Libri di Pindaro
Olimpiche
Pindaro
Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2025
pagine: 304
Dei quattro libri di Epinici – i canti per gli atleti vincitori – che è tutto quello che sopravvive dell'opera di Pindaro, il primo raccoglie le Olimpiche, le odi scritte per il più antico e prestigioso dei giochi panellenici. Sono componimenti dalla struttura piuttosto uniforme: alle notizie sul vincitore e sulla sua famiglia seguono una rievocazione mitologica e una serie di sentenze che esprimono le convinzioni personali del poeta. Profeta di una concezione religiosa e solenne della lirica, nelle Olimpiche Pindaro è allo stesso tempo il cantore che celebra l'agone, immortalando l'eccellenza atletica e la fama delle belle imprese, e il saggio che esalta gli ideali aristocratici, fondati sulle antiche virtù eroiche. Le qualità individuali – la bellezza, la prestanza fisica, la ricchezza e la fama – sono innate e concesse dagli dei, ma sono vane se non interviene il poeta a celebrarle e divulgarle con la sua arte. Considerato dagli antichi inimitabile nello stile, ricco di allusioni e metafore, Pindaro fu particolarmente apprezzato dai poeti dell'Ottocento, dal Goethe degli inni giovanili al Foscolo dei Sepolcri, dal Leopardi dei canti civili a Hölderlin, che ne tradusse tutte le Pitiche e parte delle Olimpiche.
Le Nemee
Pindaro
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2020
pagine: LXXIX-602
Con la pubblicazione del terzo volume, che contiene le "Nemee", si completa la serie dei quattro che la Fondazione Valla dedica all'opera di Pindaro, il più grande poeta lirico dell'antichità e uno dei maggiori di tutti i tempi: undici odi, delle quali tre non sono legate ai giochi nemei, ma che i grammatici alessandrini inclusero sotto la medesima etichetta. Se quelli di Nemea, che si tenevano ogni due anni presso il tempio di Zeus in una vallata boscosa del Peloponneso, erano considerati giochi minori rispetto a quelli quadriennali di Olimpia e di Delfi, le "Nemee" non sono meno affascinanti delle Olimpiche o delle Pitiche , e certo pari alle "Istmiche". È sufficiente ascoltare la voce di Pindaro per andare oltre le definizioni di poesia cortigiana e poesia civile tra le quali la critica ha ondeggiato per secoli. La sua è poesia e basta, agonistica certo e d'occasione, perché celebra la vittoria in una competizione atletica, ma è lirica, come diceva l'autore del "Sublime", che nel suo trasporto creativo infiamma ogni cosa. Eccolo, il Pindaro delle "Nemee", spingersi verso i limiti del mondo, le Colonne di Eracle, e raccontare i miti con la velocità e l'aura che gli hanno dato la fama: le nozze splendide di Peleo e Teti; Achille, biondo fanciullo, a caccia di leoni, cinghiali e cervi; la contesa tra il forte Aiace e l'astuto Odisseo per le armi del Pelide; ed Eracle, e Telamone, e Castore e Polideuce. «Una» afferma Pindaro nella sesta "Nemea", «la stirpe di uomini e dèi: da una sola madre/ è il respiro a entrambi. Ma potenza in tutto diversa ci/ separa, ché niente noi siamo,/ mentre il cielo di bronzo è per essi eterna/ incrollabile sede». Eppure, gli uomini, le cui generazioni sono come i campi, che un anno danno frutto e un anno no, «in qualcosa» somigliano, «nel gran senno o l'aspetto, a immortali». La giovinezza è «possente, messaggera delle divine/ tenerezze di Afrodite», e lei Pindaro invoca all'inizio dell'ottava "Nemea". Ma più spesso chiama la Musa, che «oro/ salda e candido avorio/ e fiore di giglio, sottratto a rugiada marina». Non è, lui, uno scultore: che crea «statue/ dritte sulla loro base,/ immobili». No, lui fa rotta «su navi/ o barche leggere», e vola come un'aquila oltre il mare.
