Libri di A. Cortellessa
Un atlante di arte nuova. Emilio Villa e l'Appia Antica. Catalogo della mostra (Roma, 26 giugno-19 settembre 2021)
Libro: Copertina morbida
editore: Electa
anno edizione: 2021
pagine: 176
Il catalogo amplia i contenuti della mostra allestita presso il Complesso di Capo Bove del Parco archeologico dell'Appia Antica (26 giugno-19 settembre 2021) che mette in luce una pagina poco nota ma straordinaria dell'arte del Novecento. La mostra restituisce alla galleria Appia Antica e alla figura del suo carismatico direttore Emilio Villa, poeta e critico, figura geniale e anomala nel panorama culturale italiano, l'importanza e la visibilità che meritano. La galleria, aperta da Liana Sisti in un casale al civico 20 dell'Appia, nel triennio 1957-1959 ospitò delle mostre di straordinaria importanza: basti ricordare quella dedicata a Cesare Tacchi, Renato Mambor e Mario Schifano o quella dei tre milanesi a Roma (Bonalumi, Castellani e Manzoni), con un focus su creazioni poco studiate perché di transizione, anticipatrici delle opere degli anni Sessanta. Il catalogo e la mostra rileggono inoltre l'opera di alcuni artisti italiani (gli scultori Franchina e Mannucci ad esempio) presenti nelle pagine della rivista "Appia Antica. Atlante di Arte Nuova", la cui redazione condivideva l'indirizzo della galleria. Gli spazi della galleria e le pagine della rivista hanno costituito un terreno favorevole per guardare sotto una luce più autentica artisti ormai affermati, come Alberto Burri, Toti Scialoja e Giulio Turcato, e la loro riflessione sull'opera d'arte e la sua materia come oggetto. Sono state inoltre una vetrina autorevole per presentare le ricerche della più giovane generazione di autori (Schifano, Manzoni, Rotella, Lo Savio e Mauri) che agivano un recupero tutto italiano delle avanguardie. Il volume si compone di diversi saggi (tra i quali quello di Andrea Cortellessa su Emilio Villa e l'arte di scrivere l'arte), di nutriti apparati documentari (foto storiche, lettere, riproduzioni dei cataloghi delle mostre e della rivista), di un'antologia di testi di Emilio Villa, di profili biografici e di fortuna critica degli artisti presenti. Infine analizza in quale misura questa esperienza fu il veicolo di un peculiare approccio all'espressionismo astratto americano a Roma (negli anni in cui anche Hollywood era sbarcata sul Tevere e sull'Appia) in una chiave concentrata sui linguaggi formali.
L'isola pianeta e altri Settentrioni
Giorgio Manganelli
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2006
pagine: 321
Per anni, quando i suoi viaggi erano soprattutto quelli del filobus romano 62, da via Nomentana a piazza San Silvestro, Manganelli coltivò un sogno temerario: spingersi sino alle isole Faeròer. Nel 1978, vincendo timori e angosce, con una valigia munita di tutto quanto un "frequent flyer" giudicherebbe forse inessenziale - un Dickens come amuleto e "blande mani chimiche" che sappiano coccolare nei momenti difficili -, lo scrittore partì alla volta dell'arcaica Islanda, prima tappa della sua incursione nel grande Nord. E l'esito di quel viaggio è questo reportage: lo sguardo del traveller sembra capace di svelare la segreta essenza dell'"isola pianeta", dove il mondo è preumano, folle e criptico.
La biblioteca di don Gonzalo. Il Fondo Gadda alla Biblioteca del Burcardo
Libro
editore: Bulzoni
anno edizione: 2001
pagine: 510
Pensa alla tua libertà. Il cinema di Emidio Greco
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Falsopiano
anno edizione: 2002
La furia dei venti contrari
Amelia Rosselli
Libro
editore: Le Lettere
anno edizione: 2007
pagine: 302
Se c'è un autore fuoriformato è Amelia Rosselli. Non solo appaiono eccessive la tragicità della sua biografia e l'altezza della sua opera poetica ("documento", entrambe, delle angosce e dei terrori del Secolo Breve); anche da un punto di vista tecnicamente editoriale l'opera rosselliana prescrive condizioni estreme. L'unico in grado di soddisfarle fu Alberto Mondadori: che pubblicò dal Saggiatore l'opera seconda, Serie Ospedaliera, seguendo scrupolosamente i dettami dell'autrice. Nel riprendere quel formato, il volume rappresenta un omaggio non solo all'autrice, ma anche a una civiltà editoriale d'altri tempi. C'è anche un documentario in dvd, realizzato da Rosaria Lo Russo e Stella Savino, che ripercorre l'esistenza di Amelia Rosselli ricorrendo alle sue interviste e ai suoi storici reading, e un cd audio che riporta una lettura integrale del poemetto La libellula da parte della stessa Rosaria Lo Russo. Nel volume figurano, accompagnati da saggi critici e da una biografia per immagini commentata dal cugino Aldo, molti testi inediti e dispersi, in versi e in prosa e in italiano e in inglese, rintracciati nell'ultimo periodo e qui restaurati e commentati da studiosi delle ultime generazioni. Viene per esempio ricostruito, con dovizia di documenti, il rapporto con lo psicanalista Ernst Bernhard; e si presenta una ricca scelta della sinora del tutto sconosciuta opera grafico-pittorica della poetessa.
