Libri di Silvia Tatti
Romanticismi. La letteratura del primo Ottocento tra Italia e Europa
Silvia Tatti, Stefano Verdino
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2025
pagine: 312
Il volume, fin dal plurale del titolo, "Romanticismi", intende riconsiderare gli stringenti schemi normativi che hanno spesso circoscritto alla semplice contrapposizione tra classicisti e romantici la complessa rifondazione del sapere e del gusto avvenuta in Italia e in tutta Europa nel primo Ottocento. Il plurale del titolo indica anche la scelta di non limitare la trattazione all'Italia, pur al centro della maggior parte dei contributi, ma di estendere l'indagine alle più importanti esperienze europee. Ne risulta un quadro aggiornato che introduce nuove chiavi di lettura sul periodo e ricostruisce le tappe dei cambiamenti della cultura letteraria del primo Ottocento, soffermandosi su scrittrici e scrittori, temi, generi teatrali e letterari, ma anche sulla scuola, le traduzioni, l'orientalismo, la lettura, l'amore, la natura, l'arte.
Il Settecento sulla scena del mondo. Studi per Beatrice Alfonzetti
Libro
editore: Edizioni dell'Orso
anno edizione: 2023
pagine: 264
Scrittrici italiane tra Otto e Novecento. Un'antologia: diari, memorie, lettere, viaggi, teatro, poesia, narrativa, saggistica, biografie, giornalismo
Libro: Libro in brossura
editore: Scholé
anno edizione: 2023
pagine: 720
Nell'Ottocento e nel primo Novecento in Italia la produzione letteraria femminile ha conosciuto una grande vivacità, confrontandosi con la totalità dei generi: la narrativa, le scritture personali (lettere e diari), la saggistica, la poesia, le narrazioni di viaggio, il teatro, le biografie, il giornalismo. Questa raccolta propone, per la prima volta nell'editoria italiana, testi di quasi cento autrici, alcune più note, altre sconosciute. Ci sono le donne del Risorgimento, come Cristina Trivulzio di Belgiojoso, che hanno colto le opportunità offerte da una vita di trasferimenti e sradicamenti come ispirazione per la loro scrittura e quelle della generazione successiva, dell'Italia unita, pronte a dare un respiro universale a realtà locali (la Napoli di Matilde Serao, la Sardegna di Grazia Deledda…) descritte con uno sguardo che abbina indagine esistenziale e interpretazione sociale e storica. Le scrittrici del primo Novecento, poi, vivono spesso il peso di forti condizionamenti in una società in mutamento: Sibilla Aleramo ce ne offre un esempio nella dimensione asfissiante del piccolo paese che mortifica l'esistenza della protagonista di Una donna. La prima parte del volume ospita due saggi: il primo, di Silvia Tatti, affronta le costanti, le specificità e le sfasature della scrittura delle donne nel lungo arco cronologico preso in considerazione; il secondo, di Chiara Licameli, ricostruisce il lavoro d'archivio e documentazione necessario per restituire la memoria dell'importante produzione del periodo. La ricca raccolta di brani presenta, per ognuno, una breve presentazione biografica dell'autrice e un'analisi critica del testo, per consentire al lettore di coglierne gli aspetti più significativi.
Scrittrici in esilio tra Ottocento e Novecento
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2022
pagine: 233
Tra esilio e scrittura esiste da sempre un nesso fortissimo; la letteratura contribuisce a riannodare i fili dell’esperienza e a rielaborare la perdita di ogni riferimento personale, linguistico, culturale. Nel caso delle scrittrici, almeno fino a Novecento avanzato, ogni esperienza di sradicamento è aggravata da una ancora incerta condizione autoriale che rende più problematico il rapporto con la scrittura. Il volume indaga il lavoro di molte autrici, da Cristina di Belgiojoso a Erminia Fuà Fusinato, Maria Zambrano, Agota Kristof, che tra Ottocento e Novecento hanno vissuto l’esilio per motivi politici e hanno dovuto ricostruire un’identità, anche linguistica e letteraria, in condizioni profondamente diverse da quelle consuete. Nei loro scritti e nelle loro tragiche vicende si evidenzia tutto il significato profondo e la forza reattiva che la scrittura riveste come elemento di resistenza contro la negatività del trauma. Il linguaggio esiliaco, d’altronde, soprattutto nel caso di donne scrittrici, esprime non solo una dimensione di alterità comune a tutte le esperienze di allontanamento forzato o volontario dalla patria (come avviene ancora in Clementina de Como, Louise Hamilton o Elisa Chimenti), ma dà anche voce, in casi come quello di Emma o Anna Maria Ortese, a una condizione di esclusione e di non appartenenza condivisa, indipendentemente dallo sradicamento territoriale, da tante scrittrici vissute tra Ottocento e Novecento.
