Libri di Alberto Abruzzese
I film di Luis Bunuel
Stefano Masi, Alberto Abruzzese
Libro
editore: Gremese Editore
anno edizione: 1981
pagine: 166
Verso una sociologia del lavoro intellettuale
Alberto Abruzzese
Libro
editore: Liguori
anno edizione: 1979
pagine: 280
Il crepuscolo dei barbari
Alberto Abruzzese
Libro
editore: Bevivino
anno edizione: 2011
pagine: 244
La figura del barbaro è il fantasma del nostro tempo. Alberto Abruzzese è stato tra i primi a spiegare il successo politico di Silvio Berlusconi come prodotto di una irreversibile mutazione antropologica della nostra vita quotidiana. Ora, la sensibilità anti-moderna, anti-umanistica e anti-occidentale dell'autore s'è tanto radicalizzata da vedere nelle forme espressive della società delle reti l'emergere di una barbarie che non può essere più riportata dentro le cornici del razionalismo strumentale delle tradizioni moderne. Invece di potere essere emancipata, controllata o rifiutata dalle religioni dei civilizzatori, essa esprime la coscienza remota del sacro.
Zapping. Sociologia dell'esperienza televisiva
Alberto Abruzzese, Andrea Miconi
Libro
editore: Liguori
anno edizione: 2001
pagine: 320
Forme estetiche e società di massa. Arte e pubblico
Alberto Abruzzese
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2001
pagine: XXX-253
"Forme estetiche e società di massa", elaborato e scritto alla fine degli anni sessanta, ha rappresentato un punto di riferimento obbligato nella discussione sui "media" sviluppatasi in Italia in quegli anni. Libro "militante", che incorpora un pezzo di storia della critica, del gusto e del costume, esso prospetta chiare anticipazioni di una cultura dei consumi di massa, degli spettacoli metropolitani, dei miti dell'effimero, che in Italia e per certi aspetti in Europa hanno avuto pieno corso solo tra gli anni settanta e ottanta. Le "estati romane" e Dylan Dog, l'epoca dei cineclub e le reti di Berlusconi devono qualcosa allo "spirito" di questo libro, che indaga sulle origini e sullo sviluppo dell'industria culturale come processo di integrazione tra Vecchio e Nuovo Mondo, tra decadenti progressisti, tra avanguardie storiche e cinema hollywoodiano, tra linguaggi d'elite e di massa. Quinta edizione con un nuovo saggio introduttivo.
La metropoli come mondo in rovina
Alberto Abruzzese
Libro: Libro in brossura
editore: Rogas
anno edizione: 2017
pagine: 190
"Tre brevi testi tra i tanti che per vari decenni, a partire da 'Forme estetiche e società di massa' (1973), ho elaborato mettendo al centro del mio discorso l’esperienza metropolitana. Sono testi che segnano tre tappe di tale costante mia attenzione al tema di cui l’ultima in ordine di tempo è la più estesa. Un testo che, grazie a un convegno organizzato da Benedetta Bini presso l’Università della Tuscia a Viterbo, mi ha consentito di fare il punto sulla questione: perché è stato ed è così importante parlare di metropoli quale sia la disciplina che mettiamo in campo. La relazione risale a pochi anni fa. Pronunciata con qualche tono di congedo: in parte conclusiva, una sorta di ricapitolazione, ma consapevole, per quanto ancora solo in parte, della polverizzazione della metropoli nel montante clima delle reti: un essere e fare mondo fuori del tempo e dello spazio della storia e delle sue identità sociali. Delle sue estetiche, etiche e politiche." (Dalla nota introduttiva)
Schiavitù e pregiudizio
Gian Piero Jacobelli
Libro: Libro in brossura
editore: All Around
anno edizione: 2024
pagine: 228
La storia non si ripete, ma va avanti e indietro, come quei fenomeni che perdurano assumendo caratteri e moventi sempre nuovi e diversi. Poiché il potere prepotente continua a tenere banco, non sorprende che la schiavitù, la subordinazione assoluta di un essere umano a un altro essere umano, abbia resistito alla prova del tempo e della stessa modernità, grazie alle tante maschere dell'ostinato pregiudizio dietro cui si cela. Dalla filosofia aristotelica alle dispute sugli amerindi, dalla Tratta atlantica alla polemica abolizionista, dalla segregazione razziale al White e Black Power, l'analisi dei rapporti tra schiavitù e pregiudizio si apre alla prospettiva di un pervasivo e solidale pluralismo etnico e culturale. Prefazione di Alberto Abruzzese.
Venti di cinema. Recensioni di cinema italiano dal 1990 al 2010
Alberto Castellano
Libro: Libro in brossura
editore: Martin Eden
anno edizione: 2023
pagine: 388
Vent'anni sono tanti per qualsiasi cinematografia per gli inevitabili cambiamenti, trasformazioni, nuove modalità narrative. Il ventennio 1990 – 2010 del cinema italiano, oggetto di questo libro, ha la particolarità di essere un periodo-chiave visto che arriva dopo gli anni '70 e '80 che avevano fatto registrare il consolidamento dei generi e quasi contemporaneamente l'irruzione di movimenti e nouvelle vague e di nuovi autori che cominciarono a riconsiderare/ridisegnare la mappa del nostro cinema e a riflettere su modelli, filoni, stereotipi. Le 150 recensioni comprese nel volume, selezionate tra le tante scritte dall'autore in qualità di critico cinematografico del quotidiano Il Mattino, sono in qualche modo lo specchio di cambiamenti, l'evidenziatore affidabile della possibile convivenza del cinema di serie A e serie B, del cinema autoriale e commerciale, di artisti e artigiani. Il libro vuole essere un viaggio al tempo stesso piacevole, appassionante, utile ma anche spiazzante per l'approccio rigoroso al cinema italiano di quegli anni senza distinzioni tra film "alti" d'autore e prodotti "bassi" di consumo.
