Libri di Gian Piero Jacobelli
Schiavitù e pregiudizio
Gian Piero Jacobelli
Libro: Libro in brossura
editore: All Around
anno edizione: 2024
pagine: 228
La storia non si ripete, ma va avanti e indietro, come quei fenomeni che perdurano assumendo caratteri e moventi sempre nuovi e diversi. Poiché il potere prepotente continua a tenere banco, non sorprende che la schiavitù, la subordinazione assoluta di un essere umano a un altro essere umano, abbia resistito alla prova del tempo e della stessa modernità, grazie alle tante maschere dell'ostinato pregiudizio dietro cui si cela. Dalla filosofia aristotelica alle dispute sugli amerindi, dalla Tratta atlantica alla polemica abolizionista, dalla segregazione razziale al White e Black Power, l'analisi dei rapporti tra schiavitù e pregiudizio si apre alla prospettiva di un pervasivo e solidale pluralismo etnico e culturale. Prefazione di Alberto Abruzzese.
Che infame pennello! Napoleone Bonaparte nelle opere di Jaques-Louis David
Gian Piero Jacobelli
Libro: Libro in brossura
editore: Luca Sossella Editore
anno edizione: 2024
pagine: 272
Di che colore era il cavallo bianco di Napoleone? Una domanda che sembra banale, ma che nasconde profondi interrogativi su verità e immagine. Il cavallo in questione è quello immortalato da Jacques-Louis David, mentre il futuro imperatore dei francesi attraversa il Gran San Bernardo. Ma questo libro va oltre. Partendo da quell'iconico dipinto, esplora altre opere di David in cui Napoleone scende da cavallo: per essere incoronato, per onorare le truppe, per affermarsi come legislatore e statista. Cinque opere in cui succede qualcosa d'imprevedibile e che finiscono per problematizzare il mito napoleonico, aprendo una 'ironica' prospettiva su un personaggio storico che, nel bene e nel male, sembra non avere più segreti, ma che al tempo stesso non la racconta mai giusta. "Sia Napoleone sia David finiscono in vaudeville, il primo eccedendo con la sua 'penna infame', il secondo eccedendo con il suo 'infame pennello'".
Arlecchino. Passator scortese
Gian Piero Jacobelli
Libro: Libro in brossura
editore: Luca Sossella Editore
anno edizione: 2023
pagine: 192
Erede trasgressivo delle più enigmatiche e sfuggenti divinità greche, da Ermes a Dioniso, Arlecchino entra in scena nella cultura medioevale come un terribile diavolo, che assume connotati comici nell’Inferno dantesco, per poi approdare sui palcoscenici europei della Commedia dell’Arte. Arlecchino, “servo e padrone”, si trasforma e si moltiplica con la rivoluzione industriale, sino a diventare nel Novecento un protagonista della cultura postmoderna, nelle ‘belle arti’, ma anche nella riflessione letteraria e filosofica, con inedite declinazioni tanto apocalittiche quanto messianiche.
Nel segno della freccia. San Sebastiano, una inesauribile «forma nel tempo»
Gian Piero Jacobelli
Libro: Copertina morbida
editore: Meltemi
anno edizione: 2022
pagine: 258
Non c'è santo altrettanto compromesso, da un punto di vista retorico, e compromettente, da un punto di vista etico, di San Sebastiano, il quale funge da tramite fra la terra e il cielo grazie all'identificazione con lo strumento stesso del suo martirio: la freccia. Attraversando l'intera storia dell'arte, dal Medioevo al Rinascimento, dal Barocco all'Illuminismo, per giungere alle molteplici e contrastanti espressioni artistiche della modernità, il Santo delle frecce appare volta a volta come il catalizzatore di sorprendenti e spesso sconcertanti passaggi identitari, in cui cultura egemone e cultura popolare si scambiano sistematicamente le parti. Questa ricerca, grazie anche a un esteso apparato iconografico, cerca di sintetizzare la straordinaria parabola "sebastiana" tra il sacro e il profano in alcuni "algoritmi simbolici", cioè in modalità e procedure interpretative, mutuate dalla filosofia, dalla teologia, dalla sociologia, dalla filologia, dalla semiotica, dall'iconologia, per cogliere le ragioni segrete di una "forma" capace di sopravvivere a sé stessa, predisponendosi a sempre nuove metamorfosi e configurandosi quindi come una tomografica e anamorfica "forma nel tempo".
