Libri di Denis Diderot
Teatro
Denis Diderot
Libro: Copertina morbida
editore: Garzanti
anno edizione: 2008
pagine: 302
Da sempre interessato alla scena, il philosophe Diderot dedica parte della propria ricerca al teatro, su cui fa convergere elaborazione teorica e pratica di scrittura. Ambientate nel presente storico, in una realtà sociale borghese, con personaggi il cui comportamento è immediatamente riconducibile a ruoli e funzioni sociali, le tre commedie - "II figlio naturale", "Il padre di famiglia" e, più tardi, "È buono? È malvagio?" - vogliono mettere lo spettatore nella condizione di rispondere in modo attivo alle sollecitazioni teatrali. Realismo, rottura della separazione tra scena e pubblico creano un teatro-azione che non cristallizza la vita, ma riproduce la struttura dinamica delle sue tendenze e delle sue contraddizioni e s'identifica con il suo divenire.
Le droit romain et l'Encyclopédie
Denis Diderot, Antoine-Gaspard Boucher D'Argis, Louis Chevalier de Jaucourt
Libro
editore: Jovene
anno edizione: 1987
pagine: XLVII-180
Potere politico e libertà di stampa
Denis Diderot
Libro: Libro in brossura
editore: Editori Riuniti
anno edizione: 2021
pagine: 191
Nessun uomo ha ricevuto dalla natura il diritto di comandare gli altri. La libertà è un dono del cielo, e ogni individuo, della stessa specie ha il diritto di goderne appena giunge all’età della ragione. Se la natura ha stabilito qualche autorità, è la potestà paterna; ma la potestà paterna ha i suoi limiti e nello stato di natura finirebbe non appena i figli fossero in grado di agire da soli. Qualsiasi altra autorità ha un'origine diversa dalla natura. Se si guarda bene, la si farà sempre risalire a una di queste due fonti: o la forza e la violenza di colui che se n'è impossessato, o il consenso di coloro che vi si sono sottomessi mediante un contratto fatto o supposto fra loro e colui cui hanno deferito l'autorità. Il potere che si acquisisce con la violenza non è altro che un'usurpazione, e dura soltanto finché la forza di colui che comanda prevale su quella di coloro che obbediscono; così che se questi ultimi diventano a loro volta i più forti e scuotono il giogo, lo fanno con diritto e giustizia pari a quelli dell'altro che lo aveva imposto loro. La stessa legge che ha creato l'autorità la distrugge: è la legge del più forte.
Colloquio di un filosofo con la Marescialla di...
Denis Diderot
Libro: Libro rilegato
editore: Inschibboleth
anno edizione: 2017
pagine: 112
L’intreccio è semplice: Diderot si reca in visita a casa dell’amico maresciallo che però è assente. In attesa del suo ritorno s’intrattiene con la moglie, la Marescialla, mentre questa si dedica alla sua toeletta. È un luogo inconsueto per una discussione filosofica, ma insolita è anche l’interlocutrice: una donna cattolica devota e madre di sette figli, stupita ed entusiasta di “fare della filosofia”. In quest’opera Diderot mette in scena se stesso e si interroga in materia di morale e di fede: gli argomenti sono quelli tipici del materialismo ateo del XVIII secolo, non manca qualche provocazione e la sua caratteristica ironia. Il dialogo però è sempre garbato, per questo Joël Gayraud lo ha definito “limpido, leggero come una fuga di Bach”.
