Libri di B. Nacci
Lettera a padre Noël
Étienne Pascal
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2015
pagine: 70
Nella primavera del 1648 Etienne Pascal indirizza a padre Noël, un oscuro gesuita entrato in polemica con il figlio Blaise sul problema dell'esistenza del vuoto in natura, una lettera non poco enigmatica. Con uno stile vagamente curiale, il Presidente Pascal, intendente del re, rimprovera il malcapitato studioso per il comportamento sgarbato nei confronti del figlio: non solo ha divulgato la corrispondenza intercorsa tra loro ma ha scritto un libello diffamatorio sulle tesi sostenute da Blaise Pascal. Perché mai un uomo di potere come il Presidente Pascal si preoccupa tanto di difendere il figlio, che già ha esposto brillantemente le sue tesi al mondo scientifico e risposto con micidiale ironia al vecchio professore? Perché certe strane minacce e un sarcasmo così tagliente? Dietro una disputa in apparenza sulle buone maniere, si cela forse qualcosa di più inquietante che riguarda i torbidi mesi che precedono la rivolta contro Mazzarino.
Discorso sulle passioni d'amore
Blaise Pascal
Libro
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2014
pagine: 52
Discorso sulle passioni d'amore
Blaise Pascal
Libro
editore: Greco e Greco
anno edizione: 1993
pagine: 156
L'uomo che ride
Victor Hugo
Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2002
pagine: 587
Ambientato nel Settecento in un'Inghilterra ricca di chiaroscuri gotici e di atmosfere oniriche, "L'uomo che ride" (1869) è una storia di sconfitti che ha per protagonisti due orfani – il mostruoso Gwynplaine e l'indifesa Dea, cieca dalla nascita – allevati da un saltimbanco filosofo. Il fanciullo, sfigurato dai suoi rapitori, ha il viso fissato in una maschera di eterno riso. Fattosi uomo scoprirà di essere figlio di nobili e riconquisterà il suo blasone, ma, schernito dai suoi pari, cercherà di nuovo rifugio fra i vagabondi accanto all'amata Dea e porrà fine ai suoi giorni per la disperazione dopo averla trovata agonizzante. In questo romanzo d'avventura che è anche affresco storico e poema visionario, gli istinti primigeni e brutali convivono con una tenera, luminosa umanità. Hugo vi fa un uso spregiudicato di uno tra i più collaudati espedienti narrativi, l'agnizione – la rivelazione finale della vera identità del personaggio chiave – ma la dissolve nell'atto stesso di realizzarla. Perché l'uomo che ride non può strapparsi la maschera: essa è e sarà per sempre il suo volto.
Le voci di Marrakech. Note di un viaggio
Elias Canetti
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2004
pagine: 126
Elias Canetti soggiornò per un certo periodo a Marrakech, nel 1954. Il grande lavoro su "Massa e potere" era giunto a un momento di stasi e lo scrittore sentiva il bisogno di nuove voci, di voci incomprensibili, come quelle che lo avvolsero nella splendida città marocchina. Vagando per i suk, per le strette vie, per i mercati e le piazze, fra cammelli, mendicanti, donne velate, cantastorie, farabutti, ciechi e commercianti, Canetti capta forme e suoni: "gli altri, la gente che ha sempre vissuto là e che non capivo, erano per me come me stesso".
Gli impiegati
Honoré de Balzac
Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2011
pagine: 288
Xavier Rabourdin, coscienzioso impiegato ministeriale, aspira per meriti e anzianità alla promozione che gli permetterebbe finalmente di compiere l'agognata scalata sociale. Incoraggiato dalla moglie, una «donna superiore», come recitava il titolo originario del romanzo, elabora un piano di riforma della pubblica amministrazione che punta a renderla più efficiente. Ma il merito, la lungimiranza e l'onestà intellettuale del protagonista devono fare i conti con le ambizioni di un collega, l'ottuso e intrigante Isidore Baudoyer. Balzac è attratto dalle straordinarie potenzialità narrative dell'universo impiegatizio, un sistema che si regge sul servilismo e l'arrivismo e in cui l'inettitudine non ostacola il successo. Nel mondo degli uffici l'autore ritrova lo stesso intreccio di rapporti umani, la stessa fitta trama di scontri e alleanze, giuramenti e menzogne che caratterizzano tante vicende della Comédie humaine: una moderna guerra senza spargimenti di sangue, tutta e solo mentale, che senza rinunciare allo scopo della guerra vera, riduce l'eroismo, l'astuzia e la viltà alle varianti di un orrido e gentile galateo. Introduzione, prefazione e note di Bruno Nacci.
Una visita a Beethoven
Lois P. Girod de Vienney
Libro
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2014
pagine: 48
Vienna, 1809. Mentre Napoleone ha occupato la capitale e si appresta a metter fine alle ostilità siglando la pace di Schönbrunn, un suo funzionario appassionato di musica, Louis Philippe Joseph Girod de Vienney, bussa alla porta di Beethoven. A Parigi ha chiesto lettere di presentazione ai musicisti più in vista della città. Come viatico ha in tasca una lettera del compositore Antonín Reicha. Vienney parla poco il tedesco e sa che Beethoven ha fama d'essere inavvicinabile per il suo carattere burbero e umorale. Il compositore invece lo fa entrare. "Mi aspettavo che, dopo aver letto la lettera, mi congedasse e che la nostra conoscenza finisse lì. Avevo visto l'orso nella sua gabbia, era più di quanto potessi mai sperare", scrive Vienney. È l'uomo giusto al momento giusto. Beethoven è incuriosito dal giovane francese e ben disposto verso di lui. In seguito i due s'incontrarono più volte, progettando anche un viaggio in Francia, mai realizzato. Vienney, poi divenuto barone di Trémont, lascia fra le sue carte questo vivido resoconto di quei fatidici giorni.
Bouvard e Pécuchet
Gustave Flaubert
Libro: Copertina morbida
editore: Garzanti
anno edizione: 2008
pagine: 283
Quasi un testamento spirituale incompiuto di Flaubert, quest'opera vede in un certo senso coincidere i due temi di santità e stupidità. I due amici protagonisti, due semplici e mediocri copisti, volonterosi e patetici nel loro far appello al sapere, nel loro libresco affrontare l'esperienza da deliziosi imbecilli, consentono a Flaubert di colpire la cultura delle idee cui fanno riferimento con innocenza e disarmante fiducia. Il loro ridicolo entusiasmo culturale, assurdo e patetico, ora donchisciottesco, ora rabelaisiano, implica l'accanimento dell'autore contro il fallimento di una concezione di cultura.