fbevnts
Vai al contenuto della pagina
Iscriviti alla newsletter

Libri di Ottavio Amaro

NiLab. Nile as laboratory

Marina Tornatora, Ottavio Amaro, Ahmed Sami Abd Elrahman, Moataz Samir

Libro: Libro in brossura

editore: LetteraVentidue

anno edizione: 2024

pagine: 316

35,00 33,25

Metamòrfosi. Il progetto dei beni confiscati

Metamòrfosi. Il progetto dei beni confiscati

Ottavio Amaro, Marina Tornatora

Libro: Libro in brossura

editore: Città del Sole Edizioni

anno edizione: 2024

pagine: 144

Metamòrfosi rappresenta l'azione che più identifica quel processo, che pur presupponendo la permanenza, proietta attraverso le idee e le azioni del progetto architettonico, i manufatti edilizi confiscati alle mafie in una realtà legale e estetica nuova. Il volume presenta, insieme ai testi e ai progetti architettonici frutto di elaborazioni del gruppo di ricerca del Laboratorio Landscape_inProgress, contributi multidisciplinari e "sguardi" che si confrontano sugli aspetti critici più ampi del tema: civili, antropologici e figurativi. Il lavoro sui beni confiscati è condotto su diversi fronti: didattica, ricerca, sperimentazione progettuale, supporto di Terza Missione al territorio e all'associazionismo.
24,00

Presente infinito

Armando Perna

Libro: Libro in brossura

editore: Rubbettino

anno edizione: 2023

pagine: 154

Lo storico Augusto Placanica descrive il peculiare rapporto tra l'uomo e l'ambiente in Calabria attraverso il concetto di "paesaggio interiore", che egli definisce come il "punto di incontro fra due territori, quello del suolo della Calabria e quello dell'anima del calabrese. Un luogo dove la storia del territorio e del paesaggio, dell'architettura e della cultura, dei modi di vita e dell'anima si fondono". Senza dubbio questa definizione richiama la tradizionale concezione di "paesaggio", inteso come un insieme di segni intellegibili e tracce lasciate dall'uomo sul territorio che, come parte di un discorso, ci raccontano le relazioni che formano il rapporto tra l'uomo e la natura. Tuttavia, le particolari vicende che hanno caratterizzato l'evoluzione delle comunità calabresi, imprigionate in un lungo periodo di isolamento assoluto, dalla fine della civiltà Magnogreca fino all'età contemporanea, che ha determinato una cristallizzazione delle strutture socio-economiche e socio-culturali, ci permettono di immaginare che il normale rapporto di condizionamento tra l'uomo e l'ambiente si sia approfondito fino a generare addirittura una fusione o identificazione tra l'elemento umano e quello naturale. Per comprendere questo "paesaggio", è necessario liberarsi innanzitutto da qualsiasi coordinata spaziale e temporale, al fine di cogliere l'essenza simbolica del rapporto tra l'uomo e la natura. Non è un caso che l'elemento archetipico di tale paesaggio sia costituito dalla pietra, dalla roccia nuda, che nei secoli ha offerto rifugio a monaci ed eremiti i quali, in fuga dalle persecuzioni anticristiane, hanno abbandonato le cose di questo mondo per immergersi in una fusione ancestrale con l'elemento naturale. Questo paesaggio trova la sua identità sotto il segno del trauma e della crisi, poiché nel corso dei secoli terremoti, frane e alluvioni hanno costantemente segnato il rapporto tra l'uomo e l'ambiente, influenzando l'evoluzione delle comunità al punto da favorire l'emergere di una visione disillusa della vita da parte delle popolazioni coinvolte. Di conseguenza, il paesaggio calabrese deve essere considerato nella sua fragilità e precarietà. Così, nella prospettiva di una fusione tra l'elemento umano e quello naturale, la debolezza del terreno si riflette nella debolezza dell'economia, degli insediamenti e delle strutture edilizie. Questa visione ci porta a riflettere su un'umanità stretta nella morsa delle necessità naturali, costretta nell'orizzonte limitato del presente.
22,00 20,90

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.