Libri di Luca Martignani
Estetica sovversiva. Sulla rappresentazione e gli oggetti culturali
Luca Martignani
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2022
pagine: 119
I saggi qui raccolti sono dedicati al carattere critico e potenzialmente sovversivo della rappresentazione, inclusa quella artistica e letteraria. Tale carattere lo si può evincere anzitutto dal gesto del creativo, dalla sua capacità di immaginare contro-mondi o di privilegiare la provocazione e l’idea rispetto alla tecnica, come nel caso delle trasformazioni intervenute nell’arte contemporanea. La riflessione di Martignani muove dal significato sociale del dandysmo, attraversa la sottocultura skinhead e propone una ermeneutica degli oggetti attraverso esempi letterari e cinematografici orientati a immaginare mondi diversi da quello esistente, sottoponendo quest’ultimo a critica sul piano socioculturale e politico. Essa si inquadra pertanto nel contesto dell’estetica sociale, non solo per individuare le categorie che operano forme specifiche di dominazione simbolica (come il sesso, la droga, il capitale), ma anche per indicare il modo in cui attribuiamo senso alla realtà. È in questa accezione che il contenuto del testo si può definire sovversivo: analizza in modo critico alcuni scenari sociali da un punto di vista estetico. Lo fa cercando di riconoscere negli aspetti esteriori della cultura e nel valore simbolico degli oggetti gli elementi che sottolineano la critica all’ordine costituito e a specifici tratti delle norme sociali.
Realismo sovversivo. Sociologia del genere noir
Luca Martignani
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2018
pagine: 113
L'obiettivo di questo saggio è quello di proporre un'analisi sociologica di alcune dimensioni del genere noir. La tesi principale del testo è che il passaggio dal poliziesco classico al noir conferisca a questo stile narrativo un profilo realista. Tale realismo esprime un risvolto "sovversivo", almeno in un duplice senso. In primo luogo, sul piano stilistico, perché sconvolge alcuni dei canoni letterari del poliziesco classico per affermare un diverso punto di vista sulla realtà sociale, politica e culturale nella quale il genere si sviluppa. In secondo luogo, il noir rappresenta una forma di realismo sovversivo perché fornisce una versione più complessa e sfumata della distinzione tra bene e male. Lo fa interrogando il conflitto tra potere costituito e potere costituente, mostrando la centralità del territorio sul piano narrativo e indagando alcuni meccanismi di formazione della realtà sociale, come la costruzione della macchina del fango e la descrizione dell'accumulazione originaria del capitale. Nell'analisi condotta, tesa a rappresentare il noir come "giallo sociale", la duplice vocazione sovversiva del genere emerge attraverso esempi letterari, cinematografici ed alcune interviste con testimoni privilegiati, in particolare con riferimento al caso italiano e francese.
Romanzo poliziesco, filosofia e critica sociale
Philippe Corcuff
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2017
pagine: 113
Qual è il senso della nostra vita nel caos della vita moderna? Il genere poliziesco, in particolare il romanzo noir di tradizione americana, può aiutarci a esplorare tale questione attraverso le trame oscure e grigie di cui sono intessute le dimensioni dell’esistenza contemporanea. Lo fa attraverso lo strumento della critica sociale contrapposta alle sregolatezze e alle fragilità generate dalle nostre società inegualitarie. Philippe Corcuff coniuga in maniera originale i nostri romanzi polizieschi preferiti con intuizioni filosofiche e sociologiche. Ne derivano un’etica della conservazione della propria integrità personale e una saggezza velata di pessimismo. Troveremo sul cammino tracciato dall’autore i contributi di scrittori classici (Davin Goodis, Howard Fast, Dashiell Hammett, Ross Macdonald e Jim Thompson) e contemporanei (James Lee Burke, James Crumley, Dennis Lehane, Jean-Patrick Manchette, Georges Pelecanos e James Sallis).
