Libri di Stefano G. Azzarà
Hegel e la Germania. Filosofia e questione nazionale tra rivoluzione e reazione
Domenico Losurdo
Libro: Libro in brossura
editore: Pgreco
anno edizione: 2024
pagine: 742
La maturità di Hegel cade nel periodo di più profonda umiliazione della Germania, invasa dagli eserciti del paese che, con la rivoluzione del 1789, aveva promesso la “fraternità” tra le nazioni e la pace perpetua. Sull’onda della delusione di massa e della conseguente “crisi dei miti”, si sviluppa un movimento che, nel condannare l’occupazione napoleonica, tende a respingere come estraneo all’anima germanica tutto il patrimonio culturale e politico proveniente da Oltrereno. Confrontandosi con queste tendenze, nelle quali l’aspirazione progressiva all’indipendenza e la mobilitazione popolare si mescolano a un atteggiamento fondamentalista di chiusura che finirà per convergere con la Restaurazione, pur tenendo fermo il diritto all’autodeterminazione e pur cogliendo la novità di questa inusitata costellazione di forze, il filosofo si batte con la sua “politica culturale” per ridare diritto di cittadinanza in terra tedesca alle idee della rivoluzione francese e alle conquiste della modernità. Si trattava di promuovere su tali basi il superamento dei retaggi feudali e il rinnovamento politico e nazionale del proprio paese e della sua struttura statale. Nel ripercorrere tappa per tappa l’evoluzione di Hegel, Losurdo la inserisce nell’affresco di un appassionato dibattito che vede intervenire i grandi filosofi e i grandi intellettuali (Fichte, Schelling, Schleiermacher, Goethe, Jacobi, Herder, Savigny, Heine, i fratelli Schlegel, ecc.), i protagonisti della vita politica del tempo, gli autori minori. L’immagine di uno Hegel conservatore, tuttora radicata nella storiografia filosofica, ne risulta completamente rovesciata. Prefazione di Stefano G. Azzarà.
Friedrich Nietzsche. Dal radicalismo aristocratico alla rivoluzione conservatrice. Quattro saggi di Arthur Moeller van den Bruck
Stefano G. Azzarà
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2014
pagine: 239
È la stessa cosa leggere Nietzsche quando è ancora vivo il ricordo della Comune di Parigi e leggerlo quando la lotta di classe cede il passo al conflitto tra la Germania e le altre potenze europee? Ed è la stessa cosa leggerlo dopo la guerra, quando una sconfitta disastrosa ha mostrato la fragilità del Reich? Questo libro ricostruisce le interpretazioni nietzscheane di Arthur Moeller van den Bruck, padre della Rivoluzione conservatrice e precursore di Spengler, Heidegger e Junger. Moeller ridefinisce la filosofia di Nietzsche adattandola ai salti della storia europea tra gli ultimi decenni del XIX secolo e la fine della Prima guerra mondiale. Il Nietzsche artista e profeta che tramonta assieme all'Ottocento rinasce così nel passaggio di secolo come il filosofo-guerriero di una nuova Germania darwinista; per poi diventare, nella Repubblica di Weimar, l'improbabile teorico di un socialismo mistico e spirituale. Tre diverse letture emergono perciò da tre diversi momenti della storia europea e stimolano il passaggio dal pensiero liberalconservatore alla Rivoluzione conservatrice. In appendice, la prima traduzione italiana dei quattro saggi di van den Bruck su Nietzsche.
Democrazia cercasi. Dalla caduta del muro a Renzi: sconfitta e mutazione della sinistra, bonapartismo postmoderno e impotenza della filosofia in Italia
Stefano G. Azzarà
Libro: Copertina morbida
editore: Imprimatur
anno edizione: 2014
pagine: 336
Possiamo ancora parlare di democrazia in Italia? Mutamenti imponenti hanno favorito una forma neobonapartistica e ipermediatica di potere carismatico e hanno relegato molti cittadini nell'astensionismo o nella protesta rabbiosa. In nome dell'emergenza economica permanente e della governabilità, gli spazi di riflessione pubblica sono stati sacrificati al primato di un decisionismo improvvisato.
