Libri di Ciro Tarantino
La gestione dei rischi. Dall'antipsichiatria al post-psicoanalisi
Robert Castel
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2024
pagine: 278
Con questo libro, oltre quarant’anni fa, Robert Castel avvertiva che stavamo entrando in un’era post-psichiatrica e post-psicoanalitica: quella psichiatria che aveva cercato di farsi sociale distaccandosi dal ghetto asilare stava tornando all’ovile della medicina e la psicoanalisi stava annegando nella cultura psicologica generalizzata che aveva contribuito a promuovere. Occorreva, allora, rintracciare la nuova formula di gestione del sociale che si andava organizzando attorno a un polo centralizzato di prevenzione dei rischi e a un polo apparentemente conviviale di presa in carico delle fragilità. Si trattava di ricostruire una rete molto complessa fatta di perizie, valutazioni, assegnazioni e distribuzioni delle popolazioni, ma anche di lavoro sulla normalità, perché l’ordine post-disciplinare che si stava delineando passava più dalla programmazione dell’efficienza che dall’imposizione di vincoli. Questo piano di governamentalità è ancora largamente attuale.
Meditazioni pascaliane
Pierre Bourdieu
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2024
pagine: 372
Non posso giudicare della mia opera – diceva Pascal – mentre la compongo: bisogna che faccia come i pittori, e me ne allontani, ma non troppo.” Nel segno di Pascal, Bourdieu ha cercato di trovare il punto a partire dal quale poter cogliere l’insieme della propria opera con un solo sguardo, liberato dalle confusioni e dalle oscurità che in essa poteva scoprire nel farla e alle quali ci si ferma quando si guarda troppo da vicino. Ne risulta una summa del suo pensiero e del suo metodo, che spazia dalla critica della ragione scolastica all’indagine sui fondamenti storici della ragione, all’analisi del rapporto fra modi di incorporazione e forme di conoscenza, all’esame della dialettica fra posizioni e disposizioni, allo studio dell’intreccio fra violenza simbolica e lotte politiche, alla ricerca sulle connessioni fra l’essere sociale, il tempo e il senso dell’esistenza. Uno strumentario indispensabile per la pratica delle scienze storiche e l’esercizio del mestiere di sociologo.
Il soggiorno obbligato. La disabilità fra dispositivi di incapacitazione e strategie di emancipazione
Libro: Libro in brossura
editore: Il Mulino
anno edizione: 2024
pagine: 672
Questo volume nasce da una ricerca collettiva finalizzata a elaborare strumenti analitici e operativi per la prevenzione e il contrasto dei processi di istituzionalizzazione che coinvolgono le persone con disabilità in Italia, soprattutto con l'incedere dell'età. L'Italia, infatti, nonostante si sia contraddistinta in epoca repubblicana per la critica pragmatica delle logiche di apartheid e relegazione (con l'abolizione delle classi differenziali, la soppressione del manicomio civile e la dismissione dell'ospedale psichiatrico-giudiziario), presenta ancora solidi grumi di resistenza nel superare definitivamente la cultura della segregazione. Ciò in controtendenza con la cultura giuridica che, a inizio del XXI secolo, si è cristallizzata nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, resa possibile dalle teorie e dalle pratiche critiche elaborate negli anni dal Disability Rights Movement. Cardini di questi nuovi codici culturali e di questo nuovo ordine normativo sono il principio per cui in nessun caso la condizione di disabilità può giustificare la privazione della libertà personale e il correlato riconoscimento del diritto di vivere nella società con libertà di scelta, inclusa la possibilità di scegliere, su base di uguaglianza con gli altri, il proprio luogo di residenza e dove e con chi vivere, senza l'obbligo di vivere in una sistemazione particolare. In un momento di fermento legislativo, questa ricerca, che è stata condotta da studiosi e professionisti provenienti da diversi campi del sapere - sociologia, social work, diritto, psichiatria, pedagogia, filosofia, antropologia -, propone allora un quadro dei modi di persistenza dei dispositivi di incapacitazione delle persone con disabilità e dello strumentario disponibile per la loro emancipazione.
