Libri di Marco Veglia
Divina Commedia Palatino 313. Commentario
Marco Veglia
Libro: Libro in brossura
editore: Imago (Rimini)
anno edizione: 2015
pagine: 104
Il corvo e la sirena. Cultura e poesia del «Corbaccio»
Marco Veglia
Libro
editore: Ist. Editoriali e Poligrafici
anno edizione: 1998
pagine: 102
Carducci e San Miniato. Testi e documenti per un ritratto del poeta da giovane
Marco Veglia
Libro: Copertina morbida
editore: Carabba
anno edizione: 2010
pagine: 360
Nel suo primo anno di magistero (1857), Carducci mostrava già maturo e consapevole il proprio carattere, come pure testimoniava di possedere limpidi e fermi i lineamenti della propria poesia e della propria vita intellettuale. La presente antologia ricostruisce e rievoca la vita di Carducci a San Miniato al Tedesco con testi poetici, pagine di prosa polemica e autobiografica, con documenti e lettere che ci restituiscono il volto vivo e vero del poeta in tutte le sue "appiccature".
Bartolo Nigrisoli. Parva. Scritti autobiografici
Marco Veglia
Libro: Libro in brossura
editore: Bononia University Press
anno edizione: 2014
pagine: 232
Nella schiera dei professori italiani, che rifiutarono di sottoscrivere il giuramento di fedeltà al regime fascista nel 1931, la figura dalla personalità più singolare, più eroicamente serena, senza pose, senza giaculatorie, corrisponde forse al nome di Bartolo Nigrisoli. In verità, molti di coloro che si erano formati con Augusto Murri, anche se operosi in altre città universitarie, come Mario Carrara a Torino, non si piegarono al giuramento: Luigi Silvagni, Antonio Gnudi, Nino Samaja. Tra scienza e libertà, fra educazione al pensiero critico e impegno civile, la Clinica bolognese ebbe insomma un ruolo, in quella drammatica stagione della storia italiana, del tutto particolare. E, a voler intendere il tratto specifico di una simile scuola, interviene ora per la prima volta la pubblicazione di tutte le pagine di memoria (non solo del celebre Parva, che offre il titolo al volume) dell'intellettuale Bartolo Nigrisoli, seguito passo dopo passo nei suoi ricordi, nella sua formazione, nei contesti familiari e culturali del suo itinerario umano e professionale. Inedita sino ad oggi, la Autobiografia che sigilla il volume, prima delle testimonianze che amici e colleghi resero in onore del carattere di Bartolo, ci restituisce il ritratto vivo, mosso, rocciosamente semplice e schietto, del cammino scientifico e dell'avventura spirituale del professor Nigrisoli.
La strada più impervia. Boccaccio fra Dante e Petrarca
Marco Veglia
Libro: Libro in brossura
editore: Antenore
anno edizione: 2014
pagine: 154
Senza nulla togliere alla grandezza di Petrarca, dovremmo forse dubitare delle sue prospettive di giudizio sull'amico Boccaccio, che, s'intende, scelse la strada letteraria che più gli era congeniale. Per farlo, gli abbisognavano non soltanto le qualità che possedeva copiose, ma le avvedutezze che doveva acquisire con la maturità e l'esperienza. Per conciliare Dante e Petrarca egli non poteva che assumere il ruolo del discepolo chiosatore e del cultore di reliquie letterarie. Con una umiltà, talvolta così esibita da essere non meno goffa della pretesa petrarchesca di non conoscere la "Commedia", con la maschera dello scrittore-commentatore che si dichiarava terzo fra cotanto senno, Boccaccio riuscì a essere fedele a se stesso e, nel contempo, ad affermare la propria "differenza", a salvaguardarla e a nutrirla. La sua "terza strada", tanto faticosa e impervia quanto originale, è per ciò stesso quella di una letteratura conciliante e inclusiva, che non poté e non volle rinunciare a innestare Petrarca sul tronco di Dante, né a mostrare il volto grifagno di Dante tra le ombre e le verzure di Valchiusa.
