Narrativa di ambientazione storica
La rivoluzione della luna
Andrea Camilleri
Libro: Libro in brossura
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2025
pagine: 296
Correva l'anno 1677 quando a Palermo il viceré don Angel de Guzmán muore improvvisamente. Al dolore dei consiglieri del Regno subentra lo sgomento perché nel testamento don Angel ha disposto che sia sua moglie ad assumere le funzioni di viceré, in attesa delle decisioni del Re di Spagna. Donna Eleonora di Mora si ritrova così, a dispetto di ogni legge e consuetudine, a governare una Sicilia piagata da epidemie, carestia, povertà, e contro ogni previsione riesce a riparare alle indegnità del Sacro Regio Consiglio e a risollevare le condizioni in cui versa il popolo. Rivoluzionari sono soprattutto i provvedimenti a favore delle donne, dall'istituzione del «conservatorio per le vergini pe-ricolanti», per garantire alle orfane un sussidio e impedire loro di darsi alla prostituzione, alla decisione di assegnare una dote regia alle ragazze più bisognose che vogliono sposarsi, ai benefici per le famiglie numerose. Tutto nella durata di un ciclo lunare. Coraggiosa, determinata, donna Eleonora, sostiene l'Autore, è «una figura di donna gigantesca, unica a governare in un mondo maschile; un meraviglioso esempio del potere responsabile verso i terzi, nello scontro eterno tra chi detiene il potere per sé e il potere per gli altri». Tra le pagine di storia Andrea Camilleri trova le tracce di questa rivoluzione e vi costruisce un romanzo pieno di invenzione e di pathos.
La prima regina
Alessandra Selmi
Libro: Libro in brossura
editore: Nord
anno edizione: 2025
pagine: 384
Nel giugno del 1868, quando per la prima volta entra nella Villa Reale di Monza, Nina è una ragazza travolta dagli eventi. Lei, una semplice sguattera, dovrà occuparsi della camera della principessa Margherita, da pochi mesi moglie dell'erede al trono d'Italia. Per Nina non è un sogno, bensì un incubo, perché presto si rende conto di essere uno strumento nelle mani altrui, una pedina in un labirinto d'intrighi. L'incontro con un anziano maggiordomo di Casa Savoia, però, le cambia la vita. Nina imparerà a leggere e a scrivere, studierà, troverà l'amore e, nel corso degli anni, la sua strada si affiancherà a quella della donna più ammirata d'Italia, la regina Margherita. Fino al giorno in cui dovrà fare una scelta difficilissima… Nel giugno del 1868, quando per la prima volta fa il suo ingresso nella Villa Reale di Monza, a Margherita sembra di vivere in un tempo sospeso. La sua intera esistenza è stata dedicata a prepararsi per quel ruolo, essere la degna e impeccabile consorte di un principe di sangue reale. Ma per suo marito Umberto è come se lei non esistesse. Il matrimonio è una finzione, il suo unico compito è procreare un erede maschio e poi scomparire all'ombra di Umberto. Eppure Margherita non ha intenzione di sacrificarsi in nome della Corona. E così sarà lei a conquistare l'amore del popolo, sarà lei ad affascinare la riottosa aristocrazia romana, sarà lei a diventare un'icona del suo tempo: la Prima Regina d'Italia. Fino a quel fatidico giorno del luglio 1900, quando tutto il suo mondo sarà stravolto in un solo attimo... Con passione e un autentico talento nel ricreare le atmosfere di un periodo affascinante della nostra Storia, l'autrice dà vita a due protagoniste indimenticabili, Nina e Margherita, due donne agli estremi opposti della scala sociale unite dalla stessa determinazione a non farsi ingabbiare dalle regole di corte, due donne diversissime che avranno il coraggio di battersi per forgiare il proprio destino.
