diversi coesistono lessemi di varia provenienza: germanismi, come fiadone o guanti; francesismi, come la salsa dodina; arabismi, dal coscossone (‘cuscus’) alle insolite almogiavole (‘frittelle con ricotta’); iberismi e catalanismi, tra i quali (salsa) burella (‘di colore scuro’), carabaczata (‘minestra a base di zucca’), mirastro (‘pietanza a base di pollo o piccione’).
Musica, pensiero, interpretazione. Toscanini tra Puccini e Furtwängler
Libro: Libro in brossura
editore: Olschki
anno edizione: 2025
pagine: 186
«Le vere intenzioni dell’autore»... con queste parole Giacomo Puccini sottolineava la singolare capacità di Arturo Toscanini di illuminare, come interprete, il pensiero del compositore, rivelando al pubblico l’opera musicale nella sua essenza. In un’epoca in cui la professione del direttore d’orchestra era ormai ben consolidata, l’approccio scrupoloso e pragmatico di Toscanini nei confronti della partitura trovava una naturale dimensione espressiva nella musica di Puccini, compositore che esordì nel fervido clima culturale della Milano fin de siècle. Nell’idea pucciniana, come da tradizione, l’interprete può essere inteso quale medium fra compositore e pubblico. Secondo la visione di Wilhelm Furtwängler, altra figura chiave nella storia dell’interpretazione fra Ottocento e Novecento, il direttore d’orchestra, invece, è chiamato a cogliere le strutture profonde dell’opera musicale, per ricostruirne l’ispirazione originaria. L’interprete diventa, quindi, un ri-creatore dell’opera d’arte, nell’atto estemporaneo dell’esecuzione. Il volume raccoglie contributi di studiosi di varia provenienza e formazione, ed è strutturato in due parti. La prima è dedicata agli esordi artistici di Puccini e Toscanini nella fucina milanese e approfondisce il contesto storico, sociale e artistico di grande vivacità e fermento in cui operarono. La seconda propone un’indagine critica sui percorsi interpretativi dei due direttori, Toscanini e Furtwängler, con riflessioni e analisi su alcune importanti pagine del repertorio sinfonico e operistico.
Amorevolissimo padre e protettore. Il carteggio fra san Carlo Borromeo e i Barnabiti (1568-1584)
Libro: Libro in brossura
editore: Olschki
anno edizione: 2025
pagine: 454
Il volume raccoglie la corrispondenza fino ad oggi nota intercorsa fra san Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano, la Congregazione dei Barnabiti e singoli suoi religiosi, ai quali il santo ricorse dal 1568 al 1584, in pratica dal suo ingresso nell’arcidiocesi ambrosiana alla sua morte. I testi del Carteggio, curati da Mons. Sergio Pagano, barnabita e Prefetto Emerito dell’Archivio Apostolico Vaticano, sono pubblicati in esteso in maniera critica e annotati con l’ausilio della più aggiornata bibliografia e di fonti d’archivio, aprendosi così nel denso apparato di note, squarci e finestre di contesti di vita diocesana milanese, di disciplinamento tridentino, di rapporti del presule con la Curia Romana, di pastorale della vasta diocesi, fino alla Valtellina e ai Grigioni. La ricerca storica condotta dal Curatore, mentre segue ovviamente l’evolversi e il diffondersi della giovane Congregazione dei Barnabiti (fondata nel 1533), cui san Carlo fu sempre e in modo particolare vicino, non trascura figure e temi dell’attività del santo arcivescovo esterni ai Barnabiti e ad essi correlati, anche alla lontana. Abbiamo pertanto un saggio che bene si inserisce nel ricchissimo e sempre crescente interesse storiografico relativo alla figura del Borromeo.
I giardini di Miramare. Da parco eclettico a museo verde
Andreina Contessa
Libro: Libro rilegato
editore: Olschki
anno edizione: 2025
pagine: 228
Articolato esito di una committenza al contempo imperiale e privata, il parco-giardino di Miramare rappresenta il testamento di una raffinata visione filosofica della natura e del paesaggio. La poetica dimora, concepita dall’arciduca Ferdinando Massimiliano d’Asburgo per sé e la moglie Carlotta del Belgio tra il 1856 e il 1862, è costruita su un promontorio carsico a picco sull’Adriatico e domina il golfo della multilingue città di Trieste. Alla luce delle ricerche compiute sul parco di Miramare tra il 2017 e il 2025, il presente volume ne riassume i risultati, in parallelo al grande progetto di restauro e riqualificazione recentemente intrapreso e realizzato. Il saggio ricolloca questo luogo nel contesto dei giardini europei e dei rapporti internazionali di principi e regnanti, rievocando un’epoca straordinaria per le conoscenze botaniche, le esplorazioni scientifiche, l’importazione di piante e semi. Ne emerge un giardino dal carattere eclettico, sperimentale e cosmopolita, che unisce i tratti del parco paesistico a quelli del giardino formale, con scenografiche terrazze digradanti verso il mare; un ambiente ideale alla convivenza di un’ecumenica collezione botanica. Luogo di contemplazione e diletto perennemente rinnovati, il complesso dei giardini di Miramare costituisce oggi un importante sito storico nazionale, un museo verde attento alla sostenibilità, che si confronta con l’arte e la società contemporanea, svolgendo un determinante ruolo culturale.
