Libri di Ágnes Heller
La condizione politica postmoderna
Ferenc Fehér, Ágnes Heller
Libro
editore: Marietti 1820
anno edizione: 2000
pagine: 175
Solo se sono libera
Ágnes Heller
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2017
pagine: 48
Àgnes Heller ripercorre alcuni degli eventi più significativi della sua vita con uno sguardo all'attualità europea. In questo dialogo vibrante, la riflessione si snoda seguendo il filo della relazione tra filosofia e politica a partire dal concetto di libertà. "Libertà" non significa solo assenza di abusi e violenze, ma anche la possibilità di essere cittadini responsabili e attivi, godere di un'uguaglianza effettiva, essere padroni della propria vita e delle proprie scelte. In questa prospettiva, la libertà diventa la cornice imprescindibile di qualsiasi impresa individuale o collettiva. I filosofi hanno il compito di riconoscere di volta in volta il grado di "vera" libertà della società, tenendo però presente che mentre il pensiero filosofico si basa su un concetto assoluto di verità, il pensiero politico si confronta con un ambito pluralistico di riflessione sempre aperto, che deve cercare di convogliare la diversità di opinioni verso una serie di norme condivise. Questo significa che il filosofo, quando è libero, si impegna nella società per stimolare la continua produzione e discussione di idee e favorire la convivenza civile.
Breve storia della mia filosofia
Ágnes Heller
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2016
pagine: 187
Àgnes Heller racconta per la prima volta il suo cammino filosofico, intrecciando lo sviluppo delle proprie idee alle sfide storiche e politiche del suo tempo (dai Gulag ad Auschwitz, dalla rivoluzione all'emigrazione). La storia del suo pensiero viene presentata in quattro tappe: gli "anni dell'apprendistato", a lezione da György Lukàcs, prima e dopo la rivoluzione ungherese; gli "anni del dialogo", epoca di fermento, discussione e condivisione all'interno della cosiddetta Scuola di Budapest; gli "anni della costruzione e dell'intervento", caratterizzati dall'impegno politico durante l'esilio australiano; infine, gli "anni della peregrinazione", fra lezioni e conferenze in giro per il mondo, dopo la morte dell'ultimo marito Ferenc Fehér. Un avventura intellettuale di straordinaria intensità che attraversa l'intero "secolo breve" e si confronta con il vortice dei suoi più scandalosi enigmi.
Il vento e il vortice. Utopie, distopie, storia e limiti dell'immaginazione
Ágnes Heller, Riccardo Mazzeo
Libro: Libro in brossura
editore: Erickson
anno edizione: 2016
pagine: 152
Nel cinquecentenario dalla pubblicazione di Utopia, il grande classico di Tommaso Moro, Agnes Heller, una delle più grandi filosofe viventi, e Riccardo Mazzeo, editor e coautore di volumi con Zygmunt Bauman, Edgar Morin e Miguel Benasayag, si interrogano sul significato dell'utopia e del suo rovescio scabroso, la distopia, descrivendone luci e ombre. Heller, nella prima parte, offre un inquadramento storico e filosofico dell'utopia a partire dalla "età dell'oro" di Ovidio (nostalgica di un passato felice che si vorrebbe far rivivere) e dall'Eden della Bibbia (con lo sguardo rivolto a un futuro di beatitudine, in un altro mondo), per poi approfondire le opere di Moro e di Campanella, la Rivoluzione americana e quella francese. Con le derive totalitarie del Novecento le utopie franano trascinando con sé decine di milioni di morti, guerre, lager, gulag, in uno svilimento senza limiti della condizione umana. Passa poi in rassegna le principali distopie contemporanee, da Huxley a Orwell, fino a lshiguro. Mazzeo, nella seconda parte, esamina alcune potenti distopie del nostro secolo: Il cerchio di Dave Eggers, sul mito così attraente della trasparenza e della tecnologia: La possibilità di un'isola di Michel Houellebecq, sull'individualismo cinico dei nostri giorni e sulla clonazione che, pur riservata ai pochi fortunati, non risparmia loro un destino di solitudine e insignificanza; 2084. La fin du monde, di Boualem Sansal, che prefigura il mondo desertificato e atroce dell'lslam al potere.
