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Libri di Giorgio Linguaglossa

L'elefante sta bene in salotto (la catastrofe, l'angoscia, la guerra, il fantasma, il kitsch, il covid, la moda, la poetry kitchen)

Giorgio Linguaglossa

Libro

editore: Progetto Cultura

anno edizione: 2022

pagine: 226

L'Elefante sta bene in salotto. Intanto, con la sua proboscide fracassa il vasellame, le suppellettili e tutti i ninnoli; ci dice che siamo già oltre i confini del Moderno, che siamo in pieno Dopo il Moderno, nell'epoca del modernariato e del vintage come repertorio permanente di stili defunti che possono essere ripescati riciclati e disusati; ci dice che non c'è alcun elefante, che tutto è a posto, che i nostri dubbi sono in realtà miraggi, prodotto di scetticismo e di cinismo, che abitiamo il migliore dei mondi possibili e ci invita a costruire con uno stile patico le nostre abitazioni di cartapesta ed i lungometraggi con i quali allietiamo le nostre solitudini sociali. Il Signor Capitale ci ammannisce la sordità e la cecità ad obsolescenza programmata, ci dice che l'ultroneo va bene per situazioni ultronee e va bannato, che il reale è razionale e che non esiste nulla di meglio della condizione in cui ci troviamo. Nella realtà viviamo come se fossimo a bordo di un sommergibile: amiamo e odiamo senza le isoglosse del desiderio e della passione, preda di invidie distopiche; in realtà siamo tutti diventati apatici e atopici.
18,00 17,10

Dopo il Novecento. Monitoraggio della poesia italiana contemporanea

Dopo il Novecento. Monitoraggio della poesia italiana contemporanea

Giorgio Linguaglossa

Libro

editore: Società Editrice Fiorentina

anno edizione: 2013

pagine: 148

"Andiamo verso la catastrofe senza parole. Già le rivoluzioni di domani si faranno in marsina e con tutte le comodità. I Re avranno da temere soprattutto dai loro segretari". Era l'aprile del 1919 quando Vincenzo Cardarelli scriveva queste parole. Era iniziata la rivoluzione della società di massa, la rivoluzione industriale era ancora di là da venire, e l'epoca delle avanguardie era già alle spalle, il ritorno all'ordine era una strada in discesa, segnato da un annunzio che sembrava indiscutibile. Oggi, a distanza di quasi un secolo dalle parole di Cardarelli, è avvenuto esattamente il contrario di quanto preconizzato dal poeta de "La Ronda": oggi andiamo verso la catastrofe con un eccesso di parole. Le rivoluzioni di domani non si faranno né in marsina né in canottiera, né con tutte le comodità né con tutti gli incomodi: non si faranno affatto. Una poesia come questa del Dopo il Novecento non può che nascere in un'epoca in cui parlare di "rivoluzione" è come parlare di ircocervi in scatola. Non c'è opera della rappresentazione letteraria del secondo Novecento che non tenda, in qualche modo, al verosimile e, al contempo, non additi la propria maschera. La poesia e il romanzo dello sperimentalismo, rispetto alla poesia del post-ermetismo e dell'ermetismo, ha una sofisticata coscienza del carattere di "finzione" dell'opera letteraria, ha coscienza della propria maschera, anzi, c'è in essa una vera e propria ossessione della "maschera"".
14,00

Ventiquattro tamponamenti prima di andare in ufficio

Giorgio Linguaglossa

Libro: Libro in brossura

editore: Bonaccorso Editore

anno edizione: 2005

pagine: 96

Cianfax amava Crazy e Crazy amava Cianfax. In due erano di troppo. L'uno non sapeva dell'altra nulla di più di quanto non sapesse di sé e l'altra non sapeva dell'altro nulla di più di quanto non sapesse di sé: ovvero, un bel nulla. Così, un bel giorno, Cianfax la vide, in mezzo ai suoi capelli ricci, spettinati e disordinati come la sua esistenza, senza capo né coda, senza inizio né fine, senza finalità, senza progettualità e senza caos. Cianfax la vide e l'abbracciò perché vide in lei il proprio io riflesso. Cianfax amava se stesso e la propria esistenza disordinata e, nel suo progetto esistenziale, credeva fermamente che le grandi costruzioni erano quelle che facciamo per gabbare il nulla...
5,00 4,75

Ponzio Pilato

Ponzio Pilato

Giorgio Linguaglossa

Libro

editore: Mimesis

anno edizione: 2009

pagine: 250

14,00

Blumenbilder. (Natura morta con fiori)

Blumenbilder. (Natura morta con fiori)