Silenzio. Le sette vite di Diana Karenne
Melania G. Mazzucco
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2024
pagine: 656
Dopo “L'architettrice”, Melania Mazzucco torna a raccontare un intero mondo nel destino di una donna. «Nessuno sa chi sia. Ma è unica, strana, diversa da tutte. Non la dimenticheranno». Straniera e misteriosa, la protagonista di questa storia arriva in Italia nel 1914. Nulla di ciò che racconta è vero, perché è allo stesso tempo in fuga e alla ricerca di sé. Non sa ancora esattamente cosa vuole, ma può essere tutto: scrittrice, pittrice, musicista. Diventerà invece attrice cinematografica, e col nome di Diana Karenne sarà una delle dive degli anni d'oro del cinema muto italiano: la regina del silenzio. Melania Mazzucco ha inseguito l'ombra di Diana Karenne e le sue mille identità negli archivi, nelle biblioteche e nelle cineteche di tutta Europa, e in questo romanzo l'ha raccontata con passione, divertimento, dolore e rispetto. Perché la letteratura è il contrario del silenzio. Nelle sue molte vite, Diana Karenne è stata qualsiasi cosa: straniera misteriosa, femme fatale, zingara, cantante, imprenditrice cinematografica, spia, suora strappata al convento, santa, contessa, regina, zarina. Prima che il tempo ne cancellasse ogni ricordo, fra il 1916 e il 1919 è stata soprattutto la più affascinante diva del cinema muto italiano. Ma non solo. Scrive lei stessa i soggetti dei suoi film, inizia a dirigerli, diventando una delle prime registe cinematografiche della storia, e da un certo punto in poi li produce come imprenditrice. Irrequieta e sfuggente, Diana si destreggia fra aristocratici, diplomatici, produttori dalla fama di banditi, attori a caccia di conquiste, sempre inseguita dal sospetto di essere una spia. Si sposta da Roma a Torino, da Milano a Napoli e Genova. È ammirata dalle spettatrici, che vedono in lei un modello di libertà e indipendenza, e temuta dagli uomini per l’imprevedibilità e gli amori tempestosi. Nulla rivela del suo passato, in nessun luogo mette radici. Crede per prima alle bugie che racconta, fino a creare una realtà alternativa, e una donna nuova: Diana Karenne, appunto. Nel dopoguerra però l’industria del cinema italiano entra in crisi, e nel 1921 Diana si trasferisce a Parigi e poi a Berlino. Lì ci sono gli esuli dalla Russia bolscevica, e la sua origine la costringe a fare i conti con la sua identità. A differenza delle altre stelle del cinema muto, non è tanto il passaggio al sonoro a chiudere la sua carriera di attrice, quanto l’irresistibile desiderio di scomparire, di diventare ancora un’altra donna: la musa mistica e la compagna di un poeta russo a cui sacrificare la sua arte. Sembrava destinata all’oblio, Diana Karenne, ma in questo romanzo, nato come i suoi successi più memorabili da un’indagine avvincente e lunga anni, Melania Mazzucco ce la restituisce in tutta la sua vitale contemporaneità.
