Libri di Gabriella Ripa di Meana
Tempi di guerra. Un altro ascolto
Gabriella Ripa di Meana
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 152
Una domanda a cui è impossibile dare una risposta, e che contiene implicitamente una speranza altrettanto ‘impossibile’: perché l’essere umano non riesce a rinunciare alla guerra? Tessendo una conversazione virtuale con quanti si sono cimentati con la domanda impossibile, da Freud a Jung, da Einstein a Hillman a Simone Weil, l’autrice, sempre sulla base di una lunga pratica clinica, si propone di ‘ascoltare’ la guerra “con il taglio antidogmatico e plurale con cui si accolgono le formazioni dell’inconscio”. Il soggetto, chiunque esso sia, si trova immerso fin dalla nascita in una sfida ineludibile e fatale: la sfida che riguarda il suo incontro con l’altro, che rappresenta da una parte la sua unica possibile felicità e dall’altra la sua possibile dannazione. L’altro condanna, infatti, a riconoscere l’impotenza del proprio io, i suoi confini irrisori e soprattutto il suo irriducibile espansionismo, che è brama di possesso, potere e superiorità. È un altro che non viene da fuori, ma è piuttosto una differenza da sé che ognuno di noi conosce, ma tende a ignorare e spesso a ripudiare in nome di una presunta compattezza dell’io. Bisogna ascoltarsi e ascoltare l’inconscio per provare a interrogarsi, un’operazione oggi complicata, sommersi come siamo dai molti aspetti di ‘violenza positiva’ cui ci sottopone la nostra era: sovraprestazione, sovraproduzione, sovracomunicazione, iperattenzione, iperattività e, sempre e ovunque, fretta ed eccesso. In guerra l’ego di ogni fazione si fa immenso, soverchiante e crudele. Si nutre solo dell’annichilimento degli altri, demonizzando quell’abitante straniero che risiede in ciascuno di noi. Così accade che si identifichi nell’altro, odiandolo, proprio l’aspetto più inquieto, iracondo e ignorato di sé. L’unica speranza impossibile risiede allora nell’ascolto rivolto ai frammenti di senso che provengono da un altrove, spesso dimenticato quando non intenzionalmente emarginato.
Una leggera indifferenza, un certo disinganno, un lieve disincanto. Le modalità di essere nella mancanza
Sergio Contardi
Libro: Libro in brossura
editore: Polimnia Digital Editions
anno edizione: 2024
pagine: 260
Nonostante Sergio Contardi dichiarasse: «Non ho fiori», a buon diritto si può considerare quest'opera un florilegio degli interventi parlati di un autore che in vita non ha mai voluto pubblicare un libro. Per fortuna era tuttavia aduso preparare o riassumere su fogli dattiloscritti o manoscritti i testi di seminari, conferenze, convegni, a cui si aggiungono le “sbobinature”, grazie a cui i curatori hanno potuto operare una cernita da un vasto materiale che copre oltre un ventennio. L'intento non è per nulla commemorativo: a cominciare dal rifiuto dell'ordine cronologico, si è voluto proporre dei saggi attuali, usufruibili, curiosi, fecondi, piacevoli da leggere e aperti alla “trouvaille”, incentrati sui fili conduttori della laicità della psicanalisi, transfuga da ogni professionismo che ne mortifica l'eros; della radicale differenza della sua cura – formativa, etica, civilizzatrice – dalla psicoterapia che la adatta alle esigenze politiche della medicalizzazione e la immola alla teologia della competenza; e infine della strana, difficile passione dell'analista per il neutro, «un concetto tanto essenziale quanto non ritenuto degno di elaborazione teorica». Così l'autore riassume l'esito della formazione analitica: una leggera indifferenza, un certo disinganno, un lieve disincanto, che per lui costituiscono «le tre modalità di essere nella mancanza». Alle opere di bene di tanta letteratura psicanalitica attuale, continuiamo a preferire questi fiori che ci ha lasciato.