La Divina Commedia gradenighiana. Manoscritto sc-ms 1162 della Biblioteca Gambalunga di Rimini
Marco Veglia, Giordana Mariani Canova, Paola Del Bianco
Libro: Copertina morbida
editore: Imago (Rimini)
anno edizione: 2016
pagine: 117
Le notti di via Bigli. Quarant'anni di confidenza con Raffaele Mattioli
Riccardo Bacchelli
Libro: Libro in brossura
editore: Il Mulino
anno edizione: 2017
pagine: 155
Nei «notturni convegni amichevoli» di Via Bigli, a Milano, in casa del banchiere Raffaele Mattioli, si riunivano, fra le due guerre, intellettuali, politici, scrittori, artisti, banchieri, filologi, professori, giornalisti: insomma, un gruppo di amici, di uomini proteiformi («polìtropi» come l'eroe omerico, Ulisse), ciascuno dei quali manifestava nel lavoro quotidiano il sigillo di una vasta personalità. A raccontare quegli incontri, che si tennero tra l'uscita del suo «Il Diavolo al Pontelungo», nel 1927, e il bombardamento di Milano del 1943, è Riccardo Bacchelli, uno tra i più grandi scrittori del Novecento. «Le notti di Via Bigli» hanno così il pregio di restituire alla nostra attenzione una folla di personaggi da non dimenticare: Angelandrea Zottoli, funzionario ministeriale e critico letterario; Antonello Cerbi, Giovanni Malagodi e Adolfo Tino, «antifascista attivo e cospirante», poi al vertice di Mediobanca; Federico Chabod, Francesco Flora e Piero Sraffa, economista di fama mondiale; Ugo La Malfa, Giorgio Di Veroli, ingegnere e cultore della poesia di Torquato Tasso; l'architetto Giuseppe de Finetti, dall'ingegno «spiraliforme», Sergio Solmi, Gino Scarpa, il pittore Gigiotti Zanini... L'antifascismo di Via Bigli non era quindi la premessa ideologica e la condizione di quegli incontri, ma la conseguenza della profonda e illuminata cultura dei protagonisti di quelle serate, dove una leopardiana «società stretta» sperava di contribuire all'edificazione progressiva di una «società aperta». Non v'era chi non restasse ammaliato da quel clima di fertile ingegno, di amicizia «umana ed umanistica», dove economia, letteratura, finanza, pittura, politica, contribuivano a tessere una «fede operosa» nel bene comune e nel suo retaggio di civiltà.
Dante leggero. Dal priorato alla «Commedia»
Marco Veglia
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2017
pagine: 198
Il tempo della «visione» - collocato in anticipo rispetto alla fase culminante della vita politica del poeta (che si snodò dal maggio 1300 all'autunno 1301 e che fu coperta nella “Commedia” da un velo di impenetrabile silenzio) - consente di riaprire il dossier della genesi dell'opera. Perché Dante, in esilio, volle retrodatare il viaggio rispetto alla sua responsabilità nel governo di Firenze? La primavera giubilare, messa di norma a frutto per storicizzare gli interlocutori del viandante e le sue profezie, torna allora preziosa per comprendere i fatti che, dal priorato di Dante (dal 15 giugno al 14 agosto seguenti), portarono alla stesura del poema. In pochi giorni egli visse, con un senso di tripudio e di predestinazione, gli eventi che sarebbero divenuti le coordinate temporali del suo cammino: il trentacinquesimo anno, il decennale della morte di Beatrice e la guida della città. Presto, tuttavia, sarebbe cominciata la fase più drammatica di quell'esperienza, che avrebbe condotto al confino dei capiparte Bianchi e Neri (tra i primi, vi fu anche il suo amico prediletto Guido Cavalcanti) e, via via, al bando del 1302. Il traviamento simboleggiato dalla selva, dove Dante sceglie la controfigura salvifica di David, riceve allora una nuova luce in questa prospettiva. Dalla gravezza della storia ci troviamo così a seguire il cammino di un “Dante leggero”, che, da Firenze, approda al luminoso fulgore della «candida rosa».
