Libri di Quinto Orazio Flacco
Carmina-Epodon liber-Odi-Epodi
Quinto Orazio Flacco
Libro
editore: Mursia
anno edizione: 2022
pagine: 360
Le odi. Libro 4º
Quinto Orazio Flacco
Libro
editore: Ciranna & Ferrara
anno edizione: 1996
pagine: 80
Epistole-Ars poetica. Testo latino a fronte
Quinto Orazio Flacco
Libro: Copertina morbida
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2015
pagine: 197
Se Orazio, a partire dal 23 a.C. e dopo aver pubblicato le "Odi" nel 20 a.C., torna a scrivere - ci dice nella lettera proemiale delle "Epistole" - è per via del tormento di essere quel che non si vorrebbe e di non essere quel che si vorrebbe. L'esperienza lirica è conclusa, poiché non è più l'età del canto della gioia e dell'amore, resta la possibilità di veicolare nel verso meditazioni morali di carattere generale, sul vero, sul bello, sulla condizione umana, rivolte all'uomo comune. Con quest'opera di conversazioni in esametri composta di due libri (rispettivamente di venti lettere e di due aggiunte successivamente e centrate sul tema della poesia) Orazio creò un genere letterario del tutto nuovo. In componimenti eterogenei per materia il poeta tratta di diversi aspetti della vita quotidiana con una pratica saggezza del vivere, nutrita di filosofia stoica ed epicurea. Tenendosi lontano da ogni dogmatismo si abbandona a riflessioni sulla potenziale grandezza umana, sull'incerto procedere del tempo, sulla necessità di restare imperturbabili di fronte a tutto riconoscendo tuttavia il piacere del vivere, soprattutto dell'amore, sull'arte del sapersi accontentare.
Sermo et lyra. Per il triennio
Quinto Orazio Flacco
Libro
editore: La Nuova Italia
anno edizione: 1999
Odi. Testo latino a fronte. Volume Vol. 1
Quinto Orazio Flacco
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2024
pagine: 712
Orazio è il più grande dei poeti lirici che la letteratura latina abbia prodotto, l'unico che si possa paragonare a Pindaro tra i greci, come egli stesso fa più d'una volta, naturalmente sminuendosi davanti al «cigno tebano». «Un lirico greco senza musica», è stato detto di lui: ma quella musica, interiorizzata, romanizzata e portata sui colli della Sabina, la senti risuonare sin dai primi versi della prima ode, Maecenas, atauis edite regibus, / o et praesidium et dulce decus meum, «Mecenate, che fosti generato da famiglia di re / e sei per me difesa e dolce titolo di gloria», e soprattutto negli ultimi, che proclamano: «Io, per l'edera che è premio alla fronte dei sapienti, / son vicino agli dèi; un fresco bosco, danze leggere / di Ninfe e Satiri mi tengono lontano dalla folla, / se Euterpe non impedisce al flauto di suonare, / se non rifugge Polimnia di trarre accordi dalla lira di Lesbo. / E se tra i lirici vati tu vorrai annoverarmi, / mi sembrerà di toccare il cielo con il capo». Aveva ragione Emilio Pianezzola, iniziatore di questa edizione e squisito traduttore delle Odi, a concludere la sua splendida Introduzione con le parole di Nietzsche nel Crepuscolo degli idoli: «Non ho mai provato [...] in nessun poeta, lo stesso rapimento artistico che mi dette, fin da principio, un'ode di Orazio. [...] Questo mosaico di parole in cui ogni parola come risonanza, come posizione, come concetto fa erompere la sua forza a destra, a sinistra e sulla totalità, questo minimum nell'estensione e nel numero dei segni, questo maximum, in tal modo realizzato, nell'energia dei segni - tutto ciò è romano e, se mi si vuol credere, nobile par excellence». Orazio, che fa poesia «autobiografica», che confessa le sue aspirazioni e le sue delusioni, dichiara di non esser stato colpito da Argo, Micene, Delfi o Atene, quanto «dalla dimora di Albùnea risonante, / dalle cascate dell'Aniene, dal bosco di Tiburno, / dai frutteti umidi per l'acqua viva dei ruscelli»: inventa un nuovo paesaggio della lirica, che vivrà per due millenni con la sua voce particolare, il suo tono apparentemente dimesso ma in realtà squisitamente delicato. I due volumi che la Fondazione Valla dedica alle Odi di Orazio sono il frutto del lavoro che una squadra padovana guidata prima da Emilio Pianezzola, poi da Gianluigi Baldo, ha compiuto nel corso degli anni: si avvale di un testo critico e di una Nota metrica approntati da Lorenzo Nosarti, e di un commento approfondito e capillare dovuto a Gianluigi Baldo stesso e Antonella Duso.
L'uomo e i suoi problemi. Antologia modulare. Per le Scuole superiori
Quinto Orazio Flacco
Libro
editore: Loffredo
anno edizione: 2002
pagine: 144
Epistole. Testo originale a fronte
Quinto Orazio Flacco
Libro
editore: Garzanti
anno edizione: 1995
pagine: 279
Orazio. Antologia delle opere. Per i Licei
Quinto Orazio Flacco
Libro
editore: Cremonese
anno edizione: 1968
pagine: 400
Epistole
Quinto Orazio Flacco
Libro: Libro in brossura
editore: Youcanprint
anno edizione: 2024
pagine: 136
Se Orazio, a partire dal 23 a.C. e dopo aver pubbicato le Odi nel 20 a.C., torna a scrivere - ci dice nella lettera proemiale Epistole - è per via del tormento di essere quel che non si vorrebbe e di non essere quel che si vorrebbe. L'esperiena lirica è ormai conclusa, poiché non è più l'età della gioia e dell'amore, resta la possibilità di veicolare nel verso pensieri morali di carettere generale sul vero, sul bello, sulla condizione umana, rivolte all'uomo comune. Con quest'opera di dialoghi in esamentri composta di due libri, Orazio creò un genere letterario del tutto nuovo. In componimenti eterogenei per materia il poeta tratta diversi aspetti della vita quotidiana con una pratica saggezza del vivere, nutrita di filosofia stoica ed epicurea. Tenendosi lontano da ogni dogmatismo, si abbandona a riflessioni sulla potenziale grandezza umana, sull'incerto procedere del tempo, sull'impreturbalità riconoscendo tuttavia il piacere di vivere, soprattutto dell'amore, dell'arte del sapersi accontentare. Per congedarsi, infine, un autoritratto.