Bernardo Buontalenti (1523-1608). Disegno, architettura e teatro
Libro: Libro in brossura
editore: Olschki
anno edizione: 2025
pagine: 344
Nella fisiologica alternanza di zone d’ombra e terreni in parziale o piena luce, e nel segno di una programmatica multidisciplinarità, i contributi del convegno "Bernardo Buontalenti (1523-1608). Disegno, architettura e teatro" richiamano centralmente e rileggono trasversalmente situazioni episodiche e, in antitesi, costanti tematiche e linguistiche (alimento della sostanziale poliedricità buontalentiana), tendendo a intercettare punti di osservazione estranei a terreni battuti e letture consolidate. Nella presenza schermata ma percepibile di un filo conduttore intenzionalmente non lineare, ciò non di rado si esplica e risolve in processi di reinterpretazione di codici strutturali come di motivi transitori, suggeriti dalla compresenza stratificata di idee solitariamente o rapsodicamente emergenti o, invece, lungamente meditate; tra queste la drammaticamente tormentata e irrisolta progettazione della Cappella dei Principi (1587-1602). Nella complessità dialettica del personaggio, l’approssimazione critica all’identità linguistica di Buontalenti, innanzitutto compenetrata dalla sua duplice veste di ingegnere militare e architetto civile, ne investe necessariamente, accanto alla serrata evoluzione mentale e tecnica del pensare disegnativo in eco michelangiolesca e leonardiana, approdi decorativi, idraulico-paesaggistici e teatrali, analogamente addensati da inedite angolazioni concettuali e interpretative.
Villa Caprile a Pesaro. Da dimora signorile a scuola agraria
Libro: Libro rilegato
editore: Olschki
anno edizione: 2025
pagine: XVI-230
Sulle pendici del Colle San Bartolo, altura dove sorgono le principali ville storiche del territorio pesarese, si erge la Villa Caprile, fatta realizzare dalla famiglia Mosca a partire dal 1640. Conosciuta sin dall’origine per i suoi giochi d’acqua, la tenuta si dispiega su cinque successivi livelli, con un giardino all’italiana disegnato dai regolari quadri bordati da siepi: in esso è possibile trovare grotte con automi, piccoli ninfei e percorsi vivacizzati dagli spruzzi degli scherzi, riportati in vita dai recenti restauri. I giardini e il paesaggio della campagna in cui si staglia la villa sono richiamati sulle volte dipinte nei saloni del Casino, dove miti classici e cicli stagionali sono illustrati attraverso la raffigurazione di soggetti botanici. La Villa Caprile divenne scuola di insegnamento agrario già alla fine dell’Ottocento, evento che ne ha garantito la continuità di manutenzione. Di questo complesso – oggi aperto al pubblico e simbolo virtuoso di continuità e integrazione fra giardino storico, azienda agraria e istituto scolastico – il volume ricostruisce la vicenda, indagandone gli avvenimenti storici, gli apparati decorativi, il contesto paesaggistico.
Atti e memorie dell'Accademia toscana di scienze e lettere «La Colombaria». Nuova serie. Volume Vol. 75
Libro: Libro in brossura
editore: Olschki
anno edizione: 2025
pagine: 278
Al di qua delle Colonne d'Ercole. Scoperta e rappresentazioni del Mediterraneo
Francesco Prontera
Libro: Libro in brossura
editore: Olschki
anno edizione: 2025
pagine: 274
Spazio di traffici e di conflitti, il Mediterraneo rappresentò il centro del mondo per la civiltà greco-romana; ma come si arrivò a concepire la sua unità? La distinzione tra mare interno ed esterno alle Colonne d’Eracle fu un esito imprevisto della colonizzazione greca e fenicia fra VIII e VII sec. a.C. L’orizzonte geografico di Omero, infatti, era ancora circoscritto al bacino orientale del Mediterraneo e solo la colonizzazione portò ad ambientare le peripezie di Ulisse in Occidente, dove i coloni greci ritrovarono la Rupe di Scilla, le Isole di Eolo/Eolie e l’Isola di Circe/Circeo e l'isola delle Sirene. Così in Occidente, e più tardi nel Mar Nero, emigrarono con i Greci anche i culti eroici e i miti di Eracle e di Achille. In quanto parte essenziale dell’ecumene, il Mediterraneo venne descritto sistematicamente dai geografi antichi nei Giri della terra e nei Peripli, occasionalmente da Erodoto il padre della storia, per poi prendere forma nella cartografia. La funzione permanente svolta dal mare interno nelle costruzioni della cartografia, da Eratostene a Tolemeo, non ha però alcuna incidenza sulla riflessione storico-antropologica degli antichi, orientata piuttosto dalla tripartizione continentale del genere umano (Europa, Asia e Libia/Africa). In tale prospettiva si collocano anche le considerazioni svolte da Strabone, storico e geografo greco attivo al tempo di Augusto, sul Mediterraneo come “spazio dell’impero romano”. Nel Medioevo le mappae mundi cristiane ripresero l’immagine di una terra circolare con il suo mare interno, mentre nella civiltà islamica venne recepita precocemente la geografia tolemaica, come mostra la grande carta di Edrisi del XII sec. La riscoperta del Mediterraneo come spazio a sé si deve, però, alla cartografia nautica e al portolano, due prodotti originali della civiltà tardo-medievale. L’ultima parte del libro sposta l’attenzione sull’origine di un’idea che appartiene esclusivamente alle rappresentazioni collettive dell’età contemporanea: la nozione di “clima mediterraneo”, codificata nella seconda metà dell’Ottocento dalla geografia tedesca con Theobald Fischer.