La vita anteriore. Storia famigliare e letteraria di Riccardo Bacchelli (1891-1914)
Marco Veglia
Libro: Copertina morbida
editore: Il Mulino
anno edizione: 2019
pagine: 346
Nel 1911, quando il filosofo Thomas E. Hulme definì Bologna «una perfetta città», non sapeva di rendere un tributo all'ambiente dov'era nato e cresciuto Riccardo Bacchelli. Il padre avvocato, a lungo presidente della Deputazione provinciale, poi deputato, fu uno dei pubblici amministratori più illuminati della città dello Studio. Il nonno materno, emigrato dalla Svizzera, governava la Società Nazionale del Gas in accordo col Comune. La dimora di famiglia, aperta e cosmopolitica, era una «casa civile d'alta coltura», dove Giuseppe Bacchelli e Anna Bumiller, al vertice della classe dirigente cittadina, crescevano i cinque figli in un clima autenticamente libero e liberale, umano e umanistico. «La vita anteriore» ricostruisce così la formazione di Riccardo Bacchelli fino alle soglie della Grande Guerra, tra l'esordio romanzesco con «Il filo meraviglioso di Ludovico Clò», gli scritti giornalistici affidati alla «Patria» e alla «Voce» fiorentina, per giungere ai «Poemi lirici». La storia amministrativa ed economica di Bologna viene perciò evocata nelle sue relazioni con la famiglia: i genitori, i fratelli Mario (un importante pittore della generazione di Giorgio Morandi), Beatrice, Giorgio, Guido, assumono via via il giusto rilievo accanto alla centrale figura del futuro demiurgo del «Mulino del Po». A esserne illuminata è un'intera stagione della nostra più alta cultura, capace di coniugare la solida raffinatezza della sua formazione con l'autentica responsabilità civile della modernizzazione del Paese.
«E sarai meco sanza fine cive»
Libro: Libro in brossura
editore: Bologna University Press
anno edizione: 2023
pagine: 264
Il volume contiene il testo delle relazioni presentate in occasione del Convegno Internazionale di Studi dal titolo «E sarai meco sanza fine cive». Temi, personaggi e fortuna della cultura politica e giuridica di Dante, svoltosi a Bologna dal 30 novembre al 2 dicembre 2021, nell'ambito delle celebrazioni per il settecentenario della morte di Dante. Il Convegno, che intendeva promuovere una rinnovata riflessione, attraverso l'adozione di un approccio corale e interdisciplinare, sul pensiero politico e giuridico di Dante, è stato organizzato dai dipartimenti di Filologia Classica e Italianistica (FICLIT), di Scienze Giuridiche (DSG), di Storia, Culture, Civiltà (DISCI) dell'Università di Bologna, in collaborazione con l'Istituto per la Storia dell'Università di Bologna (ISTUB). L'occasione del Convegno è stata a tal segno preziosa da aver dato luogo a un volume nel quale convivono e si compenetrano diverse prospettive scientifiche e culturali, a specchio della sovrana latitudine del pensiero dantesco e della vastità e articolazione di quella che Carducci semplicemente chiamava la «varia fortuna di Dante». Ivano Pontoriero è Professore associato di Diritto romano e diritti dell'antichità presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell'Università di Bologna ed è titolare degli insegnamenti di Istituzioni di diritto romano, Storia del diritto romano e Fondamenti romanistici del diritto europeo attivati presso la sede di Ravenna. È membro del Gruppo di Ricerca Retorica e Psicologia (R.E.P) - Centro Studi Piero Camporesi, istituito presso il Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell'Università di Bologna. I suoi principali interessi di ricerca riguardano la storia della giurisprudenza romana, la tradizione romanistica e i fondamenti del diritto europeo. È autore di quattro monografie: Il prestito marittimo in diritto romano (2011); Il terzo libro del commentario di Paolo ad edictum. Parte prima (2013); I vizi del consenso nella tradizione romanistica (2020); I Brevium [ad edictum] libri XXIII di Giulio Paolo (2023). Marco Veglia insegna Letteratura italiana e Letteratura italiana medievale all'Università di Bologna. Dirige il Centro Studi Medical Humanities del FICLIT (Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica). È componente del comitato scientifico dell'Ente Nazionale Giovanni Boccaccio e della Società Dante Alighieri. Si è occupato a lungo, oltreché di Dante e Boccaccio, di Carducci, di Pascoli, di Lorenzo Viani e di Riccardo Bacchelli, nonché della tradizione intellettuale dei medici bolognesi (Augusto Murri, Bartolo Nigrisoli). Per illustrare alcuni aspetti della fortuna di Dante nell'Ottocento si è dedicato altresì a Vincenzo Monti, a Nicolò Tommaseo e, con Emilio Pasquini, all'opera di Claude Fauriel, Dante e le origini della lingua e letteratura italiana. A Dante ha dedicato numerosi saggi e il volume Dante leggero. Dal priorato alla Commedia (2017). È prevista nei prossimi mesi la pubblicazione del commento all'Inferno per Feltrinelli, in collaborazione con Angelo M. Mangini.
