Libri di Antonio Malo
Una stirpe che ama il corpo
Antonio Malo, Maria Aracoeli Beroch, Patrizia Manganaro
Libro: Libro rilegato
editore: OCD
anno edizione: 2025
pagine: 168
Nei giorni tra il 10 e il 14 marzo 2024, si è tenuta presso il Teresianum la LXV edizione della Settimana di Spiritualità, sul tema: «Una stirpe che ama il corpo». Chiamati a raccolta, studiosi di varia provenienza si sono trovati a confrontarsi sull'impatto che i grandi mutamenti in corso, principalmente in campo culturale e tecnico, hanno avuto e continuano sempre più ad avere sulla stessa comprensione dell'essere umano quale spirito incarnato.
Cartesio e la postmodernità
Antonio Malo
Libro
editore: Armando Editore
anno edizione: 2011
pagine: 254
Questo saggio non è facilmente classificabile, non può essere definito né uno studio prettamente storico né una pura indagine filosofica. Si tratta piuttosto di una riflessione sul pensiero di Cartesio che cerca di mostrare l'attualità della filosofia cartesiana mediante il confronto con il pensiero contemporaneo. Ciò spiega lo strano abbinamento di Cartesio ad una serie di pensatori postmoderni, come Lyotard.
Antropologia dell'affettività
Antonio Malo
Libro
editore: Armando Editore
anno edizione: 1999
pagine: 301
L'analisi fenomenologica della complessità e della specificità del mondo affettivo umano e del suo influsso sull'agire della persona guida l'autore di questo saggio ad una conclusione ponderata: il rapporto fra sentimento e razionalità non solo possiede una necessità ontica, ma è necessario anche a livello esistenziale, in cui la persona raggiunge un maggior o minor grado di unità attraverso le sue scelte e le sue azioni.
Il senso antropologico dell'azione
Antonio Malo
Libro
editore: Armando Editore
anno edizione: 2004
pagine: 180
Partendo dall'analisi storica dei due paradigmi dell'azione, aristotelico e cartesiano, e del loro influsso su alcuni filosofi della modernità e postmodernità, l'autore di questo saggio scopre il ruolo che alcune tesi del paradigma moderno dell'azione, come la riduzione dell'agire a pura produzione, hanno assunto sull'attuale modo di concepire la persona e i rapporti interpersonali. Nel proporre un terzo paradigma dell'azione, quello cioè della comunicazione di perfezione, l'autore cerca delle soluzioni ai paradossi e alle contraddizioni della nostra civiltà tecnologica.
Natura cultura libertà. Storia e complessità di un rapporto
Antonio Malo
Libro
editore: Edusc
anno edizione: 2011
Scienza, etica, filosofia e diritti umani nel dibattito filosofico odierno.
Essere persona. Un'antropologia dell'identità
Antonio Malo
Libro: Libro in brossura
editore: Armando Editore
anno edizione: 2013
pagine: 400
Se analizziamo la posizione dell'uomo nel Cosmo osserviamo che il modo di abitare la Terra e di essere in relazione con le altre realtà manifesta una trascendenza non solo nei confronti del proprio pianeta, ma anche dell'intero Universo. C'è bisogno, di un'analisi dell'uomo sia nella sua struttura materiale, organica e vivente, sia nelle sue relazioni con le altre realtà. Attraverso l'analisi dell'uomo, questo saggio tenta dunque non soltanto di confrontare le proprietà dei diversi esseri nel mondo, in modo particolare i viventi, ma soprattutto di stabilire qual è l'essenza dell'esistenza umana.
Vittime e oppressori. L'ideologia woke
Antonio Malo
Libro: Libro in brossura
editore: Edusc
anno edizione: 2024
pagine: 298
Nell’ultimo decennio abbiamo assistito a uno sviluppo esponenziale dell’ideologia woke o del “risveglio”. Nato negli Stati Uniti, questo movimento si è esteso rapidamente a tutto il mondo occidentale. Esso invita tutte le “vittime” della discriminazione e dell’odio (minoranze razziali, donne, gruppi Lgbtqi+, paesi colonizzati e religioni non cristiane) a reagire all’“oppressione” secolare dei bianchi, degli uomini, degli eterosessuali, dei colonizzatori e dei cristiani. La lotta per i diritti umani e civili (basati sulla dignità umana e sull’uguaglianza di tutte le persone davanti alla legge) è stata così sostituita dalla lotta in difesa delle minoranze “discriminate” e di “diritti” come l’aborto, la maternità surrogata, la libera scelta della propria identità sessuale, ecc. Si tratta di una vera e propria guerra culturale contro tutte le istituzioni tradizionali dell’occidente cristiano, etichettate come oppressive e contrarie ai nuovi diritti. Questa ideologia, un tempo considerata marginale, è riuscita a entrare nelle stanze del potere, nella politica, nell’educazione, nei media, nelle grandi multinazionali, nei social e nei principali programmi legislativi di tutti i governi. Ciò porta a chiedersi su cosa si fondi la divisione dialettica del mondo tra vittime e oppressori, come tale concezione sia riuscita a diffondersi nella cultura e nelle istituzioni occidentali, e quali siano le conseguenze di tale diffusione al livello sociale e politico. Analizzando il fenomeno da una prospettiva filosofica, l’autore mostra come l’ideologia woke affondi le sue radici nel marxismo culturale e nelle teorie psicoanalitiche, esistenzialistiche e postmoderne sedimentatesi nel corso di due secoli. Attraverso un attento lavoro di decostruzione storica e concettuale, si metterà in luce la vera essenza di questo fenomeno culturale, basato su una visione astorica e tribale dell’essere umano, privato di un fine e mosso unicamente da un desiderio infinito di felicità individuale, da realizzarsi attraverso l’appartenenza a un gruppo o a una serie di gruppi.
