Libri di Francesco Surdich
Nelle terre dei profumi e dei veleni
Alessandro Pellegatta
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2022
pagine: 176
Questo nuovo volume di Alessandro Pellegatta ricostruisce l’affascinante percorso degli esploratori italiani che, a cavallo tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, esplorarono il Sud Est asiatico. Oltre a Odoardo Beccari, si avventurarono con lui in questa remota area del mondo altri esploratori italiani che oggi sono in pochi a ricordare: Giacomo Doria, Luigi Maria d’Albertis, Enrico Alberto d’Albertis, Elio Modigliani, Giovanni Battista Cerruti e Lamberto Loria. L’Italia di quel periodo guardava soprattutto all’Africa: nel 1869, anno dell’apertura del Canale di Suez, Raffaele Rubattino aveva rilevato la baia di Assab e nel 1885 arrivammo a Massaua, in Eritrea. Gli esploratori “delle terre dei profumi e dei veleni” seppero guardare altrove e, senza particolari aiuti esterni, affrontarono territori lontanissimi e quasi sconosciuti per amore di scienza e di conoscenza. Beccari vide nel Borneo il luogo della foresta rifugio, un’oasi di salvezza e, come Thoreau, anelò a un’esperienza primitiva, sopportando la solitudine e i pericoli con leggerezza, cercando di entrare in comunione con la natura. Oggi, pensando a lui e agli esploratori italiani citati in questo volume, abbiamo il dovere di preservare quello che rimane di questa natura selvaggia di questi luoghi e, insieme a essa, la nostra umanità.
La Via della Seta antica e moderna. Europa e Cina dalla Dinastia Han alla Belt and Road Initiative
Francesco Surdich
Libro
editore: Il Portolano
anno edizione: 2021
Viaggiatori pellegrini mercanti sulla Via della seta
Francesco Surdich, M. Castagna
Libro
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2017
pagine: 64
Verso i mari del sud. L'esplorazione del Pacifico centrale e meridionale da Magellano a Malaspina
Francesco Surdich
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2015
pagine: 368
Da quando nel 1513 Vasco Nuñez de Balboa si affacciò sulla sterminata distesa di quello che gli Spagnoli avrebbero chiamato il "Mar del Sur", per secoli marinai, mercanti, soldati, missionari, avventurieri, scienziati, ecc., avrebbero attraversato in tutte le direzioni l'Oceano Pacifico animati da diversi obiettivi e finalità, concorrendo a definirne progressivamente le caratteristiche geografiche e ambientali insieme agli aspetti fisici e culturali delle tante popolazioni che lo abitavano e alimentando, al tempo stesso, utopie e miti. Un'epopea grandiosa ed estremamente articolata che diede corpo e consistenza al quinto continente, completando l'epoca delle grandi scoperte geografiche, ricostruita con ampio riferimento alla letteratura di viaggio trasmessaci dai suoi principali protagonisti e largamente recepita dalla coscienza e dalla cultura scientifica europee.
La via delle spezie. La carreira da India portoghese e la Cina
Francesco Surdich
Libro: Copertina morbida
editore: Il Portolano
anno edizione: 2009
pagine: 204
"Spezie" deriva dal latino species, prodotti particolari, con riferimento alla loro esoticità, rarità e preziosità. Conosciute in Occidente sin dall'antico Egitto, divennero in età romana il vero motore del commercio internazionale e lo rimasero per tutto il Medioevo, determinando la potenza e la ricchezza delle città marinare italiane. Usate in medicina e in profumeria, ma soprattutto in cucina, per lungo tempo furono un simbolo ineguagliabile di prestigio sociale e benessere materiale. Alcune di esse provenivano dalle regioni del Vicino Oriente, altre dal Medio Oriente e altre ancora dall'Estremo Oriente, una specie di Paradiso Terrestre in cui si concentravano tutti i sogni e tutte le utopie del mondo occidentale. Tre, però, erano talmente rare e preziose da costituire autentici miraggi di opulenza: noce moscata, macis e chiodi di garofano, tutte provenienti da un piccolo arcipelago di isole, le Molucche, perduto nei meandri insulari dell'Indonesia. Alla loro ricerca partirono esploratori del calibro di Magellano e Francis Drake, per non dire di Colombo, che sbagliò pure strada. Il desiderio di giungere alle fonti di approvvigionamento delle spezie, per aggirare i monopoli arabo, indiano e malese, spinse a un costante miglioramento delle tecniche e degli strumenti nautici, favorendo in tal modo il progresso dell'umanità. Di questo e di altro ancora si parla nel libro.