Persone perbene. Rettitudine e innocenza nel mondo postmoderno
Ágnes Heller
Libro: Libro in brossura
editore: EDB
anno edizione: 2015
pagine: 48
Non ci sarebbe bisogno di leggi, di regole, di comandamenti, se non ci fossero uomini e donne disposti all’imbroglio, alla menzogna, al furto, al falso giuramento e all’omicidio. Eppure – sostiene Ágnes Heller – fino a quando la capacità di distinguere il bene dal male prevale sugli altri princìpi, resta valido un punto centrale di riferimento morale. «Certamente ogni persona retta lo è in modo diverso, ciascuno a suo modo, ma l’uomo e la donna retta rimangono sempre colui o colei che preferirebbe, se fosse posto di fronte a una scelta, soffrire un’ingiustizia piuttosto che commetterla, subire un torto piuttosto che farlo di proposito a un altro». Tuttavia, la rettitudine non è immediatamente identificabile con la bontà o con la scelta della sofferenza come testimonianza morale. L’irreprensibilità di una persona retta è molto più modesta: essa sceglie di soffrire solo nel caso in cui l’unica alternativa alla sua sofferenza sia la causa indiretta della sofferenza altrui.
La filosofia radicale. Il bisogno di un'utopia concreta e razionale
Ágnes Heller
Libro: Libro in brossura
editore: Pgreco
anno edizione: 2015
pagine: 156
"Per principio, ogni filosofia è radicale". Nonostante la crisi della razionalità, secondo Àgnes Heller, siamo "sulla via migliore per ridiventare un 'secolo della filosofia'". Filosofia che conduce l'uomo, mediante il pensiero razionale, alla conoscenza del dovere, del Vero e del Bene; ma è proprio la tensione tra dovere ed essere, a rivelarne lo spirito utopico. La filosofia dunque, fondata sul pluralismo delle forme di vita e sulla massima della tolleranza universale, è per la Heller, utopia razionale e radicale, la sola in grado di condurre alla via del cambiamento della società.
L'uomo del Rinascimento. La rivoluzione umanista
Ágnes Heller
Libro
editore: Pgreco
anno edizione: 2013
pagine: 678
Sociologia della vita quotidiana
Ágnes Heller
Libro: Libro in brossura
editore: Pgreco
anno edizione: 2013
pagine: 431
Una riflessione segnata dalla profonda diffidenza verso ogni forma di assunto dogmatico, un'utopia razionale che vuole aprirsi al futuro e accettare la modernità. Questa è la profonda convinzione di Àgnes Heller. Una filosofia "radicale", cioè una forma di politica che si ammanta di un abito filosofico: "per principio, ogni filosofia è radicale. Lo è perché opponendosi al pensiero ordinario, ci indica che quanto crediamo vero non lo è affatto, e ciò che riteniamo giusto è solo un'opinione". "Sociologia della vita quotidiana" è una delle sue opere principali: la Heller afferma che i "bisogni" sono il punto di avvio per capire le trasformazioni sociali. La filosofa, infatti, non deve più partire dalla stratificazione sociale, poiché "i bisogni umani non possono essere stratificati". In contrasto con la tradizione filosofica moderna, che ha origine in Kant, secondo cui i bisogni sono quantificabili, la Heller sostiene che i bisogni dell'uomo possono essere divisi in due categorie. Da una parte vi sono i bisogni alienanti, che riguardano il possesso di beni, soldi e potere. Essi hanno una natura quantitativa, che non lascia mai appagati. Dall'altra vi sono i bisogni che attengono alla più intima radice dell'uomo. E, per questo motivo, la Heller li chiama bisogni "radicali". Essi riguardano l'introspezione, l'amicizia, l'amore, la convivialità ed il gioco. La loro natura non è quantitativa ma qualitativa: ciò che conta è la loro profondità, non la loro estensione.