L'invenzione del passato nel Settecento
Libro: Libro rilegato
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2022
pagine: 464
Nel corso del Settecento il passato è riscoperto e al tempo stesso reinventato attraverso una grande varietà di pratiche e metodi, che spaziano dalla ricerca antiquaria alla costituzione di musei, da proposte storiografiche, filologiche e giuridiche all'appropriazione ideologica e filosofica di particolari ambiti della tradizione. In questo volume di saggi vengono proposte ricerche mirate sulla dilatazione degli usi della storia ai fini di proposte sociali, politiche, culturali, giuridiche, economiche, filosofiche, per il presente e per il futuro.
La diplomazia delle lettere nella Roma dei Papi dalla seconda metà del Seicento alla fine dell'Antico Regime
Silvia Tatti
Libro: Libro rilegato
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2022
pagine: 288
Grazie alla ricchezza della produzione letteraria legata alla rete politico-diplomatica, in questo volume si indaga la costruzione e lo sviluppo dell'ambiente culturale che si definisce, nella Roma dei Papi, attorno al mondo delle ambasciate, animato da figure molto attive sul piano della circolazione dei libri, le traduzioni, la divulgazione artistica, le rappresentazioni teatrali, il patronage.
Diplomazia e letteratura tra Impero asburgico e Italia-Diplomatische und literarische Beziehungen zwischen der Habsburgermonarchie und Italien (1690-1815)
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2021
pagine: 210
Il volume, considera i rapporti tra i diversi stati italiani e l'Impero Asburgico nel corso del lungo Settecento (1690-1815) dalla prospettiva delle strette relazioni esistenti tra mondo diplomatico e produzione letteraria. La rete di connessioni che si crea tra le rappresentanze diplomatiche e gli uomini di lettere promuove un'attività culturale intensa, all'origine di edizioni, traduzioni, scambi, conversazioni, spettacoli teatrali e melodrammatici, carteggi. Il volume, che si muove tra storia e letteratura, si ricollega a studi analoghi relativi al ruolo della diplomazia delle lettere nei rapporti tra Italia, Regno Unito e Francia e tra Roma e l'Europa. Il contributo dell'Impero asburgico alla definizione di una rete intellettuale europea è di assoluto rilievo, come emerge dai saggi presenti nel libro, che, nell'intreccio tra politica e letteratura, ricostruiscono la presenza a Vienna di moltissimi letterati provenienti dalla penisola ma anche da altri stati europei e seguono il percorso di diplomatici, ambasciatori, mediatori culturali che svolgono funzioni di coordinamento, mecenatismo, patronage nei confronti dei letterati.
Esuli: scrittori e scrittrici dall'antichità
Silvia Tatti
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2021
pagine: 184
L’esilio è presente da sempre nella letteratura e ha originato persistenti paradigmi che ricorrono in molte scritture dall’antichità a oggi. Nel tempo si è costruita una memoria condivisa che ha fornito un linguaggio, avvalorato dalla tradizione e da una storia millenaria, per raccontare, esprimere, dare un senso alla perdita di ogni riferimento. La scrittura dell’esilio non ha solo una funzione memorialistica e testimoniale, ma serve anche come reagente per rielaborare ogni esperienza di esclusione e costruire nuove identità. Pur delineando solo in parte un percorso cronologico, il volume indaga questa complessa trama di riferimenti: ricostruisce il vocabolario di base che crea connessioni fra testi ed epoche, dedica uno spazio specifico alle scrittrici nelle quali l’esilio fa emergere le tensioni di una condizione autoriale spesso fragile, verifica la tenuta di modelli che attraversano con alterne fortune la tradizione e, sempre più, le tradizioni. Le molteplici letture e le diverse domande rivolte ai testi evidenziano il carattere necessario della scrittura d’esilio, all’origine della sua universale fortuna.