Il diavolo al Pontelungo
Riccardo Bacchelli
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2024
pagine: 408
Nelle pagine ironiche e avventurose del Diavolo al Pontelungo, Riccardo Bacchelli rievoca volti e personaggi (il gigante Bakùnin, il pallido Cafiero, lo spavaldo Andrea Costa) e racconta sogni e utopie che guidarono il fallito tentativo di una donchisciottesca insurrezione anarchico-socialista che si sarebbe dovuta tenere a Bologna l'8 agosto del 1874. Restituisce così ai lettori, tra la Baronata di Locarno e la città dello Studio, una vicenda dimenticata e coinvolgente, una rivoluzione mancata ma feconda di frutti. Questa edizione accosta al romanzo una serie di appendici storiche e documentarie, e lo inserisce nel tempo in cui fu scritto, dalla prima edizione del 1927 a quella definitiva del 1939, e nella biografia dell'autore; nell'intreccio fra queste diverse prospettive critiche, fornisce una lettura rinnovata di uno dei più straordinari romanzi del nostro Novecento, capace ancora di interpellare, divertendoci e appassionandoci, la nostra sete di giustizia.
Il sommergibile
Riccardo Bacchelli
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2024
pagine: 152
Diciassette la Disdetta, il bizzarro protagonista di questo racconto, è un condannato a morte, imbarcato in gran segreto sul sommergibile il Paguro, che solca gli oceani e tocca varie terre: dallo Scoglio di San Pietro e San Paolo fino all'Isola del Diavolo (dove fu relegato Dreyfus) per approdare infine all'Isola di Sant'Elena, dove morì Napoleone Bonaparte e si chiude il romanzo. A bordo del Paguro di Capitan Repetto la fraternità dei marinai trasforma il protagonista. Ma con quali conseguenze? Alla follia del mondo terrestre Bacchelli risponde con la favola sottomarina di un mondo alla rovescia (come fece, in giovinezza, con Lo sa il tonno): «Il mio sommergibile sta ai sommergibili veri come le navi dei pazzi della pittura fiamminga stanno alle navi reali» (ne è un esempio La nave dei folli di Hieronymus Bosch). Questo romanzo filosofico, pubblicato nella primavera del 1978 (in un'Italia sconvolta dal caso Moro) e mai più riproposto da allora, mentre rappresenta la crescente sfiducia di Riccardo Bacchelli nella storia, ne ravviva del pari la fede incrollabile nell'uomo e ne testimonia un fervore di utopia, che davvero non cessa ancora oggi di ammaliare il lettore. Pensoso e attento, il narratore non si lascia sfuggire le angosce della nostra epoca. Su tutto, nel regresso dell'umanità causato dal progresso scientifico, si profila e spicca, con risonanze lucide e commosse, la fiducia in Dio come sola via per ricomporre (in manus tuas) le ferite della storia.