La civilizzazione post-edipica
Moustapha Safouan
Libro: Libro in brossura
editore: Polimnia Digital Editions
anno edizione: 2023
pagine: 204
Nel suo insieme questo libro – opera di un maestro della psicanalisi, lacaniana ma non solo – è il racconto della saga che va dall'instaurazione dell'Edipo come iniziazione del particolare all’universale, alla sua degradazione come complesso psico-patologico e infine alla sua stessa scomparsa, dopo la conquista del potere politico da parte del neoliberalismo, con la promozione di una sessualità edonistica e «il governo degli uomini attraverso il solo astratto gioco delle regole impersonali su cui nessuno, chiunque sia, ha presa alcuna». Al tempo stesso, la Civilizzazione post-edipica ci parla degli effetti del passaggio dalla civiltà “freudiana” (fondata sull’interdizione dell’incesto, e dunque su una Legge universale che mentre impone al soggetto la perdita dell’oggetto del godimento, ne promuove al tempo stesso il Desiderio e la consapevolezza del suo limite mortale) alla civiltà attuale, la civiltà “post-edipica”, che annienta progressivamente tutti quei limiti che per la procreazione, per il desiderio e per la sessualità erano considerati, ancora nel Novecento, invalicabili e necessari.
Un altro ascolto. Tempi di virus
Gabriella Ripa di Meana
Libro: Copertina morbida
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2022
pagine: 198
Una meditazione profonda sull'inaspettato e drammatico 'sintomo' che ha colpito l'intera società umana a partire dal marzo 2020: il coronavirus. Se il sintomo rappresenta in analisi la porta di accesso all'unicità del singolo individuo, un involucro da cui "stanare la particolarità del soggetto", estremamente illuminante diventa guardare al virus come al sintomo di tutta un'epoca. Ci si accorgerà allora forse che da tempo, da prima dell'esordio di questo virus, viviamo ciecamente e inconsapevolmente in una civiltà ammalata senza sapere di esserlo, in cui il soggetto non ascolta se stesso né tantomeno il prossimo, in cui la parola gira a vuoto e la sofferenza è ignorata se non addirittura censurata. Riconoscere il virus come sintomo di una malattia può allora diventare l'occasione preziosa per intraprendere una via di cura esistenziale, che solleciti la ricerca di senso e di valore nella vita del soggetto che soffre, dove il contatto con le oscurità e con le dissonanze può essere il viatico necessario per tollerare la disarmonia e il mistero intrinseco allo stare al mondo e nel mondo. Dopotutto ciascuno di noi, anche in tempi così massificati e standardizzati, può provare a essere la persona unica e composita che è: ma solo a patto di restare in una relazione vitale con il mistero di sé e dell'Altro. Si ritroverà dunque in queste pagine la proposta di risvegliare un ascolto, rivolto all'intima interiorità di ogni individuo e alla società nel suo insieme, intesa non come soggetto univoco, ma come insieme plurimo, vitale e controverso di tensioni morali, nonché di ombre provenienti dall'inconscio collettivo e da quello individuale.
Onore al sintomo
Gabriella Ripa di Meana
Libro: Copertina morbida
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2015
pagine: 176
La parola 'sintomo' è prima di tutto figlia del linguaggio medico. Per la medicina si tratta di un fenomeno elementare con cui si manifesta uno stato di malattia. Il sintomo è un indice. Indice di una latenza patologica, di un'irregolarità del funzionamento ideale di un organismo. Ecco perché d'abitudine è vissuto soltanto come l'effetto di una condizione incoerente e viziata da eliminare. Ma il sintomo non coincide semplicemente con il fenomeno fisico in sé, quanto piuttosto con la relazione tra questo fenomeno e l'esistenza negata di un altro sentire e di un altro dire. Perciò il concetto di sintomo implica quello di legame: il legame tra una superficie e la sua profondità, tra la solitudine di un io e la presenza di un altro. Il sintomo merita dunque che gli si renda l'omaggio dovuto. Provare a rendere onore al sintomo nulla ha a che vedere con una sua esaltazione. Nessuna idealizzazione, però anche nessun biasimo. Nessuna riluttanza, né corsa ai farmaci, allo psicoadattamento, alla condanna sociale, alla paura. Questo libro individua nel tempo in cui viviamo il lavorìo incessante di un'ossessione ipocondriaca, medicale e pragmatica per lo più insofferente a quanto non rientra nei calcoli e, inatteso, sorprende. Allora propone a ciascuno di ricordare come, proprio grazie a quello scomodo sconosciuto che è il sintomo, l'essere umano possa ritrovare la sua complessità di creatura divisa destinata come tale a un'alterità senza repliche.