Cose che fanno miracoli. Il potere degli oggetti nell'immaginario benedettino della prima età moderna
Luca Ceriotti
Libro: Libro in brossura
editore: Olschki
anno edizione: 2025
pagine: 214
Costretti dalla loro stessa immagine pubblica a una postura di asciutta razionalità, ma spinti da un intimo bisogno di condividere le consolazioni della fede con la platea comune dei credenti, per tutto il corso dell’età moderna i monaci benedettini cassinesi si mostrarono profondamente fiduciosi non solo nella possibilità dei miracoli, ma anche nella capacità, posseduta da speciali oggetti, di favorirne il verificarsi. Ma quanto era radicata la credenza che taluni oggetti giocassero un ruolo primario nel provocare eventi prodigiosi? La presente ricerca prende in considerazione questo peculiare aspetto dell’esperienza religiosa maturata nella più grande formazione monastica dell’età moderna, la Congregazione benedettina cassinese: tale convinzione costituisce il piano più elementare di un sentimento della fede che, spesso, si interseca con le sopravvivenze del magico e della superstizione, facendo intuire in che misura, ancora tra Cinque e Seicento, un pur rinnovato atteggiamento religioso seguitasse a convivere con una dimensione arcaica dell’approccio al soprannaturale. Sotto questa luce, il vissuto dei monaci diviene dunque terreno fertile per cogliere il significato del “miracolo” nella sensibilità di antico regime, qui delineata attraverso un fascio di episodi tratti da una pubblicistica di cui i cassinesi furono di volta in volta fruitori, artefici oppure committenti.
Ludovica di Savoia. Una principessa nell'ombra
Libro: Libro in brossura
editore: Olschki
anno edizione: 2025
pagine: 214
Ludovica, primogenita del duca Vittorio Amedeo I e di Cristina di Borbone, fu una principessa sabauda vissuta nel corso del Seicento. Tredicenne, nel 1642, le fu imposto dalla madre il matrimonio con lo zio Maurizio – fratello del padre e già cardinale – per porre fine a una guerra civile, che dal 1638 aveva diviso gli Stati sabaudi. La storiografia otto-novecentesca ha teso a stilizzare la figura di Ludovica nel cliché della vittima sacrificale, senza dedicarle quasi alcuno studio e relegandola ai margini di un’epoca in cui ebbe, invece, un ruolo forte e marcato. Analizzando le fonti, Ludovica appare, infatti, una principessa decisamente più rilevante e complessa, che sfugge a facili stereotipi. Questa convinzione ha accomunato gli autori del volume, i quali hanno voluto cercare di comprendere quale ne fosse stata la vera personalità, per troppo tempo cristallizzata nel solo ruolo di strumento inerme della ragion di Stato.
Tactus, notation mensuraliste et contrepoint à la Renaissance. Pour un contexte théorique et une épistémologie pratique
Yves Fournier
Libro: Libro in brossura
editore: Olschki
anno edizione: 2025
pagine: 600
La notazione mensurale del XV e XVI secolo suscita dibattiti e interrogativi tra i musicologi e gli interpreti moderni. Rispetto agli insegnamenti contraddittori del vasto corpus teorico del Rinascimento, occorre comprendere meglio il ruolo di questi trattati, ma anche evidenziare i meccanismi che hanno trasformato un sistema descrittivo in un insieme di regole prescrittive autoreferenziali e avulse dalla pratica musicale: il culto dell’autorità, il desiderio di simmetria e il gusto della completezza. Allo stesso tempo, esplorando i legami tra tactus e contrappunto, possiamo individuare la finestra temporale attiva entro la quale la gestione della dissonanza diventa un processo dinamico.