Il sogno di D'Alembert-Il sogno di una rosa
Denis Diderot, Eugenio Scalfari
Libro: Copertina morbida
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2018
pagine: 179
«A memoria di rosa, non si è mai visto morire un giardiniere». Questa citazione (che non è di Diderot, ma di Fontenelle) aleggia per tutto il dialogo "Il sogno di d'Alembert" - l'opera di Diderot forse più audace intellettualmente, più briosa e ricca - ad ammonire che il limite, negativo, della possibilità di conoscere non può essere scambiato, positivamente, con il limite della possibilità di essere della realtà. E domina, riecheggiata già nel titolo "Il sogno di una rosa", nella continuazione di quel dialogo immaginata da Eugenio Scalfari. "Le rève de d'Alembert" fu scritto da Diderot nel 1769, e conosciuto postumo, in forma di commedia brillante, pettegola, spiritosamente oscena: da un illuminista che credeva che la filosofia non fosse altro che resoconto sintetico dell'ininterrotta conversazione con se stessi e con gli altri, libera, aperta, correggibile, in cui consiste, certo per piacere, forse per dovere, l'appartenenza al genere umano: ed è un capolavoro di materialismo non volgare, ma contiene, in spunti e anticipazioni, le domande discusse oggi dalla cosiddetta filosofia della mente. In tempi probabilmente infelici per l'onestà e il senso di quella conversazione, il gioco di Scalfari più che una continuazione, più che un d'après Diderot, ne è uno scarto verso la malinconia: una cornice per l'oggi. Diderot conversa con mademoiselle de l'Espinasse del suo antico dialogo, e tenta e prova del materialismo la malinconica saggezza, la consolazione infinita, dignitosa e incerta. Questo libro è stato pubblicato per la prima volta nel 1994. Viene riproposto oggi in una edizione accresciuta e con una nuova introduzione in cui Eugenio Scalfari racconta come e perché nacque il progetto di affiancarlo all'autore dell'Encyclopédie.
Il nipote di Rameau
Denis Diderot
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Clandestine
anno edizione: 2019
pagine: 104
"Il nipote di Rameau" è un dialogo satirico nel quale Diderot discute su questioni di etica ed estetica. I due personaggi che danno vita al dialogo sono designati con i pronomi lui e io, il primo indica Jean-Frainçis Rameau e il secondo lo stesso Diderot. Rameau intrattiene il filosofo raccontando episodi della propria vita: è un musicista fallito, un adulatore di professione, un miserabile di talento; uno scroccone che sopravvive facendo il buffone di corte nei salotti della borghesia parigina. Agli occhi del filosofo, quest'individuo spregevole appare come un misto di delirio e di buonsenso, di abiezione e di onestà. E proprio per questa sua contraddittorietà, il giovane Rameau sconcerta e affascina Diderot, il quale constata, stupefatto e a tratti inorridito, come sia possibile che una stessa persona sia dotata della più profonda sensibilità estetica e del tutto sprovvista del sentimento morale.
Interpretazione della natura
Denis Diderot
Libro: Copertina morbida
editore: Editori Riuniti
anno edizione: 2020
pagine: 112
"La lettura dello scritto del filosofo francese consente di riprendere una discussione che, nella sua assoluta centralità, è, però, paradossalmente e colpevolmente trascurata. Si tratta del discorso su evoluzionismo e creazionismo, sul concetto di natura, sugli esiti di questo dibattito per i rapporti fra credenti e non credenti. Di certo a Diderot, il quale, peraltro, imposta (...) il discorso sull'evoluzionismo di contro al creazionismo, non può essere mossa alcuna critica specifica riguardo alla mancata ulteriore elaborazione della sua impostazione se non quella di appartenere, al di là di ogni facile storicismo, al suo tempo storico. Già in questo scritto sulla natura, però, c'è una eco di un ritorno ai presocratici, in specie alla loro impostazione del problema filosofico centrale, il padre di tutti i problemi filosofici: il rapporto fra l'uomo e il mondo, o natura. I presocratici fissarono la loro attenzione sul concetto di ????? (natura), ciò da cui e grazie a cui ogni cosa nasce e cresce, ciò in cui ha origine e si dissolve, senza avere inizio né fine, il processo da cui tutto ciò che è esiste." (dalla Premessa di Lelio La Porta) Introduzione di Pietro Omodeo.
