Libri di L. Reitani
Del sublime
Friedrich Schiller
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2021
pagine: 142
«L'angoscia della caducità è il vero punto di partenza di Schiller. Nulla è più terribile della rappresentazione della morte, dell'impossibilità di fissare per sempre la pienezza dell'essere. «Anche il bello deve morire!» è la solenne esclamazione iniziale di una delle sue più compiute composizioni liriche, la «Nänie». E la morte è anche il tema ricorrente di questi tre saggi sul sublime e sul patetico. Privata di questa sua tragica dimensione, la cultura estetica rischia di diventare una cultura della menzogna, un occultamento della caducità dell'esistenza e delle sue forme. Il sublime deve quindi «accompagnarsi al bello», nel senso di esprimere la sua più profonda e tragica dimensione, rivelando il caos che si cela dietro l'armonia e la razionalità delle forme, l'orrore della caducità; mentre la cultura della mera bellezza è denunciata come mistificazione, come cultura della décadence. Il sentimento del sublime è dunque un gesto di rinuncia: di riconoscimento dei limiti della soggettività; ma è anche un gesto di utopia: di fondazione del proprio essere nel mondo. La tragicità dell'esistente, i limiti del sensibile (dell'intelletto) si rovesciano continuamente nel sentimento del sublime in valore, nella percezione dell'infinità della natura razionale dell'uomo.» (Dallo scritto di Luigi Reitani)
Italia-Österreich. Sprache, literatur, kultur
Libro: Libro in brossura
editore: Forum Edizioni
anno edizione: 2006
pagine: 350
Il volume, interamente in lingua tedesca, presenta una serie di contributi di affermati studiosi internazionali sulle relazioni culturali, storiche e letterarie tra Italia e Austria. Nella prima parte trovano posto saggi di ampio respiro di Angelo Ara ("Italia e Austria 1861-1918: inimicizia ereditaria e matrimonio di convenienza"), Hubert Lengauer ("L'Italia nella letteratura austriaca"), Wendelin Schmidt-Dengler ("Il grande respiro della letteratura austriaca"), Antonie Hornung ("Il significato di un approccio pluricentrico nella didattica dell'insegnamento del tedesco in Italia") e Hans Moser ("Tedesco austriaco e concezione pluricentrica della lingua: un bilancio"). Seguono alcune sezioni dedicate rispettivamente alla traduzione, al rapporto tra lingua e società, allo studio della letteratura nell'ambito delle scienze culturali, all'edizione dei testi e alle prospettive di comprensione tra le culture.
Natura morta
Josef Winkler
Libro: Libro rilegato
editore: Forum Edizioni
anno edizione: 2007
pagine: 104
Crudo e straziante apologo sulla caducità della vita e della bellezza, il romanzo si ispira fin dal titolo all'omonima pittura di genere, raffigurando con stupefacente virtuosismo la vita del mercato di piazza Vittorio a Roma, catturato in una memorabile sequenza di quadri cromatici dalle mille sfumature percettive. 'Genius loci' del mercato è Piccoletto, figlio di una fruttivendola che lavora al banco del pesce, novello Adone di una quotidianità che non sembra più conoscere la trascendenza e che riduce i simboli religiosi a vuoti oggetti di consumo. La sua tragica morte dà origine a una passionale liturgia collettiva, rappresentata con accenti al tempo stesso epici e visionari. Con questo racconto, prima sua opera tradotta in italiano, Josef Winkler ha ottenuto nel 2001 il prestigioso premio Döblin.
Friedrich Hölderlin. Vita, poesia e follia
Wilhelm Waiblinger
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2009
pagine: 108
Quando, intorno al 1822, il diciottenne Wilhelm Waiblinger comincia a frequentarlo, Hölderlin vive ormai da oltre vent'anni recluso nella "Torre" in riva al Neckar, obnubilato, isolato dal mondo - non è più, insomma, "da considerarsi tra i vivi". Va su e giù come "le fiere ... nelle loro gabbie", suscitando in Waiblinger un brivido di orrore, recita giorno e notte un monologo incessante, e rivolge ai rari ospiti un profluvio di parole sconnesse in una lingua inventata. Mosso da un'ardente devozione, Waiblinger scruta con amorevole pietas la vita quotidiana del poeta, ma, soprattutto, riesce a penetrarne il delirio, parlando con lui di poesia, di musica e del passato, facendo in sua compagnia lunghe e rasserenanti passeggiate in riva al fiume o nella pace delle vigne. Di questa intensa frequentazione Friedrich Hölderlin, che Waiblinger scrisse tra il 1827 e il 1828 in Italia - dove si era trasferito per sfuggire alla miseria e all'autodistruzione -, è il frutto: un ritratto fra novella romantica e dramma del destino, in cui il lettore troverà delineati la giovinezza di Hölderlin e i suoi studi, le passioni e gli amori infelici (come quello per Susette Gontard, la sua Diotima). Ma, al tempo stesso, molto di più: Waiblinger fu il primo a intuire la grandezza di Hölderlin, a cogliere il valore dei suoi manoscritti, a interrogarsi sul tormentato processo della sua scrittura, sicché questa testimonianza assume il peso di un precoce, essenziale gesto di fondazione critica.
