Libri di Gilbert Durand
Introduzione alla mitodologia. Miti e società
Gilbert Durand
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2022
pagine: 190
Riunendo gli studi di Gilbert Durand successivi alla pubblicazione dell'opera Le strutture antropologiche dell'immaginario (1960), questo volume sulla “mitodologia” si è imposto, all'epoca della sua prima pubblicazione in Francia, come un manifesto dell'immaginario “riabilitato”. I testi raccolti, tradotti e curati da Valentina Grassi, riguardano il metodo e la funzione dei miti e ci introducono, in modo semplice e appassionato, nel cuore di una delle questioni più importanti della contemporaneità: il ruolo e soprattutto la potenza delle immagini nella nostra società. Se considerare l'immaginazione come la “matta di casa” ci ha indotto in errore, è bene iniziare a pensarla come una dimensione costitutiva dell'umano: ogni forma di razionalità, quale essa sia, si elabora sempre a partire da un processo immaginativo, a tal punto che Gaston Bachelard ha potuto affermare “prima del pensiero, brilla l'immagine”. Prefazione di Michel Maffesoli.
I miti fondatori della massoneria
Gilbert Durand
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2021
pagine: 182
La Massoneria, per le sue ridondanze sovramoltiplicate, è un terreno privilegiato in cui può impegnarsi un mitoanalista come Gilbert Durand, discepolo di Bachelard e Corbin, tra i più illustri studiosi dell'immaginario e della mitologia. Come afferma l'autore, "Nessun comportamento è maggiormente marcato dalla ridondanza di quello massonico. In tutte le fasi del percorso iniziatico tutto si ripete". Questo saggio sviscera per la prima volta l'universo di simboli e di reiterazioni che risiedono alla base dell'accesso iniziatico massonico. Prefazione di Luigi Pruneti. Introduzione di Maria Concetta Nicolai.
Campi dell'immaginario
Gilbert Durand
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2018
pagine: 276
Questo volume raccoglie quattordici articoli del filosofo dell’immaginario Gilbert Durand, apparsi tra 1955 e 1996. In questi brevi lavori sono affrontati i temi a lui più cari: la simbolica elementale del maestro G. Bachelard; l’ermeneutica del sacro dell’amico R. Bastide; l’archetipologia junghiana; la teoria strutturo-funzionale di Dumézil, la mitocritica eliadiana. E ancora, critica letteraria e poetica, estetica e sociologia. Ne emerge un’inedita antropologia simbolica, frutto della multiforme creatività e transdisciplinarietà del grande teorico dello “strutturalismo figurativo”.
L'anima tigrata. I plurali di «psyché»
Gilbert Durand
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2017
pagine: 254
“L'Áme tigrée” si pone come coerente sviluppo dell'ermeneutica durandiana. I cinque capitoli di cui si compone il testo costituiscono un originale tentativo di tematizzare la costitutiva pluralità dell'anthropos e della sua Psyché. Nel primo capitolo Durand si confronta con Bachelard, mostrando come quest'ultimo, inizialmente partigiano della purezza del discorso scientifico contro le "illusioni" dell'immaginario, si sia progressivamente reso conto del carattere fallimentare di tale impresa: anche il dato scientifico più obiettivo è originariamente impregnato di un'aura simbolico-immaginaria, che immette sapiens entro un regime poetico-mitico, dipartimento antropologico più essenziale d'un pensiero che si configura come arida scienza senza coscienza. Nel secondo capitolo l'Autore applica le sue categorie strutturali d'indagine alla nozione di polarità magnetica, istituendo un originale parallelo tra metodo aperto e plurale dell'antropologia e sperimentazione scientifica. Nel terzo capitolo si analizzano le strutture drammatiche dell'immaginario sociale. Nel quarto l'Autore istituisce un parallelo tra l'ermeneutica ricoeuriana e lo strutturalismo di Lévi-Strauss; oltre a una preziosa descrizione dello status quaestionis della querelle dello strutturalismo, s'avanza qui un'originale lettura della stessa, cui s'accompagna una denuncia di limiti e criticità dei due approcci, e una proposta di possibile, fruttuosa contaminazione. Il quinto capitolo propone una "mitocritica" di Psyché. Occultata e rimossa nel secolo dei lumi, la sposa di Amore è invece più presente che mai. Il lato d'ombra e opacità che inquieta coscienze "chiare e distinte" costituisce una dimensione antropologica che lo studioso rivendica con forza, e che riconosce come operativa fin nel cuore della società più demistificante sogni, immagini e follie umane.
Attorno al Santo Graal
Massimo Centini, Nuccio D'Anna, Gilbert Durand
Libro
editore: Il Cerchio
anno edizione: 2014
pagine: 128
Strutture antropologiche dell'immaginario. Introduzione all'archetipologia generale
Gilbert Durand
Libro: Libro in brossura
editore: edizioni Dedalo
anno edizione: 2009
pagine: 584
Tra le più importanti opere contemporanee di antropologia, il libro di Gilbert Durand rappresenta una sintesi delle ricerche sulle strutture e sulla tipologia dei contenuti simbolici, quali risultano dai miti e dai frequenti rimandi alle arti, alla letteratura e alle diverse civiltà. Una sorta di "giardino" delle immagini, ordinato come la "botanica" di Linneo. Un repertorio organizzato attorno ad alcuni grandi schemi strutturali. Qui l'immaginario si manifesta in una retorica profonda, che conferisce il primato allo spazio "figurativo", sostituendo ai processi della spiegazione discorsiva classica, processi esplicativi spaziali e topologici.
L'immaginazione simbolica
Gilbert Durand
Libro: Copertina morbida
editore: Ipoc
anno edizione: 2012
pagine: 116
Questo testo ha il merito di spiegare non solo cos'è il simbolo e l'immaginazione simbolica, ma di reclamarne la centralità per tutte le forme della creazione psichica. Occorre decostruire l'unilaterialità sia delle retoriche positive che delle ermeneutiche riduttive, chiedersi come la cognizione cartesiana ed empirista, la semiologia e l'involuzione dogmatica della religione abbiano operato un vero "iconoclasma" da parte dell'Occidente, facendoci smarrire l'orientamento simbolico. Una civiltà siffatta ci ha portati a perdere quella sensibilità in grado di farci sperimentare l'interiorità del mondo, coglierne la risonanza molteplice di un organismo molteplice e animato, facendoci ripiegare su noi stessi, esiliati e autocentrati, convinti di poter disporre a nostro piacimento di qualsiasi manifestazione del reale: perdere il contatto con il mondo significa per l'uomo non rendersi conto di appartenere a questo stesso ambiente, in un movimento autodistruttivo. L'arte e la religione, così importanti per le nostre vite, possono condurci a riscoprire il valore salvifico dell'immaginazione creatrice.