Libri di Pier Vincenzo Mengaldo
Poeti italiani del Novecento
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2025
pagine: 1128
Opera del grande critico e filologo Pier Vincenzo Mengaldo, Poeti italiani del Novecento, antologia uscita per la prima volta nel 1978 nella collana "I Meridiani", è da tempo un classico. Nel proporre una campionatura della nostra poesia del Novecento, delle sue figure di maggiore originalità e valore ormai storico, Mengaldo ci offre infatti un quadro composito della vitalità articolata e molteplice manifestata nei versi di cinquantuno autori, privilegiando l'autonomia e la singolarità di ciascuno rispetto al succedersi delle diverse scuole e tendenze che pure ne hanno caratterizzato l'attività. Ci permette dunque di compiere un viaggio, al tempo stesso dettagliato ed essenziale, attraverso le diverse fasi poetiche del secolo, partendo dalle maggiori e ampiamente storicizzate voci del suo inizio per arrivare alle personalità di maggiore spicco della seconda metà. Dai protagonisti assoluti di primo Novecento, come Gozzano, Ungaretti, Montale, Saba, Quasimodo, questo stimolante viaggio ci consente di incontrare i momenti più alti della poesia ermetica, entrando poi nel vivo dell'opera di maestri come Bertolucci, Luzi, Caproni, Sereni, aprendosi ai movimenti delle diverse tensioni sperimentali o ai neodialettali, inoltrandosi nei testi delle individualità di più netto spicco come Zanzotto, Rosselli, Raboni, per non citare che alcuni tra i vari autori proposti. Dopo l'importante e denso saggio introduttivo, Mengaldo penetra con un ritratto critico essenziale nell'opera di ognuno dei poeti antologizzati. Ne scaturisce un vasto tracciato ormai imprescindibile per chiunque voglia addentrarsi nella vicenda poetica di un'epoca.
Gianfranco Folena, dieci anni dopo. Riflessioni e testimonianze
Pier Vincenzo Mengaldo, Claudio Ciociola, Luca Serianni
Libro: Copertina morbida
editore: Esedra
anno edizione: 2009
pagine: 250
Il volume raccoglie le relazioni e le testimonianze della Giornata di studi promossa dagli allievi in ricordo di Gianfranco Folena, a dieci anni dalla morte. La totalità della figura di Folena esce frazionata in una serie di tagli diacronici (il Medioevo di Segre, il Quattro-Cinquecento di Pozzi, il Settecento di Vitale), metodologici (Ciociola, per la filologia, Serianni per la linguistica, Del Negro per la storia), areali (il Veneto, Stussi), per argomenti privilegiati (Carena sulla traduzione, Petrobelli e Osthoff su Mozart, Blasucci su Leopardi), che, magari trascurando qualche aspetto della complessità e molteplicità di interessi di Folena (si pensi a Manzoni), ne ricostruiscono per tessere un ritratto integrale, che si completa nel ricordo di amici, poeti (Bandini, Zanzotto), colleghi, allievi indiretti, collaboratori stretti (Peron).
La vendetta è il racconto. Testimonianze e riflessioni sulla Shoah
Pier Vincenzo Mengaldo
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2007
pagine: 175
Il tempo trascorso dalla Shoah e l'immane letteratura cresciuta intorno a essa non sembrano averla consegnata agli archivi della comprensione umana; a sovrastarci è ancora e sempre l'oltranza dell'evento, che ci mette di fronte, con Macbeth, a una storia "piena di frastuono e di furore, che non significa nulla". In quello strepito abitato dall'inumano, Mengaldo tende l'orecchio ai frammenti di senso che solo le fonti testimoniali ci lasciano percepire. E il suo libro si distingue proprio per l'intonazione polifonica e contrappuntistica che conferisce alle voci del dolore, accostandole e giustapponendole tra loro. Più che il perché, è il "come" dello sterminio a guidare il suo procedere tra vuoti e pieni della memoria delle vittime, tra banalità del male e modernità, tra linguaggi dei lager e muta eloquenza dei corpi, tra metamorfosi dell'odio antisemita e tentativi di preservare tracce di cultura umana nell'orrore della deportazione. Illuminanti per il discorso critico risultano sia le concordanze perfette sia le evidenti discordanze nella rammemorazione degli stessi avvenimenti, e i sistematici raffronti di entrambe con la memorialistica dei gulag o le lettere da altre prigionie.
