Libri di Domenico Losurdo
La lotta di classe. Una storia politica e filosofica
Domenico Losurdo
Libro: Libro in brossura
editore: Laterza
anno edizione: 2025
pagine: 392
Si discute sempre più del ritorno della lotta di classe. Ma siamo davvero sicuri che fosse scomparsa? La lotta di classe non è soltanto il conflitto tra classi proprietarie e lavoro dipendente. È anche «sfruttamento di una nazione da parte di un’altra», come denunciava Marx, e l’oppressione «del sesso femminile da parte di quello maschile», come scriveva Engels. Siamo dunque in presenza di tre diverse forme di lotta di classe, chiamate a modificare radicalmente la divisione del lavoro e i rapporti di sfruttamento e di oppressione che sussistono a livello internazionale, in un singolo paese e nell’ambito della famiglia. A fronte dei colossali sconvolgimenti che hanno contrassegnato il passaggio dal XX al XXI secolo, la teoria della lotta di classe si rivela oggi più vitale che mai, a condizione che non diventi facile populismo che tutto riduce allo scontro tra ‘umili’ e ‘potenti’, ignorando proprio la molteplicità delle forme del conflitto sociale. Una originale rilettura della teoria di Marx ed Engels e della storia mondiale che prende le mosse dal “Manifesto del partito comunista”.
La comunità, la morte, l'Occidente
Domenico Losurdo
Libro
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 1991
pagine: 252-VIII
La catastrofe della Germania e l'immagine di Hegel
Domenico Losurdo
Libro
editore: Guerini e Associati
anno edizione: 1988
pagine: 175
Democrazia o bonapartismo. Trionfo e decadenza del suffragio universale
Domenico Losurdo
Libro
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 1993
pagine: 350
Tormentata è la storia del suffragio universale, ostacolato, ancora in pieno Novecento, dalla discriminazione di censo, di razza, di sesso, che si è rivelata particolarmente tenace proprio nei paesi di più consolidata tradizione liberale. Un nuovo modello di democrazia sembra voler divenire il regime politico del nostro tempo. Gli Stati Uniti costituiscono il privilegiato paese-laboratorio del "bonapartismo-soft" che ora si affaccia anche in Italia e di cui ci parla Losurdo.
Hegel e la Germania. Filosofia e questione nazionale tra rivoluzione e reazione
Domenico Losurdo
Libro: Libro in brossura
editore: Pgreco
anno edizione: 2024
pagine: 742
La maturità di Hegel cade nel periodo di più profonda umiliazione della Germania, invasa dagli eserciti del paese che, con la rivoluzione del 1789, aveva promesso la “fraternità” tra le nazioni e la pace perpetua. Sull’onda della delusione di massa e della conseguente “crisi dei miti”, si sviluppa un movimento che, nel condannare l’occupazione napoleonica, tende a respingere come estraneo all’anima germanica tutto il patrimonio culturale e politico proveniente da Oltrereno. Confrontandosi con queste tendenze, nelle quali l’aspirazione progressiva all’indipendenza e la mobilitazione popolare si mescolano a un atteggiamento fondamentalista di chiusura che finirà per convergere con la Restaurazione, pur tenendo fermo il diritto all’autodeterminazione e pur cogliendo la novità di questa inusitata costellazione di forze, il filosofo si batte con la sua “politica culturale” per ridare diritto di cittadinanza in terra tedesca alle idee della rivoluzione francese e alle conquiste della modernità. Si trattava di promuovere su tali basi il superamento dei retaggi feudali e il rinnovamento politico e nazionale del proprio paese e della sua struttura statale. Nel ripercorrere tappa per tappa l’evoluzione di Hegel, Losurdo la inserisce nell’affresco di un appassionato dibattito che vede intervenire i grandi filosofi e i grandi intellettuali (Fichte, Schelling, Schleiermacher, Goethe, Jacobi, Herder, Savigny, Heine, i fratelli Schlegel, ecc.), i protagonisti della vita politica del tempo, gli autori minori. L’immagine di uno Hegel conservatore, tuttora radicata nella storiografia filosofica, ne risulta completamente rovesciata. Prefazione di Stefano G. Azzarà.
La lotta di classe. Una storia politica e filosofica
Domenico Losurdo
Libro: Libro in brossura
editore: Laterza
anno edizione: 2015
pagine: 387
La crisi economica infuria e si discute sempre più del ritorno della lotta di classe. Ma siamo davvero sicuri che fosse scomparsa? La lotta di classe non è soltanto il conflitto tra classi proprietarie e lavoro dipendente. È anche "sfruttamento di una nazione da parte di un'altra", come denunciava Marx, e l'oppressione "del sesso femminile da parte di quello maschile", come scriveva Engels. Siamo dunque in presenza di tre diverse forme di lotta di classe, chiamate a modificare radicalmente la divisione del lavoro e i rapporti di sfruttamento e di oppressione che sussistono a livello internazionale, in un singolo paese e nell'ambito della famiglia. A fronte dei colossali sconvolgimenti che hanno contrassegnato il passaggio dal XX al XXI secolo, la teoria della lotta di classe si rivela oggi più vitale che mai a condizione che non diventi facile populismo che tutto riduce allo scontro tra umili e potenti, ignorando proprio la molteplicità delle forme del conflitto sociale. Domenico Losurdo procede a una originale rilettura della teoria di Marx ed Engels e della storia mondiale che prende le mosse dal Manifesto del partito comunista.