Follear
Gabriella Ripa di Meana
Libro: Copertina morbida
editore: Bulzoni
anno edizione: 2009
pagine: 146
Il sogno e l'errore
Gabriella Ripa di Meana
Libro: Copertina morbida
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2008
pagine: 196
Dove vanno a finire i nostri sogni, le nostre amnesie, i nostri errori? Vengono minimizzati dalle urgenze tecniche dell'attualità, dal tempo concreto e pressante della produttività. Sono ammessi solo in quanto fenomeni involontari che per lo più disturbano e complicano, con la loro irragionevolezza, la vita corrente. Invece, proprio in quella logica che non pare una logica, in quell'invenzione di segni che ci spiazza ogni volta, in quegli enigmi che ci disorientano, si rivelano e si applicano le leggi generali dell'inconscio. Un atto mancato, un sogno, un errore sono occasioni che il soggetto, nel corso della sua esistenza, non dovrebbe dissipare. Sono occasioni eversive di conoscenza. Sebbene i sogni per lo più si dissolvano all'alba, i loro resti hanno spesso la precisione espressiva che caratterizza i reperti sepolti e caduti nell'oblio. Questi (come accade per i documenti dimenticati d'ogni tempo) si presentano travestiti di lacune e di zone in rovina. Così l'analisi di un testo onirico, di un sintomo, di un lapsus o di un qualsiasi altro atto mancato può mostrare al soggetto come il contatto con sé sia fondamentalmente un incontro con altro e con l'altro da sé. Riconoscere tutto questo, restituendo all'anima di ciascuno l'universo dell'enigma, sembra all'autrice un passaggio etico irrinunciabile per vivere e per reagire al particolare disagio nella nostra civiltà.
Modernità dell'inconscio. Peso del corpo analisi dell'anima
Gabriella Ripa di Meana
Libro: Copertina morbida
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2001
pagine: 240
Figure della leggerezza. Anoressia. Bulimia. Psicanalisi
Gabriella Ripa di Meana
Libro
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 1996
pagine: 216
Lacune
Gabriella Ripa di Meana
Libro: Copertina morbida
editore: Nottetempo
anno edizione: 2012
pagine: 188
Siamo abituati a pensare le lacune come mancanze, vuoti, salti nel nulla. Così come pensiamo che i sintomi di sofferenza psichica siano difetti di funzionamento da sanare, carenze cui rimediare. Gabriella Ripa di Meana rovescia questa prospettiva, mostrando come sia proprio nelle lacune, nelle incompletezze, nei sintomi affrontati come risorse e non come handicap che si annida il nutrimento più attivo della psiche e della vita stessa. Andando contro l'imperativo dell'attualità secondo cui "tutto quello che non colma e non rassicura, non è", contro il mito della compattezza e della conformità del soggetto, l'autrice affronta, attraverso 43 testi brevi e frammentari, temi come l'identità, l'indifferenza, il lutto, la lussuria, il sintomo, l'appartenenza, l'oblio, l'inconscio, il femminile, il maschile... Ed esplora il discorso di grandi testi letterari e psicanalitici, oltre a quello di alcune persone in cura, sondandolo nei vuoti più che nei pieni, nelle fratture, nelle lacune in quanto possibili aperture di senso. Piccoli scavi che, per incompletezza, vorrebbero esporre il lettore a un'intelligenza ulteriore e del tutto individuale delle cose: perché il mistero soggettivo riesca a sopravvivere, senza farsi sommergere dalle aspettative della coscienza e da ogni potere che reclami soggezione o adattamento.
Dialogo immaginario con Jacques Lacan
Gabriella Ripa di Meana
Libro: Libro in brossura
editore: Nottetempo
anno edizione: 2010
pagine: 62
Una psicanalista dei nostri giorni immagina di incontrare Jacques Lacan. Parlano di scrittura, di crisi della psicanalisi, di Freud, di linguaggio, di tecnica. Qual è il destino attuale dell'inconscio, del soggetto, del desiderio e della verità? Che dire degli stereotipi della guarigione, dei farmaci, della scienza, della terapia? Dell'ortodossia e della libertà? Tra coincidenze e contrasti, i due interlocutori condividono un bruciante disagio per la nostra modernità.

