Libri di Moni Ovadia
Dieci navi per la salvezza. Storie di ebrei in fuga 1933-1941
Massimo Minella
Libro: Libro in brossura
editore: Mursia
anno edizione: 2025
pagine: 138
Dalla presa del potere del nazismo è spietata la caccia agli ebrei. Anche un transatlantico, un traghetto, un battello possono rappresentare un’opportunità di fuga. Ed eccole, allora, dieci storie di navi che sono solo una pagina del tragico libro della guerra, sintetizzandone però i sentimenti che, da una parte e dall’altra, si materializzano: l’odio, l’orrore, la tenacia, il desiderio di libertà. Dal più celebre Rex a sconosciute carrette del mare, queste navi diventano il rifugio e il veicolo per decine di migliaia di persone desiderose di trovare riparo dalla guerra e dalla follia umana. Molti ci sono riusciti, altri non ce l’hanno fatta e ora riposano sul fondo del mare. Una tragedia che va in scena sul mare e che continua a farci riflettere.
Il conto dell'ultima cena. Il cibo, lo spirito e l'umorismo ebraico
Moni Ovadia, Gianni Di Santo
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2010
pagine: 134
Moni Ovadia se ne va in giro tra Antico Testamento e regole kasher, insegnamenti rabbinici e storielle ebraiche, ricette tipiche e cucina che se la fa con la religione, alla ricerca di un'etica del cibo. D'altra parte Adamo ed Eva erano vegetariani. È solo dopo il diluvio universale che la carne entra a far parte dell'alimentazione dell'uomo. E tutto nasce ancora dalla storia del popolo ebraico. La tradizione ebraica della kasherut indica i cibi che si possono consumare perché conformi alle regole della Torah. Ma oltre questo il cibo ebraico ha prodotto un'enorme mole di storielle, divieti, ricette e prescrizioni che Ovadia cullandoci tra cibi e digiuni, tra falafel, halle, krapfen, e altre leccornie, tra antiche osterie e contaminazioni culinarie, e una musica che accompagna l'ospite a tavola, con l'ironia tipiche dell'ebreo errante.
Oylem goylem
Moni Ovadia, Saverio Montella
Libro: Copertina morbida
editore: Coconino Press
anno edizione: 2009
pagine: 124
"Leggo fumetti da sempre, hanno segnato le stagioni della mia vita dal tempo dell'infanzia a quello dell'adolescenza. Mi scalda il cuore pensare ad adulti, giovani o anziani, a bambini soli o con i loro genitori, che leggono e rileggono oylem goylem nella rapsodia delle tavole disegnate a colori da Saverio Montella." (Ovidia Moni)
Binario 21. Dal poema di Yitzhak Katzenelson. Il canto del popolo ebraico massacrato
Moni Ovadia, Felice Cappa
Libro
editore: Promo Music
anno edizione: 2009
pagine: 121
Ad Auschwitz, il luogo simbolo da cui cominciare a ricordare, si sono incrociati due destini: quello di Liliana Segre, deportata dal Binario 21 della Stazione Centrale di Milano, e quello del poeta Yitzhak Katzenelson passato attraverso la disperazione del ghetto di Varsavia. Sia Liliana sia Yitzhak sono in modo diverso dei sopravvissuti: la prima testimone della Shoah; il secondo lasciando uno straordinario documento poetico sull'Olocausto. Il dvd allegato "Binario 21. Il canto del popolo ebraico massacrato" di Felice Cappa, liberamente tratto dall'omonimo poema di Yitzhak Katzenelson, riporta anche la testimonianza di Liliana Segre, in memoria dello sterminio del popolo ebraico e di tutti coloro che hanno subito la deportazione, la prigionia e la morte.
Per una convivialità delle differenze. In ascolto di altre culture
Jean-Léonard Touadi, Moni Ovadia, Majid Rahnema
Libro: Copertina morbida
editore: Cooperativa L'Altrapagina
anno edizione: 2009
pagine: 109
Un tetto sospeso tra cielo e terra
Moni Ovadia
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Casa Ricordi
anno edizione: 2003
pagine: 64
L'ebreo che ride. L'umorismo ebraico in otto lezioni e duecento storielle
Moni Ovadia
Libro
editore: Einaudi
anno edizione: 2000
pagine: 224
Nei suoi spettacoli teatrali, tra una storiella e una canzone yiddish, Ovadia ha preso su di sé il compito di far rivivere una realtà, una cultura e un mondo di storie praticamente cancellati dalla follia crimale nazista: la cultura popolare ebraica dell'Europa dell'Est. Il volume è corredato di una videocassetta, in cui è lo stesso Ovadia a guidare in un percorso tematico tra i suoi fortunatissimi spettacoli, da "Oylem Goylem" a "Ballata di fine millennio", dei quali vengono presentati alcuni brani, in una sorta di antologia d'autore.
