Libri di Francesco Pepe
Devoti violenti. I culti napoletani e le devozioni internazionali asservite alla camorra e alle mafie
Silvana Radoani, Luciano Martucci, Francesco Pepe
Libro: Libro in brossura
editore: Youcanprint
anno edizione: 2025
pagine: 516
"Devoti Violenti" esplora il rapporto tra devozione religiosa e cultura criminale nella Napoli contemporanea, dove i clan mafiosi utilizzano santi, santuari e rituali religiosi per marcare il territorio e giustificare la violenza. Il libro documenta figure come Padre Pio e San Gennaro che diventano patroni adottati dalle organizzazioni criminali, mentre nuove figure di culto transnazionali come la Santa Muerte emergono come protettrici di coloro che vivono al di fuori della legge. Il libro promette di essere uno studio affascinante della religiosità popolare come complessa negoziazione tra fede e potere, dove gli stessi simboli sacri possono offrire sia rifugio che minaccia, e di come musica, media e piattaforme digitali creino nuove forme di santificazione criminale, mescolando devozione con l'estetica dell'illegalità.
Dal diritto tributario alla diplomazia fiscale. Prospettive di regolazione giuridica delle relazioni fiscali internazionali
Francesco Pepe
Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2020
pagine: 268
La Storia non si ferma. Nemmeno quella del cd. international tax regime, ossia di quel sistema di principi, norme e procedure chiamate a regolare le relazioni fiscali tra gli Stati. In questo libro, seguendo un approccio inter-disciplinare, si cerca di mostrare come lo "stallo" nel quale versa il processo di sviluppo del diritto tributario "transnazionale" (sia in sede OCSE con il progetto BEPS che in sede UE), possa ritenersi solo apparente e superficiale. Molte sarebbero infatti le avvisaglie giuridiche di un cambiamento epocale in atto, una vera e propria rivoluzione (sebbene ancora in profondità e poco percepita) nel paradigma "etico" ed "assiologico" delle regole sulla fiscalità internazionale. Il sopravvento della dimensione "geopolitica" del diritto tributario "transnazionale" sulla sua dimensione "tecnica" - emergente dalla sua "doppia appartenenza" al diritto internazionale pubblico ed al diritto internazionale dell'economia - ha fatto sì che esso sia divenuto sempre più strumento di "potenza" delle nazioni, sempre meno mezzo di "cooperazione", instradando le relazioni fiscali tra Stati su dinamiche più "politiche" e "negoziali" che "giuridiche" e "autoritative". Quanto questo passaggio "dal diritto tributario alla diplomazia fiscale", che sembra consumarsi sul versante internazionale, può essere anche occasione per la ripresa del cammino di integrazione in area UE? È pensabile (ed auspicabile) una futura tax diplomacy propriamente "europea"? In che termini questa potrebbe realizzarsi?