Delle cose che non si sanno si deve dire. Transmutazioni
Alberto Abruzzese
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Estemporanee
anno edizione: 2023
pagine: 256
La società ha sempre più ristretto i margini di un dire contraddittorio, di un pensiero impossibile, di una presenza dell'inaudito. All'estrema complessità del presente, il sapere istituzionale va rispondendo con strategie comunicative volte a semplificare la complessità, escludendo tutto ciò che non può essere detto per il semplice fatto che non può essere semplificato. Viviamo un paradossale ribaltamento del pensiero positivo in pensiero nichilista: un rovesciamento che è frutto, non del pensiero apocalittico e irrazionale, ma di quello progressista, convinto di avere sovranità sulla tecnica e sulla natura. Ecco perché è arrivato il momento di dire le cose che si ritiene vadano civilmente taciute, responsabilmente oscurate. Forse la particolare assenza di responsabilità che infesta le nostre civiltà dipende non da un loro cedimento episodico, ma da un loro irreversibile svuotamento. Ecco perché conviene affiancare, senza alcuna mediazione dialettica, le cose che non si sanno alla consunta dicibilità delle cose che si sanno, delle cose socialmente riconoscibili.
L'industria dei sensi
Sergio Bellucci
Libro: Libro in brossura
editore: Harpo
anno edizione: 2019
pagine: 320
Una industria di nuovo tipo si è affermata nel '900 e ha cambiato l'intera storia umana. È un ciclo industriale che lavora in permanenza alla costruzione del senso della, vita, costruendo il consenso politico necessario. L'industria di senso rompe i millenari rapporti di costruzione etico-morale delle società, marginalizza le strutture sociali e politiche con una ideologia autonoma ed entra in diretta concorrenza con le strutture culturali e religiose dei territori che invade. Il testo parte dalla ricostruzione del ruolo delle tecnologie della comunicazione nella storia umana; ricostruisce il ruolo della scrittura nella storia fino alla affermazione dei mass media del '900 e del web. È nel passaggio della crisi del '29 negli USA che emerge il primo nocciolo dell'Industria di senso, la modalità di funzionamento della comunicazione di massa di tipo commerciale che in pochi decenni conquisterà il mondo e ne condizionerà definitivamente il suo sviluppo. Descrive il ruolo dell'Italia e della politica italiana nella sua affermazione in Europa. La possibile uscita dalla tenaglia è indicata nel libro attraverso la costruzione di un nuovo modello di stato sociale: Il welfare delle relazioni. Il testo è arricchito da una prefazione del mediologo Alberto Abruzzese e da una postfazione del politologo Giorgio Galli.
Tutto vi dono. Autobiografia del padre della cucina italiana
Pellegrino Artusi
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2019
pagine: 212
Pellegrino Artusi è il guru della cucina italiana. È il capostipite dei moderni food bloggers e dell'esercito di cuochi, ristoratori, food designers che ogni giorno ci dispensa la propria visione dell'arte di mangiar bene. Artusi ha oltre settant'anni quando si lancia nell'avventura: stilare un manuale che raccolga ricette da tutta Italia, per creare un canone del gusto italiano. Lo fa anticipando di un secolo le moderne tecniche di marketing editoriale, inventando un originalissimo modello di produzione letteraria «interattiva»: corrispondenti da tutt'Italia gli inviano le ricette, lui le sperimenta nella sua cucina e solo quando è pienamente soddisfatto le pubblica. Il suo manuale "La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene" ha un enorme successo tra i lettori e le edizioni si susseguono con grande rapidità. Ma chi era veramente Pellegrino Artusi? Nel 1902 Artusi, fresco di successo editoriale, decide di donarci la storia della sua vita, trascorsa fra Forlimpopoli e Firenze, affastellando ricordi in cui emergono la cifra moderata del suo carattere e tutti i vezzi dell'epoca, si susseguono eventi minimi e massimi, commedie e tragedie. Artusi narra della sua famiglia, dei suoi maestri e della sua formazione a spasso per l'Italia, dell'amore per le donne, di personaggi bizzarri, di successi e attività commerciali con la stessa leggerezza e meticolosità con cui, da anni, racconta le ricette d'Italia. Questa «autobiografia del padre della cucina italiana» è completata da un saggio di Alberto Abruzzese e Andrea Pollarini in cui si ricostruisce il panorama umano e storico che fa da sfondo alle vicende narrate da Artusi, si recuperano carteggi e testi sepolti dalla polvere del tempo e dell'indifferenza, e si rivela la settecentonovantunesima ricetta sfuggita a "La scienza in cucina". Le pagine di "Tutto vi dono" sono il ritratto intimo e preciso dell'uomo che amava «il bene e il bello ovunque si trovino», l'uomo che ha fatto l'Italia passando dalla cucina.