Libri di Lewis Mumford
Le trasformazioni dell'uomo
Lewis Mumford
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2021
pagine: 250
Le trasformazioni dell’uomo di Lewis Mumford, pubblicato nel 1956 e qui per la prima volta tradotto in italiano, occupa un posto intermedio tra Tecnica e cultura, uscito nel 1934, in cui Mumford prendeva ancora in considerazione l’ipotesi che lo sviluppo delle macchine potesse essere padroneggiato e messo al servizio di una società umana pienamente democratica, e i due volumi de Il mito della macchina, pubblicati nel 1967 e nel 1970, in cui il “pessimismo” dell’autore lo porterà a osservare come il sistema tecnologico del XX secolo abbia distrutto l’autonomia individuale, le basi della democrazia e la stessa civiltà. Per il Mumford de Le trasformazioni dell’uomo, con lo sviluppo del “Nuovo Mondo”, dominato dal capitale e dalla razionalità tecnico-scientifica, il segreto dell’umanizzazione, cioè n“l’arte di educare l’uomo”, comincia a venire meno. Il disastro, allo stesso tempo ecologico, sociale e soggettivo, è negli anni Cinquanta del XX secolo già così avanzato che all’orizzonte si annuncia una vera rottura antropologica. Tale rottura è, in questo libro, presentata in forma di alternativa: o l’inizio di una post-umanità in cui un “uomo poststorico” sarà asservito completamente alle macchine che ha costruito, o una nuova evoluzione verso l’unità dell’uomo tanto come specie quanto come individuo.
Storia dell'utopia
Lewis Mumford
Libro: Copertina morbida
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2017
pagine: 225
"Utopia," dice Lewis Mumford nella prefazione del 1922 a questo libro, "può derivare dalla parola greca 'eutopia', che significa il buon posto, o dall'altra parola greca 'outopia', che significa nessun posto." Ed e lo stesso Mumford a chiarire il contesto intellettuale da cui questo suo lavoro ha tratto origine: "Poco dopo la Prima guerra mondiale, vivevo ancora nel clima di speranza della generazione passata; ma mi rendevo conto che l'entusiasmo del grande Diciannovesimo secolo era giunto alla fine. Quando ho iniziato a esaminare storicamente le utopie, intendevo chiarire che cosa in esse fosse andato perduto e definire che cosa fosse ancora valido. Fin dal principio ero conscio di una virtù che era stata inspiegabilmente trascurata: le opere classiche degli utopisti trattavano sempre la società come un tutto unico e tenevano conto dei rapporti esistenti tra funzioni, istituzioni e fini dell'uomo. La nostra civiltà ha poi diviso la vita in compartimenti. Sono giunto dunque a considerare il pensiero utopista come l'opposto dello spirito unilaterale, partigiano, specialistico". Di questo bisogno di scenari non angusti - che si ripropone oggi come un'esigenza forse troppo trascurata - discute l'introduzione di Franco Crespi, sull'inattuale attualità dell'utopia.
Arte e tecnica
Lewis Mumford
Libro: Copertina morbida
editore: Jouvence
anno edizione: 2022
pagine: 158
In questo libro, considerato ormai un classico, Mumford affronta il ruolo dell'arte e della tecnica nella cultura moderna. Egli sostiene che l'enfasi eccessiva data alla tecnica abbia contribuito alla spersonalizzazione e al vuoto di gran parte della vita del Ventesimo secolo. Mumford, dunque, lancia un accorato appello affinché si rispettino gli impulsi e le conquiste dell'arte e affinché lo sviluppo tecnologico prenda l'uomo come misura. Il suo è un appassionato invito rivolto all'umanità, che dovrebbe tentare di sfruttare al massimo le sue "splendide potenzialità" e fare il possibile per invertire il suo cammino verso la distruzione.
In nome della ragione. Cosa ci rende umani?
Lewis Mumford
Libro: Copertina morbida
editore: Edizioni di Comunità
anno edizione: 2016
pagine: 163
Le conquiste della tecnica e una certa meccanizzazione dell'esistenza hanno condotto a esaltare la tecnologia come esempio di razionalità perfetta, oggettiva e priva di errore. Ma la ragione della macchina è diversa dalla ragione umana, e pensare che il progresso tecnologico non riguardi anche la sfera spirituale significa aver capito ben poco della ricchezza presente nell'animo di ogni individuo. Soltanto in nome di una ragione liberata da questo equivoco è possibile riappropriarsi della fonte stessa di tale ricchezza: l'amore, l'unico elemento in grado di ricomporre la frattura che ha separato ragione ed emozione e di restituire senso a una tecnologia altrimenti senza scopo e significato. Ed è proprio questa la sfida nella quale, secondo Mumford, si gioca il destino dell'uomo moderno e in definitiva della nostra specie.
