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Letteratura: storia e critica

15,00 14,25
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Pirandello di sbieco

Salvatore Ferlita

Libro: Libro in brossura

editore: Sellerio Editore Palermo

anno edizione: 2024

pagine: 128

Salvatore Ferlita mostra in queste pagine quanto ci sia di sconosciuto, di nascosto e di velato, in uno scrittore studiatissimo qual è Pirandello. Basta guardarlo «di sbieco», cioè andando a scovare capitoli, atteggiamenti mentali e culturali, contenuti e temi passati inosservati o considerati poco significativi. Qualche esempio: squarci di vita da bambino, da marito, da padre, filtrati dal setaccio analitico di passi narrativi o di memoria; oppure Pirandello e il sesso, e la religione, il fastidio per la retorica del Risorgimento e la diffidenza verso la legge; o ancora il cupo nichilismo delle tarde novelle; e così via. Ed è proprio - mira a concludere l'autore - guardando Pirandello dal giro dei suoi angoli bui, dal fondo dei suoi «buchi neri», che se ne scorge la più vera e inquieta modernità.
15,00 14,25

Quale letteratura per quale infanzia? Morfologia di una disciplina in trasformazione

Alessandra Mazzini, Angelo Nobile

Libro: Libro in brossura

editore: Marcianum Press

anno edizione: 2024

pagine: 376

La letteratura per l'età infantile e adolescenziale è per sua stessa natura disciplina di confine, complessa e articolata, che intreccia la dimensione narrativa a quella educativa e che, ponendosi alla confluenza di più saperi disciplinari (letteratura, filologia, storia, iconologia, sociologia, psicologia, pedagogia ecc.), necessita di un approccio integrato ai problemi. In virtù di queste peculiarità, il volume ripercorre, in una pluralità di prospettive critiche, le molteplici sfaccettature che contraddistinguono la letteratura per l'infanzia e l'adolescenza, nel tentativo di definirne il profilo, gli itinerari, le finalità e le modalità con le quali oggi si sta evolvendo. A tale scopo, la prima parte del saggio riprende e dibatte alcune questioni fondative, di ordine epistemologico, molte delle quali ancora in attesa di definizione, nonché le ragioni pedagogiche che attraversano la disciplina e il corpus delle opere dedicate a bambini e adolescenti; nella seconda parte, lo sguardo interpretativo si focalizza sul ruolo attuale che l’iconico e il digitale rivestono all'interno di un territorio in continua evoluzione, i cui confini e ambiti di competenza sono continuamente dilatati anche dal progresso delle tecnologie.
28,00 26,60

Gloria e decadenza. Una interpretazione del Don Chisciotte

Ramiro de Maeztu

Libro: Libro in brossura

editore: Rubbettino

anno edizione: 2024

pagine: 134

Quasi sconosciuto in Italia, Ramiro de Maeztu (1874-1936) è stato il principe del giornalismo spagnolo del Novecento, uno dei maggiori protagonisti della Generazione del ’98 e uno degli ispiratori segreti della destra cattolica europea. Dopo aver attraversato alcuni snodi ideologici del XX secolo, come il socialismo liberale e il sindacalismo, e dopo anni di soggiorno in Inghilterra dove collaborò alla rivista «The New Age», assieme a Ezra Pound e Gilbert K. Chesterton, svilupperà una visione cattolica e conservatrice della realtà e posizioni politiche monarchiche e nazionaliste. Questa conversione stupirà molti suoi amici, tra cui José Ortega y Gasset e Pío Baroja, e ne farà una specie di appestato nella convulsa Spagna degli anni ’30. E tuttavia questo nuovo e definitivo approdo della sua mente inquieta darà al suo giornalismo militante, come scrisse una volta Barbey D’Aurevilly di Donoso Cortés, quelle «lingue di fuoco che prima non possedeva». Scoppiata la guerra civile, nell’ottobre del 1936 Maeztu viene fucilato a Madrid perché considerato uno dei mandanti morali del colpo di stato contro la Repubblica. Secondo Jorge Luis Borges, che ebbe modo di frequentarlo in Argentina, il saggio sul Don Chisciotte appartiene alle pagine più interessanti scritte dal giornalista. Il Don Chisciotte, infatti, è l’opera dove meglio si comprendono la decadenza della Spagna del XVI secolo e il fallimento dei sogni imperiali di Filippo II. Romanzo della disillusione e del disinganno, il capolavoro di Cervantes è anche il libro universale della volontà eroica che cerca di realizzare, senza riuscirci, la giustizia e il bene tra gli uomini. Ma anche se l’eroe del romanzo morirà nella tristezza e nella sconfitta la sua immagine, scriverà Maeztu, «continuerà per sempre a ondeggiare nell’atmosfera, come un ideale da seguire».
16,00 15,20