Trattato sul bello
Denis Diderot
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2020
pagine: 85
L'eco delle concezioni estetiche di Denis Diderot (1713-1784) fu presso i contemporanei straordinaria. «Ieri mi è capitato sotto gli occhi Diderot,» scrive Schiller a Goethe «che davvero mi incanta e ha scosso profondamente il mio spirito. È come un lampo che illumina i segreti dell'arte, e le sue osservazioni riflettono così fedelmente ciò che l'arte ha di più alto e di più intimo da poter costituire un'indicazione non meno per il poeta che per il pittore». E Goethe risponde: «È davvero magnifico, più utile ancora al poeta che al pittore, anche se a quest'ultimo fornisce un lume possente». Le concezioni estetiche di Diderot trovano una prima compiuta espressione in una voce («Bello») che scrisse per l'«Encyclopédie», e che venne pubblicata a parte nel 1751 e più tardi nelle edizioni delle sue opere con il titolo di «Trattato sul bello». «È bello» afferma Diderot «tutto ciò che contiene in sé qualcosa che possa risvegliare nel mio intelletto l'idea di rapporti». Ma cosa intende Diderot per «rapporti»? Egli prende come esempio una celebre battuta tratta da una tragedia di Corneille. Ora, la «bellezza» di quella battuta dipende dai rapporti che la legano al contesto drammatico. Se il contesto fosse un altro, cambierebbe, insieme con il significato, anche la bellezza, la forza poetica di quella battuta. Il bello, non solo artistico, non è dunque intuizione repentina, frammentaria, non è immobile, indistinta contemplazione di una verità ideale, ma è movimento, progresso nella conoscenza della realtà attraverso i suoi nessi vitali. Un'esaltante passione di conoscenza, in cui il rigore del ragionamento scientifico sembra coniugarsi con la prepotente esigenza di adesione alla natura, e l'ansia profonda di conferire all'arte una nuova dignità, una serietà, un'autorevolezza più alte: ecco ciò che induce Diderot a portare con tanta penetrazione, con tanta passione il suo sguardo sul problema del bello.
Lettere a Sophie
Denis Diderot
Libro: Libro in brossura
editore: Editoriale Jouvence
anno edizione: 2020
pagine: 183
La corrispondenza amorosa tra Denis Diderot e l'amante Louise- Henriette Volland – ribattezzata Sophie in onore della "culla della filosofia" – è considerata nel suo genere una delle vette più alte mai toccate della letteratura occidentale. In realtà, si tratta di una sorta di "epistolario a una voce" – perché raccoglie le sole lettere del philosophe, pur lasciando intendere le risposte di Sophie – capace di far trasparire con estrema chiarezza la straordinaria sintonia di affetti che caratterizzò il loro amore. Ma, al di là degli sfoghi e delle effusioni, questo epistolario è anche una ricerca filosofica corale, in cui gli amanti plasmano il loro pensiero comune in un dialogo e in un confronto reciproci nel tentativo di realizzare una "vita di verità".
Teatro: Il figlio naturale-ll padre di famiglia-È buono? È malvagio?
Denis Diderot
Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2020
pagine: 352
Fin da quando, giunto a Parigi dalla provincia, aveva pensato seriamente di intraprendere la carriera di attore, Diderot nutrì per il teatro un costante interesse sia sul piano dell'elaborazione teorica sia della pratica di scrittura. La scena era ai suoi occhi un formidabile strumento di critica sociale perché «ogni popolo ha dei pregiudizi da distruggere, dei vizi da colpire, delle ridicolaggini da screditare». Ammiratore di Shakespeare e di Molière, con le tre commedie raccolte in questo volume - "Il figlio naturale" (1757), "Il padre di famiglia" (1758), "È buono? È malvagio?" (1781) - il nume tutelare dell'Encyclopédie gettò le basi del moderno dramma borghese: le storie sono ambientate nel presente e hanno per protagonista non più l'aristocrazia ma l'emergente classe media che rivendica la dignità del commercio e del lavoro manuale. Fra le tre pièces, spicca per la perizia della composizione la più tarda e anche la più amara; l'ambivalente Monsieur Hardouin - intelligente e ingenuo, generoso e crudele - ordisce una serie di intrighi la cui morale è sempre la stessa: in una società corrotta, come quella francese del tempo, per riuscire a fare del bene è inevitabile essere malvagi.