Io e gli altri. Dall'identità alla relazione
Antonio Malo
Libro
editore: Edusc
anno edizione: 2016
pagine: 376
Nel leggere il titolo e sottotitolo di questo libro, forse qualcuno potrebbe sorprendersi che concetti così astratti come "identità" e "relazione" abbiano a che fare non solo con una realtà concreta e singolare come la corporeità umana, ma soprattutto con ciò di cui essa è condizione, ovvero l'Io, sorgente degli atti umani che rivelano persona. Il saggio vuole descrivere proprio il rapporto fra queste realtà, apparentemente così lontane le une dalle altre, perché - e questa è la tesi centrale - l'origine ed il destino della libertà umana si trova nella relazione con altre persone. A partire da questa tesi l'autore traccia una storia filosofica dell'identità in tre tappe fondamentali: la visione dell'identità come corporeità razionale, che corrisponderebbe al principio d'individualizzazione della metafisica classica ovvero alla materia signata quantitate; la visione moderna dell'identità come autocoscienza; e, infine, la visione post-moderna del rifiuto dell'identità e della sua sostituzione con le differenze. La tesi proposta in questo saggio tiene conto della verità parziale contenuta in questi modi di concepire l'identità. Secondo l'autore, l'identità non è costituita solo da corporeità, autocoscienza, ma anche dalle differenze, specialmente dall'alterità, anzi essa è presente in ognuna delle sue relazioni. Psicologia, neuroscienze e sociologia sono alcune delle discipline da cui si prende spunto nel tentativo di confermare la validità di questa tesi.
La vita come relazione. Un dialogo fra teologia, filosofia e scienze sociali
Libro
editore: Edusc
anno edizione: 2016
Oggi diventa urgente ripensare le scienze da un punto di vista che non pretende di unificarle riconducendole ad unum, ma che si propone di trovare la loro unità in una reciproca relazionalità entro la quale esse possano dialogare in modo fecondo, mantenendo e anzi promuovendo la loro specifica autonomia. Il presente volume nasce da questa esigenza. Esso si propone di rispondere alle grandi sfide del nostro tempo presentando il progetto di un paradigma relazionale come interfaccia fra le scienze. Per cominciare questa avventura, il volume prende in considerazione le scienze teologiche, filosofiche e sociali. Perché questa scelta? La ragione di fondo sta nel fatto che i proponenti condividono la presupposizione generale secondo cui "all'inizio (della realtà, di ogni realtà) c'è la relazione". Un tale assunto è certamente da sottoporre allo scrutinio scientifico, esplicativo e comprendente, e anche empirico per quanto riguarda le scienze umane e sociali. Ma implica di per sé un imprescindibile riferimento all'ambiente metafisico della ricerca scientifica.
Uomo o donna. Una differenza che conta
Antonio Malo
Libro: Copertina morbida
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2017
pagine: 136
Nella dimensione relazionale della sessualità si trova una chiave fondamentale per capire sia la complessa storia dei rapporti fra uomini e donne, sia i drastici cambiamenti che negli ultimi decenni si sono prodotti nel mondo del lavoro, nella vita in famiglia, nella politica e nella cultura, dove gli uomini e le donne sono diventati ugualmente attivi. Ma l'uguaglianza stabilita al livello delle attività significa forse che le differenze non abbiano nessun tipo di valore personale o sociale? Appoggiandosi sui recenti dati della ricerca psicologica e sociologica, Antonio Malo mette in luce come né le concezioni naturalistiche della sessualità, contrarie a ogni tipo di cambiamento, né quelle postmoderne, che pretendono di de-costruire i sessi, i generi e anche la famiglia, sono in grado di dare una risposta soddisfacente a questa domanda. Egli propone allora di ripensare la sessualità umana da un punto di vista analogico rispetto a quella dei mammiferi più evoluti, senza però cadere in una sorta di biologismo. L'autore evidenzia infatti che qualsiasi tipo di separazione tra sesso e genere equivale a un'astrazione (che presenta come reale qualcosa che esiste solo nella nostra mente) da cui derivano lo stereotipo e l'ideologia. La sessualità umana è invece, una struttura complessa e articolata. Non riguarda solo il sesso corporeo e sociale, ma include anche molti altri aspetti finora poco studiati, come la tendenza sessuata, il desiderio, l'innamoramento, la reciprocità nell'amore, le relazioni d'identificazione e differenziazione nella coppia e nella famiglia, ossia la genealogia, la generazione e l'inter-generazione. Ne consegue che un'identità matura richiede di integrare tutti questi elementi, per migliorare - come uomo o come donna - la qualità delle relazioni umane.