L'uomo in cerca di senso. Uno psicologo nei lager e altri scritti inediti
Viktor E. Frankl
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2017
pagine: 170
Viktor Frankl, psichiatra, fu deportato nel settembre del 1942 a Theresienstadt, in Boemia, per poi essere trasferito ad Auschwitz, a Kaufering III e quindi a Türkheim. Scampò alla morte, ma perse le persone più care. Rientrato a Vienna dettò in soli sette giorni le sue memorie. Ciò che ne scaturì è questo libro. Non è un trattato, ma neppure un semplice memoriale della deportazione. È un documento umano di straordinario valore, il cui successo non è dovuto tanto all'oggetto del discorso, quanto alla particolarissima prospettiva con cui viene affrontato e al profondo messaggio che trasmette: la vita vale la pena di essere vissuta in qualunque situazione e l’essere umano è capace, anche nelle peggiori condizioni, di “mutare una tragedia personale in un trionfo”. Proprio questo aspetto costituisce uno dei motivi della inossidabile attualità dello scritto di Frankl: esso, infatti, pur narrando i tragici eventi a cui si riferisce, li trascende per incentrarsi sull'esplorazione della natura umana e delle sue potenzialità. E, in questo senso, ciò che dice vale non solo per l’esperienza della detenzione, ma anche per tutte le altre “situazioni-limite” (la sofferenza, la malattia, la disabilità, il lutto, ecc.) che sfidano la capacità umana di resistere e di sopravvivere. Ognuno di noi, pertanto, può trovare in questo libro un riflesso di sé: non necessariamente di ciò che è stato, ma magari di ciò che può diventare nonostante gli “urti” della vita, opponendosi al proprio destino e dominandolo dall'interno. Leggere Frankl è un’esperienza di rivelazione: ci induce a scoprire i lati migliori di noi. Presentazione di Daniele Bruzzone.
Il conto dell'ultima cena. Il cibo, lo spirito e l'umorismo ebraico
Moni Ovadia, Gianni Di Santo
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2011
pagine: 134
Tra Vecchio e Nuovo Testamento, regole kasher, insegnamenti rabbinici, storielle ebraiche e ricette che contengono un antico sapere, il viaggio di Ovadia alla ricerca di un'etica del cibo. Un omaggio alla memoria e all'accettazione dell'Altro, ultimo antidoto slow all'intolleranza e al tempo frenetico di oggi. La tradizione ebraica della kasherut indica i cibi che si possono consumare perché conformi alle regole della Torah. Ma oltre a questo, il cibo ebraico ha prodotto un'enorme mole di storielle, divieti, ricette e prescrizioni che Ovadia ripercorre con la consueta miscela di umorismo e santità: cullandoci tra pasti e digiuni, tra falafel, molokheya, hommus e altre leccornie, tra antiche osterie e contaminazioni culinarie, e una musica che accompagna l'ospite a tavola, con l'ironia tipica dell'ebreo errante. Per un viaggio che guarda al cielo con il gusto della terra. Un viaggio dalla manna del deserto, il cosiddetto "pane degli angeli", fino a Pesakh, la Pasqua, dove un Gesù ebreo mangia agnello, pane azzimo, erbe amare e dessert.
L'ebreo che ride. L'umorismo ebraico in otto lezioni e duecento storielle
Moni Ovadia
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2008
pagine: 224
La grande tradizione dell'umorismo ebraico ha trovato in Moni Ovadia una voce inconfondibile. Come scrisse Giovanni Raboni, "ci sarebbe impossibile ormai fare a meno di tutto ciò che Ovadia è riuscito in pochi anni a renderci, da remoto e straniero che era, famigliare e quasi nostro". Il mondo che Ovadia attraversa nei suoi spettacoli, con la leggerezza e il pathos di un moderno cantastorie, viene in questo libro raccontato nella sua genesi e nel suo significato. Variando tra il racconto sapienziale talmudico e il fulminante motto di spirito, tra I'excursus storico sullo shtetl e le storielle sulle ineffabili nevrosi materne della yiddish mame trapiantata a New York, Ovadia ci guida alla scoperta di un umorismo profondamente dialettico che racconta la precarietà e la naturale diversità di un popolo che nasce esiliato da se stesso e dagli altri, che coltiva le proprie radici senza una terra in cui riconoscersi. Mostrando il legame inestricabiie tra il riso ebraico e il divino, Ovadia mette in luce l'irresistibile carica anarchica e liberatrice dell'umorismo yiddish. Un umorismo che scardina l'intero patrimonio di certezze, di ideologie, di pregiudizi, in cui una comunità riconosce se stessa.
La bella utopia
Moni Ovadia
Libro
editore: Promo Music
anno edizione: 2008
pagine: 110
"La Bella Utopia" è lo spettacolo che ha inaugurato la stagione 2007/08 del Teatro Strehler di Milano, è uno spettacolo di immagini, canzoni, musiche, memorie, tracce poetiche, che si propone, nei suoi limiti di rappresentazione scenica, di restituire profondità e dignità agli esseri umani, comunisti e non che ebbero la sorte di nascere ed esistere nelle Russie Sovietiche. La chiave di interpretazione è quella urticante dell' umorismo ebraico, ma la lettura "ebraica" ha anche un senso tragico. Nel libro l'autore racconta l'utopia del comunismo attingendo a un repertorio di storielle, aneddoti, barzellette e pubblicazioni censurate che hanno costituito un balsamo alle ferite causate dai guasti spesso macroscopici del sistema sovietico. Il racconto di Ovadia, dall'omonimo spettacolo teatrale, apre il sipario su un mondo spesso osservato attraverso le lenti deformate della propaganda.
Lavoratori di tutto il mondo, ridete. La rivoluzione umoristica del comunismo
Moni Ovadia
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2007
pagine: 269
Rivoluzione, comunismo, utopia, tragedia, ma anche risate e satira. Dopo l'umorismo ebraico, Moni Ovadia racconta la grande epopea comunista attingendo al tesoro della diceria popolare, della canzonatura, dell'aneddoto, della storiella autodelatoria. La gigantesca macchina della retorica di regime mostra qui il suo volto irrimediabilmente patetico di fronte alla scheletrica guizzante intelligenza del motto di spirito.