Libri di Elisabetta Poddighe
Resisting and justifying changes. How to make the new acceptable in the Ancient, Medieval and Early Modern world. Volume Vol. 2
Libro: Libro in brossura
editore: Pisa University Press
anno edizione: 2023
pagine: 684
È la seconda tappa di un Progetto di ricerca sulla resistenza ai cambiamenti, svolto con la cooperazione di studiosi italiani e stranieri di Letterature Indoarie e di Storia e Letteratura Greca, finanziato presso l'Università di Cagliari. Le sezioni seguono un ordine cronologico: Fonti antiche e medioindoarie (lett. Vedica, Sanscrita e Pālī); Storia e letterature greche antiche (leggi e democrazia ateniese, Aristofane, Luciano, il mito di Orfeo); Letteratura. tecnica in sanscrito (grammatica, filosofia del linguaggio, logica, teatro, esegesi, Dharma e Abhidharma); India medievale e moderna (poesia dell'impero di Vijayanagar, lett. e storia bengalesi, romanzo Hindī e teatro moderno in sanscrito).
Resisting and justifying changes. How to make the new acceptable in the Ancient, Medieval and Early Modern world
Libro: Libro rilegato
editore: Pisa University Press
anno edizione: 2021
pagine: 618
Nato da un Progetto di ricerca in seno all’Università di Cagliari, il volume vede la cooperazione di studiosi italiani e stranieri di Letterature Antico-Indiane, di Storia e Letteratura Greca e di Storia dell’Italia Medievale e Moderna. Al cuore è l’idea di affrontare lo studio del problema della resistenza al mutamento (culturale, sociale, giuridico) in un arco cronologico ampio e in una geografia variabile, attraverso un dialogo tra studiosi che agiscono con diverse metodologie di ricerca (linguistiche, filologiche e storiche). La prospettiva è “multifocale” e il tema selezionato è la lente comune. Nelle tre sezioni, distinte per ragioni pratiche, sono indagati, da un lato, il rapporto specificamente stabilito con il passato e la rilettura che strategicamente se ne propone allo scopo di resistere al necessario mutare delle istituzioni oppure nel tentativo di negare o di giustificare il cambiamento; dall’altro, il confronto con la novità e l’innovazione in ambito politico, economico e legale.
Medusa nel «Systema Naturae» di Linneo. Aspetti della fortuna del mito greco
Domenico Laurenza, Elisabetta Poddighe
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2020
pagine: 204
Il movimento fluido e la magica trasparenza di una medusa, l’universo colorato di coralli e gorgonie sono oggi aspetti degli organismi marini che affascinano e che, dal XIX secolo, hanno incantato i visitatori dei primi acquari. Ma per secoli, sin dall’epoca classica, questi organismi apparvero come esseri mostruosi ai naturalisti e, per i loro tratti ambigui, sfuggivano a una esatta classificazione. Posti nella parte più bassa del regno animale, questi organismi erano i più distanti dal piano anatomico umano al vertice di una classificazione di tipo antropocentrico. Lo stesso antropocentrismo ha caratterizzato il mito greco, popolato di mostri lontani dal canone antropomorfo delle divinità maggiori. I due orizzonti si sono incontrati nell’opera del grande naturalista svedese Carlo Linneo (1707-1778), l’iniziatore della classificazione moderna del mondo biologico, che ha fatto ricorso ai nomi di mostri del mito greco per designare organismi problematici da un punto di vista scientifico. Il volume, che si inserisce sullo sfondo del recente dibattito storiografico relativo al problematico rapporto tra testi e immagini in Linneo, analizza l’origine, la funzione e il significato dei nomi mitologici greci utilizzati nel Systema Naturae per designare zoofiti (animali-piante) e litofiiti (pietre-piante). Un aspetto rilevante e poco noto della fortuna del mito greco, ultimo capitolo di una visione antropocentrica della natura che, nel secolo successivo, Darwin e altri naturalisti, hanno definitivamente messo in crisi.
Aristotele e il synoran. La visione globale tra politica e storia, tra retorica e diritto
Elisabetta Poddighe
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2020
pagine: 138
Quando si voglia conoscere, descrivere, costruire intorno a un dato tema un’argomentazione dialettico-retorica, lo strumento indispensabile è quello che Aristotele chiama synoran, ovvero la facoltà di vedere quel tema con uno sguardo d’insieme. Una prerogativa che però non deve essere pensata come esclusiva del filosofo. Il volume mette a fuoco la funzione che Aristotele assegna a questa facoltà di comprensione e rappresentazione sintetica della realtà nello spazio dell’azione concreta del politico, del retore e del giudice. Quando si voglia conoscere, descrivere, costruire intorno a un dato tema un’argomentazione dialettico-retorica, lo strumento indispensabile è quello che Aristotele chiama synoran: è la facoltà di vedere quel tema con uno sguardo d’insieme. Sbaglieremmo a considerare la facoltà del synoran come una prerogativa esclusiva del filosofo che rivolge il proprio impegno conoscitivo a una solitaria attività di creazione intellettuale. Il politico come il retore, il giudice come lo storico sono ugualmente chiamati a vedere la realtà in un’ottica complessiva e perciò a potenziare la facoltà della visione globale. «Tutti entro un certo limite si impegnano a esaminare e sostenere un qualche argomento, o a difendersi e ad accusare» considera Aristotele al principio della Retorica e la facoltà del synoran appare certamente parte integrante di quel sillabario della ragione che Aristotele giudicava indispensabile strumento di conoscenza e di persuasione. Negli organi decisionali, in assemblea o nei tribunali popolari, la facoltà di vedere e far vedere la realtà attraverso una visione unitaria e sintetica è, secondo Aristotele, risorsa essenziale dell’argomentazione retorica. Gli scritti riuniti in questo volume mettono a fuoco la funzione che Aristotele assegna a questa facoltà di comprensione e rappresentazione sintetica della realtà nello spazio dell’azione concreta del politico, del retore e del giudice.
