Libri di Horst Bredekamp
Artisti criminali. Una questione della teoria giuridica e dello stato della prima età moderna
Horst Bredekamp
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2020
pagine: 74
Questo libro affronta il controverso tema del “delitto d’artista” inteso come eccezione rispetto al diritto, analizzando la relazione tra arte e potere. Bredekamp offre alcuni esempi di artisti del Cinquecento e del Seicento con la fedina sporca, e del loro rapporto con regnanti e pontefici: Veit Stoß e Massimiliano I, Michelangelo e i papi Giulio II e Clemente VII, Bernini e Urbano VIII. Un geniale saggio storico sullo status di artista e sulla forza di quelle opere figurative capaci di sfidare il potere politico.
Nostalgia dell'antico e fascino della macchina. Il futuro della storia dell'arte
Horst Bredekamp
Libro
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2020
pagine: 160
Qual è il futuro dell'arte? E come le nuove tecnologie stanno cambiando il nostro modo di guardare? Per rispondere a queste domande è necessario risalire alla frattura tra arte e tecnica, gioco e utilità che si è aperta in epoca moderna. Guidato da questa idea, Horst Bredekamp perlustra le Kunstkammern rinascimentali, collezioni eclettiche nate in tutta l'Europa aristocratica per includere curiosità naturali e prodotti dell'ingegno umano, in cui le opere d'arte compaiono accanto ai ritrovati della tecnica e alle manifestazioni più esotiche del mondo biologico. Espressione della vertigine catalogica non ancora divenuta utopia - sogno di catturare il mondo in un elenco, in un'enciclopedia -, la Kunstkammer ambiva a rispecchiare l'universo accostando materiali eterogenei, provenienti da epoche e luoghi diversi, e pertanto a riprodurre la continuità nell'evoluzione, dalla natura alla macchina. Nelle pagine di "Nostalgia dell'antico e fascino della macchina", Bredekamp illumina la stretta parentela tra l'ammirazione per le sculture antiche e l'attrazione esercitata dalle macchine, individuandone il materiale connettivo nell'idea dell'uomo come «secondo dio» che, in quanto creatore, infrange le barriere tra natura, arte e tecnica. Questa logica entra in crisi quando l'industrializzazione impone il criterio dell'utilità, relegando l'arte nello spazio angusto, ancorché nobile, del superfluo: è la fine delle «camere delle meraviglie» e l'inizio del moderno museo; soprattutto, è il momento in cui si disarticola l'unità concettuale di arte e meccanica. L'aspirazione a mostrare la potenza metamorfica della materia attraverso il gioco si riafferma oggi sullo schermo del computer, dove l'immagine nasce sia nel processo del pensiero logico sia in forza dell'associazione ludica. Grazie alla proprietà intrinseca del digitale di travalicare i confini, la cultura del computer coniuga meraviglia, gioco e utilità ripristinando le forme di visione e di pensiero proprie della Kunstkammer: un nuovo paradigma che assevera la priorità dell'immagine e dell'intelligenza associativa sull'ambito del linguaggio. E restituisce centralità alla storia dell'arte.
Berlino città mediterranea. Il richiamo del Sud
Horst Bredekamp
Libro: Libro in brossura
editore: Raffaello Cortina Editore
anno edizione: 2019
pagine: XVI-155
Berlino è famosa per essersi ogni volta radicalmente reinventata. È accaduto dopo l’ascesa a residenza reale prussiana, dopo l’unificazione dell’Impero, l’abdicazione del Kaiser, le devastazioni della Seconda guerra mondiale e la caduta del Muro. Una forte tradizione ha tuttavia orientato lo sviluppo architettonico della città in ogni epoca: lo sguardo rivolto all’arte dei Paesi mediterranei. Basta una passeggiata per scoprire i molti, sorprendenti parallelismi: dal castello barocco di Schlüter (Roma antica!) passando per il Forum Fridericianum e il teatro anatomico della scuola veterinaria (Palladio!), fino alla ricostruzione della Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche dopo il 1945 e all’ala progettata da Franco Stella per il castello riedificato. Horst Bredekamp mette in luce inedite analogie e scrive la storia di una passione mediterranea capace di plasmare uno scenario urbano inconfondibile, legato a doppio filo non solo con il potere e le sue rappresentazioni, ma anche con il desiderio e recondite speranze.
Immagini che ci guardano. Teoria dell'atto iconico
Horst Bredekamp
Libro: Libro in brossura
editore: Raffaello Cortina Editore
anno edizione: 2015
pagine: XIX-382
Uno fra i più autorevoli storici dell'arte dei nostri giorni si interroga sul perché l'idea stessa di immagine, il suo fascino e la sua potenza siano temi sempre attuali. Questo dipende in primo luogo dall'inedita predominanza del visuale in tutti gli ambiti del nostro quotidiano. Ma dietro si annida un problema più profondo e paradossale: le immagini, in quanto artefatti, non possiedono vita propria, eppure sviluppano una presenza che le differenzia e le eleva rispetto alla materia inanimata. Da qui l'aspettativa che la riflessione possa spingersi oltre il livello del puro sguardo, della mera contemplazione. Nell'apparente conflitto tra fissità e vitalità sta il vero potere attivo delle immagini. Partendo da questo presupposto, Horst Bredekamp sviluppa una teoria dell'atto iconico complementare a quella dell'atto linguistico e distingue tre aree in cui le immagini operano attivamente: la vita artificiale, lo scambio di immagine e corpo e l'energia autonoma della forma. Il volume rappresenta la stimma di decennali ricerche sulla fenomenologia delle immagini e sulla loro forza intrinseca.