Il mito della macchina
Lewis Mumford
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2011
pagine: 448
Storia dell'utopia
Lewis Mumford
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2008
pagine: 225
L'uomo cammina con i piedi in terra e la testa per aria; e la storia di ciò che è accaduto sulla terra, la storia delle città, degli eserciti e di tutte quelle cose che hanno avuto corpo e forma, è solo una metà della storia dell'uomo". L'altra metà è rappresentata proprio dall'utopia. "Utopia - dice Lewis Mumford nella prefazione del 1922 - può derivare dalla parola greca "eutopia", che significa il buon posto, o dall'altra parola greca "outopia", che significa nessun posto". Ed è lo stesso Mumford a chiarire il contesto intellettuale da cui questo suo lavoro ha tratto origine: "Poco dopo la prima guerra mondiale, mi rendevo conto che l'entusiasmo del grande XIX secolo era giunto alla fine. Quando ho iniziato ad esaminare storicamente le utopie, intendevo chiarire che cosa in esse fosse andato perduto e definire che cosa fosse ancora valido. Fin dal principio ero conscio di una virtù che era stata inspiegabilmente trascurata: le opere classiche degli utopisti trattavano sempre la società come un tutto unico e tenevano conto dei rapporti esistenti tra funzioni, istituzioni e fini dell'uomo. La nostra civiltà ha poi diviso la vita in compartimenti. Sono giunto dunque a considerare il pensiero utopista come l'opposto dello spirito unilaterale, partigiano, specialistico". Di questo bisogno di scenari non angusti, che si ripropone oggi come un'esigenza forse troppo trascurata, discute l'introduzione di Franco Crespi, sull'inattuale attualità dell'utopia.
La cultura delle città
Lewis Mumford
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2007
pagine: 522
Testo dal tono volutamente polemico, assertivo, ma scritto anche con evidenti finalità didascaliche, "La cultura delle città", un classico degli studi urbani, si propone ancora oggi come uno straordinario progetto di comunicazione divulgativa dedicato ai temi della città e del territorio. Esso offre una profonda riflessione sui valori della cultura usando come chiave narrativa l'evoluzione della città occidentale dal Medioevo all'epoca contemporanea, mantenendo numerosi elementi di interesse anche in relazione alle tematiche urbanistiche: da questo punto di vista, l'identificazione che Mumford propone tra pianificazione e democrazia e, ancor più, tra equilibrio ecologico ed equilibrio sociale appare una chiave di lettura di notevole attualità riguardo ai problemi di gestione del territorio. La fortuna della "Cultura delle città", dovuta anche al talento narrativo di Mumford, si riassume nella difficoltà di darne una precisa collocazione disciplinare. Dal 1938, anno della pubblicazione negli Stati Uniti, questo libro ha continuato ad appassionare un pubblico assai eterogeneo, trovando tra i suoi lettori sociologi come letterati, storici come architetti e urbanisti.
Per una civiltà umana
Lewis Mumford
Libro: Copertina morbida
editore: Libri Scheiwiller
anno edizione: 2002
pagine: 144
Passeggiando per New York. Scritti sull'architettura della città
Lewis Mumford
Libro: Copertina rigida
editore: Donzelli
anno edizione: 2000
pagine: 243
La città nella storia
Lewis Mumford
Libro: Copertina morbida
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2013
pagine: 864
Con questo libro, Lewis Mumford disegna una mappa dell'evoluzione della cultura occidentale. Un'opera imponente che, a cinquant'anni dalla sua prima edizione italiana, mantiene intatte l'esattezza della visione e l'energia della scrittura. Mumford, sociologo per formazione, ma intellettuale nel senso pieno del termine, integra le metodologie e i saperi utilizzando gli strumenti della sociologia e dell'economia, della storia dell'arte e della filosofia. Raccontare la storia della città - studiarne le origini, decifrarne il valore simbolico, interrogarsi sul suo destino - significa dunque ricostruire la storia della civilizzazione, dai primi centri abitati dell'Egitto e della Mesopotamia fino alle metropoli moderne. La città è il luogo dove prendono forma le regole della vita comunitaria, dove il patrimonio delle civiltà si moltiplica, dove l'esperienza umana si tramuta in segno leggibile e la Storia inizia il suo cammino. Anche nel rigore della ricostruzione storica, lo sguardo e la vasta erudizione dell'autore sono però rivolti al presente, alla crisi ecologica e sociale provocata dall'urbanizzazione e ai futuri possibili che tutti siamo chiamati a costruire. È la passione civile a muovere e organizzare l'erudizione di Mumford, a segnare la nitidezza, a tratti poetica, del suo stile e a fare di "La città nella Storia" non solo un testo di riferimento, ma un classico di grande attualità.
Tecnica e cultura
Lewis Mumford
Libro: Copertina morbida
editore: Net
anno edizione: 2005
pagine: 454
Nell'ultimo millennio, lo sviluppo della macchina ha modificato profondamente la nostra civiltà, e, in particolare nell'ultimo cinquantennio, al progresso della tecnica si è affiancato un cambiamento di mentalità. Mumford si interroga sui motivi e sugli scopi che hanno spinto l'uomo a trasformare in modo radicale il mondo circostante, sui mezzi con i quali ha potuto farlo e sugli imprevisti intervenuti in questo processo. Se l'uomo vuole ritornare a vivere in armonia con il mondo, deve infatti riesaminare il progresso chiedendosi quali effetti negativi abbiano limitato i benefici derivanti dalla macchina e come questa possa essere usata a fini più umani.