Libri di Federico Capitoni
Presente continuo. Discografia della musica contemporanea
Federico Capitoni
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2024
pagine: 402
La musica contemporanea – questa sconosciuta – è un universo costellato di capolavori assodati e di spunti per l’avvenire musicale. Illustrarne in una guida i dischi rappresentativi è un tentativo “pratico” di ovviare a una lacuna che è comprensibile presso l’ascoltatore di media cultura, ma che è ai limiti dello scandalo in chi frequenta regolarmente i musei, partecipa ai convegni, sfoggia notevoli titoli di istruzione e si giova delle cosiddette “buone letture”. Accade infatti che i noti “lettori forti” dei sondaggi siano talvolta ascoltatori “deboli”, o quanto meno privi di quel bagaglio di cultura musicale rappresentato da un repertorio enorme e vario che continua ad alimentarsi. Dalla A di Adams alla Z di Zorn, nel volume si compendia la vicenda corrente della musica contemporanea mondiale, vista attraverso la sua preziosa documentazione discografica. Da una parte s’intende suggerire gli ascolti che meglio possono offrire una panoramica di quanto è accaduto negli ultimi anni e di cosa i musicisti più giovani stiano preparando attualmente; dall’altra si vuole offrire un manualetto prêt-à-porter di storia della musica d’oggi.
Quella cosa priva di nome. La quadratura del cerchio
W. Richard Wagner, Federico Capitoni
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2022
Parafrasando una battuta di Victor Hugo sul Rinascimento, disse una volta Claude Debussy che la rivoluzione di Wagner, che si voleva un'alba, era invece un tramonto. Di ogni confine si possono esaltare tanto le costanti che le varianti; ma non c'è dubbio che Wagner abbia salato il sangue a più generazioni di novatori, da Baudelaire a Nietzsche (il quale farà in tempo a cambiare idea; ma anche Debussy era un «bidello del Walhalla» pentito) sino a d'Annunzio, Campana e Joyce. Per un media philosopher come Friedrich Kittler, senza il Gesamtkunstwerk non sarebbero concepibili neppure il progressive rock o la disco. Ma tutta la multimedialità di oggi, in fondo, viene dritta da Bayreuth. I suoi grandi testi teorici sono affetti dalla stessa ipertrofia delle opere di Wagner: momenti splendidi, e interminabili quarti d'ora (per dirla con un altro collega malevolo). Così Federico Capitoni, che tra i saggisti dell'ultima generazione è quello dalla più spiccata vocazione interdisciplinare (illuminando, di questo pensiero, quello che «è vivo» e quello che «è morto»; non senza indicare quanto di ancora-wagneriano alligni nella sperimentazione di oggi), ha pensato bene di "pescare" dagli scritti più agili e d'occasione. Faville del maglio che si rivelano piccoli gioielli. Una volta per esempio, in alternativa alla formula più vulgata (e volgare) di «arte dell'avvenire», Wagner definisce la sua opera «quella cosa priva di nome». Un po' come «il sogno di una cosa» di cui parlava il giovane Marx.
Toccare
Federico Capitoni
Libro: Libro in brossura
editore: Jaca Book
anno edizione: 2020
pagine: 112
Il senso del tatto ha, nella filosofia, un ruolo piuttosto marginale. Così come il corpo, cui i filosofi hanno generalmente riservato scarsa considerazione speculativa. Invece il corpo è il formidabile dispositivo di riconoscimento che si serve primariamente del tatto per entrare in relazione con il mondo e a partire dal quale tutto il conoscere, e quindi il vivere, ha inizio. Così imparare a toccare significa imparare a stare al mondo. Articolato in cinque parti (come le cinque dita) e un rintocco finale (un’autorecensione, un ritoccarsi), questo libro affronta la questione del toccare in vari modi: una collocazione del senso del tatto nella storia della filosofia con un’indagine di natura estetica; una fenomenologia del tatto a partire dai suoi mezzi principali (la pelle, tatto passivo; la mano, tatto attivo; il gesto, tatto visivo); osservazioni sul contatto socio-tecnologico; una antropologia del toccare; infine una metafisica del tocco come manifestazione dell’essere in movimento che ha inevitabili risvolti etici.
