Libri di Paolo De Lucia
Storiografia filosofica e storiografia religiosa. Due punti di vista a confronto. Scritti in onore di Luciano Malusa
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2020
pagine: 388
La vastità e multiformità dell’impegno di Luciano Malusa come storico della filosofia e del cristianesimo, come teorico della storiografia filosofica e come organizzatore di cultura, viene esaurientemente manifestata dai contributi raccolti nel volume, attraverso i quali colleghi, allievi e amici, con l’occasione del suo settantacinquesimo anniversario (2017), hanno reso omaggio al maestro, veronese di origine e genovese di adozione. Nei vari saggi la tematica emerge secondo diverse prospettive, sulla base del confronto istituito con autori particolarmente significativi: Tommaso d’Aquino, Marsilio Ficino, Giambattista Vico, Immanuel Kant, Antonio Rosmini, Wilhelm Dilthey, per non fare che qualche nome. Il lettore potrà alla fine farsi un’idea più precisa e articolata di quali siano ancor oggi i problemi e gli ostacoli che rendono fecondo lo scambio interdisciplinare tra gli studiosi che si occupano di storia del pensiero filosofico, e coloro che coltivano la storia del pensiero religioso e teologico. Non a caso, in apertura dell’introduzione teorica alle sue Lezioni sulla storia della filosofia, Georg Hegel si impegna a definire la disciplina storico-filosofica, anzitutto distinguendola dalle altre forme di storiografia, e segnandone con precisione i confini, in particolare rispetto alla storia della scienza (o delle scienze) e alla storia della religione (o della dogmatica cristiana).
La valle dell'ombra
Paolo De Lucia
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2016
pagine: 160
Il pensiero credente, o comunque aperto all’universo delle fedi religiose, avverte il carattere tendenzialmente negativo e del mondo della natura, e del mondo della cultura e della civiltà, in quanto commisura i risultati di ogni possibile ricognizione su "come vanno le cose" con l’idea secondo cui il mondo, in generale, è governato, o perlomeno guardato con benevolenza, da una divinità alla quale vengono riconosciuti i caratteri dell’assolutezza e della bontà. Le stesse incrinature tragiche degli ottimismi sociali, esistenziali e religiosi debbono allora commisurarsi con quell’appello alla fedeltà, di cui l’assoluto in quanto tale si qualifica portatore.
La ragione nei limiti della pura rivelazione. Vincenzo Gioberti e la filosofia positiva
Paolo De Lucia
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2012
L'arco storico-teoretico disegnato dai precedenti lavori dell'Autore (su Rosmini e sul neoidealismo) postulava di essere completato mediante la conduzione al livello della piena consapevolezza del contenuto intero ed esatto della speculazione filosofica di Vincenzo Gioberti, scaturente - a ben vedere - dalla dialettica che intercorre, nelle impetuose pagine del prete di Torino, tra la polarità della ragione e la polarità della rivelazione, laddove è la rivelazione a stabilire l'estensione e i confini della ragione, con un'evidente ricalibratura dell'analoga dualità kantiana. Ne deriva una riflessione filosofica nella quale il baricentro appare con evidenza collocato nella positività in quanto termine della speculazione, positività che consiste nel porsi dell'Essere creante quale oggetto dell'intuito.
Vincenzo Gioberti e le congregazioni romane. Il processo del 1849-1852. I giudizi, le procedure e la condanna nei documenti inediti dell'Indice e del Sant'Uffizio
Libro: Libro in brossura
editore: Fabrizio Serra Editore
anno edizione: 2011
pagine: 304
Vincenzo Gioberti non parve turbato più di tanto dalla notizia, che gli venne recata nell'esilio parigino, della condanna delle sue opere da parte di una Congregazione di cardinali del Santo Uffizio e dell'Indice, insieme radunati. Ormai le vicende della sua vita lo avevano immunizzato da emozioni di quel genere. Anzi, la condanna dell'intera sua produzione gli appariva come una sorta di punizione per il fatto di essersi proposto come capo di un movimento di cattolici che intendevano conciliare la missione spirituale della Chiesa con le sorti della nazionalità italiana. Una condanna come quella che toccò a Gioberti, per tutte le sue opere, ha in sé parecchio di singolare. Largamente auspicata in alcuni ambienti, venne promulgata in sordina, e delle sue motivazioni nulla si seppe. Parve quasi che fosse stata pronunciata come un atto dovuto, su cui non si doveva ritornare. Il pensatore condannato quasi assecondò questa decisione: la morte, sopravvenuta dieci mesi dopo la sentenza, facilitò ogni cosa. Del processo e delle sue fasi nessuno più si occupò. Questo volume vuole quindi rompere questa "congiura del silenzio", approfittando dell'apertura degli archivi dell'Indice e del Santo Uffizio, voluta da papa Giovanni Paolo II, ed attuata dal suo successore, Benedetto XVI.
La via verticale. Dalla dissoluzione dell'umanità al ritorno ai valori
Paolo De Lucia
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2010
pagine: 180
La crisi nella quale versa l'uomo contemporaneo tende nientemeno che alla dissoluzione dell'umanità e può essere intesa come la nullificazione dei valori che provengono dalla tradizione dell'Occidente, frutto della straordinaria confluenza di rivelazione ebraico-cristiana, pensiero greco e diritto romano: la religione, la patria, la famiglia, il lavoro. In questo libro, dopo aver esaminato a fondo le dinamiche nichilistiche contemporanee, l'autore elabora un'originale filosofia dell'esperienza ulteriore, vale a dire la proposta di una ricostruzione verticale dell'esistenza, che possa indurre a guardare alla vita non come a una lunga preparazione alla morte, ma come al denso spazio dell'attesa.
Antonio Rosmini e la congregazione del Santo Uffizio. Atti e documenti inediti della condanna del 1887
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2008
pagine: 320
Dimenticare il "Post obitum" (1887), vale a dire la condanna, da parte del Sant'Uffizio, di Quaranta proposizioni tratte dagli scritti di Antonio Rosmini (1797-1855), risulta impossibile e forse non opportuno. Occorre dissipare i dubbi verso chi provocò la condanna e verso chi la accettò o la criticò. L'esame dei documenti che la prepararono, condotto nel presente volume, dalla documentazione inedita conservata presso l'Archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede, risulta utile a tal fine. Rosmini fu ardito e originale in certi passaggi delle sue riflessioni ontologiche, antropologiche, etiche e teologiche, e tale audacia, che egli praticò nello sviluppo dei temi classici di una filosofia aperta alla religione cristiana e nelle interpretazioni teologiche di essi, generò in alcuni esponenti della Chiesa-istituzione il timore che le sue idee potessero alimentare la proposta di una filosofia cristiana alternativa alla linea del neotomismo "ufficiale", e li spinse a cercare suoi testi che potessero apparire problematici e ad isolarli dal contesto. Sembra oggi opportuno che gli studiosi dispongano dei documenti che mostrano come la dinamica della condanna di Rosmini, oggi riconosciuto per uno dei più grandi pensatori in ambito cristiano, fosse caratterizzata da discutibili scelte, nemiche della verità e lesive dei diritti della persona di lui e dell'Istituto della Carità da lui fondato.