Libri di Silvia Giorcelli Bersani
L'impero in quota. I romani e le Alpi
Silvia Giorcelli Bersani
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2019
pagine: 269
Le Alpi sono state un territorio, per molti aspetti esemplare, di radicali trasformazioni politiche, sociali e culturali nei secoli in cui si è dispiegata la civiltà romana. Prioritario a qualunque discorso storico è comprendere la visione che gli antichi Romani avevano delle Alpi e dei popoli che le abitavano: luoghi marginali, difficili e inospitali; barriere a difesa di Roma e della penisola; cerniere di comunicazione con la realtà transalpina; spazi estremi ove il sacro e il sacrilego si incontravano; attraversamenti imperiali carichi di implicazioni geopolitiche; vettori di comunicazioni, di commerci, di idee; luoghi di resistenza a difesa del territorio. Questo volume non ha una sequenza cronologica. Esso segue l'indispensabile snodarsi storico degli eventi importanti con approfondimenti sulla vita materiale, sulle mentalità, sulle strutture sociali, economiche e religiose entro cui si sono formati e hanno operato uomini e donne vissuti nel territorio alpino. I Romani hanno scritto un capitolo importante nella storia delle Alpi. Anche se a loro non piacevano affatto: troppo alte, troppo fredde, troppo lontane dal mare Mediterraneo e da Roma. Per ragioni politiche e strategiche essi decisero di occuparle, abbastanza tardi nella loro storia, per riuscire a valicarle in sicurezza e completare la costruzione del loro grande impero. Il baluardo inaccessibile che, in origine, costituiva il confine netto e la presunta naturale protezione dell'Italia diventò progressivamente un luogo di passaggio frequentato. La conquista non si tradusse nella mera occupazione militare di un territorio sottratto con le armi ai popoli che lo abitavano. Ben presto i Romani compresero che le Terre Alte, in apparenza «naturalmente» svantaggiate, potevano essere utili non solo dal punto di vista del controllo territoriale ma anche come serbatoio di materie prime e come potenziali incubatori di sviluppo economico. In tale prospettiva, la montagna, all'inizio soltanto episodicamente attraversata, diventò più appetibile e i rari spazi di abitabilità furono progressivamente sottoposti a un'opera capillare e sistematica di addomesticamento. Nei secoli della conquista le Alpi diventarono il teatro di avventure umane quasi in stile Far West rappresentando un'opportunità concreta per uomini spregiudicati alla ricerca di fortuna, per coloni italici trapiantati nelle città alpine, per imprenditori che fondarono le loro attività nelle valli e nelle aree collinari prealpine.
Epigrafia e storia di Roma
Silvia Giorcelli Bersani
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2015
pagine: 318
Le epigrafi, incise su edifici e monumenti, esposte in luoghi pubblici e necropoli, distribuite lungo le vie delle città, furono uno straordinario strumento di comunicazione e di autorappresentazione. La pratica epigrafica di Roma antica fu concepita per diffondere informazioni di ogni tipo in modo efficace e durevole ma soprattutto per ribadire e trasmettere i valori nei quali l'intera società si riconosceva. Per questa ragione la lettura delle iscrizioni consente di seguire un percorso di conoscenza della realtà romana quale nessuna altra fonte è in grado di offrire, e accompagna all'interno di scenari che indagano in profondità la natura dell'uomo romano, il suo rapporto con le istituzioni, la sua dimensione etica e spirituale, la sua psicologia sociale; attraverso le iscrizioni il privato diviene pubblico e il pubblico si diffonde pervasivamente raggiungendo e unificando in un comune sentire identitario tutti i cittadini dell'impero. Il libro intende mettere in risalto l'eccezionale potenzialità documentaria dell'epigrafia latina, fornendo significative esemplificazioni su alcuni fondamentali snodi tematici lungo i quali si dispone e si disegna la storia di Roma: esso si propone in una nuova edizione aggiornata nei contenuti, nei materiali iconografici e nella bibliografia.
Carlo Promis e Theodor Mommsen: cacciatori di pietre fra Torino e Berlino
Marco Buonocore, Alfredo Buonopane, Silvia Giorcelli Bersani
Libro: Copertina morbida
editore: Hapax
anno edizione: 2015
pagine: 64
L'epigrafia moderna nasce nell'Ottocento quando Theodor Mommsen, studioso di storia romana, di diritto e di epigrafia, esporta in Italia il metodo storico-filologico tedesco divulgandolo presso gli studiosi di antichità. Ebbe origine così una collaborazione italo-tedesca che permise la redazione di uno dei primi volumi del "Corpus Inscriptionum Latinarum", dedicato al Piemonte romano. In Piemonte, Mommsen si servì in particolare della collaborazione di Carlo Promis, professore di Architettura e archeologo. La loro corrispondenza, conservata nella Biblioteca Reale di Torino e nella Staatsbibliothek di Berlino, permette di seguire la storia di questo sodalizio scientifico e di approfondire l'importante realtà culturale della Torino post-unitaria. Questo volume consente di avvicinarsi al mondo dell'epigrafia in modo nuovo, avvincente e rigoroso al contempo, a partire dagli elementi chiave che è indispensabile conoscere per poter leggere un'antica iscrizione, sino a scoprire la produzione di falsi storici oggetto del confronto fra gli studiosi, per approdare alle più attuali tecnologie dell'informazione e della comunicazione al servizio della ricerca epigrafica e documentaria.
