Libri di Silvia Vizzardelli
Partiture dell'inconscio
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2024
pagine: 178
La scoperta dell’inconscio ci rivela a noi stessi come portatori di una trama di cui non siamo consapevoli, che però orienta e decide delle nostre vite. Lo strumento psichico non è affatto facile da suonare, ci avvertiva Freud nel 1905. È una scrittura tra le pieghe del corpo parlante che evoca continuamente lo scarto di una nota impossibile eppure capace, proprio per questo, di risuonare in tutte le altre. Ma come si scrive l’indicibile? Come si traccia l’impensato? Con quale battito, con quale pulsazione si fa sentire l’inconscio? Sul solco di questa metafora musicale, il primo numero dei «Quaderni di Skia» si interroga su una sorta di estetica dell’inconscio, cercando di sondare la materia sensibile, i tracciati, le figure e la metrica che lo articolano. Siamo alla ricerca di una partitura che, mentre distribuisce le parti, ne conservi il colpo d’occhio simultaneo e che, unica fra tutte, dia sonorità a ciò che resta sottotraccia.
Teleplastia. Saggio sulla psiche interrotta
Silvia Vizzardelli
Libro: Libro in brossura
editore: Orthotes
anno edizione: 2021
pagine: 196
Questo libro insegue una parola, il prefissoide tele, che ha una strana natura. Indica la lontananza proprio quando, nei suoi composti, si associa alla prossimità dell'affetto, all'intimità del movimento, all'attitudine di plasmare forme. Telepatia, telecinesi, teleplastia. Tra queste, in primo piano è la teleplastia, facoltà di creare forme a distanza, a mani libere, che agli inizi del Novecento ha ammaliato filosofi, psichiatri, scienziati non intimiditi da ciò che accadeva dietro le tende dei setting medianici. Siamo negli anni in cui nasce e si assesta la psicoanalisi, e dunque il magnetismo del tele coinvolge anche la neonata disciplina. Cos’è infatti la psicoanalisi se non il tentativo di concepire una relazione fondata sul non-rapporto? Tra coscienza e inconscio, tra psiche e corpo, tra analista e paziente. Figure unite nella loro rottura e inaccessibilità. La sfida è quella di abbandonare la concezione classica della causalità psichica a favore di una causalità sconcertante che istituisce legami a distanza. La soggettività ci apparirà come uno sfogliettamento di scritture e superfici parallele, tenute insieme da un legame selvaggio che, a stento, chiameremmo ancora storia.
Voce. Un incontro tra filosofia e psicoanalisi
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2019
pagine: 232
Il tema della voce è un invito ad abbandonare qualsiasi speranza di semplicità, qualsiasi illusione di poter far filosofia senza accettare il fatto che si vada incontro alla complessità, alla densità dell’esperienza. La voce, da un lato, ci spinge dentro il magma plurimateriale dell’esperienza e, dall’altro, si presenta con una sua vividezza pulsionale senza pari: è lì, ci parla da molto vicino, dice del nostro modo di godere, mette in moto il nostro corpo portandoci al limite del pudore, di una vergogna ontologica, della vertigine dell’esposizione. “Si è troppo esposti alla voce e la voce espone troppo, si incorpora e espelle troppo”, per dirla con le precise e suggestive parole di Dolar. Quando la filosofia si accosta seriamente, con l’aiuto della psicoanalisi, a questo spazio intermedio, a questo punto topologico paradossale e ambiguo, tra complessità materica e vividezza pulsionale, trova, per così dire, la sua voce.
La tentazione dello spazio. Estetica e psicoanalisi dell'inorganico
Valentina De Filippis, Silvia Vizzardelli
Libro: Libro in brossura
editore: Orthotes
anno edizione: 2016
pagine: 176
Al fondo dell’arte è la pietra, l’osso, il cristallo. Quella che proponiamo è un’estetica del torpore. Inerzia, dimissione della vita, tentazione dello spazio, seduzione dell’inorganico: sono i personaggi concettuali che incontriamo in queste pagine. Si tratta di spezzare la solennità di un rito del pensiero. Secoli di riflessione ci hanno abituati a pensare l’esperienza estetica come dimora dell’espressività soggettiva, come enfasi vitale, come volto dell’interiorità mossa e commossa. Per spezzare questo rito, occorre sovvertire il modo in cui guardiamo all'atto creativo, occorre coglierlo non più dal lato dell’effervescenza e della vita sospesa, bensì da quello del collasso, della caduta, del mancamento. L’esperienza estetica è il luogo di una perdita, di un passo indietro nella vita, di un cedimento e di una cessione di parti di corpo. Posture che colgono il soggetto nella deriva del godimento, in una inerzia dello slancio vitale. Contro ogni stereotipia, l’arte ci concede il lusso di morire, l’arte tocca l’inorganico. E in questo ricetto scopre inaudite forme germoglianti.
