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Libri di Giovanni Farese

Il Formez per il Mezzogiorno e per l'Italia. Classi dirigenti, istituzioni e sviluppo economico dagli anni Sessanta agli anni Novanta

Libro: Libro in brossura

editore: Il Mulino

anno edizione: 2025

pagine: 208

Il volume ricostruisce la prima fase della storia del Formez, dagli anni del miracolo economico alla fine della prima Repubblica, ponendo al centro il problema, tuttora aperto, della formazione delle classi dirigenti, pubbliche e private, come fattore permanente di sviluppo del Paese e del Mezzogiorno. Il Formez guidato da Gino Martinoli, Giovanni Marongiu, Sergio Zoppi; con Pasquale Saraceno e Massimo Annesi. Tre capitoli formano il cuore del volume. Il primo colloca la nascita del Formez nelle idee del suo tempo; il secondo ripercorre la costituzione dell'istituto e i primi anni della sua attività, fino alla metà degli anni Settanta; il terzo si sofferma sulle successive evoluzioni, sino a giungere agli anni Novanta del secolo scorso. Seguono due interviste: una a Sabino Cassese sulla sua collaborazione con l'Istituto, e una a Sergio Zoppi sulla sua lunga esperienza alla guida del Formez. Chiude il volume un'appendice dedicata alle pubblicazioni del Formez con una bibliografia ragionata.
20,00 19,00

Lo sviluppo come integrazione. Giorgio Ceriani Sebregondi e l'ingresso dell'Italia nella cultura internazionale dello sviluppo

Giovanni Farese

Libro: Libro in brossura

editore: Rubbettino

anno edizione: 2017

pagine: 194

Giorgio Ceriani Sebregondi (1916-1958) è un protagonista silenzioso della cultura dello sviluppo. Allievo di Roberto Ago, gravemente ferito in guerra e scampato a un naufragio, impiegato per breve tempo alla Einaudi di Roma, partigiano nella Sinistra Cristiana, componente del CLN lombardo, Sebregondi si iscrive al Partito comunista prima di uscirne clamorosamente, lavora all'IRI, all'Ansaldo, alla Svimez. Qui partecipa alla messa in valore del Mezzogiorno, alla elaborazione dello «Schema Vanoni» e a numerose missioni all'estero (in Grecia, in Iran, in Somalia), fino ai negoziati che portano nel 1957 ai Trattati di Roma. Muore in procinto di trasferirsi alla Direzione dello sviluppo regionale della Commissione europea. Il volume ricostruisce, alla luce di una ampia documentazione inedita, il contributo di Sebregondi e l'ingresso dell'Italia nella cultura internazionale dello sviluppo. Felice Balbo, Guido Carli, Louis-Joseph Lebret, Giovanni Malagodi, Emmanuel Mounier, Adriano Olivetti, François Perroux, Paul Rosenstein Rodan, Pasquale Saraceno, Ezio Vanoni – insieme ad altre personalità note e meno note – sono alcuni dei co-protagonisti di questa storia individuale e collettiva incentrata sulla cultura dello sviluppo. Lo sviluppo, per Sebregondi, non è più solo economico, ma istituzionale, sociale e culturale e assume i caratteri di un processo non più solo occidentale, ma planetario, in un filo che si dipana fino a Populorum Progressio (1967) l'Enciclica sullo sviluppo dei popoli di papa Montini. Con la morte di Sebregondi, il passo si ferma su sentieri interrotti: gli investimenti sociali per lo sviluppo, una più stretta e costruttiva integrazione con l'Africa e con il Medio Oriente, il metodo e il sistema degli enti di innovazione sopranazionale per coprire i costi fissi della vita degli uomini.
16,00 15,20

Il banchiere del mondo. Eugene Robert Black e l'ascesa della cultura dello sviluppo in Italia