Torino «capitale degli studi seri». Carteggio Theodor Mommsen-Carlo Promis
Silvia Giorcelli Bersani
Libro
editore: CELID
anno edizione: 2014
pagine: 208
Più volte, tra il 1869 e il 1880, l'illustre storico tedesco Theodor Mommsen giunse a Torino per completare le proprie ricerche di epigrafia latina: in città egli trovò l'ambiente giusto per condurre con profitto gli studi, grazie alla presenza di istituzioni culturali di buon livello e all'aiuto di intellettuali di valore. Tra questi, il più prezioso fu senz'altro Carlo Promis, professore di Architettura, ispettore alle Antichità, studioso di epigrafia latina: tra di loro si instaurò una collaborazione scientifica proficua che si può cogliere attraverso la lettura delle numerose lettere che i due si scambiarono per molti anni. Attraverso il carteggio tra i due studiosi è possibile seguire la creazione delle pagine piemontesi del "Corpus Inscriptionum Latinarum", la monumentale raccolta di iscrizioni di età romana promossa dall'Accademia delle Scienze di Berlino e condotta da Theodor Mommsen: tale opera impose agli antichisti torinesi un confronto con le metodologie di ricerca storica e filologica tedesche che segnarono per sempre il destino degli studi classici e trasformarono l'epigrafia latina in scienza storica. Le lettere dettagliano anche il ruolo delle istituzioni culturali torinesi impegnate nella scoperta, nel recupero e nella valorizzazione delle antichità: accanto alle istituzioni si muoveva un mondo di studiosi, professori, accademici delle scienze, collezionisti, ma anche religiosi, diplomatici e librai, che facevano di Torino la "capitale degli studi seri".
Donne, mito e politica. La suggestione classica in Virginia Woolf, Marguerite Yourcenar e Hannah Arendt
Laura Brignoli, Lia Giachero, Silvia Giorcelli Bersani
Libro: Libro in brossura
editore: Iacobellieditore
anno edizione: 2012
pagine: 106
Quale influenza ha avuto la cultura classica sul pensiero e sull'opera di tre note intellettuali del Novecento, quali Virginia Woolf, Marguerite Yourcenar e Hannah Arendt, pur così diverse per estrazione sociale, provenienza ed educazione? Alla domanda rispondono autorevoli studiose che rintracciano nelle tre autrici il fascino e l'influenza della cultura greco-romana.
L'auctoritas degli antichi. Hannah Arendt tra Grecia e Roma
Silvia Giorcelli Bersani
Libro
editore: Mondadori Education
anno edizione: 2010
pagine: 228
Il volume propone una riflessione sulla tradizione greca e romana presente nel pensiero e nell'opera di Hannah Arendt: la convinzione che il cammino del mondo occidentale si prospetti globalmente come una involuzione a partire dall'esperienza greca e che, dopo la fase storica di Roma antica, i fili della tradizione si siano progressivamente spezzati, rende centrale la dimensione classico-antichistica all'interno della sua opera. Pur costituendo l'antefatto di ogni esperienza politica della storia del mondo occidentale, le tradizioni greca e romana appaiono alla Arendt irrimediabilmente lontane da noi, a causa di un presente che ha sopraffatto l'umanità con una violenza mai conosciuta nel passato. E tuttavia, nelle sue opere si colgono importanti riferimenti ai poemi omerici, alla democrazia di Atene, al pensiero di Socrate, all'opera di Cicerone, all'arte di Virgilio, alla filosofia di Agostino. Gli antichi rappresentarono per la studiosa autorità indiscutibili e l'antichità costituisce una chiave di lettura privilegiata per comprendere gran parte delle categorie con le quali H. Arendt interpretò non solo la storia e la politica ma anche il pensiero e la natura umani.
Epigrafia e storia di Roma
Silvia Giorcelli Bersani
Libro: Copertina morbida
editore: Carocci
anno edizione: 2004
pagine: 267
Le epigrafi romane, incise su edifici e monumenti, esposte in luoghi pubblici e necropoli, distribuite lungo le vie delle città, furono uno straordinario strumento di comunicazione e di autorappresentazione. La pratica epigrafica di Roma antica fu concepita per diffondere informazioni di ogni tipo in modo efficace e durevole ma soprattutto per ribadire e trasmettere i valori nei quali l'intera società si riconosceva. Per questa ragione la lettura delle iscrizioni consente di seguire un percorso di conoscenza della realtà romana quale nessuna altra fonte è in grado di offrire, e ci accompagna all'interno di scenari che indagano in profondità la natura dell'uomo romano.