Libri di Silvia Mocellin
Paradosso. Rivista di filosofia. Volume Vol. 2
Libro: Libro in brossura
editore: Il Poligrafo
anno edizione: 2025
pagine: 168
Che cosa significa incontrare l’altro? Quali forme assume l’alterità nelle esperienze fondamentali dell’esistenza? Attraverso prospettive che spaziano dalla fenomenologia all’etica, dalla sociologia alla decostruzione, i saggi qui raccolti mettono in luce la complessità dell’alterità come categoria filosofica viva: la tensione tra attività e passività nella relazione, l’ambivalenza del desiderio, l’attenzione come apertura, la critica del binarismo sessuale, la questione della globalizzazione e della convivenza interculturale. L’altro non si offre mai come realtà pienamente afferrabile; si manifesta come presenza mobile, capace di incrinare le nostre certezze e rimettere in gioco il nostro modo di pensare e abitare la relazione. L’incontro con l’altro, allora, non si risolve: si abita. L’alterità si lascia intravedere come qualcosa che sfugge alla presa concettuale, enigma che disorienta, apertura che ci espone, possibilità di accoglienza, ma anche condizione del pensiero critico e dell’apertura all’altro-da-sé. In un tempo segnato da chiusure identitarie e conflitti culturali, questa raccolta invita a riscoprire nell’altro la possibilità di una rinnovata umanità.
L'uomo senza dimensioni. Spazio, tempo e cultura nella società globalizzata
Silvia Mocellin
Libro: Libro in brossura
editore: Il Poligrafo
anno edizione: 2012
pagine: 179
L'homo oeconomicus in evoluzione. Modelli antropologici e teoria della responsabilità sociale d'impresa
Silvia Mocellin
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori Bruno
anno edizione: 2011
pagine: 192
Il modello di homo oeconomicus razionale ed egoista, che ha dominato il pensiero economico dell'ultimo secolo, sembra entrato in una crisi irreversibile. Teorie di origine e struttura diverse, ma accomunate da un medesimo "approccio evolutivo", propongono, ormai da anni, un paradigma alternativo dell'agire individuale, che dà finalmente spazio alle emozioni, ai sentimenti disinteressati, nonché alla dimensione dell'adattabilità della persona all'ambiente che la circonda. Siamo davvero al tramonto dell'homo oeconomicus? E quale importanza riveste l'adozione di nuovi modelli di comportamento in settori emergenti come quello della responsabilità sociale d'impresa? Il volume segue da vicino la crisi e l'evoluzione della nozione di homo oeconomicus, operando un confronto continuo e puntuale con i fondamenti etici e antropologici che stanno alla base di studi e applicazioni pratiche in tema di responsabilità sociale d'impresa; e suggerendo l'idea che l'apertura verso una maggior complessità e completezza antropologica sia, in realtà, ancora agli esordi.
Ripartire dalla «vita buona». La lezione aristotelica in Alasdair MacIntyre, Martha Nussbaum e Amartya Sen
Silvia Mocellin
Libro: Libro in brossura
editore: CLEUP
anno edizione: 2006
pagine: 232
L'autrice sviluppa un'originale rilettura del pensiero di tre autori centrali nel dibattito contemporaneo sui temi più importanti di etica pubblica, Alasdair MacIntyre, Martha Nussbaum e Amartya Sen, ripercorrendone il lavoro teorico attraverso un'analisi di convergenze e diversità della loro interpretazione del pensiero aristotelico. L'indagine è condotta mettendo in rilievo quali spunti permettano a ciascun autore di declinare il concetto di "vita buona" rispettivamente secondo una versione liberal o una communitarian o, nel caso di Sen, sulla base di una prospettiva sua propria e diversa rispetto ad entrambe le posizioni.
Il sogno poetico di un economista. L'antropologia economica di Amartya Sen, tra welfare economics e teoria dello sviluppo
Silvia Mocellin
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2005
pagine: 256
Il libro mira a "tenere insieme" i due settori di ricerca, quello economico e quello filosofico, dell'economista indiano premio Nobel: non è possibile comprendere appieno gli esiti della filosofia seniana senza prendere confidenza con il celebre teorema di impossibilità di Sen e con le sue acute critiche al welfarismo e alle tradizionali procedure di "collective choice". Precisamente di qui si diramano le sue più importanti conquiste tanto sul terreno del "welfare economics" che dell'attuale dibattito di etica pubblica.