Una fede in niente ma totale
Claudio Parmiggiani
Libro: Copertina morbida
editore: Le Lettere
anno edizione: 2019
pagine: 408
"Da più di quarant'anni Claudio Parmiggiani fa cantare il fuoco e la terra, l'aria e il fumo, il legno e la pietra. Le sue sono sculture d'ombra, come le ha definite Georges Didi-Huberman: figurazioni nelle quali i corpi e gli oggetti, tutto l'universo della vita insomma, viene evocato in absentia. È un'arte della sottrazione, di una rarefazione ascetica, in polemica esplicita con la mondanità frastornante del narcisistico «sistema dell'arte» contemporaneo. Quest'arte tuttavia evita sempre la béance del puro gioco intellettuale: la sparizione che Parmiggiani mette in scena (non manca nel suo lavoro una componente paradossalmente teatrale) ha sempre qualcosa di traumatico, spesso alludendo alle scomparse laceranti di cose e persone «emigrate» (per dirla con W.G. Sebald) - travolte dai flutti, bruciate dal rogo della storia. È un'arte squisitamente, talora brutalmente materiale; ma che conserva sempre l'anelito a una dimensione trascendente, a un'oltranza che non è di questo mondo, allo «spirituale dell'arte». Un'arte senz'altro religiosa, insomma, che tuttavia non può essere ricondotta a ortodossie di sorta: una fede in niente ma totale è quella che appunto attribuisce a sé l'artista. Sin dall'inizio della sua parabola Parmiggiani accompagna la figurazione con l'esercizio della parola scritta. Versi, prose liriche e autobiografiche, apologhi, dichiarazioni e interviste. Come se la sua ostinata reclusiveness fosse in realtà sempre rivolta a qualche segreto interlocutore, a sua volta presente in absentia: il suo è davvero un «silenzio a voce alta». E spesso questa parola restituisce le chiavi segrete di un'opera, la sua, come nessuna oggi sostanziata d'enigma; riconduce questo mondo nebbioso e metafisico a «incipit» di sorprendente eloquenza, immagini memoriali dai colori vividi e violenti. Come già in passato per raccolte parziali dei suoi testi, anche in questa più organica occasione Parmiggiani non ha voluto associare alcuna immagine alle sue parole: sebbene spesso esse alle proprie opere ovviamente alludano, in forma più o meno diretta. La sua finisce per essere, così, più che una scrittura "figurata" una scrittura figurale, nel senso antico descritto da Erich Auerbach: una scrittura che evoca e attende cioè, ma in effetti spettralmente già include, il proprio balenante complemento d'immagine. Come il seme nella parabola evangelica è una parola che s'interra, che sprofonda nelle viscere del cosmo: essa sa che solo morendo può rinascere a nuova vita." (Andrea Cortellessa). Prefazione di Jean-Luc Nancy.
Tegole dal cielo. La letteratura italiana nell'opera di Beckett
Libro: Libro in brossura
editore: EdUP
anno edizione: 2007
pagine: 206
Nell'anno del centenario della nascita del Premio Nobel per la Letteratura Samuel Beckett, questo studio offre una sguardo d'insieme sul suo legame con la cultura italiana. Viene proposto infatti un insieme coerente di saggi che affrontano autori (da Leopardi a Pirandello da Vico a Montale, e su tutti Dante Alighieri) la cui presenza ha lasciato un segno importante nell'opera del grande scrittore irlandese. Corredato da una ricca bibliografia analitica, "Tegole dal cielo" fa anche il punto sulla storia della ricezione dell'autore attraverso i canali principali: le traduzioni e le rappresentazioni della sua opera nella nostra lingua.
