Libri di Vincenzo Santangelo
Amedeo Ugolini. Un mite intellettuale comunista
Vincenzo Santangelo
Libro: Libro rilegato
editore: Seb27
anno edizione: 2024
pagine: 224
Amedeo Ugolini intellettuale cosmopolita, giornalista e scrittore oggi poco noto, fu antifascista, partigiano combattente, comunista, ebbe un ruolo importante all'interno del Cln ligure e di quello piemontese, più volte premiato per i suoi scritti letterari. Nato a Costantinopoli, vissuto tra Bologna, Chiavari e Torino, nel 1937 emigra clandestinamente in Francia, dove matura definitivamente la sua adesione politica al partito comunista, tra i fogli del giornale "La Voce degli italiani" e la frequentazione di emigrati provenienti dall'Italia. Arrestato, nel corso del secondo conflitto mondiale, a Parigi, fu incarcerato a Fossano e dopo l'8 settembre 1943, fu partigiano in Liguria e infine a Torino, città dove dopo la guerra viene eletto nel Consiglio comunale e dove dirige l'edizione piemontese de "l'Unità". La sua morte, il 6 maggio 1954, suscita una profonda emozione che si traduce in una commossa e straordinaria partecipazione al suo funerale. Il libro restituisce la sua figura a 70 anni dalla morte attraverso i luoghi in cui ha vissuto e le guerre che ha combattuto, che rappresentano altrettante tappe della sua maturazione di uomo e di romanziere.
Il fuoco della vita
Vincenzo Santangelo
Libro: Libro in brossura
editore: Gruppo Albatros Il Filo
anno edizione: 2023
pagine: 382
Già a partire dal titolo, Il fuoco della vita, - immagine simbolica l'autore si rivolge agli uomini "desti" che vanno oltre i sensi, oltre l'opinione comune... Vuole condurre il lettore ad ascoltare il logos che ci rivela la legge dell'universo, a sfuggire il mondo dell'opinione e quello dei sensi. Il logos non è un pacifico alternarsi di eventi, ma una lotta eterna tra gli opposti. Il divenire è un equilibrio dinamico. Sotto la bella pagina appare l'irriverente, sprezzante, duro, cinico negatore di ogni diritto dell'umana animalità, che nella sua presuntuosa interpretazione della vita non riconosce di essere figlio di un principio, di una causa in-causata. L'autore, lasciandosi cullare dal sogno, si fa conquistare dalla calda e lieve nostalgia, dalla dolce e suadente evocazione. Mediante il sogno evade verso un altrove, ossia un altro luogo e un altro tempo improbabili. La tematica della rimembranza e il ricordo affiorano sull'onda di un suono o di un profumo i quali, colmando vuoti spazio-temporali, sollecitano sensazioni che mettono in moto lo srotolarsi del filo del pensiero, stabilendo ponti e intessendo connessioni di memoria. Mediante la trasfigurazione mnemonica propria del viaggio a ritroso giunge al porto infinito, l'infanzia.
Camilla e Dario. Storia di due comunisti dalla scelta partigiana al dissenso per i «fatti di Ungheria»
Vincenzo Santangelo
Libro: Libro rilegato
editore: Seb27
anno edizione: 2022
pagine: 184
Dalle vicende personali all’incontro con la politica, le biografie di Maria Rovano, “Camilla”, e Danilo Giorsetti, “Dario”, sottolineano l’importanza delle reti di relazioni sociali nella costruzione di legami profondi, solidi e duraturi nel tempo, e tali da prefigurare vere e proprie piccole comunità̀ animate più̀ che dalla militanza di partito da un’antropologia antifascista nutritasi di legami familiari, parentali, amicali, di gruppo. In questo scenario una piccola folla di cospiratori clandestini, resistenti e militanti comunisti arrivò all’anno delle docce fredde delle coscienze, come Calvino definì il 1956. Il XX congresso del PCUS, i fatti di Poznan, l’invasione dell’Ungheria, da parte dei carri armati sovietici, furono eventi che li indussero ad abbandonare il PCI, che in quell’occasione sembrava incarnare tutto ciò che prima avevano combattuto nel fascismo: l’arroganza del potere, il conformismo gregario, l’acritico rispetto delle gerarchie, l’intimidazione e la negazione del dissenso. Le vite di Camilla e Dario si snodarono interamente tra l’acquisizione di una coscienza antifascista, l’adesione senza riserve alla lotta partigiana e quella al partito comunista. Su queste basi la loro esistenza fu segnata in maniera conclusiva da un “prima”, i venti mesi della Resistenza, e un “dopo”, l’uscita dal partito comunista, in seguito all’entrata dei carri armati sovietici a Budapest, nel 1956.
Storie dall'Heritage. Immaginari, archivi e manuali per Venezia
Sara Marini, Cesira Roselli, Vincenzo Santangelo
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2016
pagine: 160
Immaginario, archivio e manuale sono tre strumenti che appartengono all'armamentario della strategia del re-cycle, sono tre "territori" nei quali si cercano le vie dell'heritage a Venezia. Le tre storie raccolte in questo volume appartengono e sono dedicate a Venezia, perché è in questa città che l'Europa mette in essere e palesa la propria idea di patrimonio; qui il riciclo è da sempre totale, scontato e storicizzato; qui l'invenzione per necessità è diventata eredità da continuare a interrogare. Si guarda all'immenso deposito veneziano immaginandolo, cercando il suo destino e il suo pregresso proiettato al domani, inseguendo pieghe di mutamenti latenti che suonano come conferme ri-evocate.
Le muse del popolo. Storia dell'Arci a Torino 1957-1967
Vincenzo Santangelo
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2007
pagine: 288
Da un lato una marcata autonomia dallo Stato e dai partiti politici, anche dal Pci. Dall'altro il tentativo di elaborare nuovi canali di diffusione della cultura. Entro questi due termini si snoda la storia dell'Associazione ricreativa culturale italiana (Arci) di Torino, nei suoi primi dieci anni di vita. Il libro ne racconta gli esordi, negli "anni duri" della guerra fredda e i successivi sviluppi, in connessione con quelli del "miracolo economico" e della diffusione dei consumi di massa, ma anche il ruolo svolto su un terreno di grande importanza come quello del tempo libero durante la "grande trasformazione" del Paese. In una Torino, inconsueta e poco nota, con la Fiat per una volta sullo sfondo, la scena principale è animata da personalità del mondo della cultura che nell'Arci alimentarono nuovi fermenti del cinema e del teatro, della musica e delle arti figurative, contribuendo a ridurre la separatezza tra le diverse componenti sociali della città.