L'esperienza umana e l'enigma del male
Ágnes Heller, Roberto Mancini, Andrés Torres Queiruga
Libro: Copertina morbida
editore: Cooperativa L'Altrapagina
anno edizione: 2013
pagine: 147
Il simposio di San Silvestro. Il principio d'amore
Ágnes Heller
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2010
pagine: 121
"Il Simposio di San Silvestro" si presenta quale dialogo modellato sul Simposio platonico, offrendo significative diversità rispetto all'illustre originale. La più intrigante: Diotima partecipa in prima persona alla conversazione, pienamente riconosciuta dagli altri convitati nelle sue capacità intellettuali, designata quale "madrina di concetti". Ella assume con naturalezza il ruolo di guida nella discussione quale personaggio centrale del confronto speculativo: paziente mediatrice, dotata di ironia, abile nel condurre i ragionamenti, ma senza dimenticare le ragioni del cuore. Un'altra innovazione è rappresentata da due figure femminili, Hermia e Helena, accanto a Diotima: le tre donne sono amiche e affettuose, ma molto diverse di carattere, ironiche e sincere. Infine emerge il livello più propriamente helleriano di quest'opera, che tuttavia non è scisso dal primo: l'Autrice, affrontando il tema dei sentimenti e la teoria dei bisogni, si sofferma sulla responsabilità di essi e delle azioni che ne scaturiscono, e dedica molte pagine alla loro funzione sociale. Ne risulta un cammino di riscoperta e insieme di re-invenzione di interrogativi teoretici e pratici con l'apporto innovativo di "una voce di donna", riconosciuta ormai come Maestra, la cui abbondante produzione ci ha accompagnato lungo tutto il Novecento.
Gesù l'ebreo
Ágnes Heller
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2010
pagine: 72
La risurrezione del Gesù ebreo interessa la storia in senso proprio: se al Gesù cristiano occorsero tre giorni per risorgere, sono effettivamente passati millenni prima che cristiani ed ebrei cominciassero a ricordare che Gesù era ebreo. Questa consapevolezza cadde nel dimenticatoio nel corso di duemila anni. Nel testo è ripercorsa la storia di questa risurrezione attraverso l'analisi del rapporto tra religione ebraica e religione cristiana, delle comunità sociali e degli spiriti che le abitano, quello divino e quello umano, per chiudere con una panoramica sullo stato attuale delle religioni.
Per un'antropologia della modernità
Ágnes Heller
Libro: Libro in brossura
editore: Rosenberg & Sellier
anno edizione: 2009
pagine: 168
Com'è possibile riconoscere l'unità di qualcosa che è complesso? Com'è possibile una dualità che non sia dualismo? E ancora com'è possibile, dal fatto empirico che esistono uomini buoni, trarre buone regole di condotta, come tenta di fare la morale, e dal fatto che esistono buoni cittadini desumere giuste regole di comportamento politico? Più in generale: immersi come siamo nella modernità, come rappresentarcela, al tempo stesso descrivendola e cercando di comprenderla? La possibilità del conflitto, morale, etico, politico, torna a riaffacciarsi. Solo nell'individualità della vita umana quotidiana si potrà tracciare quella linea di separazione che, consentendoci di appartenere alla condizionatezza dell'umano, non sopprime però l'emergere creativo della coscienza; una linea che, in certo modo, separa e congiunge ovvero, come mostra un'accurata fenomenologia, coniuga la fisicità della vergogna e la spiritualità della coscienza. All'individuo il compito di scegliere concretamente il modo di questa coniugazione, ma sapendo che ogni risposta solleva, ancora e ancora, come Heller annota, la domanda. La filosofia non fornisce le risposte, ma può costruire il quadro di riferimento di un'umanità immersa nella modernità, non appiattita però in essa: di qui le linee di un'antropologia della modernità.