Ceccarelli: Antiqua res. Places
Farnese. La città del Giglio
Antonio G. Baragliu, Carlo Casi, Luciano Frazzoni
Libro: Libro in brossura
editore: Ceccarelli
anno edizione: 2024
pagine: 94
Questo libro vuole essere un omaggio ad un paese profondamento inserito nella storia, da quella più antica a quella rinascimentale, allorquando i Farnese emergono prepotentemente tra le famiglie più importanti d'Italia e Europa, prendendo il nome dal piccolo borgo originario dei loro possedimenti. Ma vuole essere in qualche modo anche una forma di riconoscimento che gli autori tributano al luogo che li ha visti lavorare per molti anni insieme: G. Antonio Baragliu, dapprima come Assessore alla Cultura e all'Ambiente e poi come Direttore della Riserva Naturale "Selva del Lamone"; Carlo Casi, primo direttore del Museo Civico "F. Rittatore Vonwiller" e della Riserva Naturale "Selva del Lamone"; Luciano Frazzoni, direttore dello stesso Museo per circa quindici anni. Una storia raccontata a più mani, monumento per monumento, che disvela fatti e aneddoti, mettendo così in risalto il grande quanto nascosto patrimonio culturale di Farnese. Introduzione di Simona Carosi.
Norchia. Il racconto di un itinerario etrusco
Francesca Ceci, Luciano Proietti, Francesco Di Gennaro
Libro: Libro in brossura
editore: Ceccarelli
anno edizione: 2024
pagine: 66
L'insediamento etrusco di Norchia, appartenente alla lucumonia di Tarquinia e attraversato dalla via Clodia, sorgeva su un pianoro tufaceo delimitato dal fosso Pile e dal torrente Biedano, a metà strada tra i due importanti centri di Blera e Tuscania. L'abitato conobbe prestigio e agiatezza nel IV secolo a.C., la cui ricchezza è testimoniata dalla monumentale necropoli rupestre che si affaccia sulle valli circostanti, con una suggestiva serie di tombe a facciata che costituiscono uno dei più significativi complessi funerari dell'Etruria meridionale, databili dal IV al II sec. a.C. Durante la fase romana, la cittadina fu assegnata al municipio di Tarquinia e gradualmente perse d'importanza divenendo un centro sempre più modesto. Successivamente fu assoggettata dai Longobardi e soltanto nel XIII secolo iniziò un nuovo periodo di ripresa, divenendo roccaforte dei Di Vico fino al 1435, quando nei continui contrasti politici con la Santa Sede, Papa Eugenio IV ne decise la distruzione. Particolarmente suggestivi sono i resti del castello e della chiesa di San Pietro che si ergono ancora sul pianoro dove si era sviluppata la città. La località si raggiunge dalla strada provinciale Vetralla per Monteromano con deviazione al bivio per Cinelli e proseguendo oltre i laghetti artificiali per circa due chilometri.
Castel d'Asso. La necropoli etrusca e il castello medievale
Luciano Proietti, Annalisa Scarponi, Umberto De Vergori
Libro: Libro in brossura
editore: Ceccarelli
anno edizione: 2024
pagine: 54
La città e la necropoli etrusca di Castel d’Asso si estendono a circa 8 km ad ovest di Viterbo sul proseguimento della strada che conduce alle Terme dei Papi. L’area archeologica, che comprende sia i resti di un castello medievale edificato sulle rovine dell’antica città etrusco romana di Axia, che la necropoli monumentale di tipo rupestre, è ricca di testimonianze che vanno dal periodo etrusco al medioevo. In un ambiente estremamente suggestivo, si ha una grande concentrazione di esempi di tombe rupestri del tipo a semi dado con finte porte e vano di sottofacciata, che vanno dal IV al II sec. a.C., prime tra tutte la Tomba Orioli (II sec.a.C.) avente la camera funeraria lunga ben 17 metri e con 67 sepolture del tipo a fossa, e la Tomba Grande del III sec. a.C., la più ampia in assoluto tra le tombe a semidado delle necropoli rupestri esistenti in Etruria. Lo spettacolo offerto dalle tombe intagliate nella roccia tufacea, se osservato dalla torre di fronte, è particolarmente spettacolare sotto il profilo architettonico ed ambientale, lasciando stupito il visitatore per la selvaggia bellezza che genera e per la grandiosità che l’intero complesso manifesta.