Il canto della cicogna e del dromedario
Anjet Daanje
Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2024
pagine: 723
Dove Susan Knowles-Chester va, la morte la segue: questo pensano gli abitanti di Bridge Fowling ogni volta che la vedono incedere a passo svelto. E a quale capezzale la moglie del falegname stia portando i suoi servigi, quale corpo laverà e renderà bello prima che finisca sottoterra, davanti alla canonica del pastore Drayden. La prima volta era stata in una tiepida notte d’agosto, la convocazione dalla canonica era giunta improvvisa. Il pastore voleva che fosse proprio lei ad accompagnare l’amata moglie nell’estremo viaggio. Amata troppo, sussurra qualcuno, tutte quelle gravidanze, per una donna tanto gracile, alla fine l’avevano uccisa. Dopo quella prima morta, Susan aveva riconosciuto la sua vocazione, ed erano arrivate tutte le altre. Anche le figlie del pastore, a una a una, come i grani di un rosario. Tra loro, nel 1847, Eliza May, umbratile e meravigliosa creatura, che aveva riempito la sua vita grama di nubile indigente con la scrittura, nata come un gioco tra sorelle, un linguaggio segreto di bambine. Uno spazio di libertà selvaggia che aveva generato un unico, poderoso romanzo, pubblicato sotto pseudonimo maschile. Un’opera che aveva indignato i benpensanti, consegnandola nondimeno all’eternità. Ma noi conosceremo Eliza May Drayden solo nella turbolenta esistenza dopo la sua morte; in una sorta di passaggio del testimone tra chi l’ha conosciuta, amata, rimpianta, raccontata, celebrata, denigrata; sulle tracce di un taccuino che passa di mano in mano attraverso tre secoli senza mai concedere il suo segreto. Ispirata dalla vita di Emily Brontë e dal suo capolavoro "Cime tempestose", Anjet Daanje ha costruito un romanzo immenso, febbrile, che ne contiene tanti altri, in un gioco di specchi che canta l’amore, la perdita, la sorellanza, il potere eterno della letteratura.
Il pendio dei noci
Gianni Oliva
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2024
pagine: 252
1918. Il sergente Julien Vertou osserva la neve che ancora ricopre il monte Grappa, in un aprile senza primavera. Lì dove si è spostata l'ultima linea di difesa italiana dopo Caporetto, gli alpini del battaglione Susa hanno allestito il loro campo. Ma Julien non è uno di loro, la cicatrice sulla mano destra racconta un'altra storia. Negli ultimi sedici anni, la Legione Straniera è stata il suo rifugio e la sua penitenza. Ciò che è stato prima non ha più importanza. Sono perduti i sogni, ed è perduto l'amore, che per una breve stagione gli ha fatto credere di poter inventare il futuro. La guerra che ha conosciuto sull'Atlante aveva una sola regola: uccidere per non farsi uccidere. Ma i ragazzi con cui ora condivide la trincea questa certezza non ce l'hanno, molti sanno a malapena imbracciare un fucile. Vengono da montagne in cui sperano di tornare presto, magari da una fidanzata che li aspetta. Come Gildo e Valdo, che insieme non fanno trentasei anni, o Domenico, che ne ha ventidue e da tre combatte e sopravvive. Tra i colpi di artiglieria, i loro sguardi impauriti iniziano a scalfire la corazza di Julien. Lui non ha nessuno che lo attende, nessun posto che può chiamare casa. Eppure, per quanto si ostini a rinnegarlo, il passato che si è lasciato alle spalle pian piano si riprende la scena. Una parlata familiare, il nome di un torrente, quello di un paese di montanari. E il volto di una donna che riaffiora tra i pensieri, riportandolo a un tempo in cui la felicità era ancora possibile. In questo esordio narrativo, Gianni Oliva innesta nel racconto degli ultimi, concitati mesi del primo conflitto mondiale una vicenda privata dolorosamente intensa. Un romanzo di amore e guerra, di montagne e neve, di uomini piccoli e grandi rimescolati dalla Storia.
La Malacarne
Beatrice Salvioni
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2024
pagine: 488
Con la stessa energia narrativa de “La Malnata”, Beatrice Salvioni ci trasporta ancora nell’Italia fascista. E ci fa guardare il mondo con gli occhi di due ragazze tormentate e ribelli, inseparabili, che la Storia vuole tenere lontane. Una sedicenne corre a piedi nudi per la strada. È notte, indossa solo una sottoveste, e corre disperata per la città deserta. È delusa, piena di rabbia, perché ha scoperto di essere stata tradita, e da qualcuno che mai avrebbe creduto potesse ingannarla. Si apre come uno squarcio, questo romanzo terso e furioso. Siamo a Monza, nell’aprile del 1940. Da quattro anni Francesca non sa più nulla di Maddalena. La sua amica è stata rinchiusa in manicomio, e mai ha risposto alle lettere che lei le ha spedito. Francesca crede sia per risentimento nei suoi confronti. In fondo, è sempre toccato a Maddalena il ruolo della reietta, della Malnata. Ma adesso ha subito uno scossone anche la vita di Francesca, che è fuggita di casa ed è andata a vivere da Noè Tresoldi, destando scandalo. Sua madre la accusa di essere una degenerata, una Malacarne. Poi, finalmente, Maddalena torna. È piccola e magra, come non fosse mai cresciuta, e si finge l’adolescente coraggiosa di sempre; ma Francesca lo vede, che è diversa. Che cosa è successo in manicomio? Intanto, l’Italia entra in guerra. Tra la fame e la paura delle bombe, ogni giorno diventa più difficile. E arriva il momento di scegliere da che parte stare.