Ma dobbiamo continuare. 73 per Elio Pagliarani a un anno dalla morte
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2013
"La coralità implicita nella poesia di Pagliarani, il suo volere assumere (mai riassumere) gli altri in una voce che riusciva "oggettiva", è a nudo in questo volumetto di dediche e omaggi di settantatré fra amici, allievi e compagni di strada, quasi che, al momento del dolore, molti dei maggiori critici e scrittori di oggi si siano incamminati ad abbeverarsi alla fonte morale di un'intera lezione poetica e si siano sentiti incaricati, in molti, del suo cuporadioso segreto..." (Maria Grazia Calandrone)
Gruppo 63. Il romanzo sperimentale. Col senno di poi
Libro: Libro in brossura
editore: L'orma
anno edizione: 2013
pagine: 444
"Palermo 1965, che cosa intende per romanzo la nuova avanguardia italiana? Sta per nascere un nuovo romanzo d'avventura? C'è un'ala "cinese" nell'avanguardia italiana? Su questo e altri temi, a Palermo, dal 3 al 9 settembre 1965, hanno dibattuto i critici e gli scrittori del Gruppo 63. Qui è dato il resoconto completo della discussione: le relazioni introduttive di Badili e Guglielmi, gli interventi di Arbasino, Balestrini, Celli, Colombo, Curi, Davico Bonino, Dorfles, Eco, Giuliani, Guglielmi, Leonetti, Mizzau, Pagliarani, Pignotti, Porta, Sanguineti, Spatola, Spinella, Tagliaferri, Testa, e una serie di scritti post factum di Di Marco, Ferretti, Filippini, Gozzi, Lombardi, Manganelli, Marmori, Miccini, Perriera, Vasio" (dalla copertina dell'edizione del 1966). 2013. 1965, ritorno a Palermo. La neoavanguardia parla di romanzo, ossia qualcosa che stando alla vulgata proprio non le competerebbe. E invece leggendo "Il romanzo sperimentale" (uno strano attrattore, un oggetto dissonante e babelico, forse a sua volta un "iper-romanzo" congegnato da un virtuoso del cut-up come Nanni Balestrini) si può avere l'impressione opposta: che fu in quell'occasione che ci si ricominciò ad appassionare alle strutture narrative, agli intrecci, persino ai personaggi. Oggi si tende a pensare che cominciò allora quello che - molto tempo dopo - verrà chiamato postmoderno. Alla riproduzione fedele dell'ormai introvabile libro del '66 si aggiunge ora un corposo resoconto "Col senno di poi"...
Declino del teatro di regia
Franco Cordelli
Libro: Libro rilegato
editore: Editoria & Spettacolo
anno edizione: 2014
pagine: 288
Questo libro raccoglie ottantuno articoli usciti sul "Corriere della Sera" tra il 1998 e il 2013, tutti dedicati a registi contemporanei italiani o stranieri, prendendosi la responsabilità di indicare gli spettacoli più significativi degli anni Zero. Grazie al ricco schedario teatrografico allestito da Simone Nebbia, il testo è anche uno strumento indispensabile per chiunque nel teatro lavori o il teatro studi. Dedicati come sono a figure di registi dal più o meno accentuato tratto demiurgico, questi articoli parrebbero contraddire il declino del titolo, ma - come l'autore scrive nella premessa - nel loro insieme rappresentano appunto il tramonto di una grande stagione d'arte, quella del Novecento teatrale d'Occidente. D'altra parte, non da oggi il teatro per Franco Cordelli è, oltre che un'occupazione professionale e una passione irriducibile, sede d'una riflessione non episodica sul senso dell'arte e della critica. Sulla freccia del senso, insomma, che - come si legge nella conversazione con Andrea Cortellessa che mette capo al testo - dal passato giunge sino a noi e, attraversando la nostra esistenza, prosegue verso un futuro che, per definizione, è ancora tutto da scrivere.
La terra della prosa. Narratori italiani degli anni zero (1999-2014)
Libro: Libro in brossura
editore: L'orma
anno edizione: 2014
pagine: 996
Stando a una tradizione non troppo fededegna, gli italiani sarebbero un popolo di poeti (oltre che di santi e navigatori). Di sicuro, non di narratori. Se anzi c'è un pregiudizio condiviso, riguarda la nostra presunta inabilità al romanzo. Ma forse si tratta solo di spostare il punto di vista. E se, al di là dei talenti nazionali, le forme della narrativa restano al centro del campo letterario, è perché non sono più quelle di una volta. Sono vive in quanto cambiano, si adattano ai tempi, e ai luoghi, che mutano. Il nostro è un panorama in forte movimento: che nelle ultime stagioni, against all odds, ha offerto più d'una prova ragguardevole. E allora sarà il caso finalmente di leggerli, i narratori che hanno segnato gli anni Zero, lanciando forti segnali che è ora di uscirne. Questa antologia seleziona trenta autori, all'esordio dal 1999 ai giorni nostri, e affianca ai testi di ciascuno un'ampia dote di strumenti bibliografici e critici: così da proporsi come libro di lettura e, insieme, di studio. Perché questi due momenti non sono fra loro alternativi, bensì l'uno il nutrimento e lo stimolo dell'altro. Se pretendere di storicizzare il presente condanna al paradosso di Zenone, scopo primario del libro è quello di consentire comunque, a chi lo prenda in mano, un incontro, trenta incontri, anzi. Che nel loro insieme compongono una cartografia attendibile, forse, del futuro prossimo, o del presente remoto, che appartiene a noi tutti.