Paolo Savona, Giovanni Farese

Libro

editore: Rubbettino

anno edizione: 2014

pagine: 165

Questo lavoro ricostruisce l'ascesa della cultura dello sviluppo, che la globalizzazione distorce o di cui difetta. Esso concentra l'analisi su un personaggio di una vicenda epica, anche per il Mezzogiorno d'Italia. "Il più grande banchiere della Storia", nelle parole di Kennedy. Banchiere del mondo, banchiere della pace, banchiere dei poveri: così i contemporanei. Figlio del presidente della Fed dei giorni del New Deal, vice presidente della più grande banca privata del mondo negli anni quaranta, consigliere alla Casa Bianca da Roosevelt a Johnson, Eugene R. Black è il Presidente della Banca mondiale negli anni della ricostruzione mondiale. Di più: dell'ascesa globale della cultura dello sviluppo. Quella cultura di cui si avverte oggi l'assenza, anche e soprattutto all'interno dell'Unione economica e monetaria. Questo libro ricostruisce, per la prima volta, la vita di Eugene R. Black e l'ascesa delle cultura dello sviluppo in Italia e nel mondo nei quattro decenni che vanno dalla crisi del 1929 alla fine del sistema di Bretton Woods nel 1971. Un asse decisivo, lungo il quale corrono, in una linea di continuità, fatti, teorie, istituzioni. E persone: gli economisti della teoria, da Gunnar Myrdal a Paul Rosenstein Rodan, ma anche e soprattutto gli economisti della prassi, da Per Jacobson a David Lilienthal. Sono loro i globalizzatori ante litteram.
15,00 14,25

Enrico Barone visto da Giovanni Farese

Giovanni Farese

Libro: Copertina morbida

editore: Luiss University Press

anno edizione: 2012

pagine: 119

La figura e l'opera di Enrico Barone (1859-1924), militare di carriera, storico, sociologo e, soprattutto, economista, sono poco note al largo pubblico. Può valere il giudizio di Joseph Alois Schumpeter (1883-1950): "Io non sono mai stato in grado di comprendere perché i servizi di questo brillante economista non siano stati maggiormente riconosciuti nel suo paese". Un giudizio che, mentre attesta la fortuna della ricezione all'estero dell'opera di Barone, conferma la scarsa consapevolezza in Italia del ruolo e talvolta del primato - esercitato dagli economisti italiani nella storia della conoscenza scientifica. Il volume di Giovanni Farese vuole aiutare a far luce su questa figura troppo poco nota anche al pubblico colto, presentandone la vita, il pensiero e l'importanza scientifica assieme a una selezione di testi altrimenti di difficile reperibilità.
16,00 15,20

Luigi Einaudi. Un economista nella vita pubblica

Giovanni Farese

Libro: Copertina morbida

editore: Rubbettino

anno edizione: 2012

pagine: 158

"A che cosa servono gli economisti, se oggi stanno zitti, quando una grave questione si impone al Paese?". Luigi Einaudi (1874-1961) è stato uno dei protagonisti della storia d'Italia, spesso più famoso che conosciuto. Questo volume ripercorre, per la prima volta attraverso una sintesi divulgativa, le principali tappe della sua vita, mettendo al centro l'uomo e il suo posto nella società. Si va dagli anni lenti e rigidi della formazione (l'Inverno, 1874-1903) a quelli impegnati e veloci dell'affermazione (la Primavera, 1903-1925); dagli anni opprimenti e pensosi del ritiro (l'Estate, 1925-1943) a quelli brillanti e poi ossidati dell'addio (l'Autunno, 1943-1961). Economista, giornalista, statista, dopo oltre sessanta anni dalla morte, ciò che resta è soprattutto l'intellettuale, il pedagogo, il retore. Einaudi apre, da solo, uno spazio che non esiste prima di lui: la discussione pubblica sull'economia del Paese. Il controllo su chi governa da parte dell'opinione pubblica diventa decisivo. Come lui, e dopo di lui, gli economisti sono saliti al vertice del Paese: ministri, senatori, capi di governo, presidenti della Repubblica.
13,00 12,35

Dare credito all'autarchia. L'IMI di Azzolini e il governo della economia negli anni Trenta
30,00

Galiani visto da Giovanni Farese

Giovanni Farese

Libro

editore: Luiss University Press

anno edizione: 2007

pagine: 120

14,00 13,30

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