Amore e Psiche. L'enigma dell'amore

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2024

pagine: 272

La favola di Amore e Psiche, tramandata dalle Metamorfosi di Apuleio, è forse la più affascinante e misteriosa di ogni tempo. Il figlio di Afrodite, Amore, si innamora di Psiche, l’anima, ma il loro amore ha una condizione: Psiche non dovrà mai vedere il volto del suo amato. Amore diventa così lo sconosciuto amante notturno, che la possiede nel buio e all’alba sparisce. Psiche però, vinta dal desiderio di conoscere il suo amante, lo coglie nel sonno e gli illumina il volto con una lampada. Amore fugge, lasciando Psiche nella disperazione, ma i due innamorati, dopo un lungo periodo di peripezie, si ritroveranno e si uniranno in matrimonio: dalla loro unione, nascerà Voluttà. La favola ha dato vita a un numero infinito di variazioni. Secondo La Fontaine, per cui «tutto l’universo obbedisce all’Amore», i due amanti rappresentano la prova che l’illusione e il desiderio, cioè l’amore al buio, siano da preferire alla realtà. Per Keats, che diventa il «sacerdote di Psiche», Amore e Psiche simboleggiano il trionfo dell’amore. Secondo Heine, la colpa di Psiche, che «si lascia morire perché i suoi occhi hanno visto il corpo nudo del suo Amore», rappresenta i mali del cristianesimo. Per Leopardi, la curiosità di Psiche, «che era felicissima senza conoscere», è la prova dei danni della conoscenza. Secondo Pascoli, Psiche è l’emblema dell’impossibilità dell’amore, e non a caso ritroverà il suo Amore solo «oltre la morte». Per Marina Cvetaeva, la favola è il simbolo di quello che l’amore dovrebbe essere: «anima senza corpo». Il significato di Amore e Psiche, quindi, rimane un mistero, che rispecchia, forse, l’enigma dell’amore.
18,00 17,10

Il corpo della lingua. Esperruquancluzelubelouzerirelu

Giorgio Agamben

Libro: Libro rilegato

editore: Einaudi

anno edizione: 2024

pagine: 112

I giganti – Morgante e Gargantua, Fracasso e Pantagruel – fanno la loro comparsa nella letteratura europea tra la fine del Quattrocento e la metà del Cinquecento. Ma la dismisura del loro corpo va di pari passo a un'altra e non meno imponente licenza: quella della loro lingua. L'idioma di Pantagruel è immenso quanto il suo corpo e altrettanto esorbitante è la lingua maccheronica del poema di Folengo. Se la furia neologistica di Rabelais non sembra aver freno (una delle parole che escogita consta di cinquantasette lettere) e stravolge da cima a fondo il lessico francese, Folengo fa molto di più: inventa non delle parole, ma una lingua, il maccheronico (così detto da «un certo gnocco impastato di farina, cacio e burro, grosso, rozzo e rusticano»), che trasgredisce senza riserve la ferma distinzione dantesca fra il volgare e il latino, latinizzando il volgare e volgarizzando il latino. Per entrambi la lingua non è più, secondo una dottrina stantia anche se tuttora dominante, il segno di un concetto della mente: è prima di tutto un corpo, che si vede, si sente, si tocca, un corpo come quello dei giganti, con una sua sconcia fisiologia e un'ancora più sguaiata anatomia: un corpo in fuga non si sa verso dove, ma certo fuori da ogni identità grammaticale e da ogni lessico definito. «Il corpo umano diventa la misura del mondo nel punto in cui, uscendo da ogni misura, diventa propriamente smisurato. Hurtaly, il gigante antenato di Pantagruel e contemporaneo del diluvio, è troppo grande per entrare nell'arca: "Stava seduto sull'arca a cavallo, una gamba di qua e una di là, come i bambini sul loro cavalluccio di legno. E in questo modo salvò l'arca dai pericoli, perché la spingeva colle gambe e col piede la girava dove voleva, come si fa col timone di una nave". Lo stesso Pantagruel è così enorme, che non può venire alla luce senza soffocare la madre Badebec, benché dal suo ventre fossero usciti prima di lui sessantotto mulattieri, ciascuno col suo mulo carico di sale, e nove dromedari con una soma stipata di prosciutti e lingue di bue affumicate – per non parlare di sette cammelli carichi di anguille e venticinque carretti pieni di porri, agli, cipolle e cipollotti. A ogni pasto il fantolino si beveva il latte di 4600 vacche e un giorno che riuscì a liberarsi dalle fasce afferrò una vacca per i garretti e "si divorò le due tette e metà della pancia". Una volta cresciuto, la sua lingua è così sconfinata che è possibile camminarci sopra per due leghe prima di entrare nell'immenso paese della bocca, dove i denti sono rocce irte "come i monti della Danimarca"». Il volume è arricchito dalle illustrazioni tratte dai "Songes drolatiques de Pantagruel", una serie composta da centoventi incisioni del 1565 attribuite a Rabelais, e dal "Baldo" di Teofilo Folengo del 1521.
18,00 17,10

