Libri di Péter Szondi
Tra l'oro e l'oblio. Lettere 1959-1970
Paul Celan, Péter Szondi
Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2023
pagine: 320
Il poeta e il critico letterario, Paul Celan e Peter Szondi, si conobbero a Parigi nel 1959. Fino alla morte di Celan, avvenuta nel 1970, si scambiarono, da Zurigo, Berlino, Gottinga, Parigi, oltre cento tra lettere, cartoline, dediche, telegrammi che in questo epistolario sono raccolti integralmente e commentati per la prima volta. Paul Celan, di origini romene poi naturalizzato francese, fu colui che rese nuovamente possibile la «poesia dopo Auschwitz», scrivendo in tedesco, la lingua «dei nostri assassini», come ebbe a dire lui stesso; «un uomo affascinante e impossibile, feroce, ma con accessi di mitezza», come lo definì Emil Cioran, che pur amandolo molto lo evitava «per paura di ferirlo, poiché tutto lo feriva». Peter Szondi, di origini ungheresi naturalizzato tedesco, fu uno dei maggiori teorici, filologi e critici del Novecento. Entrambi scampati alla Shoah, il poeta traduttore di poeti e lo studioso di estetica si scambiarono per anni riflessioni feconde, tra l’altro, sulla letteratura e la poesia, sulle comuni radici ebraiche, sui drammi personali. L’affaire Goll, che vide il poeta coinvolto in una mortificante accusa di plagio e il critico prendere con decisione le sue parti; l’ebraismo di entrambi, identità profonda plasmata dalla sopravvivenza allo sterminio; la depressione di Celan e la comprensione intima della sua poetica da parte del critico, ma soprattutto le istanze etiche che stanno alla base dell’ermeneutica letteraria di Szondi: tutto questo si trova nelle pagine della presente edizione critica. Un epistolario tra due grandi del Novecento alimentato da un legame che si nutrì di solidarietà oltre che di poesia. Una affinità che si protrasse fino al tragico epilogo: Paul Celan si suicidò nella Senna, un anno prima che Peter Szondi cercasse la morte nelle acque di un lago berlinese.
Saggio sul tragico
Péter Szondi
Libro
editore: Abscondita
anno edizione: 2019
pagine: 156
«La storia della filosofia del tragico non è priva essa stessa di tragicità. È simile al volo di Icaro. Infatti, quanto più il pensiero si approssima al concetto generale, tanto meno gli aderisce l'elemento sostanziale a cui deve il proprio slancio. Al culmine dello sguardo all'interno della struttura del tragico, il pensiero ricade esausto su se stesso. Laddove una filosofia, in quanto filosofia del tragico, diviene qualcosa di più del riconoscimento di quella dialettica cui concorrono i suoi concetti fondamentali, laddove essa non definisce più la propria tragicità, non è più filosofia. Pertanto la filosofia non sembra poter concepire il tragico - ovvero il tragico non esiste». Con una postfazione di Sergio Givone e uno scritto di Federico Vercellone.
Le «Elegie duinesi» di Rilke. Seguito da «Elegie duinesi» di Rainer Maria Rilke con testo tedesco a fronte
Péter Szondi
Libro: Copertina morbida
editore: SE
anno edizione: 2019
pagine: 208
Peter Szondi, nato in Ungheria nel 1929 e scomparso prematuramente a Berlino nel 1971, ha tracciato un solco profondo nell'ambito della critica testuale del nostro secolo, battendosi tra l'altro per il rinnovamento dell'insegnamento della filologia con la fondazione presso la Freie Universität di Berlino, a metà degli anni '60, di un Istituto di letteratura generale e comparata. Un'iniziativa di forte valenza politica, oltre che culturale, che avrebbe conferito una decisiva svolta al metodo ermeneutico in direzione di un approccio non autoritario al testo. Brillante allievo di Emil Staiger a Zurigo, ma ben presto anche suo antagonista critico, Szondi mostrò fin dal suo primo ciclo di lezioni, dedicate alle "Elegie duinesi" di Rilke, e qui presentate, l'esigenza di "scomparire" interamente nella propria interpretazione per dare voce al poeta, e corpo alla sua energia espressiva. Rimarrà fedele a questo principio anche in seguito quando, ormai attento lettore di Benjamin, Lukäcs e Adorno, svilupperà una semantica delle forme in grado di leggere, tra l'altro, le contraddizioni esistenti nella struttura di un'opera d'arte come manifestazione di un conflitto storico che lascia il segno nel passaggio da un'epoca culturale a un'altra. Szondi ha solo ventisette anni quando affronta le Elegie duinesi, un'opera così eccezionalmente alta e "difficile", ma il percorso della sua lettura è già sicuro e rigoroso. (Elena Agazzi)