La bambola di porcellana
Kristen Loesch
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2024
pagine: 400
Rosie studia all’Università di Oxford e una volta al mese va a Londra a trovare la madre, una donna cupa, intristita, che si rifiuta di parlare del passato. Alla sua morte, Rosie si ritrova in possesso di una collezione di bambole e di un vecchio quaderno di fiabe scritte in un alfabeto di cui ha solo un vago ricordo; storie che l’accompagnano nella Russia del 1915, in un tempo lontano in cui già si respira il vento della rivoluzione. Un mondo avventuroso e romantico, colmo di violenza e tradimenti, che custodisce un grande amore, profondo e proibito, tra una nobildonna e un bolscevico. Rosie decide di accettare un lavoro di ricerca proprio a Mosca, sua città d’origine, dove intende scavare nei segreti della sua famiglia per scoprire cosa è realmente accaduto prima che lasciasse la Russia. Armata del quaderno come di una bussola che le indica la strada, ritroverà il filo di una matassa complessa e letteralmente costellata di colpi di scena. Quando ogni mistero sarà svelato e le memorie che si volevano seppellire verranno alla luce, allora la vita potrà riprendere il suo corso, con la consapevolezza che il nostro innato desiderio di appartenenza, se può condurre a verità dolorose, può anche aiutarci a perdonare. In fondo, se una storia è bella, se è capace di coinvolgere ed emozionare, noi vogliamo crederci.
Il filo scarlatto
Laurie Lico Albanese
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2024
pagine: 384
Isobel ha il dono di «vedere» i colori: la voce della madre è un torrente di zaffiro screziato di smeraldo, quella del padre un morbido caramello e la lettera «A» è scarlatta, da sempre. Crescendo, Isobel impara a domare il suo talento per creare ricami straordinari. E quando si trasferisce a Salem, nel Nuovo Mondo, insieme a un marito con il vizio dell’oppio, e incontra un affascinante e tormentato giovane scrittore di nome Nathaniel, l’ago diventa la sua risorsa più preziosa. Con strepitosa inventiva Laurie Lico Albanese ci regala il ritratto della musa immaginaria che avrebbe ispirato a Hawthorne la protagonista di “La lettera scarlatta”. Isobel e Nat s’incontrano a Salem nel 1829, più di un secolo dopo i famosi processi alle streghe di cui fu teatro la cittadina. Eppure, sotto la superficie di florida compostezza di quel piccolo porto sull’oceano, serpeggiano ancora le tensioni tra i discendenti di accusatori e accusate. Isobel, dal canto suo, ha i capelli rossi proprio come la trisavola Isobel Gowdie, condannata per stregoneria in Scozia nel Seicento e sfuggita per un soffio all’impiccagione. E proprio come lei, vede esplosioni di colore là dove gli altri sentono solo parole o leggono le nere lettere dell’alfabeto. La madre, che le ha insegnato l’arte del ricamo, le ha sempre detto di non parlare del suo dono dei colori con nessuno, per non destare sospetti, e piano piano Isobel capisce che forse il suo era un invito più generale alla cautela. Quando lei e Nat s’incontrano, entrambi combattuti tra segreti e aspirazioni, le parole del giovane scrittore le appaiono di un regale rosso e oro, un richiamo potentissimo, soprattutto dopo che il marito si è imbarcato per andare in cerca dell’elisir di lunga vita. Costretta a cavarsela da sola, a fidarsi unicamente del suo ago, Isobel dovrà fare i conti con la rigida società di Salem, dove non tutti sono considerati americani alla stessa stregua. Ad aprirle definitivamente gli occhi su questo punto sarà la sua vicina Mercy, figlia di una schiava liberata. Nell’immaginare un retroscena fittizio per “La lettera scarlatta” di Nathaniel Hawthorne, Laurie Lico Albanese tesse un grande e compiuto arazzo della società americana di inizio Ottocento, mettendo però al centro le donne, con la loro solidarietà e forza creativa.
