Libri di Umberto Albini
Oreste-Ifigenia in Aulide. Testo greco a fronte
Euripide
Libro
editore: Garzanti
anno edizione: 2008
pagine: 288
Ifigenia in Tauride-Baccanti. Testo greco a fronte
Euripide
Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2005
pagine: 272
«Impera un gran disordine in cielo e in terra» sentenzia Oreste nell'Ifigenia in Tauride (414 ca a.C.). Euripide porta il caos sulla scena e sovverte lo schema classico della partita tra gli uomini e il fato. Mentre nei drammi di Eschilo e Sofocle è impossibile sottrarsi agli dei e agli oracoli, Euripide imbastisce un intrigo romanzesco a lieto fine in cui i protagonisti sfuggono a una triste sorte con il coraggio, l'astuzia, l'inganno. Così Ifigenia, strappata da Artemide al sacrificio in Aulide e trasportata in terra barbara, quando scopre che la vittima da immolare è il fratello Oreste, disobbedisce al volere della dea e organizza con successo la fuga. Baccanti, rappresentata dopo il 406 a.C., fu giudicata da Goethe la più bella opera di Euripide. Penteo, re di Tebe che ha rifiutato, in nome della ragion di stato, di rendere onori divini a Dioniso, finisce dilaniato dalle baccanti guidate da sua madre Agave, che in preda al furore lo scambiano per una fiera. Ambigua e ricca di un fascino misterioso, è la tragedia della debolezza della ragione umana di fronte alla potenza dell'irrazionale, della violenza cieca che può scatenarsi nella comunità quando cede alla sirena degli istinti e si lascia travolgere dal proprio delirio.
Alcesti-Ciclope. Testo greco a fronte
Euripide
Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2005
pagine: XXXVIII-192
Euripide sceglie i suoi argomenti tra i miti meno noti o si sofferma su aspetti secondari dei grandi cicli epici e tragici. Nel Ciclope, il celebre episodio dell'Odissea è riletto in chiave comica e burlesca; nell'Alcesti, le sorti della giovane sposa che decide di morire al posto del suo amato, diventano pretesto per indagare il nesso amore-morte. Grande indagatore della doppiezza dell'animo umano, Euripide è considerato uno dei massimi poeti tragici dell'antichità. Dalla sua opera, scrive Umberto Albini, "si finisce sempre per ricavare qualcosa che richiama interrogativi, minacce, angosce attuali".
Medea-Ippolito. Testo greco a fronte
Euripide
Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2003
pagine: 240
Due tragedie "forti", in cui la presenza degli dèi ha ormai solo una funzione di immagine-simbolo di valori immanenti nella vita dell'uomo, come la forza dell'eros e l'ideale della purezza. La protagonista di "Ippolito", Fedra, e ancor più Medea sono tra i personaggi più drammatici del teatro d'ogni tempo: la tragedia è tutta interiore, il conflitto è dentro l'animo delle due straordinarie figure femminili, nello scontro tra le ragioni del cuore e della passione e la lucidità delle risoluzioni estreme portate a compimento.
Olimpiche
Pindaro
Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2025
pagine: 304
Dei quattro libri di Epinici – i canti per gli atleti vincitori – che è tutto quello che sopravvive dell'opera di Pindaro, il primo raccoglie le Olimpiche, le odi scritte per il più antico e prestigioso dei giochi panellenici. Sono componimenti dalla struttura piuttosto uniforme: alle notizie sul vincitore e sulla sua famiglia seguono una rievocazione mitologica e una serie di sentenze che esprimono le convinzioni personali del poeta. Profeta di una concezione religiosa e solenne della lirica, nelle Olimpiche Pindaro è allo stesso tempo il cantore che celebra l'agone, immortalando l'eccellenza atletica e la fama delle belle imprese, e il saggio che esalta gli ideali aristocratici, fondati sulle antiche virtù eroiche. Le qualità individuali – la bellezza, la prestanza fisica, la ricchezza e la fama – sono innate e concesse dagli dei, ma sono vane se non interviene il poeta a celebrarle e divulgarle con la sua arte. Considerato dagli antichi inimitabile nello stile, ricco di allusioni e metafore, Pindaro fu particolarmente apprezzato dai poeti dell'Ottocento, dal Goethe degli inni giovanili al Foscolo dei Sepolcri, dal Leopardi dei canti civili a Hölderlin, che ne tradusse tutte le Pitiche e parte delle Olimpiche.
Atene segreta. Delitti, golosità, donne e veleni nella Grecia classica
Umberto Albini
Libro: Libro in brossura
editore: Cue Press
anno edizione: 2024
pagine: 80
Attraverso testimonianze degli storici, dell’epica e del teatro classico, il volume delinea un vivido ritratto della vita nell’Atene del V e IV secolo a. C. Affrontando argomenti che vanno dalla cucina all’eros, dalla condizione femminile fino alla violenza e al gioco d’azzardo, Umberto Albini si diverte a decostruire il mito estatico e serioso della Grecia classica, restituendo al lettore una rappresentazione della vita quotidiana dell’antichità.