Sonavan le quiete stanze. Sullo stile dei «Canti» di Leopardi
Pier Vincenzo Mengaldo
Libro: Copertina morbida
editore: Il Mulino
anno edizione: 2006
pagine: 174
Appassionato studioso di poesia italiana, Mengaldo mette a frutto le sue conoscenze di filologia, storia della lingua, linguistica e stilistica per indagare nel profondo uno dei capolavori massimi della nostra storia letteraria: i "Canti" di Leopardi. E lo fa soffermando l'analisi sulle differenze e sulle costanti interne alle quattro fasi dei "Canti": Canzoni, Idilli, Canti pisano-recanatesi e ultimi Canti. Ne emerge non soltanto l'individualità linguistica e stilistica di ciascuna delle quattro grandi fasi rispetto alle altre, ma anche, di volta in volta e secondo lo stesso principio, l'individualità dei singoli canti.
Tra due linguaggi. Arti figurative e critica
Pier Vincenzo Mengaldo
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2005
pagine: 144
Si può spiegare a parole un quadro, una statua, un monumento architettonico? In che modo la scrittura gareggia con la cosa descritta? A quali procedure retoriche e risorse stilistiche attinge la descrizione di un'opera d'arte e che cosa la distingue dalla descrizione letteraria di un paesaggio? Tutti interrogativi a cui sono state date risposte diverse da filosofi, storici dell'arte, estetologi e critici. Mengaldo entra nel vivo della questione attraverso una fittissima campionatura di critici figurativi degli ultimi tre secoli, convocando Denis Diderot, Jacob Burckhardt, Erwin Panofsky, Emilio Cecchi, Roberto Longhi.
Studi su Salvatore Di Giacomo
Pier Vincenzo Mengaldo
Libro: Libro in brossura
editore: Liguori
anno edizione: 2003
pagine: 88
Prima lezione di stilistica
Pier Vincenzo Mengaldo
Libro: Libro in brossura
editore: Laterza
anno edizione: 2001
pagine: 158
La stilistica, nella sua perdurante validità ed efficacia, vista nei suoi vari aspetti e nelle sue connessioni da un maestro della disciplina. Pier Vincenzo Mengalo insegna Storia della lingua italiana all'Università di Padova.
Antologia personale
Pier Vincenzo Mengaldo
Libro
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 1995
pagine: 252
Ognuno di noi porta con sé una autobiografia scandita dalle letture che lo hanno formato e accompagnato nella vita. Questa di Mengaldo, che ci guida fino ai confini tra testo scritto ed esperienze artistiche e musicali, si connota per la precisione del commento, che è come un controcanto dei testi riportati alla superficie del presente.
Leo Spitzer. Lo stile e il metodo
Gianfelice Peron, Pier Vincenzo Mengaldo, Remo Ceserani
Libro: Copertina morbida
editore: Esedra
anno edizione: 2010
pagine: 565
Gli incanti della vita. Studi su poeti italiani del Settecento
Pier Vincenzo Mengaldo
Libro
editore: Esedra
anno edizione: 2009
pagine: 140
Il volume riunisce brevi saggi sulla poesia del Settecento che vanno dall'analisi della ricorrenza di aforismi e sentenze nella lirica del Settecento, all'immersione nell'opera di Metastasio e nelle Odi del Parini ad uno studio sul libretto operistico dell'Idomeneo di Mozart.
Studi su Ippolito Nievo. Lingua e narrazione
Pier Vincenzo Mengaldo
Libro: Copertina morbida
editore: Esedra
anno edizione: 2011
pagine: 290
Saggi e note su Saba
Pier Vincenzo Mengaldo
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2024
pagine: 96
«La prima ragione per cui mi sono spinto a raccogliere in volume saggi e note miei su Saba è stata, se posso usare il termine, di carattere autobiografico. Mi sono infatti accorto che fra i grandi poeti italiani del pieno Novecento quello, dopo Montale e Sereni, cui ho dedicato più attenzione era stato precisamente, e a buon diritto, Saba», scrive Mengaldo nella premessa al volume, che fa séguito a quelli riservati a Fortini e Sereni usciti in precedenza presso questo editore. Ma la raccolta non documenta soltanto la lunga fedeltà del critico nei confronti del poeta, ritratto anche – nel saggio più ampio della raccolta – nel contesto linguistico-letterario della sua Trieste. L’insieme degli interventi consente di riconoscere ora con più chiarezza il ruolo cruciale che Saba ricopre nella ricostruzione storica del Novecento poetico italiano cui ha atteso per tanto tempo Mengaldo: per un verso, nella ferma opposizione di Saba alla modernità, che l’autore ricava con nettezza dalla disamina delle scelte linguistiche; per l’altro, nel suo ricco e sottile dialogo con i contemporanei (Montale e Penna, in particolare) e con la grande letteratura europea primonovecentesca.