Athenaion politeiai tra storia, politica e sociologia: Aristotele e Pseudo-Senofonte. Ediz. italiana, francese e inglese
Libro: Libro in brossura
editore: LED Edizioni Universitarie
anno edizione: 2018
pagine: 370
Questo volume raccoglie gli interventi presentati al Convegno tenutosi a Cagliari dal 10 al 12 maggio 2017. Le due opere, così diverse nonostante il medesimo titolo, e giustamente annoverate tra le più significative espressioni del pensiero politico e storico greco, continuano ad essere al centro della riflessione degli studiosi. Aprono opportunamente il volume un illuminante esordio in cui si definisce come si debba precisamente intendere il termine politeia e una ricostruzione dell'ambiente culturale in cui furono copiati i quattro rotoli che ci hanno fortunosamente trasmesso l'Athenaion Politeia aristotelica; di questa vengono riesaminati i rapporti con la Politica, varie questioni di teoria politica e diversi luoghi critici della sezione storica dell'opera. Dell'Athenaion Politeia pseudo-senofontea sono trattati temi di storia dell'interpretazione; punti nodali e controversi come il tipo di messaggio che si può immaginare il suo autore avesse in animo di rivolgere; un tentativo di messa a punto di un possibile profilo dell'Anonimo; l'analisi filologica di passi difficili dalla cui elucidazione discendono conseguenze di grande importanza per l’intendimento dell'opera.
Manuale di storia greca
Carlo Franco, Elisabetta Poddighe
Libro: Libro in brossura
editore: UTET Università
anno edizione: 2015
pagine: 288
Aristotele, Atene e le metamorfosi dell'idea democratica. Da Solone a Pericle (594-451 a.C.)
Elisabetta Poddighe
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2014
pagine: 374
Nessuno più di Aristotele ha studiato la democrazia ateniese. Di quella che è stata la forma storica più rilevante dell'idea democratica Aristotele ha voluto comprendere l'evoluzione, la storia: perciò ha pensato il confronto, in prospettiva diacronica, delle manifestazioni dell'idea democratica che giudicava le più significative e intellegibili della storia ateniese. A guidare la ricerca aristotelica sulla democrazia ateniese è un assunto rilevante del suo pensiero politico: ogni costituzione (politeia, nel suo linguaggio) è conoscibile attraverso la concezione che esprime riguardo a "ciò che è giusto". È l'idea (eidos) della giustizia, anzi della giustizia come uguaglianza, a definire il carattere di un regime politico. Aristotele ha cercato l'idea democratica prioritariamente nella forma di volta in volta assunta dal dispositivo della cittadinanza. Nel caso della democrazia ateniese, l'evoluzione viene seguita dalla fase dell'emergenza dell'idea di cittadinanza democratica, agli inizi del VI secolo, fino a quando le regole stabilite rispetto alla definizione del gruppo dei cittadini e delle loro spettanze hanno ricevuto una forma stabile. Un ciclo compiutosi nel corso del secolo e mezzo che separa i provvedimenti adottati in materia di cittadinanza da Solone e da Pericle.
Nel segno di Antipatro. L'eclissi della democrazia ateniese dal 323-2 al 319-8 a. C.
Elisabetta Poddighe
Libro
editore: Carocci
anno edizione: 2002
pagine: 232
Alla fine di una guerra perduta, nasce dall'accordo tra il partito antidemocratico ateniese e il vincitore Antipatro la decisione di sospendere la democrazia in Atene. Il libro si propone di riconoscere il senso autentico dell'intervento di Antipatro sulla costituzione ateniese, di determinare se esso abbia effettivamente rappresentato la realizzazione di un progetto politico di ampio respiro, avviato un secolo prima con gli esperimenti oligarchici del 411 e 404 e successivamente sistematizzato come un organico programma di riforme costituzionali. Se, cioè, possa essere considerato come l'esito concreto del legame forte tra etica e politica: si trattò, insomma, di un´oligarchia fondata sull'ideologia' In realtà, confrontando i modelli teorici con la realtà dei fatti, è possibile intravvedere una situazione assai più complessa e articolata, nella quale il mutato assetto istituzionale sembra rispondere prevalentemente alle problematiche sociali della polis e configurarsi come l'estremo tentativo di stabilire una tregua nei conflitti tra i ricchi e i poveri: in questa direzione, l'oligarchia imposta nel 322 sembrerebbe garantire la ratifica formale e la tutela militare di un assetto già realizzato.