Giorgio Linguaglossa

Libro: Copertina morbida

editore: Passigli

anno edizione: 2013

pagine: 85

"Sono trascorsi venticinque anni dalla stesura di queste composizioni. Ora esse sono defunte veramente. Adesso soltanto posso consegnarle ai lettori perché sono parole morte di un autore anch'esso scomparso tanto tempo fa da rendermelo, oggi, ad un tempo, familiare ed estraneo, irriconoscibile ed intimo. Penso che adesso, soltanto adesso, queste parole possono anelare a un'altra vita, seppur larvale, di una vita che fu, ed ora è compiutamente defunta. Anche lo stile con il quale sono state cementate queste parole è uno stile defunto. Oggi non riuscirei a scrivere così neanche sotto tortura". Sono parole di Giorgio Linguaglossa. Possiamo definire "Blumenbilder" (opera scritta tra il 1988 e il 1990) una colonna sonora, una Sinfonia del Tramonto dove strumenti ritmici, a percussione, e violini estenuati producono effetti timbrici stradanti ed ammalianti; un énchantement, un lungo tripudio ed epicedio del Tramonto, tematizzazione di un movimento di danza, di un valzer, in onda sonora, in costellazione metaforica e fantasmagorica. Un concetto di poesia inteso come finzione, recitazione e danza apotropaica dove gli attori intrecciano movimenti algidi e sensuosi, pronunciano parole sibilline e luttuose... Prefazione di Andrej Silkin.
12,50

Il guastatore. Quaderni neon-avanguardisti. Volume 3
10,00

Insieme con i muri (Poesie scelte 1977-2020)

Insieme con i muri (Poesie scelte 1977-2020)

Predrag Bjelosevic

Libro: Libro rilegato

editore: Progetto Cultura

anno edizione: 2021

pagine: 128

Predrag Bjelosevic è un poeta essenzialista, in tal senso è un poeta erede della civiltà del modernismo. Non lo interessa la poesia di paesaggio o la poesia sperimentale; la poesia per il poeta serbo è una situazione, uno stato di cose, un significato, o un non-significato, può essere tutto ma non può essere commento, glossa; la poesia è una parentesi che apriamo davanti ad uno «stato in luogo». Che cos'è la poesia essenzialista? È il presentarsi di un evento, un qualcosa che appare e che si rivela, un colpo di fulmine. Il poeta serbo è tutt'altro che un poeta istrionico o derisorio come potrebbe far pensare il titolo di una sua opera: »R Z«; chissà, iniziali di parole inesistenti o, forse, di parole di uso domestico, non sappiamo. Bjelosevic ha una spiccata consapevolezza della desertificazione significazionista che ha attinto il linguaggio poetico del Dopo il Moderno e della necessità di un profondo rinnovamento della forma-poesia; sa che il linguaggio poetico è situato in un non-luogo, uno Zwischen, un frammezzo, distante dai linguaggi della comunicazione.
12,00

La poesia di Alfredo de Palchi. (L'anello mancante del secondo Novecento)

La poesia di Alfredo de Palchi. (L'anello mancante del secondo Novecento)

Giorgio Linguaglossa

Libro

editore: Progetto Cultura

anno edizione: 2017

pagine: 144

Alfredo de Palchi nasce a Legnago (Verona) nel 1926. Nel 1967 pubblica per Mondadori, nella collana “Lo Specchio” a cura di Vittorio Sereni, l’opera di esordio: Sessioni con l’analista. Negli anni Cinquanta si trasferisce prima a Parigi e poi a New York. Per cinquanta e più anni scompare dalle edizioni della poesia italiana maggioritaria, e viene riletto e rivalutato soltanto adesso dai poeti della quinta e sesta generazione del Novecento, che lo eleggono a maestro indiscusso della poesia contemporanea. Durante questi decenni ha diretto a New York una rinomata rivista di poesia, “Chelsea”, ed ha curato la traduzione e la diffusione negli Stati Uniti della poesia italiana del Novecento. Come è potuta accadere una amnesia così sorprendente? Quali i motivi? Il fatto è che de Palchi ha un modo di poetare assolutamente così singolare che non può essere accomunato a nessun altro linguaggio poetico italiano del secondo Novecento. Quella sua particolarissima lontananza nostalgica dall’Italia lo renderà estraneo alla cultura del post-ermetismo e del successivo sperimentalismo.
12,00