La verità che si sente. La musica come strumento di conoscenza
Federico Capitoni
Libro: Libro in brossura
editore: Asterios
anno edizione: 2019
pagine: 192
Che rapporto c'è tra musica e verità? Che cosa intendiamo quando parliamo di verità in musica? In che modo - e in quale misura - i suoni funzionano da dispositivi per interpretare il mondo? E come facciamo a esprimerci con tanta disinvoltura sulla musica anche quando ne ignoriamo teoria e pratica? Normalmente la filosofia della musica è un'estetica dell'arte, applicata nella fattispecie alla disciplina musicale. Per di più, prende a modello alcune opere compiute della storia della musica occidentale, magari diventando un raffinatissimo studio di un'opera d'arte o di una particolare corrente creativa, più spesso però finendo per perdere di vista l'oggetto principe della ricerca: il suono. Attraverso una fenomenologia del suono, questo libro tenta di rispondere a quegli interrogativi - o di riformularli - attraverso un approccio meno frequente, quello teoretico, servendosi di un apparato di pensiero nato al di fuori della speculazione sull'arte per applicarlo ora alla musica. A partire da una riduzione del suono a fenomeno puro, l'indagine si nutre di approcci molto diversi, talora opposti, per arrivare a considerare la musica come un contenitore emotivo di cui conosciamo il contenuto particolare grazie alla sua relativa forma acustica. Questo riconoscimento avviene al livello del pensiero, ma è soltanto attraverso un'intercettazione emotiva che il contenuto si sprigiona dando luogo ai suoi effetti sensibili, cioè gli "affetti".
Canone boreale. 100 opere del '900 musicale (colto sopra l'equatore)
Federico Capitoni
Libro: Libro in brossura
editore: Jaca Book
anno edizione: 2018
pagine: 400
È difficile ipotizzare un secolo musicalmente più ricco del '900. In quei cento anni, nell'universo acustico, sono successe molte più cose che in tutta la storia passata; nessun secolo precedente vi si può paragonare in termini (anche quantitativi) di stili, fratture e ripensamenti. Nuovi generi, nuove forme, nuove tecnologie, nuove concezioni musicali, novità forse pari soltanto alla grande rivoluzione del sistema temperato del '600, hanno concorso al periodo più gravido di miracoli sonori. Federico Capitoni ha composto un «canone» di cento opere della musica colta del '900, una guida per orientarsi fra la miriade di capolavori e opere straordinarie che ne hanno delineato il paesaggio sonoro.
«In C», opera aperta. Guida al capolavoro di Terry Riley
Federico Capitoni
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2016
pagine: 160
Componendo "In C", Terry Riley ha scritto - forse involontariamente - il manifesto del minimalismo musicale e, insieme, uno dei più importanti prototipi della musica del secolo scorso. In un solo foglio di carta, con pochissime note, ha proiettato un Intero universo spirituale, filosofico e musicale. Il pezzo "più importante dopo la Sagra della Primavera di Stravinskij", secondo alcuni, consiste in un gruppo di brevissimi motivi da ripetere a piacimento da un numero imprecisato di musicisti. Nessun tempo stabilito e nessun organico: l'unico obbligo che i musicisti hanno è quello di ascoltarsi. Il compositore californiano ha fornito una scatola di Lego con un numero dato di pezzi in grado però di realizzare architetture sempre diverse, sempre giuste. Il tutto intorno alla nota - e alla sua relativa scala - che per prima ci viene insegnata: il Do. Il capolavoro di Terry Riley, in questo libro analizzato e raccontato nel dettaglio, è espressione di un'aspirazione democratica che vuole un approccio alla musica semplice, paritario e collettivo: "In C" richiede un contributo che ponga tutti sullo stesso piano e porti allo stesso tempo in campo le più diverse soggettività, mettendo così in crisi la portata univoca di categorie musicali come improvvisazione e scrittura.
La critica musicale
Federico Capitoni
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2015
pagine: 112
Attività multiforme tra giornalismo e musicologia, tra cronaca e opinione, la critica musicale sembra oggi perdere progressivamente centralità nel dibattito intellettuale. E mentre sparisce dai media tradizionali, si diffonde su Internet, dove sono offerte infinite possibilità espressive ma l'autorevolezza del critico viene messa in discussione. Per quali motivi si parla di musica? E quali sono gli obiettivi della critica musicale? È possibile avanzare una pretesa di oggettività o è inevitabile restare nell'ambito dell'interpretazione personale? Nel riproporre queste domande, il libro fa il punto sulla situazione attuale della critica musicale.