Un contadino turco
Cristina Belgiojoso
Libro: Libro in brossura
editore: Croce Libreria
anno edizione: 2019
pagine: 152
"Un contadino turco", di cui si offre qui la prima traduzione italiana, viene pubblicato a Parigi nella «Revue des deux mondes» in tre parti, tra il novembre e il dicembre del 1857. Si tratta di uno dei racconti ambientati in Asia Minore e pubblicati da Cristina di Belgiojoso al suo ritorno in Francia dopo aver trascorso cinque anni in Turchia, a stretto contatto con la civiltà islamica. Reduce da anni di impegno politico, viaggi in tutta Europa, esperienze di vita assolutamente anticonformiste, la "principessa rivoluzionaria", la musa romantica di tanti artisti e intellettuali del tempo, osserva con spirito critico e con grande lucidità la realtà turca, l'esistenza delle donne e dei giovani, i condizionamenti sociali e culturali. La vita della campagna, modulata su ritmi naturali e contrapposta al degrado delle città e degli harem intesi come luoghi di dolore e prevaricazione, induce a una riflessione sulle dinamiche della società contemporanea non solo turca, ma anche europea. Su questo sfondo si definiscono i ritratti dei due protagonisti: Sarah, una donna moderna che acquista gradatamente consapevolezza dei suoi diritti e della sua condizione, guidata dal buon senso e dal sentimento, e Benjamin, un giovane la cui formazione e maturazione diventa emblematica dell'importanza della civiltà e della conoscenza che vincono pregiudizi radicati. Lontano dall'immagine idealizzata trasmessa da tanti viaggiatori europei, l'Oriente di Cristina emerge in tutte le sue contraddizioni e mostra i limiti di una società corrotta, che solo attraverso il contatto con la natura e la ragione può riacquistare una dimensione umana e civile.
Poeti per musica. I librettisti e la letteratura
Silvia Tatti
Libro: Copertina morbida
editore: Edizioni dell'Orso
anno edizione: 2016
pagine: 264
'Il volume traccia una storia della poesia per musica attraverso un'ottica d'indagine interna alla letteratura e punta a una ricognizione, anche tramite la considerazione dei travasi che avvengono tra i generi letterari, a livello espressivo, linguistico e tematico, sulla funzione del testo per musica nel sistema complessivo della comunicazione letteraria, una funzione che varia nel tempo e che va considerata anche nel rapporto con i generi della tradizione. Il libretto diventa il luogo d'incontro tra la serialità, la codificazione, i compromessi imposti dalle esigenze performative dello spettacolo d'opera e le potenzialità date dal dialogo con i generi della tradizione letteraria, le suggestioni locali ed europee, i percorsi personali degli scrittori, le trasformazioni culturali.'
Classico: storia di una parola
Silvia Tatti
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2015
pagine: 105
Nei secoli e nelle diverse culture, la parola "classico" ha subito molte trasformazioni semantiche fino alla pluralità di usi dei nostri giorni. Il libro ricostruisce i passaggi cruciali dell'uso del termine soprattutto nell'ambito letterario e mostra come attorno ad esso si siano addensati significati legati volta per volta a motivazioni linguistiche, culturali, comunicative, politiche. La forza della parola, che la rende attualissima ancora oggi, è proprio in questa sua capacità di rinnovarsi continuamente mettendo in gioco tradizione e modernità.
La fedeltà della ragione
Giulio Ferroni
Libro: Libro in brossura
editore: Liguori
anno edizione: 2014
pagine: XIV-265
In occasione dei settant'anni dell'autore, il volume raccoglie gli scritti che Giulio Ferroni nel corso della sua lunga carriera ha dedicato al teatro del Settecento. Vi si ritrova il lessico critico presente nelle sue corde e che lega gran parte dei suoi studi: la passione per una letteratura che esprime la tensione dell'intelligenza, che sperimenta tutte le contraddizioni della realtà e svela la dimensione illusoria di ogni tentativo di ridurre la complessità del mondo a schemi, regole, norme rigide; l'interesse per la componente ludica e per le possibilità combinatorie della dimensione scenica, in grado di rappresentare e di riflettere come in uno specchio rovesciato il gioco della vita e dei ruoli sociali; la fedeltà a un approccio storico che dialoga in modo problematico e dialettico con le grandi periodizzazioni, cogliendo anche gli scarti, i fenomeni marginali, spesso in contrasto con i sistemi culturali dominanti; il fascino per il fantastico, per il visionario collegato a un registro comico e ludico (all'origine del suo interesse per Ariosto), che nella librettistica del Settecento, anche di un certo Goldoni, ha spesso una sfumatura irriverente.

