Libri di Ruzante
Dialogo secondo
Ruzante
Libro: Libro in brossura
editore: CLEUP
anno edizione: 2024
pagine: 188
Questa nuova edizione critica del Dialogo secondo inaugura una collana che si prefigge di studiare a fondo la splendida stagione della letteratura pavana tra Quattro- e Seicento, a cominciare dalle opere del suo grande caposcuola, Angelo Beolco detto Ruzante. Il testo breve e potente qui proposto in veste filologicamente accertata e con un ampio commento – noto anche con il titolo di "Bilora", dal soprannome del protagonista – è tra i vertici della drammaturgia rinascimentale italiana: composto attorno al 1530, mette in scena una cupa vicenda di deprivazione e miseria, sigillata da un atto di violenza con cui il villano si fa giustizia da sé, assassinando sulla scena il vecchio veneziano che gli ha portato via la moglie. Beolco raggiunge qui uno dei suoi risultati più alti anche grazie al perfetto dominio dei suoi mezzi espressivi e linguistici, che vedono il dialetto pavano del contadino contrapporsi al veneziano dei signori e al bergamasco della servitù inurbata.
L'Anconitana
Ruzante
Libro
editore: Il Lavoro Editoriale
anno edizione: 2012
Una nuova edizione, con testo italiano a fronte, del capolavoro di Ruzante che tiene conto degli studi filologici degli ultimi trent'anni. Una nuova interpretazione che introduce al pensiero tutt'altro che popolare di Angelo Beolco e ai temi alchimistici, ermetici e politici coltivati dal circolo padovano del suo protettore Alvise Cornaro, connessi alla sua idea della "vita sobria" e della "santa agricoltura".
I dialoghi. La seconda Oratione. I prologhi alla Moschetta
Ruzante
Libro: Libro in brossura
editore: Antenore
anno edizione: 2000
pagine: 200
La pastoral. La prima oratione. Una lettera giocosa
Ruzante
Libro: Libro in brossura
editore: Antenore
anno edizione: 2000
pagine: VIII-228
La moscheta
Ruzante
Libro: Copertina morbida
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 2011
pagine: 114
Un classico del teatro italiano del Cinquecento. In "Moscheta", Angelo Beolco detto Ruzante affronta temi e situazioni farsesche, dove anche il sesso è protagonista, disegnandovi all'interno, con meravigliosa evidenza comica, comportamenti e psicologie di personaggi difficilmente dimenticabili. Una commedia in dialetto pavano che ha libertà e forza inventiva paragonabili a quelle della quasi contemporanea "Mandragola" di Machiavelli. "Moscheta" è stata messa in scena nella stagione 2011-2012 dal Teatro Stabile di Genova con testo a cura dello specialista ruzantiano Gianfranco De Bosio e con la regia di Marco Sciaccaluga, per l'interpretazione di Tullio Solenghi, Maurizio Lastrico, Barbara Moselli e Enzo Paci.
Moschetta
Ruzante
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2010
pagine: 391
Angelo Beolco soprannominato il Ruzante (? 1494 - 1542) è senz'altro, tra i grandi autori del Rinascimento, uno dei meno frequentati: ciò si deve in larga misura al mezzo espressivo da lui preferito, il pavano, ossia l'ostico dialetto allora persistente della campagna padovana. Al successo in vita delle sue commedie seguì un oblio pressoché totale anche nel Veneto, pur trattandosi di scrittore paragonabile a Teofilo Folengo o a Francois Rabelais. Avviatane la riscoperta a metà Ottocento, è iniziato alla fine di quel secolo un lento risarcimento sul piano critico, storico nonché editoriale; eppure, nonostante i risultati finora raggiunti, tale processo è ben lontano dall'essere concluso per quanto riguarda la disponibilità di testi filologicamente affidabili. Ecco dunque perché, a più di quarantanni dalla silloge curata da Ludovico Zorzi, si inaugura con questo volume una serie che offrirà tutte le opere del Ruzante in edizioni critiche corredate di traduzione e di sistematico commento volto a illustrare i testi da ogni punto di vista. Autentico capolavoro è la commedia qui proposta, la "Moschetta", databile con ogni probabilità tra il 1529 e il 1532, e scritta a diretto contatto con il teatro di corte ferrarese guidato in quegli anni da Ludovico Ariosto: lo sprovveduto villano Ruzante, la moglie Betìa, il compare Menato e il soldato bergamasco Tonin vi figurano quali protagonisti di una calibrata vicenda di infedeltà, travestimenti, contraffazioni linguistiche e spietate rivincite.