Contro il futuro. Dalle cattive previsioni alle buone pratiche
Gian Piero Jacobelli
Libro: Copertina morbida
editore: Armando Editore
anno edizione: 2022
pagine: 164
Nel nostro tempo il futuro emerge in occasione di ogni crisi politica, sociale, economica e oggi anche sanitaria, come una enigmatica ombra della crisi stessa: nella crisi e non oltre la crisi, come ci si potrebbe aspettare. Paradossalmente, sarebbe quindi necessario liberare il futuro dal presente: sciogliere ciò che sarà dal vincolo di ciò che è, per aprirsi a quell'avvenire che, appunto, deve ancora venire. Ripercorrendo sommariamente le radici della cosiddetta "futurologia", se ne può cogliere il carattere ossimorico, che pretenderebbe di coniugare un eccesso di razionalità, quello di scienza e tecnica, con un difetto di razionalità, implicito in un divenire quanto mai dinamico e incerto. La precarietà di ogni pretesa previsionale coinvolge i tanti "ismi" (populismo, radicalismo, fanatismo e via dicendo) partoriti da un tempo in cui non si sa se sia più accettabile la padella o la brace, a causa delle incessanti tensioni relazionali, che oggi richiederebbero originali e persino stravaganti strategie concettuali e operative.
Al fuoco! Per una critica della ragione monumentale
Gian Piero Jacobelli
Libro: Copertina morbida
editore: Luca Sossella Editore
anno edizione: 2020
pagine: 240
Ogni monumento si oppone al movimento: così si potrebbe sintetizzare l'assunto di questa ricerca inevitabilmente "monumentale", in cui il concetto di monumento finisce per includere non soltanto le sue proiezioni materiali, ma anche quelle immateriali, dai modi di pensare ai modi di dire. Ogni volta in cui uno di questi modi viene cristallizzato in una rigida istanza morale, politica o anche estetica, si erige un monumento. Quello della erezione sopra il rigo della quotidianità, del mettere o mettersi fuori, costituisce appunto il dispositivo ideologico della monumentalità. Coniugando la storia delle idee con quella delle loro varie implementazioni, questa talvolta ironica "Critica della Ragione monumentale" procede tra parole e immagini per problematizzare i "passaggi" della monumentalizzazione: dall'effimero all'eterno, dal reale all'immaginario. E viceversa, perché, secondo il racconto biblico, ogni colosso ha i piedi di argilla. Gian Piero Jacobelli, filosofo e antropologo, mette dunque radicalmente in questione le più consolidate convenzioni sociali e culturali che ogni monumento comporta, ma che paradossalmente, proprio monumentalizzandosi, si condannano a un fatale tramonto.
Adorno & Benjamin. Un giallo quasi filosofico
Gian Piero Jacobelli
Libro: Copertina morbida
editore: Luca Sossella Editore
anno edizione: 2017
pagine: 104
Nel titolo del nostro libro Adorno viene prima di Benjamin non soltanto per l'ordine alfabetico ma anche perché, persino quando, per un breve periodo giovanile, assunse nei confronti di Benjamin il ruolo di chi aveva qualcosa da imparare, del discente nei confronti del docente, Adorno si riprometteva di rimettere le cose al loro posto. Di riprendere quel sopravvento che la consapevolezza di una manifesta predominanza psicologica gli faceva ritenere conseguenziale e indiscutibile. Come Adorno ci riuscì, o almeno si sforzò di riuscirci, prima in vita e poi in morte di Benjamin, costituisce appunto il filo rosso della nostra indagine, a cavallo tra l'orizzonte biografico e quello filosofico.