Immaginario distopico e critica sociale. Una interpretazione sociologica e culturale delle opere di Charles Bukowski e Michel Houellebecq
Luca Martignani
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2017
pagine: 174
Questo volume è dedicato alla relazione tra realtà sociale e rappresentazione (soprattutto letteraria), e riflette in particolare sul tema delle distopie, cioè su quegli scenari che indicano luoghi indesiderabili rispetto al progetto inaugurato dalla modernità e orientato a costruire l'ordine sociale sulla base di princìpi come la libertà individuale, l'uguaglianza delle condizioni di partenza e la ricerca della felicità personale. Sono tante le trasformazioni della società occidentale contemporanea, così come i rischi che la attraversano: l'inclusione sociale dei flussi migratori, la precarizzazione del vissuto individuale, la separazione progressiva tra singoli e istituzioni, l'emergere di un nuovo individualismo separato dalla ragione razionale. Tali rischi rappresentano elementi che indicano il carattere contingente dell'ordine sociale su cui la modernità ha fondato il proprio progetto di integrazione normativa. I mezzi simbolici tradizionali (come il denaro, il potere, la fiducia, la verità e l'amore) circolano secondo modalità sempre meno prevedibili, che riflettono l'assenza di un solido progetto filosofico sulla base del quale dare un indirizzo ai processi di socializzazione. Il testo si concentra sulla sfera intima e delinea il profilo di alcune utopie nere in quanto esiti di specifici processi di depotenziamento simbolico delle relazioni sociali, in particolare di quelle amorose. Lo fa utilizzando come oggetto di studio la letteratura di Charles Bukowski e Michel Houellebecq, nella piena convinzione che il romanzo - in quanto oggetto culturale - sia uno degli strumenti metodologici capaci di indicare, anticipare e sottolineare alcuni dei processi più significativi di variazione, selezione e stabilizzazione della realtà.
Sociologia e nuovo realismo. Ontologia sociale e recupero dell'interpretazione
Luca Martignani
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2013
pagine: 198
Il dibattito internazionale sui fondamenti ontologici della realtà sociale intreccia questioni piuttosto delicate, che la letteratura classica del pensiero sociologico ha tradizionalmente trattato come dicotomie: individualismo e collettivismo; individuo e società; realismo e costruttivismo; micro e macro analisi; qualità e quantità. I tentativi orientati al superamento di queste contraddizioni, inaugurati dalla seconda metà del Novecento, sono rimasti ancorati a una logica epistemica non altrettanto incline a riconoscere la portata ontologica del confronto tra realtà e costruzione. Lo scopo di questo volume sta quindi nel trattare la dimensione costitutiva della realtà sociale mediante un'analisi teorica ed empirica di singoli temi o fenomeni in essa inclusi (l'identità personale, la coppia, il denaro, le politiche di welfare e le relazioni di potere). Tale analisi si realizza ri-assegnando una specifica collocazione all'interpretazione nell'ambito dell'ontologia sociale realista.
Società, riflessività e welfare. Una nuova sfida per le politiche sociali e per l'accesso al benessere
Luca Martignani
Libro: Libro in brossura
editore: Bononia University Press
anno edizione: 2010
pagine: 88
Il matrimonio e la costruzione della realtà
Peter L. Berger, Hansfried Kellner
Libro: Libro in brossura
editore: Armando Editore
anno edizione: 2010
pagine: 128
Questo saggio è un esercizio di microsociologia del sapere che evidenzia la capacità dell'istituzione di generare "nomos" condiviso. Con il matrimonio due estranei costruiscono un universo simbolico condiviso e convalidato che li farà diventare persone diverse e che li aiuterà a trovare il loro posto nel mondo.
Denaro e nuovo welfare
Luca Martignani
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2009
pagine: 248
Cultura riflessiva e politiche sociali
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2008
pagine: 200
Il problema della cultura riflessiva nei servizi e nelle politiche sociali è oggi un tema di enorme rilevanza teorica e pratica per l'identità presente e futura dei sistemi di welfare europei. Proprio nel continente europeo, che si vuole portatore di riflessività e di autocritica, si sta invece condensando un pensiero "unico" che non è semplicemente rappresentabile come "neo-liberismo". Si tratta della potente ma agonizzante sintesi delle "vecchie" tradizioni liberal-democratiche e social-democratiche che, sulla base dei valori dell'eguaglianza e della libertà, spinge verso una mono-cultura fortemente ideologica. Negli effetti la cultura lib-lab europea agisce come una paradossale "distruttrice di varietà", proprio mentre si vorrebbe multiculturale e inclusiva: autoproclamandosi come la cultura più aperta alla diversità, si dimostra invece chiusa all'alterità; sostenendo l'eguaglianza produce omologazione; affermando di essere desiderosa di "comunità" produce "immunità", e così via. La diagnosi di questa situazione è piuttosto semplice: mancanza di una nuova cultura riflessiva, cioè di una capacità di auto-osservarsi stabilmente in modo critico al fine di cambiare per adeguarsi a relazioni sociali più giuste ed eque. La scelta dei saggi segue questa logica e la sviluppa seguendo sentieri diversi, ma convergenti.