Le tradizioni discorsive. Dalle norme comunicative alla storia della lingua

Raymund Wilhelm

Libro: Libro in brossura

editore: Carocci

anno edizione: 2024

pagine: 328

Il concetto di tradizione discorsiva, elaborato negli studi storico-linguistici in lingua tedesca a partire dagli anni Ottanta del Novecento, si è diffuso rapidamente a livello internazionale. Rientrano in tale categoria i generi letterari e i tipi di testo, le formule e gli stili, gli universi discorsivi: tutte quelle forme, cioè, che non sono regolate dalle grammatiche delle singole lingue ma che possiedono una loro riconoscibilità in quanto norme (perlopiù implicite). Il volume raccoglie sia riflessioni teoriche e metodologiche sia applicazioni a precise situazioni del Medioevo e della prima Età moderna, in ambito italiano e più largamente romanzo. In prospettiva teorica interessano i rapporti fra le tradizioni discorsive e quelle linguistiche, l'esistenza di vere e proprie comunità discorsive, il ruolo del linguaggio formulare ecc. Gli scavi empirici dedicati alla novellistica e all'agiografia, al trattato scientifico e ai primordi del giornalismo mostrano l'utilità, per non dire la necessità, del concetto di tradizione discorsiva e, nello stesso tempo, lo precisano in vari suoi aspetti.
35,00 33,25

Gadda

Libro: Libro in brossura

editore: Carocci

anno edizione: 2024

pagine: 512

L'opera di Gadda è ormai considerata un capolavoro del modernismo europeo: uno straordinario strumento di conoscenza della realtà e degli individui che la abitano, indagati con gli strumenti della filosofia, della letteratura, delle matematiche; un viaggio nelle possibilità espressive della lingua italiana, che Gadda ha reinventato a partire dalla tradizione letteraria, da Dante a Manzoni. Un'opera totale: dalle drammatiche pagine di guerra agli irresistibili racconti e “disegni” umoristici, dai romanzi-mondo solo apparentemente “incompiuti” alle incantevoli prose di viaggio e alle acuminate riflessioni sulla propria Ars poetica, fino alle geniali e sconvolgenti invenzioni della satira e dell'invettiva, dove la parola corrode la realtà e brucia la pagina. Il volume raccoglie i contributi critici di studiose e studiosi di più generazioni, che accompagnano il lettore in una rilettura complessiva, chiara e appassionata, dell'opera gaddiana, aggiornata alle ultime novità testuali e alle più recenti prospettive interpretative, per rinnovare il piacere e confermare la vitalità della sua impareggiabile prosa.
43,00 40,85

I greci, i romani e... Il simposio

Michele Napolitano

Libro: Libro in brossura

editore: Carocci

anno edizione: 2024

pagine: 216

In Grecia come a Roma, sia pure in forme diverse, il ritrovarsi per mangiare e bere in compagnia era un'attività così centrale e significativa che studiare le due culture dal punto di vista della commensalità, pubblica e privata, consente di indagarle da un angolo prospettico del tutto privilegiato. Tra osservanza delle regole e flagranti infrazioni alle norme; tra intrattenimenti leggeri e riflessioni serie, spesso di taglio propriamente filosofico; tra schermaglie amorose e pensieri di morte, la scena del simposio greco e quella del banchetto romano si presentano particolarmente eterogenee quanto a occasioni, contesti, personaggi. Il volume, attraverso una selezione di testi letterari greci e latini, documenta questa straordinaria varietà di registri, che è poi, a ben vedere, la varietà stessa dei multiformi casi della vita.
16,00 15,20

Finzioni meridionali. Il Sud e la letteratura italiana contemporanea

Fabio Moliterni

Libro: Libro in brossura

editore: Carocci

anno edizione: 2024

pagine: 136

Il volume riattraversa criticamente alcuni testi e momenti esemplari della letteratura meridionale dal secondo Novecento a oggi, dai racconti di Rina Durante alle poesie di Vittorio Bodini e di Nino De Vita, dalle prose di Leonardo Sciascia e Pier Paolo Pasolini agli stili etnografici adottati da Carlo Levi ed Ernesto de Martino, per arrivare ai romanzi dedicati allo scandaglio delle trasformazioni paesaggistiche e identitarie nei tanti Sud d'Italia. Ne emerge una dimensione abitata da lingue, culture e punti di vista decentrati, spesso relegati ai margini dai canoni letterari nonché dalle geografie predominanti. Queste finzioni meridionali propongono un modello di mondo antagonista, intrinsecamente alternativo o “laterale” rispetto alle rimozioni e alle retoriche trionfanti della contemporaneità. Interrogano in chiave antropologica e politica l'identità del Meridione come uno spazio in movimento fatto di scambi e antitesi, scontri e relazioni: un'idea di Sud come insieme di tempi e luoghi autonomi che resistono al pensiero unico del progresso e individuano il motore della storia nella centralità del conflitto tra gruppi sociali, ideologie e linguaggi.
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