L'ordine psichiatrico. L'età d'oro dell'alienismo
Robert Castel
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2023
pagine: 394
Sullo sfondo dell’ordine contrattuale instaurato dalla Rivoluzione francese, il folle, improvvisamente, stona. Irragionevole, non è soggetto di diritto; irresponsabile, non può essere oggetto di sanzione. Ma, focolaio di disordine, deve essere amministrato, gestito, neutralizzato. L’ordine psichiatrico analizza la genesi e lo sviluppo di questo modo di gestione degli antagonismi sociali, in cui una relazione di tutela, come subordinazione regolata, soppianta i rapporti di reciprocità formale, e il folle viene relegato in uno statuto di minorità sociale. Matrice di un sistema consolidato di governo delle cittadinanze minori, è probabilmente ancora a lungo nell’ordine psichiatrico e nelle sue metamorfosi che si dovranno interrogare i limiti dell’appartenenza comunitaria e della democrazia profonda.
La segregazione delle persone con disabilità. I manicomi nascosti in Italia
Libro
editore: Maggioli Editore
anno edizione: 2018
pagine: 130
Sono passati quarant’anni da quando, nel 1977, l’Italia decise di chiudere le classi differenziali e di svuotare le scuole speciali. Un anno più tardi il nostro Paese approvò la legge 180 che portò alla chiusura dei manicomi. Vere e proprie “rivoluzioni” che hanno segnato positivamente l’esistenza delle persone con disabilità, migliorandone la qualità della vita. Rivoluzioni che hanno modificato alla radice l’idea stessa di disabilità diffusa nel nostro Paese. Qui sta la ragione profonda della tristezza di questo libro e racconto, frutto di una ricerca promossa da FISH (Federazione italiana per il superamento dell’handicap). Capitolo dopo capitolo, paragrafo dopo paragrafo, emergerà che, nonostante tutto, nel nostro Paese vi sono ancora tanti manicomi nascosti dove migliaia di persone con disabilità vivono separate ed escluse dal resto della società.
La sociologie des possibles
Ciro Pizzo, Ciro Tarantino
Libro: Libro in brossura
editore: Éditions Mimésis
anno edizione: 2016
pagine: 80
La bella e la bestia. Il tipo umano nell'antropologia liberale
Ciro Tarantino, Alessandra M. Straniero
Libro
editore: Mimesis
anno edizione: 2014
pagine: 220
Secondo Max Weber ogni ordinamento delle relazioni sociali deve essere esaminato e valutato in riferimento al "tipo umano" a cui offre le migliori possibilità di diventare predominante. Questo volume assume e applica l'indicazione del sociologo tedesco e si interroga su quali siano i caratteri del proto-tipo e del contro-tipo dell'umano nell'Italia basso-liberale. Si narrano quattro episodi di questa dialettica fra tipi prevalenti e umanità minori, fra tipo e anti-tipo. Si seguono le incarnazioni dell'umano e del disumano nella gloria parallelepipeda catodica e digitale, nella palestra del fitness manageriale, nell'immensa latrina di un manicomio criminale e nello spettacolo delle esposizioni coloniali. Tra figure della fama e dell'infamia, emerge il quadro di una democrazia ereditaria in cui torna egemone l'individuo proprietario.
Scrofole e re. Miracoli politici e piaghe sociali nella Napoli del terzo millennio
Ciro Tarantino
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2011
pagine: 160
Le descrizioni di Napoli si ripetono identiche da oltre un secolo. Finita l'epoca del pittoresco, dei ruderi di Pompei all'ombra del Vesuvio, l'immagine ricorrente è quella di una malata cronica, i cui problemi sono sempre piaghe e la camorra un cancro. E così la città patologica aspetta di continuo, con rinnovata fede, il tocco miracoloso di un re taumaturgo o di un santo medico. Anche Pasolini era stato affascinato da questa metropoli del tempo immobile, di cui si parla sempre come della Parigi di Sue e di Hugo o della Londra di Dickens, "lo so questo - diceva -: che i napoletani oggi sono una grande tribù, che anziché vivere nel deserto o nella savana come i Tuareg o i Beja, vive nel ventre di una grande città di mare. Questa tribù ha deciso - in quanto tale, senza rispondere delle proprie possibili mutazioni coatte - di estinguersi, rifiutando il nuovo potere, ossia quello che chiamiamo la storia, o altrimenti la modernità". Aveva sperato, Pasolini, in una Napoli capitale dell'anti-moderno; per questo vi aveva ambientato "Il Decameron". Aveva scelto Napoli "contro tutta la stronza Italia neocapitalistica e televisiva". E se oggi, invece, questa "sacca storica" fosse un laboratorio del governo neocapitalistico e televisivo? Se l'emergenza del rifiuto fosse la prima esposizione universale della prossima modernità?