Bond, James Bond. Come e perché si ripresenta l'agente segreto più famoso del mondo
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2015
pagine: 131
La coincidenza di vari anniversari - del primo dei romanzi pubblicati da Ian Fleming (1952-2012), del primo dei film dedicati a James Bond (1963-2013) e anche del primo libro dedicato nel lontano 1965 da Oreste del Buono e Umberto Eco all'incipiente "caso Bond" - con la programmazione del nuovo film dedicato a 007, in buona parte girato a Roma, ha suggerito di riprendere in mano il mito più duraturo di una civiltà mediatica che di solito divora i propri miti nello spazio di un mattino. Alberto Abruzzese, Nello Barile, Paolo Fabbri, Gian Piero Jacobelli, Gian Franco Lepore Dubois, Valerio Magrelli, Andrea Miconi, Massimo Negrotti, Giovanni Scipioni, si sono interrogati sulle caratteristiche e sulle condizioni che hanno propiziato la perdurante vitalità di quel mito. Esplorando le molteplici dimensioni narrative, comportamentali, identitarie del personaggio Bond, hanno concluso che la sua forza risiede paradossalmente nella sua debolezza, nel fatto di non avere cavalcato la tigre del cambiamento a oltranza, consentendo a tante diverse generazioni di continuare a viverlo nelle sue più specifiche dimensioni drammaturgiche e spettacolari.
Il posto improprio. Turismo e comunicazione tra paesaggi e passaggi identitari. Con 16 riflessioni di Giovanni Scipioni e 9 disegni di Carlo Vita
Gian Piero Jacobelli
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2011
pagine: 192
Prendendo spunto dialettico dalle riflessioni di Marco Aurelio sulla vita come ricerca del "posto proprio" che "natura" e "sorte" ci destinano, questo libro si propone di studiare il fenomeno del turismo nelle sue diverse dimensioni fenomenologiche, con specifico riferimento alle problematiche della comunicazione. Il libro, corredato dalle riflessioni di Giovanni Scipioni e dai disegni di Carlo Vita, si propone di disegnare la parabola turistica come un peculiare "rito di passaggio", in cui il turista prima si separa dalla situazione di partenza, poi impara ad "abitare la distanza" e infine può tornare a casa con nuovi profili relazionali. In primo luogo, il turismo viene considerato nella sua genesi storica, nelle sue motivazioni culturali, nella sua attuale rilevanza socioeconomica, come fulcro di un sistema nel quale convergono la vacanza, il viaggio, l'avventura. In secondo luogo, le complesse dinamiche delle mete del turismo vengono affrontate nei nodi antropologici della "invenzione" e della "connotazione", dalla marca storica alla marca territoriale, mettendone a fuoco le connessioni con i mass media. In terzo luogo, le pratiche comunicative e promozionali del turismo vengono analizzate nel rapporto tra istanze informative e istanze formative. Il turismo viene così prospettato come un volano fondamentale di quella creativa ricerca di sé che scaturisce dalla "crisi" della rivoluzione moderna.
Babele o della traduzione. Per un nuovo modello della comunicazione comunicante
Gian Piero Jacobelli
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2010
pagine: 128
Babele ha turbato i sonni di molte generazioni di studiosi, tutti convinti che in quel momento della storia sacra fosse successo qualcosa di decisivo, ma divisi dalla valutazione di quanto fosse davvero successo: una tragedia per l'umanità, da allora dispersa e divisa, o il riscatto dell'umanità da un pensiero unico, che non le avrebbe consentito quella ricchezza espressiva da cui scaturisce la creatività dei complessi, ma sollecitanti, incontri tra culture. Questo saggio, maturato nell'ambito della comunicazione didattica, prende partito per questa seconda ipotesi, impegnandosi a suffragarla mediante una rilettura incalzante dei testi dell'Antico Testamento e di quelli in cui, dal Medio Evo a oggi, la molteplicità linguistica è tornata a porsi come problema. Il racconto babelico acquista così un inedito spessore estetico ed etico, configurando il momento memorabile in cui s'impone agli uomini il valore della differenza in una prospettiva di riconoscimento delle molteplici verità e di quanti le incarnano, che traduce la riflessione filologica in una riflessione filosofica sulla comunicazione: in particolare, sui modelli della comunicazione proposti di tempo in tempo nel corso del Novecento.