Fenice. Testo greco a fronte
Euripide
Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2009
pagine: XXX-160
Le Fenicie (411-409 a.C.) prendono il nome dal coro delle fanciulle inviate dai signori di Tiro al santuario di Delfi per essere consacrate ad Apollo e sorprese dalla guerra durante una sosta a Tebe. Tipica espressione della maturità di Euripide, la tragedia pone al centro dell'azione la contesa tra i figli di Edipo, Eteocle e Polinice, fratelli e nemici mortali che si disputano il regno: il primo è un despota crudele assetato di potere; il secondo un esule che soffre per la lontananza dalla patria e anela a una riconciliazione. Falliti i tentativi di mediazione della madre Giocasta, Polinice si unisce all'esercito di Argo per combattere contro Tebe, mentre Eteocle si erge a difensore della città. Nel duello finale tra i due fratelli che muoiono uno per mano dell'altro, avverando così la maledizione paterna, si assiste al tramonto della visione epica della guerra: in preda a un odio animalesco, i due eroi non parlano più il linguaggio dell'onore e della gloria, ma quello della pura sopraffazione dell'avversario. L'orribile delitto fratricida trascina nella sventura anche gli altri membri della famiglia dei Labdacidi, da Giocasta ad Antigone, suggellando il tragico destino della stirpe. Introduzione e traduzione di Umberto Albini Note di Fulvio Barberis.
Atene: l’udienza è aperta. Cronaca nera e giudiziaria nella Grecia classica
Umberto Albini
Libro: Libro in brossura
editore: Cue Press
anno edizione: 2024
pagine: 144
Dalla maestosa retorica delle orazioni di Lisia e Demostene fino ai dipinti comici e parodistici di Aristofane nelle Vespe, questo volume non solo ricostruisce il sistema giuridico dell’Atene classica, ma offre anche dettagli curiosi della cronaca giudiziaria di quei tempi, di cui Albini esplora con ricchezza di particolari gli aspetti investigativi e i retroscena politici, economici e sentimentali. Emergono così, in un affresco vivido e tangibile, gli usi, i costumi e le convenzioni di una società all’avanguardia nel mondo antico, ma allo stesso tempo sorprendentemente distante dall’esperienza contemporanea.
Maschere impure. Spettri, assassini, amori e miserie nei drammi greci
Umberto Albini
Libro: Libro in brossura
editore: Cue Press
anno edizione: 2024
pagine: 80
Nella tradizione teatrale della Grecia antica l’orrore e la violenza avevano non solo una funzione catartica, ma rappresentavano anche una forma di intrattenimento, in un modo non dissimile rispetto a quanto succede oggi. In costante dialogo con le esperienze del teatro moderno, Albini, nel suo saggio su «spettri, assassini, amori e miserie nei drammi greci», indaga aspetti, soluzioni sceniche e procedimenti collegati all’antica drammaturgia classica – in particolare nell’opera di Sofocle e di Euripide – in un percorso che ricostruisce aspetti non convenzionali del teatro greco.
Nel nome di Dioniso. Vita teatrale nell'Atene classica
Umberto Albini
Libro: Libro in brossura
editore: Cue Press
anno edizione: 2022
pagine: 312
Rispetto a quello che comunemente si definisce «teatro greco», esistono due prospettive di studio: da una parte l’analisi dell’«edificio teatrale», ovvero maschere, costumi, il rapporto tra attore e spettatori, dall’altra i testi letterari, quel corpus di tragedie e commedie che hanno reso immortale la tradizione del teatro classico. Mettendo in relazione la parte pratica dell’organizzazione della macchina teatrale antica con i testi dei suoi autori più rappresentativi (da Eschilo a Menandro), Umberto Albini consegna con ironia e originalità, una panoramica a tutto tondo, storica, tecnica e letteraria del teatro greco, non lesinando di sottolineare suggestive influenze e relazioni con il teatro moderno.
Riso alla greca. Aristofane o la fabbrica del comico
Umberto Albini
Libro: Libro in brossura
editore: Cue Press
anno edizione: 2022
pagine: 114
Alle origini del comico c’è Aristofane. Le indagini dei critici e degli studiosi hanno illuminato molti aspetti della sua opera, da quelli letterari e filosofici a quelli politici, sociali e di costume. Hanno però prestato scarsa attenzione agli accorgimenti spettacolari, alle soluzioni comiche, alle eterogenee invenzioni verbali che hanno fatto delle commedie dell’artista ateniese un’irresistibile fonte di riso. Coniugando il rigore critico e la conoscenza dei meccanismi del teatro antico e moderno, Umberto Albini individua nei lavori di Aristofane il linguaggio e le strutture sceniche adottate per divertire un pubblico esigente e quanto mai vario, ricostruendo un esauriente ritratto della sua opera e dei suoi stilemi.
Eraclidi-Supplici. Testo greco a fronte
Euripide
Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2019
pagine: 208
Negli "Eraclidi" (430-427 a.C.) i figli di Eracle perseguitati da Euristeo, tiranno di Argo, si rifugiano a Maratona, invocando la protezione delle leggi di Atene. Il tema di fondo della tragedia è la lotta dei giusti contro i prepotenti pronti a violare con la forza il diritto (il diritto di asilo, il diritto a vivere in pace e sicurezza), e più in generale il conflitto tra legalità e umanità da un lato, e ferocia e disumanità dall'altro. Un conflitto che dilania gli stessi protagonisti: Alcmena, la madre di Ercole, invoca la morte di Euristeo trasformandosi in punitrice ancor più spietata del suo persecutore, mentre Euristeo, feroce oppressore, davanti alla morte reclama per sé quei diritti che ha sempre disprezzato. L'encomio di Atene come soccorritrice dei deboli e dei perseguitati risuona anche nelle "Supplici" (424 o 421 a.C.), in cui le madri dei capi argivi uccisi nell'assalto contro Tebe implorano l'intervento di Teseo, il sovrano di Atene, per ottenere la restituzione delle salme dei caduti e dare loro una pia sepoltura. Riecheggiano nella tragedia i dibattiti su democrazia e tirannide del tempo di Pericle, cui dà voce proprio il personaggio di Teseo, alfiere della libertà contro il dispotismo e interprete delle istanze di Euripide. Introduzione e traduzione di Umberto Albini Note di Fulvio Barberis.