Io mi lascio cadere. Estetica e psicoanalisi
Silvia Vizzardelli
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2014
pagine: 133
Cosa significa cadere, lasciarsi andare, precipitare a valle? Cosa significa abbandonarsi a qualcosa che viene dato in pasto ai nostri sensi? L'esperienza più semplice e immediata della nostra vita rivela una complessità straordinaria se la osserviamo attraverso la lente dell'estetica e quella della psicoanalisi. E viceversa: il tema della riuscita, caro all'estetica e alla teoria delle arti, e il tema della soddisfazione del desiderio, caro alla psicoanalisi, guadagnano un nuovo volto se li lasciamo illuminare dall'esperienza della caduta. Un atto rovinoso e insieme felice che richiede una forma rassegnata di automatismo, di passività, di cedimento e insieme una forma embrionale di collaborazione, di facilitazione, di attività. Un gesto, insomma, che si offre come improvvisa saldatura di definitivo e iniziale. Il mondo in cui viviamo ci espone a una condizione estrema di apertura, la rincorsa delle possibilità ci sottrae sempre di più l'oggetto da arpionare, trascina come su un nastro il nostro desiderio ma niente "ci viene dato in pasto". Acquista forza quindi il progetto di contrastare questa penuria, questo stato di sospensione che trattiene tra le sue maglie il desiderio.
Battere il tempo. Estetica e metafisica in Vladimir Jankélévitch
Silvia Vizzardelli
Libro
editore: Quodlibet
anno edizione: 2003
pagine: 182
Verso una nuova estetica. Categorie in movimento
Silvia Vizzardelli
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori Bruno
anno edizione: 2010
pagine: 186
L'evoluzione delle arti nel corso del Novecento ha drasticamente mutato anche la natura dei concetti che impieghiamo per descriverle e giudicarle. Alla base di questo libro c'è la convinzione che per seguire al meglio questo processo verso una nuova estetica, lo strumento più adatto proviene dalla pertinenza dei nomi e delle categorie. Morphing è la parola chiave. Una trasformazione fluida, graduale, senza soluzione di continuità ci pone davanti, a un certo punto, un panorama mutato, una storia nuova che dobbiamo raccontare con uno stile e un vocabolario diversi, approfittando del senso che le parole guadagnano sul terreno concreto del loro uso. Per questo Silvia Vizzardelli, con un gusto per i passaggi impercettibili e per le dinamiche sottili, inette a confronto, di volta in volta, un termine dell'estetica tradizionale e quello che, nel dibattito attuale, ne ha preso produttivamente il posto. Tutte le categorie individuate vengono affrontate per coppie, non per fornire un lessico dell'estetica, ma allo scopo di rendere evidente la corrente che le attraversa e gli slittamenti che si sono prodotti nella storia recente della disciplina.
Filosofia della musica
Silvia Vizzardelli
Libro: Copertina morbida
editore: Laterza
anno edizione: 2007
pagine: 195
I rapporti tra musica e filosofia sono sempre stati complessi e insidiosi. Da un lato, la filosofia ha visto nella musica un semplice allettamento dei sensi, fonte di piacere e di soddisfazione più che occasione di riflessione, dall'altro l'ha considerata come un'esperienza privilegiata di contatto con l'assoluto e con il divino, al punto da volerne quasi imitare forme e ritmi. Il primo capitolo del volume ripercorre gli snodi fondamentali della storia del pensiero musicale e si sofferma sullo scarto di consapevolezza che, a partire dal romanticismo, ha fatto sì che la riflessione filosofica sulla musica prendesse uno sviluppo e un'importanza prima sconosciute. Il secondo capitolo rilegge la tradizionale questione del ruolo del sentimento nell'arte dei suoni, inserendosi così in una discussione che è oggi tornata di attualità e occupa gran parte della riflessione dedicata alla musica dall'estetica analitica angloamericana. Il terzo capitolo prende in esame la questione della tecnica, richiamandosi alle elaborazioni critiche e teoriche proposte dai grandi autori dell'estetica musicale novecentesca - da Adorno a Dahlhaus - e confrontandosi con le tesi emergenti nell'ambito delle poetiche musicali contemporanee, da Xenakis a Boulez.