Il patto dell'acqua
Abraham Verghese
Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2023
pagine: 736
Travancore, Costa di Malabar, 1900. Una ragazzina di dodici anni cerca di prendere sonno tra le braccia di sua madre. Domani lascerà la casa in cui è cresciuta per andare sposa all’uomo cui è stata promessa. Colui che diventerà suo marito, il nuovo padrone della sua vita, ha trent’anni di più, è vedovo, con un figlio ancora bambino. La piccola sposa va incontro al suo futuro così come è stato deciso da altri, come hanno fatto sua madre e la madre di sua madre prima di lei. «Il giorno più brutto nella vita di una ragazza è il giorno del matrimonio. Poi, se Dio vuole, le cose migliorano» le viene detto. Il vedovo è un buon partito, come loro è parte di quell’antichissima comunità di cristiani convertiti da san Tommaso diciotto secoli prima, e per qualche strano motivo accetta una moglie senza una rupia di dote, anche se si mormora che la sua stirpe sia afflitta da una strana maledizione: in ogni generazione almeno una persona muore affogata. E in quello che oggi si chiama Kerala l’acqua è ovunque, plasma la terra in una trina di laghi e lagune, accompagna col suo canto sommesso le esistenze, si nutre dei monsoni, collega tutto nel tempo e nello spazio. La sposa viene accolta con affetto nella nuova casa e, nell’arco della sua lunga, straordinaria vita, conosce la gioia di un grande amore, patisce il dolore di infinite perdite, assiste a cambiamenti epocali. La sua famiglia si espanderà e si ritirerà con le nascite e le morti. Finché arriverà una nipote che porterà il suo nome, studierà medicina e giungerà a una scoperta sconvolgente.
La Malnata
Beatrice Salvioni
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2023
pagine: 248
Monza, marzo 1936: sulla riva del Lambro, due ragazzine cercano di nascondere il cadavere di un uomo che ha appuntata sulla camicia una spilla con il fascio e il tricolore. Sono sconvolte e semisvestite. È Francesca a raccontare in prima persona la storia che le ha condotte fino a lì. Dodicenne perbene di famiglia borghese, ogni giorno spia dal ponte una ragazza che gioca assieme ai maschi nel fiume, con i piedi nudi e la gonna sollevata, le gambe graffiate e sporche di fango. Sogna di diventare sua amica, nonostante tutti in città la considerino una che scaglia maledizioni, e la disprezzino chiamandola Malnata. Ma quella sua aria decisa, l’aria di una che non ha paura di niente, la affascina. Sarà il furto delle ciliegie, la sua prima bugia, a farle diventare amiche. Sullo sfondo della guerra di Abissinia, del dolore per la perdita e degli scompigli dell’adolescenza, Francesca impara con lei a denunciare la sopraffazione e l’abuso di potere, soprattutto quello maschile, nonostante la riprovazione della comunità.