Antico e moderno nell'estetica dell'età di Goethe
Péter Szondi
Libro
editore: Guerini e Associati
anno edizione: 2005
pagine: 270
Poetica e filosofia della storia
Péter Szondi
Libro
editore: Einaudi
anno edizione: 2001
pagine: 389
Questo volume raccoglie i testi di due cicli di lezioni dedicate sia alla transizione compiutasi fra Sette e Ottocento dalla poetica dei generi letterari di stampo classicistico a quella speculativa di matrice idealistica sia alla concezione dell'antico e del moderno nella cosiddetta 'età di Goethe'. Nel primo testo Szondi affronta la questione di come, a partire da Platone, venne definita l'identità delle forme poetiche, delle riflessioni che hanno accompagnato la ripartizione della poesia in generi letterari e dei criteri su cui essa si è fondata. Nel secondo lo studioso dimostra come nell'"età di Goethe" si sviluppò una riflessione storica sull'arte e sulla poesia che porterà al disegno sistematico dell'Estetica hegeliana.
Teoria del dramma moderno (1880-1950)
Péter Szondi
Libro
editore: Einaudi
anno edizione: 2000
pagine: 156
Le «Elegie duinesi» di Rilke. Seguito da «Elegie duinesi» di Rainer Maria Rilke con testo tedesco a fronte
Péter Szondi
Libro: Copertina morbida
editore: SE
anno edizione: 2010
pagine: 203
Peter Szondi, nato in Ungheria nel 1929 e scomparso prematuramente a Berlino nel 1971, ha tracciato un solco profondo nell'ambito della critica testuale del nostro secolo, battendosi tra l'altro per il rinnovamento dell'insegnamento della filologia con la fondazione presso la Freie Universität di Berlino, a metà degli anni '60, di un Istituto di letteratura generale e comparata. Un'iniziativa di forte valenza politica, oltre che culturale, che avrebbe conferito una decisiva svolta al metodo ermeneutico in direzione di un approccio non autoritario al testo. Brillante allievo di Emil Staiger a Zurigo, ma ben presto anche suo antagonista critico, Szondi mostrò fin dal suo primo ciclo di lezioni, dedicate alle "Elegie duinesi" di Rilke, e qui presentate, l'esigenza di "scomparire" interamente nella propria interpretazione per dare voce al poeta, e corpo alla sua energia espressiva. Rimarrà fedele a questo principio anche in seguito quando, ormai attento lettore di Benjamin, Lukäcs e Adorno, svilupperà una semantica delle forme in grado di leggere, tra l'altro, le contraddizioni esistenti nella struttura di un'opera d'arte come manifestazione di un conflitto storico che lascia il segno nel passaggio da un'epoca culturale a un'altra. Szondi ha solo ventisette anni quando affronta le Elegie duinesi, un'opera così eccezionalmente alta e "difficile", ma il percorso della sua lettura è già sicuro e rigoroso. (Elena Agazzi)
La poetica di Hegel
Péter Szondi
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2007
pagine: 225
In queste lezioni dei primi anni sessanta, Peter Szondi sottopone l'Estetica di Hegel (nella tradizionale e sempre più discussa redazione propostane dall'allievo Heinrich Gustav Hotho) a un'accurata analisi testuale. Suo intento è mostrare come essa non si smarrisca affatto in un'astratta filosofia del bello, né tantomeno proponga un'improbabile assiologia normativa, ma cerchi piuttosto di intendere dialetticamente la dinamica interna dell'opera d'arte - soprattutto letteraria - nel suo concreto divenire storico. Il percorso di Szondi è concepito dunque come un'introduzione alla lettura e alla comprensione del testo hegeliano, e come un'interpretazione dei suoi nodi tematici fondamentali per il canone estetico: il "carattere passato" dell'arte e il significato problematico del "classico".