Fondamenta per lo specchio

Fondamenta per lo specchio

Francesca Dono

Libro

editore: Progetto Cultura

anno edizione: 2017

pagine: 88

"Francesca Dono fa poesia come fa fotografia, con lo smartphone, ha uno sguardo originale e non convenzionale sulle cose come può averlo un primitivo nell’isola di Pasqua. Leggi le sue associazioni e rabbrividisci, non ti ci raccapezzi. Inverte l’ordine degli addendi, e il risultato cambia, è questo il segreto del suo approccio. Possiede il segreto dei «frammenti», li mette in un bussolotto, agita il tutto, e quello che ne viene fuori è un prodotto sempre diverso. Fa del bricolage e del brigantaggio linguistico. Le sue composizioni hanno una leggerezza e una fragranza encomiabile: («Il Roipnol cade tra le spire dei geroglifici»; «Lasciare il cavallo di Troia nella luce della nebbia»). Procede con una precisione fotometrica («Eliopoli contro il vetro»; «Mi hai gonfiato sciacallo per sigillare l’aria»); si esprime mediante enunciati surrazionali e insensati («Anche sua maestà sbatteva tutte le ciglia da una stanza all’altra»); adotta notazioni quasi didascaliche, fa cartografie di fotografie e di immagini, poi cambia passo, allunga il passo, torna indietro, ci ripensa, va avanti [...]" (Dalla prefazione di Giorgio Linguaglossa)
12,00

Critica della ragione sufficiente (verso una nuova ontologia estetica)

Critica della ragione sufficiente (verso una nuova ontologia estetica)

Giorgio Linguaglossa

Libro

editore: Progetto Cultura

anno edizione: 2018

pagine: 512

"Critica della ragione sufficiente" è un titolo esplicito. Con il sotto titolo: "verso una nuova ontologia estetica". Uno spettro di riflessione sulla poesia contemporanea che punta ad una nuova ontologia, con ciò volendo dire che ormai la poesia italiana è giunta ad una situazione di stallo permanente dopo il quale non è in vista alcuna via di uscita da un epigonismo epocale che sembra non aver fine. I tempi sono talmente limacciosi che dobbiamo ritornare a pensare le cose semplici, elementari, dobbiamo raddrizzare il pensiero che è andato disperso, frangere il pensiero dell'impensato, ritornare ad una "ragione sufficiente". Non dobbiamo farci illusioni però occorre approvvigionarsi di un programma minimo dal quale ripartire, una ragione critica sufficiente dell'oggi per l'oggi, dell'oggi per ieri e dell'oggi per domani, un nuovo empirismo critico. Ecco la ragione sufficiente per una "nuova ontologia estetica" della forma-poesia: un orientamento verso il futuro, anche se esso ci appare altamente improbabile e nuvoloso, dato che il presente non è affatto certo.
21,00

La mia faccia senza trucco

La mia faccia senza trucco

Silvana Palazzo

Libro

editore: Progetto Cultura

anno edizione: 2018

pagine: 120

"La poesia di Silvana Palazzo ha la solidità e la leggerezza di un ponte di corda. Le sue parole sanno di essere effimere, transeunti, fragili, entropiche. Le parole che vivono nel nostro mondo non possono che essere volatili. Il sostrato ontologico dell’Occidente del dopo il moderno è qualcosa di dislocato, di volatile, i suoi componenti appartengono alla categoria dei conglomerati, materiali leggeri che si offrono alla entropizzazione. Il dopo il moderno è ragguagliabile a un gigantesco conglomerato di elementi aerei, fluttuanti, effimeri dal quale sembra sia scomparsa la forza di gravità. Le parole sembrano allentarsi e allontanarsi dal rigore sintattico, appaiono volatili, frante. Ma qui interviene il rigore di Silvana Palazzo che le tiene incatenate alla orditura sintattica del testo; ci trovi in trasparenza frasari che riecheggiano frasi un tempo già pronunciate, già scritte, le parole del Dopo il Moderno sono conglomerati friabili e polimorfici che viaggiano sulla superficie dei linguaggi tele mediatici." (dalla prefazione di Giorgio Linguaglossa)
12,00

Il tedio di Dio

Il tedio di Dio

Giorgio Linguaglossa

Libro

editore: Progetto Cultura

anno edizione: 2018

pagine: 144

Opera poliedrica e complessa questa di Giorgio Linguaglossa, tipica esemplificazione della nuova ontologia estetica. Ne "Il tedio di Dio" agisce una dialettica in cui è assente qualsiasi soluzione conciliativa delle opposizioni tragiche dell’esistenza, e dunque in cui è improponibile qualsiasi superamento della contraddizione. Qui vi è un senso radicalmente contraddittorio che annienta la dialettica, che naufraga inesorabilmente nel paradosso e nell'assenza di senso. Paradosso che mostra, nella sua insolubilità, la radicale nullità della realtà e dello stesso Presente, non soltanto perché il Presente è figura dell’assoluto, ma in quanto l’assoluto è il solo modo in cui può darsi la realtà, la quale non è che il risultato dell'autonegarsi dell'assoluto. L’assoluto altro non è che un auto-negarsi nel suo stesso porsi. La realtà è presenza del Nulla originario, contraddizione incontraddittoria. L’atto originario stesso contiene in sé sia la presenza che il nulla, il trionfo del presentecoincide con il naufragio del reale.
12,00

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