Le mosse del cavallo. Tra segni del passaggio e passaggi del segno
Gian Piero Jacobelli
Libro: Copertina morbida
editore: Rubbettino
anno edizione: 2007
pagine: 236
Si dice che la vita comporta un incessante passaggio, da un modo di essere a un altro modo di essere e, infine, dalla vita alla morte. Si può anche dire che proprio intorno a questo passaggio si sono articolate le diverse culture, con i loro miti e riti, intesi ad arginare, interpretare e rendere funzionale l'ansia che ogni passaggio comporta. Nella civiltà contemporanea, in cui il passaggio sembrerebbe rimosso dalla continuità tecnologica, resta l'esigenza di dare un senso al cambiamento e alle conseguenti istanze formative, come dimostrano gli interrogativi che si addensano intorno alla Rete e alle sue prospettive. Il passaggio, individuale e collettivo, viene analizzato sulla base di una ipotesi emersa dalla ricerca antropologica del secolo scorso: per passare, per cambiare, è necessario uscire da sé, attraversare un periodo di margine e tornare presso di sé, con nuove potenzialità. La "mossa del cavallo", che negli scacchi serve per aggirare le opposte difese, chiama in causa una complessa procedura concettuale, linguistica e operativa, che si estende dai "riti di passaggio" di Van Gennep alla "crisi della presenza" di De Martino, dalla "sovradeterminazione del segno" di Barthes alla "commutazione di codice" di Eco. L'antropologia del "passaggio" si configura, quindi, come una alternativa alla sociologia del "processo", coinvolgendo la concezione della filosofia come "esercizio spirituale" e la diatriba tra parola e immagine, sino all'attuale riflessione sui "new media".
La corna. Antroposemiotica della mano cornuta come offesa e difesa
Gian Piero Jacobelli
Libro: Copertina morbida
editore: Bevivino
anno edizione: 2012
pagine: 216
Ti supera all'improvviso facendoti prendere un grosso spavento? Gli fai le corna. Conversando, qualcuno prevede il peggio? Gli fai le corna. Foto di gruppo: il tuo vicino si mette troppo in mostra? Gli fai le corna. Gira e rigira, quando qualcuno ti allarma, ti prevarica o ti offende, gli fai le corna. Cosa rappresentano, dunque, queste corna? Per cercare di saperlo meglio, questo saggio, prende letteralmente per le corna i problemi della convivenza, dove la dialettica tra femminile e maschile si traduce in quella tra dentro e fuori e, infine, in quella tra bene e male. "La corna", in cui l'infrazione grammaticale sta a segnalare la peculiare relazione tra funzione e forma, finisce così per prospettarsi come un mezzo che può farsi carico dei messaggi "al limite", di quei messaggi metamorfici, che implicano una crisi degli equilibri relazionali, ma che, manipolando i segni nel contesto del gesto e della parola, consentono di ricominciare da capo a vivere e a morire. La proposta "di merito" confluisce, quindi, in una proposta "di metodo", connessa a quei "riti di passaggio", la cui interpretazione richiede di coniugare ricerca antropologica e ricerca semiotica. La trascrizione di un "Idillio ottocentesco" conclude il saggio con un sorriso che non rende meno serio il discorso, ma anzi gli conferisce la ulteriore serietà della storia, "patria" per di più.