Libri di Iacopo Benincampi
L'architettura delle città. The Journal of the Scientific Society Ludovico Quaroni. Volume Vol. 25
Libro: Libro in brossura
editore: Nuova Cultura
anno edizione: 2024
pagine: 220
Considerata l'importanza che oggi ricopre la rigenerazione all'interno dei processi di recupero delle città e il numero sempre maggiore di interventi urbani promossi all'interno dei tessuti storici – o comunque consolidati – fondati sulla conoscenza del contesto, questo numero della rivista si propone di discutere alcune esperienze di ricerca, evidenziando come tale indagine storica sia presupposto fondamentale per la fase progettuale e consideri oltre agli aspetti del singolo edificio anche il contesto abitativo e naturale circostante.
Pietro Bracci architetto del «Buon governo»
Iacopo Benincampi
Libro: Libro rilegato
editore: Artemide
anno edizione: 2023
pagine: 228
All'indomani delle guerre napoleoniche, il cui travagliato svolgimento aveva portato per la prima volta nella sua storia alla destituzione dello Stato della Chiesa, il governo pontificio cercò di avviare un integrale processo di modernizzazione della nazione: una decisione spinta tanto dal desiderio di rilanciare la produzione interna, quanto imposta dalla necessità di placare i diffusi malumori sociali. A sovrintendere alle opere ad usum publicum – ovvero strade, ponti, porti, mura cittadine, porte urbiche, dogane, prigioni e grandi sistemazioni idrauliche – venne istituito il Consiglio d'Arte quale ufficio di consulenza permanente al servizio dei dicasteri papali. In questo rinnovato rapporto di stretta sinergia fra politica e professione, centrale si pose dunque il ruolo di alcune figure di raccordo che, al soldo degli uffici curiali, svolsero mansioni alle dipendenze di entrambi gli organi direzionali. Tale fu il caso di Pietro Bracci iuniore (1779-1839), figlio di Virginio (1737-1815) e nipote dell'omonimo celebre scultore (1700-1773): un intendente che, «Architetto della Sagra Congregazione del Buon Governo» e poi anche ingegnere sotto-ispettore «al servizio straordinario» del Consiglio d'Arte, coordinò una enorme quantità di opere fra la fine del Settecento e i primi decenni del XIX secolo, redigendo una moltitudine di relazioni utili per ricostruire la dialettica allora esistente fra potere centrale e realtà periferiche precisamente sotto il profilo dell'architettura.
Giuseppe Boschi «pittore ed architetto»
Libro: Libro in brossura
editore: Ginevra Bentivoglio EditoriA
anno edizione: 2020
pagine: 334
Erede di una fortunata dinastia di capomastri attivi a Faenza e nel suo circondario, il pittore e architetto Giuseppe Boschi (1732-1802) fu uno dei più prolifici teorici presenti in Romagna durante il secondo Settecento. Lo testimoniano tanto le sue raccolte di disegni quanto i suoi discorsi letterari: un impegno che ha lasciato ai posteri un insieme di manoscritti di straordinario valore, in grado sia di chiarire le modalità d’insegnamento messe in campo nei contesti più periferici dello Stato Pontificio sia di puntualizzare le istanze di auto-rappresentazione perseguite dalla committenza locale. Approfondendo separatamente ogni elaborato – tenendo tuttavia presente il quadro complessivo – il volume indaga le invenzioni e le speculazioni di questo faentino nell’ottica di offrire un punto di vista multifocale e inedito sulla cultura e sulla società pontificia della seconda metà del XVIII secolo.