L'inventario delle nuvole
Franco Faggiani
Libro: Libro in brossura
editore: Fazi
anno edizione: 2023
pagine: 296
1915. Giacomo Cordero abita in Val Maira, con il nonno Girolamo, la madre Lunetta e l’anziana e riservata Desideria. Il ragazzo ha studiato ma gli viene imposto di restare a casa, a Prazzo, dove si vive di taglio del bosco, di piccolo allevamento e agricoltura, e dove gli abitanti delle malghe spesso sopravvivono nella più assoluta miseria. L’Italia è appena entrata in guerra e il vecchio Girolamo, ruvido e determinato capofamiglia, commerciante scaltro e capace, è diventato il fornitore ufficiale di merci per l’esercito. A Giacomo, esonerato dal servizio militare, viene affidata quindi la più delicata delle attività di famiglia, la raccolta dei pels, i capelli, che, accuratamente lavorati durante l’inverno dalle donne del luogo, saranno rivenduti in primavera agli atelier delle grandi città di confine per farne parrucche, ancora molto richieste. Per il commercio dei capelli in Francia, Giacomo si affida a un venditore esperto, Natale Rebaudi, che gli farà da guida confidandogli vecchi segreti riguardanti suo padre. Quando il ragazzo sarà costretto ad affrontare una situazione inattesa e a prendere in mano gli affari di famiglia, tuttavia, il più grande insegnamento gli verrà dal ricordo dei giorni passati da solo in montagna che lo aiuterà ad apprezzare il valore delle piccole cose e la semplicità del vivere quotidiano.
M. Gli ultimi giorni dell'Europa
Antonio Scurati
Libro: Libro in brossura
editore: Bompiani
anno edizione: 2022
pagine: 432
Il 3 maggio 1938, nella nuova stazione Ostiense, Mussolini insieme a Vittorio Emanuele III e al ministro degli esteri Ciano attende il convoglio con il quale Hitler e i suoi gerarchi scendono in Italia per una visita che toccherà Roma, Napoli e Firenze. Da poche settimane Hitler ha proclamato l’Anschluss dell’Austria e Mussolini, dopo aver deciso l’uscita dell’Italia dalla Società delle Nazioni, si appresta a promulgare una legislazione razziale di inaudita durezza. Eppure sono ancora molti a sperare che il delirio di potenza dei due capi di Stato possa fermarsi: tra loro Ranuccio Bianchi Bandinelli, l’archeologo incaricato di guidare il Führer tra le rovine della città eterna; Renzo Ravenna, decorato nella Grande guerra, fascista zelante e podestà di Ferrara, che al pari di migliaia di altri ebrei italiani non si dà pace per i provvedimenti che lo pongono ai margini della vita civile; Margherita Sarfatti, che sino all’ultimo spera in uno spostamento degli equilibri verso l’asse anglofrancese ma deve cedere il passo alla giovane Claretta Petacci e fuggire; e lo stesso Ciano, distratto da tresche sentimentali e politiche insensate come il piano di conquista dell’Albania, che solo un anno dopo, nel maggio 1939, si trova a siglare insieme a Ribbentrop il Patto d’Acciaio con il quale “l’Italia e la Germania intendono, in mezzo a un mondo inquieto e in dissoluzione, adempiere al loro compito di assicurare le basi della civiltà europea”. Antonio Scurati ricostruisce con febbrile precisione lo spaventoso delirio di Mussolini, pateticamente illuso di poter influenzare le decisioni del Führer, consapevole dell’impreparazione italiana, più che mai solo fino alla sera del giugno 1940 in cui dal balcone di Palazzo Venezia proclama “l’ora delle decisioni irrevocabili”. In questo nuovo pannello del suo grande progetto letterario e civile, Scurati inquadra il fatale triennio 1938-40, culmine dell’autoinganno dell’Italia fascista, che si piega all’infamia delle leggi razziali e dell’alleanza con la Germania nazista, e ripercorre gli ultimi giorni di un’Europa squassata da atti di barbara prevaricazione e incapace di sottrarsi al maleficio dei totalitarismi: un romanzo tragico e potente, carico di moniti per il nostro futuro.