I nietzscheani di sinistra. Deleuze, Foucault e il postmodernismo. Decostruzione di una teoria filosofica
Jan Rehmann
Libro: Libro in brossura
editore: Odradek
anno edizione: 2009
pagine: 235
Politica, progetto, piano. Livio Sichirollo e Giancarlo De Carlo a Urbino (1963-1990)
Stefano G. Azzarà
Libro: Libro in brossura
editore: Cattedrale
anno edizione: 2009
pagine: 128
Materialismo storico. Rivista di filosofia, storia e scienze umane. Volume Vol. 1-2
Libro: Libro in brossura
editore: Simple
anno edizione: 2016
pagine: 388
A lungo protagonista del dibattito filosofico e storiografico, il materialismo storico non ha oggi più casa nell'accademia italiana e sembra definitivamente relegato al ricordo di una stagione conclusa. Questa rivista vuole contribuire alla riscoperta e al rinnovamento della più originale versione italiana del marxismo e del suo legame con il pensiero dialettico di ispirazione hegeliana, rafforzando in tal modo anche il pluralismo del dibattito culturale nelle università. Proponendo agli studiosi una riscoperta e un rinnovamento del metodo storico-materialistico e aprendosi alle più ampie proposte di collaborazione - e guardando in particolar modo a una nuova generazione di ricercatori che in Italia come altrove si avvicina con interesse a queste problematiche - "Materialismo Storico" vuole infine contribuire all'arricchimento del patrimonio culturale e al prestigio scientifico dell'Università di Urbino e del Dipartimento di studi umanistici.
Il virus dell'Occidente. Universalismo astratto e sovranismo particolarista di fronte allo stato d'eccezione
Stefano G. Azzarà
Libro
editore: Mimesis
anno edizione: 2020
pagine: 432
La pandemia di Covid-19 ha fatto emergere le contraddizioni delle società capitalistiche, rese sempre più fragili e disuguali da decenni di guerra ai salari e ai diritti delle classi subalterne, dallo smantellamento del welfare e dal prevalere di forme di coscienza ultracompetitive. Certo della propria eternità e incapace di immaginare un modello alternativo di legame sociale, l'Occidente ha creduto che il “virus cinese” colpisse solo i paesi arretrati o ritenuti autoritari e che mai potesse diffondersi nelle nostre efficienti e trasparenti democrazie tecnologiche. Invece di prendere sul serio l'esperienza di altre realtà che hanno gestito meglio l'emergenza grazie alla capacità dello Stato e della politica di guidare l'economia e la produzione, subordinando gli interessi privati a quelli della maggioranza, ha negato a essa ogni riconoscimento, fino a procurarsi da solo un rischio estremo per eccesso di hybris. A questa rinuncia suicida a guardare l'alterità non è sfuggito il dibattito filosofico: di fronte allo stato d'eccezione, sia le posizioni dirittumaniste astratte sia il sovranismo particolarista e populista – che dell'odierna egemonia neoliberale costituisce non l'alternativa, ma una scissione conservatrice – condividono infatti il medesimo atteggiamento suprematista, con il rifiuto di elaborare una forma concreta di universalismo e di pensare una diversa configurazione del rapporto tra individuo, società civile e Stato, ma anche una diversa forma di convivenza tra le nazioni.
Nonostante Laclau. Populismo ed egemonia nella crisi della democrazia moderna
Stefano G. Azzarà
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2017
pagine: 118
È il populismo di sinistra la risposta giusta alla crisi della democrazia? La decostruzione postmoderna delle identità storiche apre una nuova stagione di libertà e pluralismo oppure finisce per accettare un terreno di gioco regressivo, nel quale viene già precostituita l'"egemonia" delle tendenze più particolaristiche e la produzione di appartenenze naturalistiche? Stefano G. Azzarà si interroga sui conflitti del nostro tempo, tra neoliberalismo e ricerca di un nuovo orizzonte di progettualità politica.
Comunisti, fascisti e questione nazionale. Fronte rossobruno o guerra d'egemonia?