Antropologia del perdono
Antonio Malo
Libro
editore: Edusc
anno edizione: 2018
pagine: 248
«Dio perdona sempre, l'uomo qualche volta, la natura mai». Questo noto proverbio racchiude ciò che possiamo chiamare una metafisica del perdono, nella quale si possono distinguere tre tipi di essere: l'essere infinito di Dio che è sorgente di ogni perdono, l'essere finito dell'uomo, che è capace di perdonare perché dotato di libertà, e l'essere altrettanto finito della natura, incapace di perdonare perché obbedisce soltanto a leggi fisiche o psichiche. Nel perdono umano vi è la compresenza di tutti e tre: la natura come causa dei processi psichici che devono essere superati (la vendetta o il rimorso), l'uomo come soggetto che offende o che viene offeso e, soprattutto, Dio quale origine e fine ultimo del perdono. Ma è l'esistenza stessa di una relazione fra l'offensore e l'offeso inficiata dal male a suggerire la necessità di elaborare un'Antropologia del perdono. Essa poggia sue due tesi. La prima verte sulla necessità del perdono sia da parte dell'offensore sia da parte della vittima, poiché senza perdono non è possibile il pentimento ma solo la colpevolezza, il rimorso e la disperazione; viceversa, senza pentimento non vi è nessun vero perdono ma solo l'oblio dell'offesa, della colpa... o la pura indifferenza. La seconda tesi è ancora più forte: oltre ad essere una necessità per l'offensore e per l'offeso, il perdono è un dovere perché soltanto esso è capace di trasformare una relazione corrotta dal male (e perfino di rigenerarla), che altrimenti si cristallizzerebbe nella paura, nel rancore o nell'odio, ossia in una totale sfiducia in sé e nell'altro. Il perdono è dunque un bene relazionale.
Svelare il mistero. Filosofia e narrazione a confronto
Antonio Malo
Libro
editore: Edusc
anno edizione: 2021
pagine: 394
Quest'opera, che rientra nell'ambito dei Cultural Studies, si sofferma su un aspetto che le teorie della narrazione spesso trascurano, ovvero il rapporto tra poetica, prassi e teoria. Il mondo della finzione è, perciò, analizzato sia nella sua costruzione poetica, sia nel suo influsso sul pubblico e sui lettori e sia nella sua apertura alla trascendenza. Il punto di collegamento fra poetica e trascendenza si trova, secondo l'autore, nel concetto di verosimiglianza, ovvero nella verità, bellezza e bontà che operano nella finzione. Essa ammette, quindi, diversi livelli di profondità: quella logica, indicata da Aristotele, che permette di introdursi nei mondi immaginari; quella metafisica della rappresentazione dell'esistenza umana; e quella gnoseologica in cui c'è il riconoscimento e il piacere estetico derivanti dalla scoperta della propria vita attraverso le vicende dei personaggi di finzione. Attraverso l'analisi di diverse opere letterarie e cinematografiche, l'autore mostra come la trascendenza sia l'autentica protagonista della finzione, mentre la riduzione postmoderna della bellezza narrativa a una sensibilità e a un'affettività autoreferenziali mostra tutta la sua contraddizione. Oltre alla sua apertura al vero, al bello e al bene, la trascendenza della finzione ha a che fare con la philia: la quasi-amicizia che si stabilisce fra l'autore/lettore e i personaggi letterari, e che porta la finzione a oltrepassare se stessa, al di là della stessa intenzione dell'autore e dell'opera. Non si tratta soltanto di una sorta di transfert emotivo con i personaggi, né di una fusione di orizzonti in grado di dare luogo a una mimesis educativa e catartica. È qualcosa di più. Qualcosa che può essere propriamente descritto come "amore", e che è alla base dell'influsso della finzione sulle nostre vite. È proprio in questo accostamento fra poetica narrativa e amicizia che si trova il contributo fondamentale di quest'opera.