Antonio Gramsci. Dal liberalismo al «comunismo critico»
Domenico Losurdo
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2024
pagine: 400
Nonostante il profondo legame simpatetico con le classi subalterne, sul piano culturale Gramsci inizia come liberale: fa riferimento a Croce e Gentile e, sulla loro scia, condanna il giacobinismo. La presa di posizione a favore del liberalismo è la difesa della modernità e del soggetto capace di autodeterminazione. Ma proprio questa conquista viene liquidata dalla Prima Guerra mondiale e dall’irregimentazione di massa che essa comporta. Nel salutare la rivoluzione d’Ottobre, scoppiata sull’onda della lotta contro l’immane carneficina, Gramsci sviluppa la critica del liberalismo e matura il passaggio ad un «comunismo critico» che vuole essere erede delle conquiste della modernità.
La questione comunista. Storia e futuro di un’idea
Domenico Losurdo
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2021
pagine: 206
Dopo la dissoluzione dell’URSS, il marxismo, in particolare in Occidente, è entrato in una crisi che appare irreversibile. Per uscire da questa crisi – che non è un “destino” –, Domenico Losurdo, fuori da ogni intento apologetico, articola in questo libro un bilancio storico-filosofico dell’esperienza sovietica e del marxismo nel suo complesso. Ma Losurdo compie anche un passo ulteriore: osserva il marxismo per individuare ciò che esso è capace di costruire in un futuro più o meno lontano.
Imperialismo e questione europea
Domenico Losurdo
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2019
pagine: 552
Quali caratteristiche deve possedere oggi un movimento di emancipazione per essere considerato tale? Quale l'antagonista contro cui occorrerebbe concentrare le energie? Che cosa dovremmo intendere per imperialismo? Questa raccolta di scritti di Domenico Losurdo contribuisce a gettare una luce chiarificatrice su alcuni nodi irrisolti del nostro presente: l'eredità della tradizione coloniale e del nazifascismo, la democrazia moderna, l'identità politica dell'Unione europea. Le critiche al "populismo", all'"economicismo", all'"antimperialismo barocco", concettualmente debitrici della lezione di Hegel (di cui l'autore è stato illustre studioso), forniscono gli strumenti analitici con cui affinare la nostra prospettiva della conflittualità, affrancarsi da una raffigurazione meccanicista delle contraddizioni sociali e acquisire, da un punto di vista sia spaziale che temporale, uno sguardo ben più ampio e profondo - ovvero una visione dialettica - sui grandi conflitti che hanno infiammato e seguiteranno ad infiammare i nostri tempi.
Marxismo e comunismo
Domenico Losurdo
Libro: Libro in brossura
editore: Affinità Elettive Edizioni
anno edizione: 2018
pagine: 82
“La storia del movimento comunista è stata un grande capitolo di storia per abolire la schiavitù coloniale e per l’affermazione di un’autentica morale capace di rispettare ogni uomo”.
Gramsci e il giudice
Ruggero Giacomini
Libro
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2017
pagine: 416
«Onorevole Gramsci, lei ha degli amici che certamente desiderano che lei rimanga un pezzo in galera». Con queste parole il giudice istruttore del Tribunale Speciale, Enrico Macis, mostra al capo del Partito Comunista d’Italia, detenuto nel carcere milanese di San Vittore, una lettera proveniente da Mosca, di cui è mittente il dirigente comunista Ruggero Grieco. Di qui nascono i timori e i sospetti di Antonio Gramsci che una provocazione contro di lui possa essere venuta dal vertice del suo partito e, a seguire, l’infinita denuncia della pubblicistica e della storiografia – anche recenti – alla ricerca del colpevole ispiratore, puntando il dito solitamente su Palmiro Togliatti. Intorno al prigioniero Gramsci, Macis mette in moto una macchina infernale di insinuazioni e menzogne. Ma chi era questo magistrato, accreditatosi come un onesto e indipendente professionista della giustizia? Quale il suo ruolo effettivo nel sistema di potere fascista? Quale la verità del suo giudizio? A questi interrogativi – finora largamente elusi – risponde la ricostruzione di Ruggero Giacomini, frutto di una minuziosa ricerca condotta su molte fonti inedite, nel confronto serrato con la principale storiografia.