Autobiografia
Thomas Bernhard
Libro: Libro rilegato
editore: Adelphi
anno edizione: 2011
pagine: LXXVII-631
Nei cinque libri autobiografici pubblicati da Bernhard fra il 1975 e il 1982 ("L'origine", "La cantina", "Il respiro", "Il freddo", "Un bambino"), e qui radunati per la prima volta, il lettore troverà, di là dalle vertiginose architetture linguistico-musicali dei romanzi, di là dalle riflessioni filosonco-maniacali e dalle feroci tirate dell'implacabile "artista dell'iperbole", la narrazione cruda e immediata della sua vita - una narrazione che non risparmia nulla dei dettagli più urtanti ed eloquenti. Come la rete che dondola, sospesa al soffitto di un barcone in un canale di Rotterdam, dove piange il bambino messo al mondo dalla "madre nubile" in Olanda per non dare scandalo nell'Austria provinciale e bigotta. O come i terribili convitti frequentati in Austria e nella "Grande Germania", con sadici e ottusi educatori prima in divisa nazista e poi in abito talare; o, infine, il fetido "trapassatoio", anticamera della morte nel sanatorio, fra tisici in attesa della bara di zinco: quella turba di pazienti intubati e perforati ogni giorno, quella Comunità della Sputacchiera di cui Bernhard diventa membro a pieno titolo. Eppure, nonostante tutto, quel diciottenne dalla volontà caparbia decide di resistere e vivere, tenendo testa - con implacabile dizione - alla malattia del corpo e dello spirito.
Jackie
Elfriede Jelinek
Libro: Copertina morbida
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2017
pagine: 87
"Scritto nel 2002, il monologo]ackie, pur avendo una forte autonomia estetica e concettuale, è la quarta parte di una pentalogia dedicata a miti e figure femminili, raccolta in volume nel 2003 con l'allusivo titolo La morte e la fanciulla I-V Drammi di principesse (di prossima pubblicazione per La nave di Teseo). Jacqueline Kennedy si rivolge al lettore situata in un altrove che non è la vita, dalla quale si è già congedata, e nemmeno un tradizionale aldilà trascendente, ma piuttosto l'indistinto immaginario in cui questa figura continua a esistere nell'epoca della comunicazione di massa. Nel dramma non troviamo infatti un personaggio colto in un momento centrale della sua esistenza, e nemmeno la coerente narrazione retrospettiva, svolta in prima persona, di una vita giunta al suo termine. Jackie parla al presente, come se gli avvenimenti a cui ha preso parte continuassero a svolgersi incessantemente. In un certo senso la sua voce sembra un commento fuori campo a una serie di celebri sequenze filmiche e fotografiche presenti nell'immaginario collettivo, fondamento della diffusa costruzione mitografica di Jacqueline Kennedy." (Dalla prefazione di Luigi Reitani)
Eventi
Thomas Bernhard
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2018
pagine: 164
Raccolti in volume nel 1969, ma già scritti intorno al 1960, gli "Eventi" costituiscono una tappa essenziale dell'itinerario poetico di Thomas Bernhard. Il lettore a cui sia nota l'ossessiva insistenza tematica, l'arte quasi musicale della variazione dello scrittore austriaco scomparso nel 1989, riconoscerà facilmente in queste miniature alcune costanti della sua opera: l'alienazione dell'individuo in una natura e in una società a lui estranee, la vacuità di ogni forma di comunicazione, la brutalità del potere, la desolazione della provincia, la morte o la pazzia in fondo al vicolo cieco dell'esistenza. Concentrati nello spazio di poche righe, che raramente oltrepassano la misura della pagina, appaiono non solo elementi narrativi di grande fascino, destinati a esser ripresi con maggior respiro in opere posteriori, ma anche i simboli più autentici dell'universo poetico dello scrittore, una costellazione di immagini profondamente legata alla sua personale esperienza esistenziale e nello stesso tempo saldamente ancorata alla tradizione letteraria: il "freddo" di reminiscenza hölderliniana (non a caso presente nell'immagine della torre), le tenebre, la voragine (nelle diverse forme del "precipitare"), l'urlo che si ribalta in afonia, la nausea sartriana degli oggetti. Una tale "cristallizzazione delle cifre poetiche" conferisce alla prosa degli "Eventi" il carattere di ideale introduzione alla più complessa scrittura del maggior autore austriaco del dopoguerra.
Tutte le opere: Prose, teatro e lettere-Tutte le liriche
Friedrich Hölderlin
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2020
pagine: 3887
Nel panorama europeo l'opera di Hölderlin, poeta della modernità, della lacerazione interiore, dell'"assenza", occupa un posto centrale. Il cofanetto raccoglie l'intera sua produzione poetica e le principali opere in prosa, compreso l'intero epistolario. Il tutto in nuove traduzioni e con un saggio di Andrea Zanzotto.
Del sublime
Friedrich Schiller
Libro
editore: Abscondita
anno edizione: 2003
pagine: 144
Nulla è più terribile della rappresentazione della morte, dell'impossibilità di fissare per sempre la pienezza dell'essere. E la morte è anche il tema ricorrente di questi tre saggi sul sublime e sul patetico. Il sublime deve "accompagnarsi al bello", nel senso di esprimere la sua più profonda e tragica dimensione, rivelando il caos che si cela dietro l'armonia e la raziolità delle forme, l'orrore della caducità; mentre la cultura della mera bellezza è denunciata come mistificazione, come cultura della décadence.