Olympiques. Réproduction du vaticanus graecus 1312
Pindaro
Libro
editore: Biblioteca Apostolica Vaticana
anno edizione: 1975
pagine: 26
Pindari et Bacchylidis Hyporchematum fragmenta. Ediz. italiana e greca
Pindaro, Bacchilide
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni dell'Ateneo
anno edizione: 2022
pagine: 234
L’iporchema era una tipologia melica caratterizzata da un canto corale accompagnato dalla danza. Il fatto che l’elemento distintivo di questo genere risiedesse nella coreografia costituisce un motivo di grande difficoltà per il suo studio. Le nostre attuali conoscenze si limitano a materiale esiguo: i versi di Pindaro, Bacchilide e forse Pratina e una trentina di testimonianze che sono state raccolte nel volume in modo quasi esaustivo. L’autore, nel presentare l’edizione critica dei frammenti iporchematici di Pindaro e Bacchilide (con traduzione e commento), ha cercato di radunare i disiecta membra del genere intorno ad alcuni nuclei tematici; ha discusso le informazioni legate alla sistemazione eidografica dell’iporchema; ha esaminato alcune problematiche relative alla sua origine, all’apparato orchestico, al metro e all’accompagnamento musicale.
Frammenti. Testo greco a fronte
Pindaro
Libro
editore: La Vita Felice
anno edizione: 1999
pagine: 256
I ditirambi. Testo italiano e greco
Pindaro
Libro: Copertina morbida
editore: Ist. Editoriali e Poligrafici
anno edizione: 2000
pagine: 297
Lo scopo della pubblicazione è presentare un testo critico completo di uan parte dell'opera di Pindaro. Si tratta di un'edizione critica di base corredata da materiale documetario.
I ditirambi
Pindaro
Libro: Copertina rigida
editore: Ist. Editoriali e Poligrafici
anno edizione: 2001
pagine: 304
Olimpiche
Pindaro
Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2004
pagine: LIII-228
Profeta di una concezione religiosa e morale della vita, nelle "Olimpiche" Pindaro è allo stesso tempo il cantore che immortala la fama delle belle imprese e il saggio che esalta i valori ideali, educando le nuove generazioni secondo gli antichi principi. Non c'è mai rimpianto per un passato perfetto rispetto a un presente impuro, non c'è il lamento per un mondo che va guastandosi. C'è un grande senso della storia e di un ethos complesso e maturo, quasi una filosofia della virtù.
Le Olimpiche. Testo greco a fronte
Pindaro
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2018
pagine: 208
Ci fu un tempo in cui l'uomo sembrò barbaro per eccesso di ricchezza, in cui fu e si sentì completo senza scienza e critica, maturo vivendo di fantasia, leggende e grandi istinti: è questa l'età arcaica. La nostra presunzione la vede in funzione nostra, l'uomo arcaico, da parte sua, ci avrebbe sentiti dissociati, infelici e perfino irragionevoli. Il poeta più rappresentativo di questa lunghissima epoca umana — e la poesia è il più compiuto dei documenti storici — è Pindaro, vissuto all'alba, lenta, del mondo della «ragione». Questa lontananza spiega il «caso» Pindaro: considerato per tutta l'antichità «di gran lunga il maggiore dei lirici», come diceva Quintiliano, parrebbe inassimilabile al mondo moderno. È bene dunque rileggere, cioè «tradurre». Risentire senza atti di fede una delle più alte e commosse voci della lirica mondiale. La più limpida poesia e la più accurata filologia concorrono ad accompagnare il lettore nel viaggio a quel passato immortale, indispensabile alla sua coscienza di uomo moderno. «L'interpretazione di Mandruzzato esprime sicuri esiti d'arte... L'unica via perché Pindaro possa raggiungere il pubblico d'oggi è appunto che si salvi la sua qualità poetica, ossia che il traduttore si faccia lui stesso poeta: tralasci il calco, affronti il mistero e il rischio dell'atto creativo », così scriveva Dario Del Corno quando questo testo apparve per la prima volta.
Pindari et Bacchylidis Hyporchematum fragmenta. Ediz. italiana e greca
Pindaro, Bacchilide
Libro: Libro rilegato
editore: Edizioni dell'Ateneo
anno edizione: 2022
pagine: 234
L’iporchema era una tipologia melica caratterizzata da un canto corale accompagnato dalla danza. Il fatto che l’elemento distintivo di questo genere risiedesse nella coreografia costituisce un motivo di grande difficoltà per il suo studio. Le nostre attuali conoscenze si limitano a materiale esiguo: i versi di Pindaro, Bacchilide e forse Pratina e una trentina di testimonianze che sono state raccolte nel volume in modo quasi esaustivo. L’autore, nel presentare l’edizione critica dei frammenti iporchematici di Pindaro e Bacchilide (con traduzione e commento), ha cercato di radunare i disiecta membra del genere intorno ad alcuni nuclei tematici; ha discusso le informazioni legate alla sistemazione eidografica dell’iporchema; ha esaminato alcune problematiche relative alla sua origine, all’apparato orchestico, al metro e all’accompagnamento musicale.