Senigallia durante la Restaurazione. Iniziative ed esiti dell’architettura pubblica «quante volte l’E. V. R. ma si degni convenirvi»
Iacopo Benincampi
Libro: Libro in brossura
editore: Ginevra Bentivoglio EditoriA
anno edizione: 2019
pagine: 294
Singolarità economica strategica per gli scambi internazionali sul Mar Adriatico, Senigallia ha sempre ricoperto un ruolo cruciale all’interno delle politiche commerciali dello Stato Pontificio, in virtù principalmente della sua fiera franca: un appuntamento annuale il cui successo portò a uno sviluppo eccezionale della marineria, tradottosi nel XVIII secolo in un duplice ampliamento dei confini dell’abitato. Tuttavia, la lenta e inesorabile decadenza dell’autorità papale e l’arretratezza di una nazione priva di una solida produzione industriale minarono le potenzialità di questo emporio, relegando infine la municipalità all’odierno ruolo di meta turistica. Eppure, tentativi di rilancio non mancarono, tanto che nella prima metà dell’Ottocento si registrarono molti investimenti e si intrapresero più opere, dal teatro cittadino al foro annonario passando per le attrezzature del porto-canale e il cimitero: architetture ad usum publicum frutto sia della tenacia locale sia dell’avvedutezza della Congregazione romana del Buon Governo, titolare di ogni concessione.
Trasformazioni del porto di Fano nel XVIII secolo
Iacopo Benincampi
Libro: Libro in brossura
editore: Ginevra Bentivoglio EditoriA
anno edizione: 2018
pagine: 254
A partire dalla seconda metà del Seicento, il progressivo indebolimento del papato sul piano internazionale impose una razionalizzazione della spesa statale che spostò rapidamente gli interessi del governo pontificio da Roma alle province, dando presto vita a un efficiente sistema di movimentazione delle merci. Durante tale periodo vennero intraprese azioni di modernizzazione delle proprie infrastrutture e a distinguersi furono soprattutto le comunità adriatiche, che avviarono numerose opere ad usum publicum preziose per il rilancio dei commerci. In tal senso, la rifondazione del porto di Fano fra il XVII e il XVIII secolo rappresenta un interessante caso di studio. Attraverso una costante azione di rinnovamento, l'amministrazione fanese tentò nel corso del Settecento di trasformare lo scalo marchigiano in un centro "nodale" per gli scambi e "strategico" per le comunicazioni. Famosi ingegneri e architetti, come Cornelio Meyer, Eustachio Manfredi, Pietro Paolo Gabus, Romualdo Valeriani, Antonio Felice Facci, Gian Francesco Buonamici, Carlo Marchionni, Carlo Murena, Virginio Bracci, Sante Vichi, assieme ad altri specialisti, svolsero un ruolo centrale nel dirigere il cantiere.
Edilizia popolare a Roma. Tradizione, sperimentalismo e qualità urbana nell'architettura del primo Novecento
Simona Benedetti, Iacopo Benincampi
Libro: Libro in brossura
editore: Gangemi Editore
anno edizione: 2023
pagine: 144
Il dibattito italiano post-unitario si coagulò attorno alla definizione di uno 'stile nazionale'. E se per i palazzi del potere si privilegiò il monumentalismo, nell'edilizia i progettisti poterono agire con libertà, conciliando le novità internazionali con la tradizione locale. Ad esempio, l'archeologismo sospinto dagli scavi condotti ad Ostia Antica da Guido Calza e Italo Gismondi ebbe significative ricadute, poiché le insulae imperiali sembravano anticipare a tutti gli effetti gli edifici intensivi moderni. Fu perciò l'architettura popolare a testare possibilità espressive innovative: una sperimentazione ripercorribile attraverso l'attività dell'Istituto per le Case Popolari di Roma il quale, istituito nel 1903 per provvedere ai bisogni delle classi meno abbienti, operò con disinvoltura fino al secondo conflitto mondiale. Al di là degli episodi più noti, il volume indaga quindi i quartieri meno conosciuti, ampliando quell'orizzonte critico dell'«altra modernità» al cui successo collaborarono tanto Gustavo Giovannoni, Marcello Piacentini e Alberto Calza Bini, quanto Innocenzo Costantini, Innocenzo Sabbatini e Camillo Palmerini.