La verità che si sente. La musica come strumento di conoscenza
Federico Capitoni
Libro: Copertina morbida
editore: Asterios
anno edizione: 2013
pagine: 183
Che rapporto c'è tra musica e verità? Che cosa intendiamo quando parliamo di verità in musica? In che modo - e in quale misura - i suoni funzionano da dispositivi per interpretare il mondo? E come facciamo a esprimerci con tanta disinvoltura sulla musica anche quando ne ignoriamo teoria e pratica? Normalmente la filosofia della musica è un'estetica dell'arte, applicata nella fattispecie alla disciplina musicale. Per di più, prende a modello alcune opere compiute della storia della musica occidentale, magari diventando un raffinatissimo studio di un'opera d'arte o di una particolare corrente creativa, più spesso però finendo per perdere di vista l'oggetto principe della ricerca: il suono. Attraverso una fenomenologia del suono, questo libro tenta di rispondere a quegli interrogativi - o di riformularli - attraverso un approccio meno frequente, quello teoretico, servendosi di un apparato di pensiero nato al di fuori della speculazione sull'arte per applicarlo ora alla musica. A partire da una riduzione del suono a fenomeno puro, l'indagine si nutre di approcci molto diversi, talora opposti, per arrivare a considerare la musica come un contenitore emotivo di cui conosciamo il contenuto particolare grazie alla sua relativa forma acustica. Questo riconoscimento avviene al livello del pensiero, ma è soltanto attraverso un'intercettazione emotiva che il contenuto si sprigiona dando luogo ai suoi effetti sensibili, cioè gli "affetti".
Guida ai musicisti che rompono da Beethoven a Lady Gaga
Massimo Balducci, Federico Capitoni
Libro: Libro in brossura
editore: Giudizio Universale
anno edizione: 2011
pagine: 160
Questa guida ci accompagna in un viaggio che attraversa i generi musicali classica, jazz, rock, contemporanea, rap - smascherando le finte rotture di molti miti antichi e recenti. Ma soprattutto portando alla luce rotture solitamente trascurate: come quella di Orfeo, prototipo del musicista che è in grado di cambiare il mondo. O quella del madrigalista Claudio Monteverdi, che ha inventato la canzone d'autore con secoli d'anticipo. O quella di Rossini, che si ritirò dalle scene alla stessa età in cui lo fece Battisti. O ancora quella del neomelodico Tommy Riccio, che con il pezzo 'Nu latitante ha consumato la rottura più estrema: quella con la legalità. Fino ad affacciare l'ipotesi più inquietante: la sordità di Beethoven (quale rottura più azzardata di un musicista senza orecchio?) potrebbe essere stata solo una geniale operazione di marketing.
Toccare
Federico Capitoni
Libro: Libro in brossura
editore: Jaca Book
anno edizione: 2025
pagine: 112
Il senso del tatto ha, nella filosofia, un ruolo piuttosto marginale. Così come il corpo, cui i filosofi hanno generalmente riservato scarsa considerazione speculativa. Invece il corpo è il formidabile dispositivo di riconoscimento che si serve primariamente del tatto per entrare in relazione con il mondo e a partire dal quale tutto il conoscere, e quindi il vivere, ha inizio. Così imparare a toccare significa imparare a stare al mondo. Articolato in cinque parti (come le cinque dita) e un rintocco finale (un’autorecensione, un ritoccarsi), questo libro affronta la questione del toccare in vari modi: una collocazione del senso del tatto nella storia della filosofia con un’indagine di natura estetica; una fenomenologia del tatto a partire dai suoi mezzi principali (la pelle, tatto passivo; la mano, tatto attivo; il gesto, tatto visivo); osservazioni sul contatto socio-tecnologico; una antropologia del toccare; infine una metafisica del tocco come manifestazione dell’essere in movimento che ha inevitabili risvolti etici. La nuova edizione di un'opera spiazzante.