La fabbrica di San Pietro. Il principio della distruzione produttiva
Horst Bredekamp
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2005
pagine: 188
Lungi dall'essere un tratto peculiare della modernità, la spinta a fare tabula rasa di ciò che preesiste ha radici ben più lontane, come attesta dal XVI secolo la demolizione e ricostruzione di San Pietro in Vaticano, edificio simbolo e fulcro della cristianità. Nel sito noto fin dall'epoca dell'imperatore Costantino sorgeva un'imponente basilica che venne demolita e sostituita dall'attuale possente duomo, alla cui costruzione parteciparono tutti i maggiori artisti del tempo. In un resoconto minuzioso Horst Bredekamp racconta la storia dell'edificazione della madre di tutte le chiese: non il frutto di una meditata pianificazione artistica, bensì l'esito di una febbrile e discontinua realizzazione di idee progettuali divergenti.
Nostalgia dell'antico e fascino della macchina. La storia della Kunstkammer e il futuro della storia dell'arte
Horst Bredekamp
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2016
pagine: 160
Qual è il futuro dell'arte? E in che modo le nuove tecnologie stanno cambiando il modo di guardare? Per rispondere a queste domande, è necessario risalire alla frattura tra arte e tecnica, gioco e utilità, che si è aperta in epoca moderna. Guidato da questa idea, Horst Bredekamp perlustra le Kunstkammern rinascimentali, collezioni eclettiche nate in tutta l'Europa aristocratica per includere curiosità naturali e prodotti dell'ingegno umano, e in cui le opere d'arte compaiono accanto ai ritrovati della tecnica e alle manifestazioni più esotiche del mondo biologico. Espressione della vertigine catalogica non ancora divenuta utopia - sogno di catturare il mondo in un elenco, in un'enciclopedia -, la Kunstkammer ambiva a rispecchiare l'universo accostando materiali eterogenei, provenienti da epoche e luoghi diversi, e pertanto a riprodurre la continuità nell'evoluzione, dalla natura alla macchina. Nelle pagine di questo libro, Bredekamp illumina la stretta parentela tra l'ammirazione per le sculture antiche e l'attrazione esercitata dalle macchine, individuandone il materiale connettivo nell'idea dell'uomo come "secondo dio" che, in quanto creatore, infrange le barriere tra natura, arte e tecnica. Questa logica entra in crisi quando l'industrializzazione impone il criterio dell'utilità, relegando l'arte nello spazio angusto, ancorché nobile, del superfluo: è la fine delle "camere delle meraviglie" e l'inizio del moderno museo.
Nostalgia dell'antico e fascino della macchina. La storia della Kunstkammer e il futuro della storia dell'arte
Horst Bredekamp
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2007
pagine: 128
Le "Kunstkammern" erano luoghi deputati a una particolare forma di collezionismo, che prevedeva la catalogazione con criteri enciclopedici di oggetti preziosi e curiosi delle arti, delle scienze e della tecnica raccolti in base al gusto personale del proprietario. Analizzando in modo originale questo aspetto della storia dell'arte, l'autore cita aneddoti, interpreta dipinti celebri, consulta filosofi o teorici dell'arte e fa luce sull'imprevista affinità tra sculture antiche e macchine. Al centro, l'idea dell'uomo come "secondo Dio" che, in quanto "creatore", aspira al superamento della barriera tra arte e tecnica, tra arte e natura.
Botticelli. La Primavera
Horst Bredekamp
Libro
editore: Franco Cosimo Panini
anno edizione: 1996
pagine: 88
Calcio fiorentino. Il Rinascimento visto attraverso i suoi giochi
Horst Bredekamp
Libro
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 1995
pagine: 220
L'autore mostra come il calcio praticato nella Firenze dei Medici fosse molto più di uno spettacolo per la ricreazione e la distrazione del popolo. Giocato dall'élite che deteneva il potere dello Stato, rappresentava un mezzo di distinzione e autocelebrazione, oltre che un modo per riaffermare le virtù cittadine. Attraverso l'analisi delle rappresentazioni del tempo, lo svolgimento e le strategie del calcio storico con tutte le sue implicazioni simboliche per l'ascesa politica dei Medici, Bredekamp compone un saggio sulla cultura rinascimentale.
Thomas hobbes, il leviatano. L'archetipo dello stato
Horst Bredekamp
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2024
pagine: 2204
Ricostruendo la dimensione storico-artistica del pensiero di Thomas Hobbes, Horst Bredekamp traccia la genesi delle immagini che hanno corredato, nei secoli, le varie edizioni del "Leviatano", al fine di esprimere visivamente la grandiosità del potere politico. Teorie ottiche, tradizioni retoriche ed ermetiche si fondono nella rappresentazione grafica di uno stato-mostro quale autorità superiore in grado di sopprimere la guerra civile permanente. Uno studio iconologico che, a partire dall'analisi del primo frontespizio del 1651, diventa un'ermeneutica del dispositivo pittorico in quanto dispositivo politico, in cui storia dell'arte e filosofia si fondono in una nuova disciplina, la «scienza dell'immagine».