Stefano G. Azzarà
Libro
editore: Mimesis
anno edizione: 2018
pagine: 266
Dopo decenni di entusiasmo per la globalizzazione e l’unificazione europea, l’emergere dei movimenti sovranisti e populisti in un’epoca di crisi organica sembra rendere di nuovo attuale la questione nazionale ed evoca la suggestione di un blocco trasversale di contestazione del capitalismo neoliberale e apolide che unisca tutti i “ribelli” della società borghese, lasciandosi alle spalle l’alternativa tra destra e sinistra. Anche nella Germania degli anni Venti, ai tempi delle riparazioni di guerra e dell’occupazione della Ruhr, questi temi erano all’ordine del giorno. L’appello di Karl Radek per un fronte unito dei lavoratori, aperto ai ceti medi e alla piccola borghesia patriottica e capace di difendere l’indipendenza del Paese dall’imperialismo straniero, non era però la proposta di un’alleanza totalitaria degli opposti radicalismi estremistici ma la dichiarazione di una furibonda guerra d’egemonia. Uno scontro ideologico che puntava semmai a bruciare il terreno sotto i piedi al fascismo nascente e a candidare la classe operaia tedesca, sulla scorta dell’esperienza bolscevica e del dibattito aperto nel Komintern da Lenin, alla guida della nazione e della sua rinascita. La disputa dei comunisti con Arthur Moeller van den Bruck e la Rivoluzione conservatrice tedesca sfata il mito dell’estraneità del materialismo storico agli interessi nazionali. Tuttavia, al contrario degli odierni equivoci eurasiatisti e socialsciovinisti, attesta l’insuperabile incompatibilità filosofica – prima ancora che politica e morale – tra il particolarismo naturalistico delle destre, con le loro persistenti pulsioni discriminatorie di stampo coloniale, e l’universalismo concreto del marxismo e del suo sogno di un mondo senza guerre.
Materialismo storico. Rivista di filosofia, storia e scienze umane. Volume Vol. 1
Libro: Libro in brossura
editore: Simple
anno edizione: 2019
pagine: 214
A lungo protagonista del dibattito filosofico e storiografico, il materialismo storico non ha oggi più casa nell'accademia italiana e sembra definitivamente relegato al ricordo di una stagione conclusa. Questa rivista vuole contribuire alla riscoperta e al rinnovamento della più originale versione italiana del marxismo e del suo legame con il pensiero dialettico di ispirazione hegeliana, rafforzando in tal modo anche il pluralismo del dibattito culturale nelle università. Proponendo agli studiosi una riscoperta e un rinnovamento del metodo storico-materialistico e aprendosi alle più ampie proposte di collaborazione - e guardando in particolar modo a una nuova generazione di ricercatori che in Italia come altrove si avvicina con interesse a queste problematiche - "Materialismo Storico" vuole infine contribuire all'arricchimento del patrimonio culturale e al prestigio scientifico dell'Università di Urbino e del Dipartimento di studi umanistici.
Materialismo storico. Rivista di filosofia, storia e scienze umane. Volume Vol. 2
Libro: Libro in brossura
editore: Simple
anno edizione: 2019
pagine: 450
A lungo protagonista del dibattito filosofico e storiografico, il materialismo storico non ha oggi più casa nell'accademia italiana e sembra definitivamente relegato al ricordo di una stagione conclusa. Questa rivista vuole contribuire alla riscoperta e al rinnovamento della più originale versione italiana del marxismo e del suo legame con il pensiero dialettico di ispirazione hegeliana, rafforzando in tal modo anche il pluralismo del dibattito culturale nelle università. Proponendo agli studiosi una riscoperta e un rinnovamento del metodo storico-materialistico e aprendosi alle più ampie proposte di collaborazione - e guardando in particolar modo a una nuova generazione di ricercatori che in Italia come altrove si avvicina con interesse a queste problematiche - "Materialismo Storico" vuole infine contribuire all'arricchimento del patrimonio culturale e al prestigio scientifico dell'Università di Urbino e del Dipartimento di studi umanistici.
Il processo Stalin
Ruggero Giacomini
Libro
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2019
pagine: 384
Il 25 febbraio 1956, davanti a delegati del XX Congresso del Pcus e a reduci della prigionia, si svolse un singolare processo a Stalin, morto ormai da tre anni, in cui Kruscev assunse i ruoli di pubblico ministero, testimone d'accusa e giudice. Ne risultò il famoso Rapporto Kruscev, in cui venivano elencati tutti i crimini di Stalin e che fu utilizzato come fonte di riferimento dalla storiografia dominante durante la Guerra Fredda. Ruggero Giacomini, avvalendosi delle nuove documentazioni emerse dagli archivi sovietici, passa in rassegna in modo analitico tutti i capi d'accusa e, senza negare gli orrori e gli errori dell'epoca staliniana, dimostra come quel particolare processo fu per Kruscev un modo per rafforzare la propria autorità. Prefazione di Stefano G. Azzarà.